Libri di Giulia Maria Labriola
Politiche della città
Corrado Del Bò, Marco Filoni, Giulia Maria Labriola
Libro: Libro in brossura
editore: Edizioni ETS
anno edizione: 2020
pagine: 68
Nel volume si articola un percorso che parte dal concetto di abitare la città nell'epoca dell'overturism considerato deteriorante per abitanti e visitatori di una città; per proseguire con il concetto di paura e prospettive della città assediata visto che stiamo alzando muri sia reali che dentro noi stessi e approdare al concetto di città plurale. La città, suona banale ripeterlo, è plurale perché ospita all'interno delle sue mura forme di vita individuale e collettiva, diritti, prassi sociali, spazi creativi e regimi produttivi, dispositivi di controllo, logiche di esclusione e forme di cooperazione: un ethos urbano che si manifesta in modo plastico nella dimensione estetica delle città (per tenere velocemente insieme molte categorie), rendendole un vero e proprio manifesto vivente di iconologia politica.
Ri-trovare il diritto: Paolo Grossi alle origini delle organizzazioni sociali
Libro: Libro in brossura
editore: Editoriale Scientifica
anno edizione: 2018
pagine: 150
In questo volume sono raccolti i contributi di alcuni filosofi del diritto e storici del pensiero giuridico e politico di scuola napoletana, che hanno discusso in forma seminariale un recente studio di Paolo Grossi ("L’invenzione del diritto", Laterza, Roma-Bari, 2017), interrogandosi sulla faglia della lunga crisi della modernità e dei suoi formanti, con uno sguardo aperto verso l’incerta fisionomia del post-moderno.
La città come spazio politico. Tessuto urbano e corpo politico: crisi di una metafora
Libro: Libro in brossura
editore: Editoriale Scientifica
anno edizione: 2016
pagine: LIV-814
“Il tema della città come spazio politico ha conseguito un fil rouge pressoché ininterrotto, nella storia della cultura. Fin dalle sue più remote origini, ha alluso al desiderio insopprimibile dell'uomo di provvedersi di un insediamento, costruire una comunità, regolare la vita attraverso gli istituti della famiglia, le relazioni sociali e le forme del diritto. L'età contemporanea rappresenta, da questo punto di vista, una fase del cammino della città nella storia, con alcune caratteristiche che la rendono meritevole di un serio ripensamento. In una condizione di vita quale sembra essere quella tipica della nostra tarda modernità, improntata all'immaterialità, alla de-localizzazione e al contempo alla straordinaria interconnessione, le città rappresentano un punto di intersezione fra concezione tradizionale dello spazio e flussi reticolari di dati, informazioni, interessi e pretese. Il socius dell'era globalizzata (o, come sembra giunto il momento di dire, post-globalizzata) è insediato nella dimensione urbana a diversi livelli, vive all'interno di uno spazio che costituisce oggi un nucleo di territorialità che appare sostanzialmente dissipato in altri contesti, ma non si esime dall'aprirsi alla complessità del globale nel quale pure abita. In una frizione evidente, le forme tradizionali della vita urbana si trovano a ospitare nuovi discorsi, nuove pratiche, nuovi diritti: diventa sempre più necessaria una riflessione plurale intorno a questi fenomeni, che hanno il loro fulcro in un concetto di cittadinanza di straordinaria ricchezza e complessità. Nel volume che qui si presenta, l'idea che lo spazio urbano sia uno spazio politico riposa sulla convinzione che la politicità del fatto urbano consista nella pluralità dei registri che esso esprime, e che dunque competa alla polis forgiarne il nuovo lessico. Anche per questa ragione, la riflessione animata in queste pagine si avvale dei contributi di studiosi che provengono da discipline diverse, portatori di saperi specialistici ma non refrattari al confronto fra le rispettive visioni della città del XXI secolo. Sulla base di queste brevi considerazioni, si può dire che in questo lavoro trovi una sua forma di espressione il concetto di comunità di ricerca che la nostra Università esprime, da alcuni secoli, anche attraverso una presenza profonda, attiva e dialogante nella e con la città cui appartiene. Il senso del radicamento nel territorio e l'apertura ineludibile alla complessità del mondo globalizzato nutrono quotidianamente la nostra vocazione istituzionale e consentono, in un certo senso, di associare le città e le Università in questo destino comune. Non casualmente, il nostro Ateneo sorge all'interno del nucleo cinquecentesco di una cittadella monastica: nutrita delle radici della propria identità, ben aperta all'esterno e al futuro.” (dalla Prefazione di Lucio D’Alessandro)
Niccolò Machiavelli e la tradizione giuridica europea
Libro: Libro in brossura
editore: Editoriale Scientifica
anno edizione: 2016
pagine: 176
Il volume ricostruisce i profili complessi del linguaggio giuridico in Machiavelli e ripensa la sua stessa configurazione all’interno del lessico intellettuale europeo, alle soglie della modernità. Dai contributi di alcuni fra i maggiori esperti di questi temi, emerge una riflessione critica sul radicamento nelle tradizioni anteriori e sulla tipicità della lingua della giurisprudenza in Machiavelli.