Libri di Annalisa Verza
Postfemminismo e neoliberalismo
Libro: Libro in brossura
editore: Aracne
anno edizione: 2020
pagine: 252
I profondi mutamenti che, in epoca neoliberale, hanno investito il concetto stesso di libertà, valorizzando, come mai prima, razionalità di mercato e indifferenza per il contesto politico, sociale e culturale dell'agire individuale, hanno non solo aggravato le tradizionali forme di discriminazione contro le donne, ma anche prodotto nuove forme di vulnerabilità e sottomissione. Di qui la necessità di una lettura critica dei nessi concettuali e culturali che legano il paradigma postfemminista al sistema discorsivo neoliberale. Le molteplici prospettive rappresentate nel volume - dalla filosofia alla sociologia del diritto, dalla metaetica alla bioetica - convergono in una ricostruzione degli effetti più controversi del discorso neoliberale sulla vita individuale e sociale della donne: la retorica postfemminista della scelta e le nuove forme di omologazione e oggettivazione che ne derivano; i pregiudizi impliciti contro le donne e i nuovi tipi di discorso misogino e antifemminista; la rimozione del valore del lavoro di cura e la collocazione della riproduzione sociale e biologica nella sfera della finanziarizzazione e della precarietà.
Ibn Khaldun. Le origini arabe della sociologia della civilizzazione e del potere
Annalisa Verza
Libro: Libro in brossura
editore: Franco Angeli
anno edizione: 2018
pagine: 288
Tradizionalmente, la sociologia occidentale situa la nascita della disciplina nella prima metà del XIX secolo – periodo di eccezionali cambiamenti storici, nel quale presero corpo le teorie di autori come Saint-Simon e Comte. In realtà, però, circa mezzo millennio prima, in un periodo altrettanto critico, la sociologia era già nata nel mondo arabo. Nel 1377, infatti, Ibn Khaldun, studioso, consigliere politico, giudice malikita e insegnante, ritiratosi in una roccaforte nel deserto vicino a Orano, scrisse un'opera rivoluzionaria, nella quale delineò una “scienza nuova” mai esplorata prima, volta a trarre dall'analisi razionale e rigorosa del passato un quadro complesso di “esempi ammaestranti” per il futuro: la Muqaddima. Tale opera, tradotta per la prima volta in francese e introdotta in Europa proprio in quello stesso fatidico periodo in cui nasceva la sociologia occidentale, costituiva già, infatti, un ampio, complesso e raffinato trattato sociologico-filosofico. Nel volume la precoce sociologia delle civilizzazioni di Ibn Khaldun – presentata, innanzitutto, sullo sfondo della cultura islamico-greca del suo tempo – è analizzata nei suoi principali aspetti sociologici, ma anche filosofici, storici e scientifici, allo scopo di restituirne al lettore la sorprendente ricchezza e vivacità d'analisi, e la profondità di prospettiva. Ma l'interesse che tale opera suscita non è affatto solo retrospettivo e “storico”. Il nucleo “universalizzabile” di tale lavoro, infatti, basato sull'individuazione di leggi costanti come quelle naturali (poiché passato e futuro si assomigliano “più di due gocce d'acqua”), lo rende proiettabile, con le debite ricontestualizzazioni, anche ai giorni nostri. Per questo, nel libro la tesi di Ibn Khaldun è, alla fine, interpellata per provare a comprendere, a partire dai suoi presupposti specifici, anche il presente della “civilizzazione” liberale e multiculturale dell'Occidente contemporaneo, e per tentare di mettere a fuoco la condizione attuale dei fattori-chiave dello sviluppo sociale dai quali, seguendo il suo paradigma, dovrebbero venire a dipendere le sue prossime trasformazioni.