Libri di Cristiana Cellucci
Spazi terapeutici di prossimità. Un approccio multiscalare alla riabilitazione, prevenzione e benessere
Cristiana Cellucci, Michele Di Sivo
Libro: Libro in brossura
editore: Pisa University Press
anno edizione: 2023
pagine: 204
Il quartiere come primo luogo di cura trascende il legame cura-malattia del modello attuale di assistenza sanitaria che identifica il cittadino nel ruolo utente-cliente di servizi professionalizzati e apre a una nuova generazione di servizi di prossimità, relazionali, distribuiti sul territorio e collaborativi che operano come infrastrutture abilitanti di nuove comunità di luogo. In questo modello di quartiere health-friendly la prossimità fisica e sociale trova configurazione nell'uso/riuso di infrastrutture verdi, spazi pubblici aperti, servizi assistenziali di prevenzione/riabilitazione che possono incidere sulle condizioni di benessere psico-fisico e sulle pratiche di condivisione.
Architettura delle scale. Componente tecnologico per superare i dislivelli e per la salute
Michele De Sivo, Cristiana Cellucci
Libro: Copertina morbida
editore: Edizioni ETS
anno edizione: 2022
pagine: 238
Se si considera l'architettura come un sistema complesso di relazioni tra cultura estetica e cultura tecnologica l'elemento scala si riduce alla semplice (ma non banale) frase che lo definisce come collegamento verticale che permette di superare differenze di quote, ma se, al contrario, la disciplina architettonica è considerata "medium", cioè capace di comunicare attraverso il progetto saperi altri contigui ad altre materie, la scala mostra il potenziale semantico e metaforico. Dunque, elemento dinamico e funzionale non solo per agevolare il passaggio di quota ma anche per comunicare valori e idee, la scala è spesso classificata in base ai materiali, alla tecnologia adoperata, alla forma, allo scopo e così via. Classificazioni, queste ultime, utili alla comprensione dell'aspetto tecnico ma che tralasciano quello emotivo ed esperienziale che caratterizza in egual modo le scale. La scala, ha arricchito, infatti, nel tempo i propri significati, diventando elemento strutturale che influenza la funzionalità degli edifici ma anche il comportamento degli utenti e l'adozione di stili di vita più attivi. Sebbene l'aumento dell'uso delle scale tra gli adulti con occupazioni sedentarie possa fornire un mezzo accessibile ed economico per integrare l'attività fisica moderata nella routine lavorativa quotidiana, sono disponibili poche informazioni basate sull'evidenza per guidare gli architetti nella progettazione di edifici che promuovono l'uso delle scale per il benessere degli utenti. Alcune domande utili ad individuare questo attributo delle scale possono essere: L'esperienza del muoversi su una scala, per le persone che l'attraversano, è fisica o visiva? Se fisica è utilizzata per muoversi o per sostarsi? Se per muoversi, induce a camminare velocemente o lentamente? Ciò suggerisce che un altro approccio per esplorare i fattori determinanti nell'uso delle scale potrebbe essere quello di ampliare l'ambito della ricerca sull'uso delle scale esaminando la relazione tra soluzioni tecniche/ergonomiche e i requisiti ambientali di Verticalità, Visibilità e Abitabilità che insieme a quelli riferiti all'Usabilità e Sicurezza possono svolgere, se incorporati nel progetto, il ruolo di mediatori/moderatori dell'uso delle scale negli edifici.
Tecnologia e progetto. Sperimentazione didattica
Michele Di Sivo, Cristiana Cellucci
Libro
editore: Edizioni ETS
anno edizione: 2019
pagine: 88
Il testo elabora strategie didattiche per definire i campi di relazione e modalità d’intervento tra la tecnologia e il progetto architettonico. Attraverso il Laboratorio di Laurea, il corso di Tecnologia II e il Corso di Progettazione di Sistemi Costruttivi, dall’a.a 2012-2013 all’a.a. 2017-2018, si è cercato di mettere a fuoco una metodologia di valutazione o di intervento propri del ruolo della tecnologia nel progetto dell’ambiente costruito. La necessità adeguare la dimensione progettuale al cambiamento delle esigenze e dei ritmi sia sociali, culturali ed economici, sia fisico-ambientali che caratterizzano la società contemporanea, comporta un impegno del progettista a riflettere in termini di strategie progettuali finalizzate a configurare lo spazio, che alle varie scale abitiamo, come habitat in cui interagiscono componenti ecologiche, sociali, tecniche ed economiche in grado di migliorare la vivibilità, l’inclusività, il benessere psico-fisico, le condizioni di salute dei suoi abitanti e in ultima analisi la qualità dell’ambiente costruito. Restituendo centralità all'utente, si individuano nuovi “territori esigenziali” intesi come luoghi di relazione univoca tra utente e spazio, senso di appartenenza, senso di avvolgimento e coinvolgimento personale che in termini antropologici rende lo spazio che abitiamo il contesto umanizzante del proprio essere individui. Le discipline hanno avuto la funzione di puntualizzare le problematiche che regolano la costruzione dell’architettura e porre il confronto sul complesso rapporto tra tecnologia, bisogni dell’utente e linguaggio architettonico.
F.A.AD. city. Città Friendly, Active, Adaptive
Michele Di Sivo, Cristiana Cellucci
Libro: Libro in brossura
editore: Pisa University Press
anno edizione: 2018
pagine: 147
Il libro precisa l’importanza e la centralità dell’approccio User-Centered nell’osservazione delle relazioni che si stabiliscono tra uomo, sistemi tecnologici e ambiente costruito, per progettare in funzione sia delle esigenze anatomiche e metriche (visione antropometrica) che di quelle connesse alla sfera della percezione, dei processi cognitivi e dalla sfera sociale (visione antropocentrica). Questa concezione dell’ambiente progettato, se pur declinabile alle varie scale progettuali assume particolare interesse se rapportato al tema del progetto degli spazi aperti delle nostre città e alla loro capacità di favorire le funzioni vitali di coloro che ne usufruiscono. Una visione capace di ricostruire una proficua riconnessione tra salute, pianificazione urbana e progettazione ambientale in linea con le attuali testimonianze e ricerche intorno al passaggio culturale e organizzativo dal Public Health all’Urban Health. La necessità di avere cura dell’uomo, dell’ambiente e delle risorse, comporta una nuova responsabilità per la progettazione ambientale che non si limita alla realizzazione di smart object e smart city ma è capace di incidere sui comportamenti delle persone affinché le stesse siano smart e attive, per costruire una consapevolezza sul singolo, sulla collettività e sul contesto, che porti a cambiare lo stile di vita. Alla luce di questa connotazione più ampia di benessere dell’uomo, lo scopo della progettazione ambientale è oggi prevalentemente quello della salute, intesa come stato di benessere fisico, mentale e sociale. Tale attenzione si trova nella relazione tra salute e progettazione friendly, active e adaptive degli spazi aperti della città che diventano il mezzo attraverso il quale valutare le condizioni di salute e sicurezza che la stessa è in grado di offrire ai suoi abitanti, e sui quali intervenire per migliorare il livello di vivibilità.