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Libri di Bruno Basile

I Plini. Due illustri comaschi della Roma imperiale

I Plini. Due illustri comaschi della Roma imperiale

Bruno Basile

Libro: Libro in brossura

editore: Youcanprint

anno edizione: 2024

pagine: 242

Uno dei più grandi cataclismi di epoca storica è stato certamente l'eruzione del Vesuvio nel 79 d.C. Un'immane catastrofe che seppellì per 17 secoli alcune ridenti e ricche cittadine che gravitavano alle sue pendici tra cui Ercolano, Pompei, Oplonti e Stabia. All'epoca ovviamente non esisteva la Protezione Civile che in Italia nascerà istituzionalmente nel 1992, ma ad idearla duemila anni fa e primo nella storia fu Plinio il Vecchio che si trovava a Miseno come praefectus classis Misenensis. L'ammiraglio percepì il grave pericolo che le popolazioni sotto il vulcano stavano correndo e riuscì con le sue quadriremi a portare loro aiuto salvando centinaia e centinaia di persone e limitando così il numero dei morti a poco meno di duemila. Plinio purtroppo pagò con la propria vita quell'opera di salvataggio perché asfissiato da ceneri e gas venefici sulla spiaggia di Stabia. A raccontarci come andarono le cose fu il nipote e figlio adottivo Plinio il Giovane che all'epoca dei fatti era un ragazzo di 17 anni e viveva con la madre presso lo zio a Miseno. Sono sue le due famose epistulae indirizzate 25 anni dopo i fatti allo storico Tacito che aveva chiesto notizie dell'eruzione e della morte del Vecchio per le sue Historiae. I moderni vulcanologi hanno definito «Pliniane» le eruzioni esplosive così ben descritte dal Giovane. La Comum Novum, che aveva dato i natali ad entrambi i Plini, volle omaggiare in epoca rinascimentale i suoi illustri concittadini con due statue dello scultore Tommaso Rodari. Le due statue poste in altrettante nicchie protette ornano la facciata principale del Duomo di Como.
28,00

La Napoli spagnola e la rivolta di Masaniello

La Napoli spagnola e la rivolta di Masaniello

Bruno Basile

Libro

editore: Youcanprint

anno edizione: 2023

pagine: 212

Nella sua storia millenaria Napoli ha costruito tanti miti anche tra personaggi storici realmente esistiti come San Gennaro, Masaniello e più recentemente Maradona. Per taluni storici c'è addirittura un parallelismo tra la figura del campione argentino e quella del capopopolo napoletano. Masaniello, ancorché manovrato dalla testa pensante di don Giulio Genoino, fu l'uomo forte che si mise a capo di una turba di lazzari suoi pari come catalizzatore della rivolta contro le inique gabelle che il governo vicereale spagnolo esigeva, incarnando il genuino spirito popolare napoletano. Durò appena dieci giorni la sua epopea, poi, anche perché impazzito, fu assassinato su mandato del viceré da alcuni suoi compagni, traditori dell'uomo e della causa. Ma la rivolta che da lui ebbe inizio continuò ancora per mesi, anche se con finalità diverse da quelle iniziali con la nascita della Real Repubblica e l'intromissione del duca di Guisa, prima di essere risolta con un drastico intervento spagnolo. Taluni storici hanno esaltato la figura di Masaniello, altri, invece, ne hanno ridimensionato il profilo e la valenza storica banalizzandolo con un accostamento non proprio esemplare, anzi in modo alquanto dispregiativo, alla maschera di Pulcinella quale stereotipo di persona rozza, incolta, furba, prepotente con i deboli e servile con i potenti. Praticamente Masaniello con un tale cliché riassumerebbe in sé, al pari della maschera, l'essenza in negativo della napoletanità in tutte le sue sfaccettature; maschera del ribellismo rozzo e distruttivo proprio della plebe.
16,90

Il mio Pulcinella. Precursore del teatro e persino futurista

Il mio Pulcinella. Precursore del teatro e persino futurista

Bruno Basile

Libro

editore: Youcanprint

anno edizione: 2022

pagine: 214

Chi è stato l'antesignano della maschera di Pulcinella? Il Maccus o il Kikirrus delle antiche fabulae atellanae risalenti al IV secolo a.C. o quel Puccio D'Aniello, il buffo contadino di Acerra, detto anche Paoluccio della Cerra, che diede spunto al comico Silvio Fiorillo nell'ideare la maschera agli inizi del Seicento o forse la discendenza è, tramite il primo Arlecchino, dallo Zanni, il servitore sciocco dell'area lombardo-veneta? Una leggenda vuole sia nato da un uovo che la sirena Parthenope avrebbe lasciato prima di morire sugli scogli dell'isolotto di Megaride e che Virgilio avrebbe conservato nelle segrete del castello, da cui il nome che porta, ovvero da un uovo il cui guscio fu impastato all'interno del Vesuvio da due streghe-fattucchiere, simboli di nero e bianco com'è appunto l'abito di Pulcinella. La maschera di Pulcinella racchiude in sé vari aspetti dell'anima napoletana: antropologica, storica, artistica, culturale e soprattutto sociale. Essa rappresenta un simbolo intrinseco della napoletanità nelle sue molteplici sfaccettature ed è stata interpretata a teatro, a partire dai primi anni del Seicento fino a tempi più vicini a noi, sempre da grandi interpreti molti dei quali si esibivano al mitico San Carlino, definito tempio della risata, come i Cammarano, e quell'Antonio Petito in assoluto il più grande Pulcinella che addirittura morì sulla scena mentre recitava.
20,90

'A sfugliatella. Saggio d'erotica fragranza... e non solo

'A sfugliatella. Saggio d'erotica fragranza... e non solo

Bruno Basile

Libro

editore: Youcanprint

anno edizione: 2022

pagine: 132

La sfogliatella, regina della pasticceria partenopea, nell'immaginario collettivo risulta inventata da un certo Pasquale Pintauro che agli inizi dell'Ottocento aveva bottega in via Toledo. Parliamo naturalmente della sfogliatella riccia che, con quella sua strana forma triangolare a conchiglia, ricorda la femminilità più intima, quel "Monte di Venere" che solletica la mente con pruriginose allusioni di tipo erotico. Forma ereditata da un antico panetto triangolare presente nei culti orientali in onore di Cibele come simbolo della castità femminile sfociato poi in un erotismo sfrenato. Culto che ritroviamo in un antro oscuro della Neapolis greco-romana ai piedi della collina di Posillipo. Nei primi secoli dell'era cristiana il culto da Cibele passò a Priapo, dio della fecondità, e l'erotismo divenne quasi orgiastico. Ma dopo un lunghissimo letargo dovuto ai rigori del cristianesimo del Medioevo quel panetto fa la sua ricomparsa nelle cucine di alcuni conventi di monache di clausura del Seicento barocco sempre come dolce al femminile. Testimonianze storiche ci dicono anche che dolci di pasta sfoglia ripieni erano presenti ancor prima del barocco monacale nelle cucine papali del Rinascimento. Una bella storia intrecciata con miti e leggende, non c'è che dire.
16,00

Ischia, l'antica Pythecusae. Miti, leggende, storia e curiosità di un'isola vulcanica

Ischia, l'antica Pythecusae. Miti, leggende, storia e curiosità di un'isola vulcanica

Bruno Basile

Libro

editore: Youcanprint

anno edizione: 2021

pagine: 204

Considerata la prima colonia in assoluto di tutta la Magna Grecia e di Sicilia, Ischia fu il primo approdo all'inizio dell'VIII secolo a.C. da parte di popolazioni di stirpe ellenica provenienti dalle città di Calcide ed Eretria nell'isola Eubea che s'installarono sul promontorio di Monte Vico nel territorio dell'attuale Comune di Lacco Ameno. L'insediamento di Monte Vico fu, in effetti, un emporion e non ebbe mai dignità di colonia, intesa quest'ultima come fondazione ecistica quale appendice di un gruppo dominante una polis nella madre patria. Il primitivo nome dato a questo sito fu Pythecusae o Pythecoussai e per l'importanza che esso raggiunse il toponimo fu esteso poi a tutta l'isola. Stando a questo toponimo, Ischia fu l'isola dei pythéci, cioè delle scimmie, o dei pythoi, cioè dei produttori di vasi? Ischia è un'isola vulcanica che si formò circa 150.000 anni fa attraverso eruzioni sottomarine ed il suo picco più alto, il Monte Epomeo, s'innalza fino a 789 metri s.l.m. Sono oltre 40 i crateri vulcanici sparsi sul territorio dell'isola. L'attività vulcanica e sismica, associata al mito del gigante Tifeo che giace sotto l'Epomeo per volere di Zeus, è proseguita per millenni anche con eruzioni violente intervallate da periodi di relativa quiescenza. L'ultima eruzione risale al 1302 con la colata dell'Arso. L'isola è famosa nel mondo, oltre per le sue bellezze naturali e un clima mite, anche come centro di prim'ordine per i tantissimi stabilimenti e parchi termali.
20,90

Vergilio nel Rinascimento italiano. Da Dante a Torquato Tasso. Volume Vol. 1-2

Vladimir N. Zabughin

Libro: Prodotto composito per la vendita al dettaglio

editore: La Scuola di Pitagora

anno edizione: 2021

pagine: 1072

Vergilio nel Rinascimento italiano da Dante a Torquato Tasso di Vladimir N. Zabughin è una delle più celebri ricerche di storia letteraria del primo Novecento europeo. Frutto di studi protratti per un decennio (1913-1923), l’indagine è un affresco senza eguali della vicenda nella nostra cultura del mito di Virgilio. Un poeta divenuto principio identitario della civiltà italiana e occasione, per secoli, di riletture appassionate capaci di fondere il culto di Roma con i temi del più nobile classicismo (idea di Stato unitario, eroismo militare redento dalla pietas, responsabilità terrena e ultraterrena dei protagonisti della storia). La rassegna degli intellettuali coinvolti nel dibattito secolare (da Dante a Tasso, dai filologi agli artisti) è condotta da Zabughin con arte sapiente. Il russo si dimostra sensibile sia alla storia d’Italia – dal Medioevo alle sofferenze del primo conflitto mondiale – sia al progetto di una nuova filologia. Una scienza divenuta storia della ricezione estetico-politica di un classico: sconcertante anticipazione delle metodologie sociologiche attuali delle scuole di Praga e di Costanza.
75,00 71,25

La storia del presepe. Origine, nascita e sviluppo di un simbolo della cristianità

La storia del presepe. Origine, nascita e sviluppo di un simbolo della cristianità

Bruno Basile

Libro

editore: Youcanprint

anno edizione: 2020

pagine: 230

"Due sono i simboli indiscussi del Natale, il presepe di tradizione latina che nasce in Italia nel Medioevo e l'albero di Natale che ha origine nel folclore di antiche popolazioni del nord-Europa (Celti, Vichinghi, Germani) durante i festeggiamenti pagani del solstizio d'inverno trasfusi poi nel Natale con la cristianizzazione di tali popoli e l'albero dal secondo dopoguerra si è diffuso ampiamente anche in Paesi di estrazione latina. Il cristianesimo trae origine dai Vangeli canonici ed ha alcuni rituali in comune con religioni e filosofie orientali provenienti dall'India e dalla Persia (Induismo e Mithraismo) tra cui la festività del Natale. Le prime rappresentazioni della Natività si ebbero in affreschi paleocristiani nelle catacombe e, poi, in bassorilievi sulle lastre di sarcofagi. A dare il via alla nascita del presepe fu San Francesco che realizzò un presepe vivente nei boschi di Greccio. Parallelamente alla produzione pittorica della Natività dei grandi artisti del Rinascimento, si cominciarono a vedere, in maniera sempre più massiva, presepi plastici in chiese e monasteri di tutta Italia. Presepi che nel Settecento, con l'affermazione del barocco, trovarono la loro massima espressione entrando anche nelle residenze private. Le città in cui si sviluppò maggiormente l'arte presepiale furono Bologna, Genova e soprattutto Napoli."
39,90

Giordano Bruno. Precursore e martire del libero pensiero

Giordano Bruno. Precursore e martire del libero pensiero

Bruno Basile

Libro

editore: Youcanprint

anno edizione: 2020

pagine: 298

Contestatore di dogmi e regole imposti dalle varie istituzioni religiose con cui venne a polemizzare, Giordano Bruno era un domenicano permaloso e irascibile e non faceva nulla per non attirarsi critiche feroci e ciò in forza di una superiorità intellettuale che amava ostentare nei confronti dei suoi interlocutori. Fu scomunicato come eretico sia dalla Chiesa cattolica della Controriforma che dalle due principali chiese della Riforma protestante. Alla fine morì sul rogo di Campo dei Fiori a Roma. Quest'uomo rinascimentale, ma proiettato già nel futuro, costituì per i promotori del Risorgimento italiano l'icona da adottare quale simbolo per accompagnare l'idea laica dello Stato unitario. Dai suoi scritti si deduce un'idea dal valore fortemente politico: un'idea che punta verso l'unità a partire dalla molteplicità. Un disegno che, rapportato appunto alla dimensione politica, vagheggia in maniera latente la nascita di Stati unitari nazionali a partire da realtà regionali e addirittura, in proiezione, ad una entità sopranazionale. È in fieri, in piena età rinascimentale, l'idea della nazione italiana se non addirittura dell'Europa unita.
25,90

Storia del Rinascimento cristiano in Italia

Vladimir N. Zabughin

Libro: Libro in brossura

editore: La Scuola di Pitagora

anno edizione: 2011

pagine: 430

"La Storia del Rinascimento cristiano in Italia" di Vladimir N. Zabughin è un libro che il letterato russo dedicò alla cultura del paese che seppe ospitarlo come professore di Filologia umanistica a Roma, dopo la tragedia della Rivoluzione del 1917. Studioso d'inquieta spiritualità, Zabughin vi rilegge la storia letteraria e filosofica dall'età di Dante a quella di Tasso, per scrutarne l'intersezione fra cultura laica e religiosa dall'aurora rinascimentale all'età barocca. Nel saggio emerge una rigorosa storia di pensiero etico e metafisico ricostruito tra autori maggiori e minori, taluni ancor oggi poco frequentati da critica e lettori (Maffeo Vegio, Gregorio Correr, Enea Silvio Piccolomini, il Pontano e il Sannazaro latini, Giacomo Bona Girolamo Vida...). Le fini correlazioni tra testi, musica e arti figurative coeve, rendono l'affresco di Zabughin opera degna della storiografia tedesca di modello hegeliano (Geistesgeschichte). Ma soprattutto isolano il singolare libro ­ apparso incompiuto e postumo nel 1924 ­ sia dal contesto della scuola storica allora imperante in Italia, sia dalle visioni estetizzanti e pagane del Rinascimento debitrici di Jacob Burckhardt e Georg Voigt.
30,00 28,50

L'infelicità dei letterati

Pierio Valeriano

Libro: Libro in brossura

editore: La Scuola di Pitagora

anno edizione: 2010

pagine: 236

"L'infelicità dei letterati" (De litteratorum infelicitate), opera scritta in latino dall'umanista Pierio Valeriano nel 1529, è un capolavoro della letteratura rinascimentale. Composto dopo il Sacco di Roma (1527) per rivelare all'Europa il danno portato da lanzi e spagnoli alla capitale della cultura, diventa nella prosa del Valeriano non solo l'evocazione del crepuscolo di una civiltà, ma anche un'indagine sociologica imprevedibile. Molto prima della violenza portata nell'Urbe dalle soldatesche di Carlo V, la condizione dei letterati italiani appare a Valeriano difficile e dolorosa. Vittime dell.umore dei mecenati, pedagoghi mal retribuiti, segretari di principi più amanti delle armi che della poesia, gli scrittori cari al nostro umanista sono visti come un anello debole della società. Un'opera di cui il saggio in forma di dialogo del Valeriano costituisce l'ombra necessaria, un vero Antirinascimento contrapposto al Rinascimento.
20,00 19,00

Il tempo e la memoria. Studi di critica testuale

Bruno Basile

Libro

editore: Mucchi Editore

anno edizione: 1996

pagine: 300

20,00 19,00

Il tempo e le forme. Studi letterari da Dante a Gadda
20,00

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