Libri di Anna Raffetto
Parla, ricordo
Vladimir Nabokov
Libro: Libro in brossura
editore: Adelphi
anno edizione: 2020
pagine: 364
Con la "particolare nitidezza" di qualcosa che si vede dall'altro capo di un telescopio, minuscolo ma provvisto dello smalto allucinatorio di una decalcomania, Nabokov ha lasciato affiorare dalle pagine di questo libro la sua fanciullezza nella "Russia leggendaria" precedente alla Rivoluzione, troppo perfetta e troppo felice per non essere condannata a un dileguamento istantaneo e totale, sospingendo poi il ricordo fino all'apparizione dello "splendido fumaiolo" della nave che lo avrebbe condotto in America nel 1940. "Il dettaglio è sempre benvenuto": questa regola aurea dell'arte di Nabokov forse mai fu applicata da lui stesso con altrettanta determinazione come in "Parla, ricordo". Qui l'ebbrezza dei dettagli che scintillano in una prosa furiosamente cesellata diventa il mezzo più sicuro, se non l'unico, per salvare una moltitudine di istanti e di profili altrimenti destinati a essere inghiottiti nel silenzio, fissandoli in parole che si offrono come "miniature traslucide, tascabili paesi delle meraviglie, piccoli mondi perfetti di smorzate sfumature luminescenti". Compiuta l'operazione da stagionato prestigiatore itinerante, Nabokov riarrotola il suo "tappeto magico, dopo l'uso, così da sovrapporre l'una all'altra parti diverse del disegno". E aggiunge: "E che i visitatori inciampino pure". Cosa che ogni lettore farà...
Una bellezza russa e altri racconti
Vladimir Nabokov
Libro: Libro in brossura
editore: Adelphi
anno edizione: 2008
pagine: 758
Nabokov non fu solo l'autore di romanzi fra i più noti del Novecento, dal "Dono" a "Lolita", ma anche un magistrale creatore di racconti. Di tale versante della sua attività, ancora in gran parte da scoprire, questa vasta silloge, che integra idealmente "La veneziana", offre un panorama completo, giacché raduna in una sequenza rigorosamente cronologica i testi che Nabokov scrisse fra il 1921 e il 1940 e ordinò poi in quattro celebri raccolte: "La dozzina di Nabokov" (1958), "Una bellezza russa" (1973), "La distruzione dei tiranni" (1975) e "Dettagli di un tramonto" (1976).
Una bellezza russa e altri racconti
Vladimir Nabokov
Libro
editore: Adelphi
anno edizione: 2013
pagine: 768
"Ciò che ammiriamo sempre, anche quando Nabokov imposta la voce su una nota troppo alta o troppo bassa, è l'infinita sottigliezza delle sensazioni. Quasi nessuno, nel ventesimo secolo, gli sta vicino: forse soltanto Proust e la Woolf, Yeats e Pessoa... Con queste sensazioni sovranamente reali, Nabokov vuole creare un mondo nuovo: un mondo che sia esclusivamente suo, che non assomigli a quello reale, né a quello degli altri scrittori. Qui regnano leggi e consuetudini che non ritroviamo in nessun altro luogo della terra... Questo mondo nuovo ricorda spesso l'operetta: un Offenbach ilare e cupo, metafisico e utopico. Alla fine, dopo che abbiamo contemplato e ammirato il lavoro coscienziosissimo di Nabokov, ci assale una sensazione di meraviglia. Il mondo nuovo è avvolto e penetrato di mistero, che lo rende ancora più incomprensibile di quello reale. Nabokov ha creato un enigma, di cui crede di conoscere il significato: mentre nemmeno lui né le farfalle gigantesche, né il grande Re mascherato conoscono l'ultimo segreto dei suoi racconti." (Pietro Citati)
L'originale di Laura
Vladimir Nabokov
Libro: Libro in brossura
editore: Adelphi
anno edizione: 2009
pagine: 170
Oscuro eppure festante, dominato da un giocoso concetto della morte e da una beffarda visione dei riti mondani, "L'originale di Laura" ruota intorno a un romanzo nel romanzo, ovvero Laura, di cui è ispiratrice la ventiquattrenne Flora, capriccioso e sensuale alter ego di Lolita. Accanto a lei, fra i molti personaggi delineati con rapidi tratti folgoranti, spicca il marito Philip Wild, neurologo e docente di fama sedotto da nuovi esperimenti sulle cellule nervose capaci di indurre una graduale ancorché reversibile estinzione del corpo. Nabokov gioca qui, per l'ultima volta, ad affacciarsi sull'abisso dell'ineluttabile fine, ma come sempre trasforma la morte in un atto revocabile che, giunto l'istante fatale, evapora nelle magie dell'illusionismo. Gioca con la strenua aspirazione a dominare la vita e l'immortalità per poi rivelarci che "morire è divertente". Gioca con un labirinto di specchi dove i confini tra realtà e finzione sono aboliti e ciascuno si ritrova a vagare da solo.
Parla, ricordo
Vladimir Nabokov
Libro: Libro in brossura
editore: Adelphi
anno edizione: 2010
pagine: 368
Con la "particolare nitidezza" di qualcosa che si vede dall'altro capo di un telescopio, minuscolo ma provvisto dello smalto allucinatorio di una decalcomania, Nabokov ha lasciato affiorare dalle pagine di questo libro la sua fanciullezza nella "Russia leggendaria" precedente alla Rivoluzione, troppo perfetta e troppo felice per non essere condannata a un dileguamento istantaneo e totale, sospingendo poi il ricordo fino all'apparizione dello "splendido fumaiolo" della nave che lo avrebbe condotto in America nel 1940. "Il dettaglio è sempre benvenuto": questa regola aurea dell'arte di Nabokov forse mai fu applicata da lui stesso con altrettanta determinazione come in "Parla, ricordo". Qui l'ebbrezza dei dettagli che scintillano in una prosa furiosamente cesellata diventa il mezzo più sicuro, se non l'unico, per salvare una moltitudine di istanti e di profili altrimenti destinati a essere inghiottiti nel silenzio, fissandoli in parole che si offrono come "miniature traslucide, tascabili paesi delle meraviglie, piccoli mondi perfetti di smorzate sfumature luminescenti". Compiuta l'operazione da stagionato prestigiatore itinerante, Nabokov riarrotola il suo "tappeto magico, dopo l'uso, così da sovrapporre l'una all'altra parti diverse del disegno". E aggiunge: "E che i visitatori inciampino pure". Cosa che ogni lettore farà...
Il rogo nel porto
Boris Pahor
Libro: Libro in brossura
editore: Zandonai
anno edizione: 2008
pagine: XII-224
Il percorso creativo di Boris Pahor, scrittore sloveno e cittadino italiano, ruota in prevalenza intorno al destino della gente slovena nel Novecento e alle suggestioni di una città elusiva e ammaliatrice come Trieste. La prima di queste opere è la raccolta di racconti "Il rogo nel porto", che non solo lievita ai livelli più alti della grande letteratura europea ma prelude a quasi tutta la restante produzione dell'autore quanto a temi e motivi ispiratori, restituendo al lettore italiano aspetti della storia contemporanea dimenticati o colpevolmente rimossi: le vicissitudini della comunità slovena sotto il fascismo, la difesa di un'identità culturale brutalmente conculcata, la violenza che investe umiliati e offesi di dostoevskijana memoria e annuncia l'orrore delle deportazioni nei campi di sterminio. Tre sono i nuclei generativi - tutti direttamente o indirettamente autobiografici - dei racconti: il mondo dell'infanzia, l'esperienza del lager (descritto una dolente potenza espressiva tale da ricondurci alla raccapricciante grandezza di "Necropoli") e il faticoso, straniante ritorno nella città natale, Trieste, dopo la guerra e la detenzione nei lager nazisti. Lo sfondo, a parte il ciclo del lager, è il medesimo: la città di Trieste, le cui architetture e stagioni, i cui colori e paesaggi fatti di piogge ventose, iridescenze marine e barbagli di pietra carsica sono rievocati con un lirismo visionario intriso di potenti metafore.