Libri di Antonella Ricciardo Calderaro
Il tessitore di parole
Antonella Ricciardo Calderaro
Libro: Libro in brossura
editore: Navarra Editore
anno edizione: 2025
pagine: 124
“Il tessitore di parole” è una riflessione sulla lingua, preziosa ma mai stucchevole. Il protagonista Aurelio Fleres, docente universitario di Psicologia sociale, manifesta una curiosa abitudine: tesse trame di parole inusuali, articolandole in composizioni dal sapore musicale, che ne riscattano la struttura, l’origine, il senso, lontani dalle banalizzazioni e dall’omologazione della lingua italiana. Destinataria privilegiata di tali creazioni è Diletta Lazzaro, moglie per consuetudine, compagna di impegno sociale e di idealità, che si è schermata al punto da credere di non sentire più alcun trasporto emotivo per il marito. Con loro c’è Armando, il figlio adolescente ombroso e in piena fase conflittuale con la figura maschile di riferimento. Proprio il conflitto generazionale, insieme a un evento traumatico, determinerà la crescita emozionale della famiglia. Il romanzo si dipana cronologicamente dal presente al passato, fino a esitare di nuovo nel presente, in cui la famiglia Fleres trova la propria dimensione unitaria autentica.
Il limbo del gelso bianco
Antonella Ricciardo Calderaro
Libro: Libro in brossura
editore: Pungitopo
anno edizione: 2020
pagine: 192
Il limbo del gelso bianco, romanzo che si inserisce nel genere odeporico-memoriale, è il resoconto del ritorno ‘epico’ di una donna che da Milano, città nella quale è stata catapultata da un fatto di sangue, torna alla sua terra, la Sicilia, scavalcando divieti e costrizioni e sfidando il pericolo che incombe su di lei dal giorno dell’evento. Ultima discendente di un’antica e prestigiosa famiglia, ripercorre i sentieri di una vita non vissuta, se non nella sua immaginazione, scandendo le tappe del viaggio con gesti ed azioni che hanno qualcosa di rituale e che le consentono di riconquistare «la concretezza delle cose, perché per troppo tempo è rimasta sospesa in un limbo asettico, che l’ha costretta in una dimensione surreale e anaffettiva». Fanno da cornice al percorso luoghi suggestivi che, pur riconoscibili nella morfologia variegata dei Nebrodi, sono percepiti in chiave mitica e innescano meccanismi di riscatto, che fanno sì che la donna, sgretolando progressivamente il muro di diffidenza che si è costruita dentro, riacquisti la propria integrità, e, soprattutto, la propria identità, permeata del fascino e delle contraddizioni della sua terra.

