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Libri di Chiara Fenoglio

Leopardi moralista

Chiara Fenoglio

Libro: Libro in brossura

editore: Marsilio

anno edizione: 2020

pagine: 176

Persuaso che la morale «non possa risorgere per ora», Leopardi ne esplora tuttavia i costumi, la storia, gli impieghi religiosi e pietosi, sostituendo ai precetti formali del vivere una "immaginazione morale" che, superata ogni istanza pedagogica, si affida al conforto malinconico della poesia. Ma il suo progetto guarda anche a una morale naturale e vera che, eliminate tutte le incrostazioni storiche, civili, religiose, sia valida in ogni tempo e luogo. Attingendo a fonti diverse, Leopardi trae degli exempla pienamente accordati al suo materialismo: il motto evangelico «venite et videte» diventa ne La ginestra il perno di un'etica originale, ancorata ai principi apparentemente contraddittori di verità e compassione. Principi universali non perché metafisicamente fondati e incontrovertibili, ma poiché l'uomo è «un degli esseri, di questa terra, diverso dagli altri di specie, ma non di genere».
12,00 11,40

Gli strumenti umani

Gli strumenti umani

Vittorio Sereni

Libro: Libro rilegato

editore: Il Saggiatore

anno edizione: 2018

pagine: 154

La carrucola nel pozzo, la spola della teleferica nei boschi. I minimi atti, l'opaca trafila delle cose mute che cadono nel mondo, come una lenza buttata a vuoto nei secoli, un amo a precipizio nei millenni. Sono infiniti gli strumenti umani, e sono cosa da poco, sono cosa da nulla. La loro storia ingombra la vita dell'uomo, ma nella parabola dell'esistenza (visibile e invisibile) dura appena pochi istanti, lo scampolo di tempo che separa una curva di montagna dalla svolta successiva. Poi la memoria li inghiotte, il paesaggio li trascolora in una fotografia già vecchia, già perduta. È questo, tra i molti, il sentimento che anima "Gli strumenti umani" di Vittorio Sereni, terza raccolta di uno dei maggiori poeti italiani del Novecento, che ne segnò il ritorno editoriale, dopo il silenzio quasi ventennale da "Diario d'Algeria". Una geografia esistenziale, quella puntellata dai versi degli Strumenti umani, in cui è necessario muoversi con passo bustrofedico, con il garbo dell'ospite indiscreto, eppure con la gioia ardente di chi scopre qualcosa che d'improvviso sente familiare da sempre. Una poesia sospesa tra l'erranza della materia e la rivelazione del vuoto, continuamente forata dai disvelamenti e dalle epifanie, dai segreti umbratili delle scorze dure che compongono il pianeta. E dai riverberi di una eco letteraria che si fa approssimazione e presenza nella lingua di Sereni, evocando oscuramente i purgatori di Dante e le rime in morte di Laura, la melma nera di Montale e la noja leopardiana, di cui gli "Strumenti umani" non sono la somma, ma la infiorescente decomposizione, stretta nella vite di una sizigia immortale. Borbottii, vibrazioni, gorgoglio di voci confuse. È la lingua con cui parlano gli strumenti umani. Un alfabeto segreto che non si può tradurre o imparare, ma solo ascoltare, ferocemente straniero, inaspettatamente amico, nel segmento bianco che spezza le cartilagini di ogni poesia.
20,00

La filosofia nel nuovo esame di Stato

La filosofia nel nuovo esame di Stato

Chiara Fenoglio

Libro: Prodotto composito per la vendita al dettaglio

editore: Paravia

anno edizione: 2019

7,60

Un mondo «inconcepibile». Saggi su Leopardi e la Natura

Libro: Libro in brossura

editore: Marsilio

anno edizione: 2024

pagine: 192

La natura, cosa creata da Dio, materia eterna o forza vitale, è in quanto tale l’impenetrabile al pensiero, il punto di incaglio e di resistenza di ogni umano filosofema. Muta e cieca, «sta ognor verde», non risponde ad alcun tentativo di argomentazione o di ordinamento: eppure per Leopardi è l’inaggirabile presenza che occupa gran parte della sua riflessione in prosa e in poesia. L’inesauribile domanda sui «misteri più nascosti, gli abissi più cupi, i rapporti più lontani e segreti», sulle contraddizioni spaventevoli che in essa albergano, ha specularmente alimentato il lavoro di generazioni di studiosi leopardiani: vi tornano, in questo volume, critici e filosofi, filologi e storici della scienza e della cultura che, facendo appello a campi di indagine diversi, restituiscono la molteplicità delle domande, delle strategie, delle figure messe in opera da Leopardi per dar forma e significato alla vicissitudine umana, alla sua precarietà e caducità rispetto all’orizzonte naturale, eterno e saldo. L’opposizione canonica tra una natura benigna e una matrigna, insieme a quella tra natura e società, è qui superata nel segno di una prospettiva eco-sistemica che si apre a molteplici prospettive. Tra inerte immutabilità e movimento vivo e incessante, la natura leopardiana non smette di interrogarci e consolarci.
19,00 18,05

La vita solitaria. Lettura di Chiara Fenoglio notarella di Ignoto XIX secolo incisioni di Alessandra Varbella

La vita solitaria. Lettura di Chiara Fenoglio notarella di Ignoto XIX secolo incisioni di Alessandra Varbella

Giacomo Lepoardi

Libro: Libro rilegato

editore: Fiorina Edizioni

anno edizione: 2017

pagine: 24

La disamina circostanziata e la restituzione lucidissima di Chiara Fenoglio, che pur s’addentra nelle pieghe e negli anfratti più ostici e contraddittori del Leopardi, consente alle verità ascose di palesarsi, restituendoci il poeta recanatese in una luminosa ritrovata chiarezza.
25,00

Un infinito che non comprendiamo. Leopardi e l'apologetica cristiana dei secoli XVIII e XIX
18,00

La divina interferenza. La critica dei poeti nel Novecento

La divina interferenza. La critica dei poeti nel Novecento

Chiara Fenoglio

Libro: Copertina morbida

editore: Gaffi Editore in Roma

anno edizione: 2015

pagine: 343

"La divina interferenza" è un'area di intersezione e sovrapposizione tra i campi del poetico e del saggistico, è il campo di tensione dove il poeta, rifiutando il pregiudizio della sua autoreferenzialità e ancillarità rispetto all'azione e alla teoresi, si appropria delle armi della critica e le sfrutta per segnare un percorso impuro, aperto e non metodico. I poeti del secolo scorso erano tanto certi di questa verità da non sentire neppure la necessità di argomentarla: Ungaretti, Montale, Pasolini, Zanzotto, Fortini, Giudici e Sereni sapevano perfettamente che i loro scritti critici fornivano le coordinate per la lettura dei versi e che le loro poesie erano già di fatto degli atti critici. Sapevano cioè che la poesia viaggia con un bagaglio pesante, che è animata da una tensione a pensare se stessa, cioè a porsi in relazione contemporaneamente con il passato (la tradizione) e il presente (la propria ricaduta morale e umana). Sapevano, altresì, che la critica è una sorta di arrière-pays della poesia, il suo orizzonte interiore, in assenza del quale diventa sterile discutere del ruolo dell'intellettuale nella società. Oggi la situazione pare nettamente mutata, e forse la marginalizzazione e deresponsabilizzazione del poetico ha a che fare proprio con un divorzio, con la deriva della poesia rispetto all'impulso critico e autocritico.
20,00

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