Libri di Vittorio Sereni
Il musicante di Saint-Merry e altri versi tradotti. Testo originale a fronte
Vittorio Sereni
Libro: Copertina rigida
editore: Il Saggiatore
anno edizione: 2019
pagine: 278
Ogni libro di traduzioni è una storia di fantasmi. E il musicante di Saint-Merry, straordinario capitolo della vicenda artistica di Vittorio Sereni, non fa eccezione. Pubblicato nel 1981, pochi mesi prima del suo ultimo capolavoro, "Stella variabile", "Il musicante" raccoglie il frutto di decenni di traduzioni, di scoperte, innamoramenti, ripensamenti e scontri con gli autori del Novecento per lui più significativi, come Ezra Pound, René Char, William Carlos Williams, Albert Camus e Guillaume Appollinaire. Una raccolta di poesie capitali messe in dialogo nell'esattezza del gesto poetico. Un'opera che rappresenta uno dei vertici assoluti della traduzione poetica del nostro tempo, e il lascito di un poeta che non smetteremo mai di interrogare. Prefazione di Tommaso di Dio.
Il verde è sommerso in nerazzurri. Vittorio Sereni e lo sport. Scritti 1947-1983
Vittorio Sereni
Libro: Copertina morbida
editore: Nomos Edizioni
anno edizione: 2020
pagine: 128
Questa antologia mette in dialogo i frammenti poetici "sportivi" con gli analoghi scritti in prosa (qui riuniti per la prima volta), per ottenere una più completa e convincente interpretazione di entrambi. Dopo il fortunato Lo Zanzi, il Binda e altre storie su due ruote. Scritti sul ciclismo 1969-1985 dedicato a Piero Chiara ecco che Alberto Brambilla prosegue con questo nuovo lavoro nel suo percorso di ricerca ormai trentennale sul rapporto sport-scrittura. Lo sport, ed in particolare il calcio, costituisce per Sereni non solo una passione, come confermano diversi scritti, ma anche un importante ingrediente della sua poesia. Ad una prima parte che raccoglie i testi poetici, seguono dunque undici scritti in prosa - alcuni dei quali sinora quasi "seppelliti" nella rivista "Illustrazione Ticinese" - corredati da un commento esplicativo che ne facilita la comprensione al lettore di oggi. Essi toccano a vario modo il tema dello sport, distendendosi in un ampio arco cronologico (1947-1982), come a confermare l'interesse costante di Sereni per questa materia (e la sua specifica competenza in ambito ciclistico e calcistico), divenuta un carburante per la propria poetica.
«Vincendo i venti nemici». Lettere 1959-1982
Roberto Roversi, Vittorio Sereni
Libro: Libro in brossura
editore: Edizioni Pendragon
anno edizione: 2020
pagine: 137
Dal carteggio tra Roberto Roversi e Vittorio Sereni - sessanta lettere finora inedite e ritrovate presso la Fondazione Mondadori di Milano e gli Archivi personali dei due poeti - emerge una storia di amicizia e di lealtà come valori che non vengono mai meno, nonostante alcuni dissidi di carattere editoriale. Il legame tra i due, che attraversa più di vent'anni di vita culturale italiana, può sembrare a prima vista un rapporto tra due scrittori e intellettuali agli antipodi. Ma anche le differenti idee di poesia, di letteratura e di impegno civile, che i due maturano seguendo strade coerenti e lontane da ogni poetica codificata (il neorealismo al tramonto, la neoavanguardia e il Gruppo 63), si stemperano di fronte al vero filo rosso che percorre queste lettere e le rispettive vicende umane e intellettuali: il rigore etico e il senso di responsabilità che accompagna l'atto della scrittura, vissuto sempre in connessione con i destini generali e con lo statuto di verità che esso comporta
Poesie e prose
Vittorio Sereni
Libro: Copertina rigida
editore: Mondadori
anno edizione: 2020
pagine: 1260
Per poche altre figure della lirica italiana novecentesca si può dire, come scrisse di Vittorio Sereni l'amico e critico Pier Vincenzo Mengaldo, che «l'uomo e il poeta facevano tutt'uno». Per il poeta di Luino, infatti, la poesia era una divorante passione, vissuta senza falsi pudori; una passione fatta di attese, della capacità di selezionare i componimenti, tanto che ognuno appare a noi inevitabile. Come Leopardi, come Mallarmé, Sereni concentra il suo estro su pochi testi, essenziali, derivati da una assoluta necessità interiore e dotati di una impareggiabile finitezza formale. Ma accanto all'esigenza di scrivere versi, Sereni sentì altrettanto potente quella che egli stesso chiamava «la tentazione della prosa». Dell'una e dell'altra produzione dà conto questo volume che riunisce integralmente le raccolte poetiche, da "Frontiera" (1941) a "Diario d'Algeria" (1947) a "Gli strumenti umani" (1965) a "Stella variabile" (1981), la sua scelta di traduzioni "Il musicante di Saint-Merry", i due volumi di prose, "Gli immediati dintorni" e "La traversata di Milano", infine un'ampia scelta di testi critici dedicati all'arte e alla letteratura. Con uno scritto di Pier Vincenzo Mengaldo.
Carteggio 1947-1983
Giorgio Caproni, Vittorio Sereni
Libro: Libro in brossura
editore: Olschki
anno edizione: 2020
pagine: 226
Il volume ricostruisce la corrispondenza tra due protagonisti della poesia italiana del secondo Novecento, illuminando esegeticamente i principali snodi tematici del dialogo: i diversi luoghi d'appartenenza e d'elezione, i lavori di traduzione, il milieu letterario condiviso. Allo studio del carteggio si fonde quello dei rispettivi fondi librari, con un'attenzione particolare alle dediche d'autore apposte sui libri reciprocamente donati e alle relative note di lettura.
Gli strumenti umani
Vittorio Sereni
Libro: Libro rilegato
editore: Il Saggiatore
anno edizione: 2018
pagine: 154
La carrucola nel pozzo, la spola della teleferica nei boschi. I minimi atti, l'opaca trafila delle cose mute che cadono nel mondo, come una lenza buttata a vuoto nei secoli, un amo a precipizio nei millenni. Sono infiniti gli strumenti umani, e sono cosa da poco, sono cosa da nulla. La loro storia ingombra la vita dell'uomo, ma nella parabola dell'esistenza (visibile e invisibile) dura appena pochi istanti, lo scampolo di tempo che separa una curva di montagna dalla svolta successiva. Poi la memoria li inghiotte, il paesaggio li trascolora in una fotografia già vecchia, già perduta. È questo, tra i molti, il sentimento che anima "Gli strumenti umani" di Vittorio Sereni, terza raccolta di uno dei maggiori poeti italiani del Novecento, che ne segnò il ritorno editoriale, dopo il silenzio quasi ventennale da "Diario d'Algeria". Una geografia esistenziale, quella puntellata dai versi degli Strumenti umani, in cui è necessario muoversi con passo bustrofedico, con il garbo dell'ospite indiscreto, eppure con la gioia ardente di chi scopre qualcosa che d'improvviso sente familiare da sempre. Una poesia sospesa tra l'erranza della materia e la rivelazione del vuoto, continuamente forata dai disvelamenti e dalle epifanie, dai segreti umbratili delle scorze dure che compongono il pianeta. E dai riverberi di una eco letteraria che si fa approssimazione e presenza nella lingua di Sereni, evocando oscuramente i purgatori di Dante e le rime in morte di Laura, la melma nera di Montale e la noja leopardiana, di cui gli "Strumenti umani" non sono la somma, ma la infiorescente decomposizione, stretta nella vite di una sizigia immortale. Borbottii, vibrazioni, gorgoglio di voci confuse. È la lingua con cui parlano gli strumenti umani. Un alfabeto segreto che non si può tradurre o imparare, ma solo ascoltare, ferocemente straniero, inaspettatamente amico, nel segmento bianco che spezza le cartilagini di ogni poesia.
Stella variabile
Vittorio Sereni
Libro: Copertina morbida
editore: Il Saggiatore
anno edizione: 2017
pagine: 132
Alcune stelle non hanno splendore costante, la loro grandezza apparente - che ci è concesso di guardare solo a distanza di millenni - varia di giorno in giorno, di anno in anno, assumendo valori ogni volta diversi. Sono stelle variabili, astri barbaglianti e astronomicamente umorali, abbagli di vertigine oscura. Da questa indecifrabile luce prende il titolo l'ultimo libro di Vittorio Sereni, "Stella variabile", opera in cui convergono per culminazione e sidereo sfinimento i versi postremi di uno dei più grandi poeti del Novecento. Testimonianza insuperabile della sfuggevole grazia poetica e della vanità del linguaggio, "Stella variabile" coglie negli attraversamenti di una parola falsamente mediana e di una versificazione instabile, capace di frangere verticalmente il canone formale, il luogo di un incontro con i segni personificati della precarietà umana; lì dove spettri ridesti, presagi ferali, scene domestiche, posti ambiguamente di vacanza e di lavoro si fanno metonimia, tragica allegoria di tutte le biografie e, forse, di qualsiasi destino. Per questo in "Stella variabile" la parola del poeta è un'arma bianca che ferisce senza tregua e mai uccide: la vita, come il suo rovescio mortale, rifugge con reticenza i simboli e i valori linguistici, e trova nella poesia non il suo compimento e la sua oracolare giustificazione, ma l'unico "campo di forze", come scriveva Sereni, in cui è davvero possibile agire.
Il Dubbio delle forme
Vittorio Sereni
Libro
editore: Aragno
anno edizione: 2015
Fra memoria e racconto di luoghi, interrogazioni rivolte agli artisti e dialoghi epistolari, prende forma la costruzione di un percorso parallelo a quello dei più noti esercizi in prosa di Vittorio Sereni; un percorso che vede il poeta alle prese con i linguaggi della figurazione, nel tentativo di definire le motivazioni umane e ambientali che hanno reso possibile la nascita di un'opera o, piuttosto, quella di una poetica o di un atteggiamento creativo. Sereni non frequenta le arti con l'intensità e l'assiduità di altri letterati di rango, Gatto e Sinisgalli, per esempio, non si finge critico professionale o anche collaterale, non sfoggia formule, non inventa lessici; cerca invece di costruire la trama umana, il significato, ancora umano, di quell'agire, di ciò che si traduce in forma e, dunque, in linguaggio. Ma veramente rivelatori sono gli epistolari che vedono Sereni confrontarsi con Luciano Anceschi, Alessandro Parronchi, Attilio Bertolucci e Francesco Arcangeli. Antiche amicizie si proiettano sul pensiero, sulla scrittura, sulle scelte di campo e di poetica. Drammi generazionali di intellettuali italiani alle prese con un paese e un sistema sconnessi. Parronchi, Bertolucci, Arcangeli: storici dell'arte e uomini di lettere. Domande senza risposte, indagini alla ricerca dell'identità di un pittore: Sereni ne sa e capisce più di quanto voglia ammettere, ma non se ne viene a capo.
Frontiera. Diario d'Algeria
Vittorio Sereni
Libro: Copertina rigida
editore: Guanda
anno edizione: 2013
pagine: 429
Se ancora è possibile che negli ultimi decenni del '900 ci siano state voci intimamente "classiche", tra quelle dei poeti che furono protagonisti del secondo dopoguerra, allora è indubbio che una di queste voci (e forse proprio la più tersa e indimenticabile) sia stata quella di Vittorio Sereni. E quindi nella certezza di questa possibile "classicità" sereniana che la presente edizione propone congiuntamente le prime due raccolte del poeta di Luino, come tappe fondamentali di un percorso che sarà lungo e fecondissimo, ma che proprio da questi testi prende spunto e avvio. Ma due raccolte sono anche due momenti diversi nella storia personale di un poeta; e tra la pubblicazione del libro d'esordio, "Frontiera" (risalente al 1941), e la stampa della raccolta successiva, il "Diario d'Algeria" (1947), trascorsero anni che furono decisivi nella maturazione letteraria di Sereni. Lo scarto temporale tra le due opere fu anzitutto imposto dalla storia: l'entrata in guerra dell'Italia, annunciata il 10 giugno 1940, condusse il poeta lungo le strade di una discesa non solo geografica (dapprima in Grecia, quindi in Africa) ma anche esistenziale, che si concluse solo con la lunga inerzia della prigionia trascorsa in Algeria e in Marocco, vera e propria esperienza limbico-infernale. Se pertanto all'origine del primo libro sembrano esserci elementi sostanzialmente intimi o privati, nel secondo domina invece la dimensione collettiva.