Libri di Dino Costantini
La democrazia dei moderni. Storia di una crisi
Dino Costantini
Libro
editore: Firenze University Press
anno edizione: 2013
pagine: 190
Nonostante la crisi delle istituzioni democratiche 'reali' sia sempre più manifesta, l'idea democratica continua ad essere quasi universalmente considerata come la sola garanzia possibile della legittimità degli ordinamenti politici. Questo apparente paradosso ricorda che, come già riconosceva Hans Kelsen, i rischi peggiori per la democrazia provengono dai suoi successi ideologici. È proprio il suo affermarsi quale "parola d'ordine" unanimemente condivisa che rischia di trasformare la democrazia in un'etichetta priva di ogni profondità storica e di ogni urgenza politica. Indagando il concetto moderno di democrazia sullo sfondo delle trasformazioni istituzionali che ne hanno accompagnato lo sviluppo, questo lavoro vorrebbe decostruire quell'aura di necessità della quale le democrazie 'reali' oggi amano circondarsi. Attraverso un serrato confronto con i classici l'autore prende in considerazione alcune tra le più incisive critiche che la democrazia dei moderni ha attirato su di sé dall'epoca della sua invenzione sino ad oggi, per concludere con un'analisi della presente riduzione postdemocratica delle istituzioni delle democrazie d'elezione. Ricordando come la forma storicamente assunta dalle istituzioni democratiche sia stata sempre il risultato di un acceso confronto politico, questo libro invita a ripensare le forme della rappresentanza democratica al di fuori di ogni ingenua comprensione pseudo-naturalistica.
La passione per la solitudine. Diseguaglianza e solitudine alle origini del pensiero liberale. Una lettura del Secondo trattato sul governo di John Locke
Dino Costantini
Libro: Libro in brossura
editore: Il Poligrafo
anno edizione: 2003
pagine: 137
Musica e spettacolo nel Regno di Napoli attraverso lo spoglio della «Gazzetta» (1675-1768)
Ausilia Magaudda, Dino Costantini
Libro
editore: Ismez
anno edizione: 2009
pagine: 605
Una malattia europea. Il «nuovo discorso coloniale» francese e i suoi critici
Dino Costantini
Libro
editore: Plus
anno edizione: 2006
pagine: 332
L'Europa ama descriversi come la culla della civiltà, il faro della modernità e del progresso, la patria della democrazia e dei diritti umani. Una simile autorappresentazione regge solo relegando nell'oblio la storia coloniale, cui è assegnato un ruolo del tutto marginale nella costruzione dell'identità politica europea e occidentale. Come mostra il caso francese su cui si concentra questo libro, c'è un rapporto ambiguo, sin dall'epoca della Rivoluzione, tra la teoria dei diritti umani e l'arbitrio coloniale. Il colonialismo europeo non solo ha regolarmente disatteso i principi democratici e umanitari, ma li ha trasformati in uno strumento al servizio della giustificazione della dominazione, come mostra l'analisi del discorso coloniale dell'epoca dell'apogeo dell'Impero. L'uso strumentale che il colonialismo ha fatto dell'universalismo spiega perché, come afferma Frantz Fanon, "quando un colonizzato sente un discorso sulla cultura occidentale, tira fuori il suo machete o per lo meno si assicura che sia a portata di mano". Il ripresentarsi nella nostra attualità politica di molti argomenti tipici del discorso coloniale, rende la rilettura della critica postcoloniale un antidoto per una patologia dalla quale l'Europa non si è mai completamente liberata. La contestazione della riduzione dell'umano all'europeo operata da Aimé Césaire, Albert Memmi e Frantz Fanon, potrebbe contribuire alla costruzione di un universalismo postrazziale.