Libri di Annamaria Conforti Calcagni
Beatrice regina. Un romanzo scaligero
Annamaria Conforti Calcagni
Libro: Libro in brossura
editore: Aracne
anno edizione: 2020
pagine: 204
Beatrice Della Scala, figlia di Mastino II e di Taddea da Carrara, da tutti chiamata Regina, è la protagonista della vicenda narrata nel libro. Ella assolve al duplice compito di "parlarci" non solo di Verona, ma anche di quella che già allora era una vitalissima città e del suo circostante territorio. Beatrice Regina Della Scala fu donna di cultura e di potere e che nel Trecento, il secolo in cui visse, svolse un ruolo di indiscutibile rilievo; e lei donna, ebbe anche dai sudditi l'eccezionale merito di farsi stimare, rispettare e persino amare. Il che ne fa, per i contemporanei, una "testimone" di eccezionale e indubitabile valore.
Terrète imberrète
Annamaria Conforti Calcagni
Libro: Libro in brossura
editore: Cierre edizioni
anno edizione: 2023
pagine: 130
Questa appassionante autobiografia intreccia vicende personali e familiari con la storia del nostro Paese e di Verona in particolare, dalle prime bombe sganciate sulla città nell’ottobre del 1940, alla fine della Seconda guerra mondiale e oltre. Il libro si articola in due parti: la prima racconta l’infanzia dell’autrice vissuta tra giochi e svaghi, offuscata però da un’educazione d’impronta fascista e dal drammatico incombere del conflitto. Il curioso titolo Terrète imberrète ci tramanda la preziosa eredità di una generazione che riusciva a trasformare in divertimento persino le strisce d’argento lasciate cadere dai bombardieri per ingannare i radar, e ci lascia con un grande messaggio di umanità e speranza. La seconda parte ripercorre invece le tappe del viaggio di nozze dell’autrice con l’architetto Luigi Calcagni: i vivaci dialoghi tra l’architetto e la sua novella sposa, storica dell’arte, ci elargiscono acuti dettagli sulle splendide città e i borghi visitati tra Svizzera, Germania, Svezia, Danimarca, Belgio e Francia, assieme ad alcuni esilaranti “incidenti di percorso” che non mancano mai di presentarsi.
Paradisi ritrovati
Annamaria Conforti Calcagni
Libro: Libro in brossura
editore: Aracne
anno edizione: 2019
pagine: 156
Il volume è dedicato a quei siti che, dopo aver subito il più totale degrado, hanno incontrato la felice sorte di trovare (o di ritrovare) bellezza e naturalità. Sono analizzati ventitré casi realizzati in Europa, sufficienti a dimostrare, in controtendenza rispetto a chi non desiste dal saccheggiare il pianeta, l'assoluta necessità del rispetto e dell'amore per la terra.
Giuseppe Jappelli. Ingegnere, architetto e soldato fra Napoleone e l'Austria
Annamaria Conforti Calcagni
Libro
editore: Lineadacqua
anno edizione: 2017
pagine: 287
Il giardino Giusti
Annamaria Conforti Calcagni
Libro
editore: Cierre edizioni
anno edizione: 2016
pagine: 84
Oasi realizzata nel centro di Verona fra la fine del Cinquecento e gli inizi del Seicento dal conte Agostino Giusti, esponente di una delle principali famiglie della città, il giardino Giusti è uno splendido esempio di giardino all'italiana, dove i diversi elementi concorrono a dare un senso di armonia ed equilibrio. Il visitatore è però anche incuriosito da elementi "anomali", come il famoso "mascherone", inquietante scultura collocata in posizione elevata e centrale, e la grotta ad esso sottostante, con il suo spiazzante gioco di specchi.
Una gran casa, cui sia di tetto il cielo. Il giardino nell'Italia del Novecento
Annamaria Conforti Calcagni
Libro: Copertina morbida
editore: Il Saggiatore
anno edizione: 2011
pagine: 337
Con "Bellissima è dunque la rosa", che illustra l'epoca della civiltà della villa e dell'alleanza tra aristocrazia veneta e "santa agricoltura", e successivamente con "Bei sentieri, lente acque", che delinea il gusto borghese per il giardino d'autore e il parco pubblico nell'Ottocento, Annamaria Contorti Calcagni ha composto le prime opere di un trittico. "Una grande casa, cui sia di tetto il cielo" è il libro conclusivo di questo trittico e insieme l'opera che porta a termine un percorso dentro la storia del giardino italiano dalle origini al Novecento. Prima dell'Unità d'Italia, il giardino, sintesi di tutte le arti, aveva un rapporto diretto con le peculiarità del territorio di appartenenza. Nel Novecento quel legame si allenta fino a disperdersi del tutto. Venuto meno l'antico ruolo dell'agricoltura, le città si espandono, l'industrializzazione si diffonde e il giardino trasforma il proprio ruolo, diventando un corollario della residenza di villeggiatura e dell'ideale dell'industria a misura d'uomo. L'evoluzione del giardino italiano scandisce le tappe della storia nazionale. A inizio Novecento, lo stile Liberty si fa raffinato interprete della nuova società borghese e democratica: vegetazioni e inedite fioriture verticali si intrecciano attorno a ville dalle linee sinuose, grandi alberghi e moderni centri termali. Attraverso il giardino del Novecento, l'autrice ricostruisce, tra intuizioni e progetti, successi e fallimenti, arte e società, la storia d'Italia.
Le mura di Verona
Annamaria Conforti Calcagni
Libro
editore: Cierre edizioni
anno edizione: 2008
pagine: 126
Bei sentieri, lente acque. I giardini del Lombardo-Veneto
Annamaria Conforti Calcagni
Libro: Copertina morbida
editore: Il Saggiatore
anno edizione: 2007
pagine: 356
Un'esplorazione storica, architettonica e letteraria della cultura dei giardini in Lombardia e Veneto tra fine Settecento e metà Ottocento. Giardini come espressione di una realtà culturale vasta e articolata, fortemente influenzata dalla concezione paesaggistica d'Oltremanica che soppiantò le linee regolari e geometriche dei giardini all'italiana e introdusse motivi "a effetto" come ruderi classici, angoli incolti, grotte e specchi d'acqua di forma irregolare. L'autrice riscopre un affascinante percorso artistico ed estetico legato a ogni progetto. Come a Milano, dove, prima della realizzazione dei Giardini Pubblici, l'architetto Ercole Silva (amico di Cesare Beccaria) evidenziò la funzione spirituale e terapeutica del verde cittadino come "contenimento dell'anima". Oppure a Menaggio, dove un facoltoso banchiere tedesco commissionò la creazione di sottili rimandi alle "Affinità elettive" di Goethe nel giardino di casa sua. Lo stesso Alessandro Manzoni fu un appassionato di botanica e il poeta veronese Ippolito Pindemonte intuì per primo le potenziali suggestioni ariostesche di Valeggio sul Mincio.
Bellissima è dunque la rosa. I giardini dalle signorie alla Serenissima
Annamaria Conforti Calcagni
Libro: Copertina morbida
editore: Il Saggiatore
anno edizione: 2003
pagine: 349
Con Cangrande della Scala, nei primi decenni del Trecento, comincia la storia profana del giardino veneto. Non più soltanto luogo di raccoglimento per la salvezza dell'anima, né solo hortus sanitatis dispensatore di erbe per la salute del corpo, il gioioso verziere diventa scenario ideale per la conversazione dotta e laica di quel primo Rinascimento che in terra veneta ebbe uno dei suoi centri di irradiazione. Per tutto il Quattrocento i giardini si popolano di statue e di sculture vegetali. La svolta avviene quando l'aristocrazia scopre le virtù della "santa agricoltura" patrocinate da Alvise Cornaro, e quando Palladio dà forma al nuovo stile di vita della nobiltà di Venezia e delle città della terraferma ormai convertite all'economia agricola.