Libri di Giuseppe Buondonno
Suonare in caso di tristezza. Dialogo sulla scuola e sulla democrazia
Giuseppe Bagni, Giuseppe Buondonno
Libro: Libro in brossura
editore: PM edizioni
anno edizione: 2021
Questo nostro scambio di lettere è nato dal desiderio di confronto tra due insegnanti amici e con storie di militanza e impegno politico piuttosto simili. Abbastanza lontane, invece, le formazioni culturali di partenza: scientifica quella di Beppe Bagni, umanistica quella di Peppino Buondonno. Andando avanti nel tempo – dall’autunno del 2019 a quello del 2020, a cavallo, cioè, della pandemia che ci ha travolto – ci è sembrato che queste riflessioni potessero interessare altre persone, contribuire ad una discussione meno occasionale e superficiale sulla scuola, sul sapere e su come entrambi stiano cambiando. Siamo cresciuti nella convinzione che il sistema formativo e la democrazia siano sostanze inscindibili, che crescono o si spengono insieme. E, non a caso, è alla “scuola della Costituzione” che facciamo costante riferimento, alla sua costruzione permanente, come necessariamente permanente dovrebbe essere la rigenerazione della democrazia stessa. Abbiamo vissuto, da sempre, la scuola e continuiamo a viverla così intensamente da non considerarla un mestiere e da avere una bassa soglia di tolleranza verso chi la maltratta, o ne parla con la strumentale leggerezza.
Il soggetto rivoluzionario. Attualità di Walter Benjamin
Giuseppe Buondonno
Libro: Libro in brossura
editore: Ombre Corte
anno edizione: 2017
pagine: 160
Che ruolo gioca il "soggetto politico" nell'opera di Walter Benjamin? È possibile rileggerne le principali categorie a partire da esso? Questa è la sfida che raccoglie la ricostruzione del pensiero del filosofo tedesco proposta in questo volume. La soggettività, in quanto sostanza cosciente della storia umana, è - sostiene l'autore - uno dei cardini fondamentali dell'attualità del marxismo di Benjamin. Non solo perché ci pone di fronte alla rimozione della trasformazione e del conflitto, che sono invece attuali in ogni momento dello sviluppo storico; ma anche perché del pensiero dello stesso Marx ci restituisce la sostanza metodologica e politica: pensare la realtà storicamente significa individuare e costruire la soggettività nel presente, e pensarla in termini rivoluzionari. Sottrarre l'opera di Marx a una riduzione puramente sociologica, e quella di Benjamin alle pure suggestioni letterarie, non sembra una cosa diversa dal lavoro teorico e politico cui il loro pensiero continua a porci di fronte. Inattualità" della riflessione benjaminiana non è dunque ricercata a dispetto della complessità contemporanea, ma dentro le sue pieghe. Né Marx, né Benjamin - è superfluo ricordarlo - possono offrirci le risposte o le soluzioni, ma rileggerli in relazione alle strutture sociali e agli esseri umani del presente appare essenziale, se si intende ricostruire una strumentazione critica all'altezza del nostro tempo. "Questo nemico non ha smesso di vincere", ci ammonisce Benjamin nelle sue tesi sulla storia, scritte poco prima di morire, braccato e stremato. Ma si tratta appunto di un ammonimento teorico e politico, non certo di una resa.