Libri di Carlo Alberto Gemignani
Parma e il suo territorio. Il racconto del patrimonio nelle guide a stampa tra Ottocento e primo Novecento
Carlo Alberto Gemignani
Libro: Copertina morbida
editore: Monte Università Parma
anno edizione: 2022
pagine: 226
Il volume prende in esame, da un punto di vista strettamente storico-geografico, le guide a stampa della città e della provincia di Parma edite nel periodo compreso fra la Restaurazione e la Grande Guerra. L'obiettivo principale è quello di mettere in evidenza continuità e svolte, rotture e passaggi attraverso i quali un campionario piuttosto eterogeneo di attori (editori, eruditi, scienziati, amministratori pubblici, militari ecc.) ha rappresentato gli spazi considerati. Dalle guide emerge una lunga narrazione del territorio parmense e del suo patrimonio materiale e immateriale: una realtà complessa e originale che comprende grandi monumenti e spazi modesti della vita quotidiana; paesaggi diversi (urbano, rurale, montano); fattori ambientali (forme geologiche, aspetti della vegetazione spontanea, fauna ecc.) e fattori culturali (dialetto, tradizioni, curiosità locali); l'orgoglio degli abitanti di fronte alla modernità che avanza e la loro nostalgia per un passato illustre. Una ulteriore conferma di come l'equilibrio dei luoghi sia fragile, la loro identità mutevole nel tempo, e di come ogni testimonianza storica sia preziosa per decifrarne i valori da custodire.
Officina cartografica. Materiali di studio
Libro: Libro in brossura
editore: Franco Angeli
anno edizione: 2017
pagine: 314
L'11 e il 12 febbraio 2016 il Dipartimento di Lettere, Arti, Storia e Società dell'Università di Parma e il Centro Italiano per gli Studi Storico-Geografici hanno organizzato nella città emiliana il seminario di studio Officina cartografica: materiali per lo studio della cartografia. Due grandi campi di ricerca hanno dato fondamento all'incontro: la storia della cartografia come evoluzione nel lungo periodo della rappresentazione dello spazio; la cartografia storica quale fonte primaria per la storia del territorio, del paesaggio e dei centri urbani. L'articolato ventaglio di approcci che gli studiosi hanno messo in gioco – e che bene si riflette nei saggi qui raccolti, frutto dell'approfondimento e della rielaborazione dei temi affrontati nel corso del seminario – rivela il desiderio di conoscenza che, attorno alla cartografia storica e nell'orbita della galassia relazionale che fa capo al cosiddetto spatial turn, da qualche anno accomuna geografi, storici (dell'ambiente, della città, dell'amministrazione, della cultura ecc.), sociologi, urbanisti, storici dell'arte e della letteratura. Il lettore interessato potrà quindi trovare – frutto del lavoro di nomi affermati del panorama scientifico italiano e internazionale e di giovani studiosi – contributi metodologici e riflessioni sui recenti cambiamenti epistemologici nella ricerca storico-cartografica (Mangani, Rombai, Siniscalchi), proposte di scambio scientifico, di formazione archivisitica e aperture a nuove piste di ricerca (Guarducci, Pressenda e Sturani, M. Rossi); ricerche d'archivio e casi di studio dalla forte ricaduta applicativa (Quaini, De Santi, Gemignani-Cervellini-Rossi L., Sacco, Masetti, D'Ascenzo, Spagnoli, Piastra, Scanu e Podda, Dai Prà e Mastronunzio, Masotti, Berti, Rizzo) e una finale riflessione sul recente e fortunato romanzo di Vittorio Giacopini La mappa (Iacoli) che, riprendendo una tradizione illustrata da Borges, Calvino e tanti altri, chiama in causa il dispositivo apparentemente tecnico e astratto della carta per proporre al pubblico degli appassionati di letteratura una vicenda declinata fra storia e immaginazione.
Cantiere paesaggio. Materiali per la costituzione degli osservatori locali
Libro: Libro in brossura
editore: Franco Angeli
anno edizione: 2015
pagine: 240
Nato dalla lunga collaborazione intrattenuta dagli autori che vi hanno collaborato, il volume riflette sostanzialmente su due temi: il ruolo delle fonti visive storiche, in particolare della fotografia, per la ricostruzione a varie scale, da quella nazionale a quella locale, dei quadri paesaggistici, ambientali e territoriali del Paese; la ricerca degli strumenti partecipativi più idonei a rispondere alle domande culturali e politiche provenienti da contesti specifici (come quello del Levante ligure e quello apuano) rispetto alla gestione delle trasformazioni ambientali, all'identificazione del patrimonio rurale e alla riattivazione delle pratiche e dei saperi ai quali è dovuta la residua qualità dei paesaggi italiani. Su quest'ultimo punto riflettono molti dei saggi contenuti nel volume che individuano negli Osservatori locali del paesaggio gli strumenti più interessanti in risposta agli obiettivi di salvaguardia, gestione e partecipazione espressi dalla Convenzione europea del paesaggio del 2000. Proprio la fotografia, in particolare quella conservata nei numerosi archivi meritevoli di valorizzazione, come quello dell'associazione Italia Nostra e quello della Società Geografica Italiana, può costituire una fondamentale chiave di accesso, individuale e collettiva, alle ragioni della ricostruzione storica (e non solo estetica) di come è nato e come si presenta oggi un determinato paesaggio.
Eugenio Ghersi. Un marinaio ligure in Tibet
David Bellatalla, Carlo Alberto Gemignani, Luisa Rossi
Libro: Copertina morbida
editore: SAGEP
anno edizione: 2008
pagine: 119
Eugenio Ghersi, viaggiatore di un doppio itinerario da Ponente a Levante: quello biografico che lo portò da Oneglia, dove era nato, alla Spezia, dove ha lungamente vissuto ed è morto, e quello geografico che dall'Italia lo spinse, prima come ufficiale medico della marina, poi come esploratore con il grande orientalista maceratese Giuseppe Tucci, in regioni dell'Asia che pochi italiani avevano avuto la ventura di percorrere nei primi decenni del Novecento. Compagno insostituibile, perché nessuno, neppure Fosco Maraini, sarebbe stato in grado, da solo, di svolgere i compiti a lui affidati: medico, fotografo, cineoperatore oltre che valido collaboratore in tutte le missioni.
L'origine dei paesaggi della grande Liguria. Due inediti dei primi anni Cinquanta
Emilio Sereni
Libro: Libro in brossura
editore: Istituto Alcide Cervi
anno edizione: 2017
pagine: 220
Tra la fine degli anni Quaranta e il 1951 Emilio Sereni (1907-1977) si dedica allo studio delle comunità rurali della "Grande Liguria" antica. A questo "cantiere scientifico", brevemente ricostruito nelle sue fasi costitutive, vanno ricondotti numerosi materiali d'archivio conservati presso la Biblioteca-archivo "Emilio Sereni" dell'Istituto Alcide Cervi di Gattatico (RE) e alcuni testi inediti, oggi alla Fondazione Gramsci di Roma, che si legano strettamente alla pubblicazione del volume sereniano sulle Comunità rurali nell'Italia antica (1955) e si presentano come tracce di complessi svolgimenti dell'indagine e di successivi cambiamenti di interesse. Fra questi troviamo Il paesaggio geologico e Il paesaggio vegetale qui presentati nella loro integrità, corredati da un'introduzione critica. Oltre al chiaro interesse scientifico dei contenuti questi saggi, se posti sullo stesso piano dei lavori editi, possono offrire un quadro più completo degli assunti teorici e delle innovative metodologie adottate da Sereni in vista della produzione del suo lavoro più conosciuto Storia del paesaggio agrario italiano (1961).
L'occhio sul paesaggio. Archivi fotografici locali e patrimonio rurale della montagna appenninica
Carlo Alberto Gemignani
Libro
editore: Franco Angeli
anno edizione: 2013
pagine: 176
L'indagine descritta in questo volume nasce dal ritrovamento, nel 2002, dell'archivio di un fotografo, Berto Giuffra, attivo dagli anni Trenta agli anni Novanta del Novecento sull'Appennino ligure-emiliano. Il valore della memoria visiva che la comunità di origine (Santo Stefano e la Val d'Aveto) ha ereditato è ben testimoniato dalle pubblicazioni e dalle mostre che negli anni si sono susseguite. Le fotografie di Berto hanno consentito di aprire una finestra sulle analisi di grande dettaglio che, attraverso la "decifrazione" dell'immagine e il suo confronto con la situazione presente, il geografo e lo storico del paesaggio sono in grado di compiere per meglio comprendere i mutamenti che l'età della "grande trasformazione" ha portato con sé: un'età che in termini ambientali e territoriali ha coinciso con la quasi scomparsa delle pratiche di utilizzo delle risorse locali. Oggi che le nuove tendenze della pianificazione riconoscono il ruolo dell'agricoltura e dell'allevamento anche in campo urbanistico e paesaggistico, un archivio come quello di Santo Stefano d'Aveto può fornire materiali utili alla creazione di quelle "normative figurate" che, per dirla con le parole di Alberto Magnaghi, dovrebbero favorire la transizione da un paradigma estetico, vale a dire un approccio al patrimonio territoriale (rurale) locale incentrato sulle eccellenze delle "bellezze naturali", a un approccio legato all'interazione fra percezione degli abitanti e costruzione storica dei paesaggi.