Libri di Claudio Greppi
La parabola del paesaggio. Scritti sulla Toscana 1990-2020
Claudio Greppi
Libro: Libro in brossura
editore: All'Insegna del Giglio
anno edizione: 2024
pagine: 320
Il termine parabola deriva dal greco παραβολή che significa letteralmente comparazione e similitudine (così Wikipedia). Oppure: la parabola è il luogo geometrico dei punti del piano equidistanti da un punto fisso detto fuoco e da una retta detta direttrice, e ha equazione [y=ax2+bx+c] se ha asse verticale. Se assumiamo il tempo come asse orizzontale, per almeno gli ultimi tre secoli, possiamo tracciare una curva secondo la quale il paesaggio si costruisce gradualmente e acquista una fisionomia che viene riconosciuta come pregevole, per poi affrontare una fase declinante nella quale quei valori vengono consumati: pressappoco una parabola, dunque, come quella che subisce un pallone al quale si sia dato un calcio. Lo scopo degli scritti raccolti in questo volume è quello di rintracciare alcuni dei fattori che hanno fornito alla Toscana determinati valori paesaggistici, e anche di comprendere la crisi che questa regione attraversa da più di cinquant’anni, e che si traduce in un processo che possiamo definire di consumo del paesaggio: consumo nel doppio senso dell’uso che ne fa il mercato ma anche dell’erosione materiale che avviene sotto i nostri occhi.
Tracce di Humboldt. Osservare, descrivere, misurare
Claudio Greppi
Libro: Libro in brossura
editore: Asterios
anno edizione: 2021
pagine: 256
Quali tracce Humboldt ci ha lasciato? Fra i temi che ha contribuito a sviluppare c'è quello della storia delle scoperte del Quattro-Cinquecento che hanno aperto la conoscenza del Nuovo Continente al quale aveva dedicato il grande viaggio scientifico del 1799-1804: tema che rimanda necessariamente a quello della misura delle coordinate e della cartografia. C'è poi il tema del paesaggio e della sua rappresentazione pittorica che dalla fine del Settecento mette la scienza europea nelle condizioni di osservare la natura nei diversi contesti ambientali. Queste sono piccole tracce rispetto all'insieme della produzione humboldtiana, ma introducono al contributo senza dubbio più importante, che è stato quello di concepire la descrizione dei fenomeni naturali come risultato dell'osservazione diretta dei luoghi e della misurazione delle variabili che gli strumenti moderni rendono possibile. I cartogrammi che ne derivano sono ancora oggi esempio di una nuova concezione dello spazio nella quale la combinazione fra i diversi aspetti fisici e biologici offre una valida base conoscitiva alla nascente rivoluzione evoluzionista. E questa, secondo Darwin, è la vera “traccia” lasciata da Humboldt.

