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Libri di Giorgio Lunghini

La ricchezza delle nazioni. L'abbozzo del più famoso testo del pensiero economico classico

Adam Smith

Libro: Libro in brossura

editore: Editori Riuniti

anno edizione: 2020

pagine: 148

Questo scritto, scoperto soltanto nel 1937, è il piano di lavoro, lo schema di un'opera fondamentale della storia del pensiero economico, le "Ricerche sopra la natura e la causa della ricchezza delle nazioni" (1776). Abbozzo di una grandiosa costruzione teorica, della quale contiene già i tratti fondamentali, il breve testo di Smith offre il quadro essenziale e incisivo della prima indagine sistematica sulla natura e le conseguenze della divisione capitalistica del lavoro. «In un paese civile i poveri provvedono a se stessi e all'enorme lusso dei loro signori. La rendita che va a sostenere lo sfarzo dell'indolente padrone è stata guadagnata dalla laboriosità del contadino, Chi possiede denaro, indulge ad ogni sorta di ignobile e sordido libertinaggio a spese del mercante e dell'artigiano, ai quali presta ad interesse il suo capitale. Tutte quelle frivole e indolenti persone che sono addette alla Corte, sono, allo stesso modo, nutrite, vestite e alloggiate da coloro che pagano le tasse per mantenerle. Tra i selvaggi, invece, ognuno gode dell'intero prodotto della propria attività.» Prefazione di Giorgio Lunghini.
9,50 9,03

Pensare il capitalismo. Nuove prospettive per l'economia politica

Libro

editore: Franco Angeli

anno edizione: 2013

pagine: 224

Poggiandosi sulle analisi critiche del paradigma neoclassico dominante e rivisitando i principali economisti "eterodossi", il volume riflette sul pensiero critico di Marx, Keynes e Sraffa, e analizza i problemi che i mutamenti del capitalismo fanno sorgere e che la teoria mainstream non è stata capace di interpretare efficacemente, con l'obiettivo di proporre nuove prospettive per l'analisi dei sistemi economici contemporanei.
32,00 30,40

Conflitto crisi incertezza. La teoria economica dominante e le teorie alternative

Giorgio Lunghini

Libro: Libro in brossura

editore: Bollati Boringhieri

anno edizione: 2012

pagine: 132

Il lettore d'oggi ha, per sentito dire, una conoscenza superficiale delle dottrine economiche e anche se ha un'idea di chi siano Smith, Ricardo, Marx e Keynes ignora forse del tutto il modo in cui il loro pensiero ha inciso nella costruzione delle teorie economiche. È per rimediare a queste lacune nell'esposizione della storia economica che Giorgio Lunghini si è applicato per la prima volta in un libello che decostruisce i miti che hanno alimentato due secoli di opposte visioni del progresso: la teoria ricardiana della distribuzione, la teoria marxiana della crisi, la teoria keynesiana dell'occupazione. Il trionfo della teoria neoclassica ha visto imporsi un sistema fallace in cui l'homo ceconomicus prende le sue decisioni sul futuro in condizioni di certezza e conoscenza illimitata, in cui le crisi sono degli accidenti e non la norma, una visione del mondo non realistica la cui conseguenza si traduce in una politica del lassez-faire. Giorgio Lunghini si augura che l'economia finalmente smetta i panni di scienza "triste" e che, tornando a occuparsi della felicità dei popoli, sappia riappropriarsi nuovamente del futuro.
14,00 13,30

Riproduzione, distribuzione e crisi

Riproduzione, distribuzione e crisi

Giorgio Lunghini

Libro

editore: Unicopli

anno edizione: 2004

pagine: 184

15,00

L'età dello spreco. Disoccupazione e bisogni sociali

Giorgio Lunghini

Libro

editore: Bollati Boringhieri

anno edizione: 1995

pagine: 92

La disoccupazione ha oggi carattere strutturale, ha origine nelle nuove forme di cambiamento tecnologico ed è tendenzialmente irreversibile. Nella economia e nelle società di oggi ci sono disoccupati che una eventuale crescita della produzione di merci non riassorbirà, mentre contraddittoriamente ci sono bisogni sociali insoddisfatti. C'è a un tempo spreco e penuria. Secondo l'autore, constatata l'insufficienza delle politiche keynesiane, la soluzione del problema "troppe merci, poco lavoro" va cercata anche al di fuori della parte mercantile dell'economia e della società. In particolare bisogna che lo Stato, facendosi carico di quello che i privati non fanno, metta in moto lavori concreti che producano valori d'uso e producano servizi di cui c'è bisogno.
12,39 11,77

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