Libri di Irene Blundo
Mare di conchiglia
Irene Blundo
Libro: Libro in brossura
editore: Laurum
anno edizione: 2019
pagine: 112
“Dagli album dei ricordi spunta fuori quella foto che mi fa tanto ridere. Con tenerezza. Avrò avuto quattro anni e sto impettita a guardare il mare, sugli scogli di Punta Secca. Ai piedi due zoccoli enormi per me, che bello da bimbe infilarsi le scarpe della mamma. Ho il viso imbronciato e il corpo proteso verso il blu, in attesa. Esistono convinzioni che ci appartengono senza conoscerne l’origine. Non sapevo quando avrei trovato l’amore. Sapevo, però, che sarei stata Penelope.” (L'autrice)
Grosseto nel fango. 50 anni dall'alluvione dei dimenticati
Irene Blundo
Libro: Libro rilegato
editore: Laurum
anno edizione: 2016
pagine: 64
L'alambicco e la bambina
Irene Blundo
Libro: Copertina rigida
editore: Laurum
anno edizione: 2016
pagine: 64
È un borgo piccolo ma è il regno delle grappe. Per arrivare ad Aratrice, in Maremma, si entra nel bosco. Come d'incanto, dalla facciata di un antico casale, si spalancano le porte della distilleria Nannoni. È qui che Priscilla Occhipinti, fin da bambina incuriosita dal fascino degli alambicchi, ha imparato i segreti del mestiere dal suo maestro Gioacchino. Per poi diventare una imprenditrice di successo, una donna maestro distillatore conosciuta in tutto il mondo.
Bianciardi d'essai. La «vita agra» di Luciano Bianciardi a Grosseto raccontata da Isaia Vitali, Mario Dondero, Maria Jatosti
Irene Blundo
Libro: Copertina morbida
editore: Stampa Alternativa
anno edizione: 2015
pagine: 61
Luciano Bianciardi e Aladino Vitali, quasi trentenni, e il venticinquenne Isaia Vitali dettero vita al circolo del cinema negli anni Cinquanta. Quella passione li teneva legati, forte. I tre "spatentati" credevano nelle potenzialità del mondo di provincia per imprimere un cambiamento nella società. "Mi faceva quasi rabbia quel suo bel parlare. Quando la domenica mattina Luciano raccontava i registi e i film a una trentina di soci del nostro cineclub, mentre camminava per la platea con le mani in tasca, mi faceva quasi rabbia. La sua proprietà di linguaggio incantava. A vederlo così disinvolto sembrava che quei registi, quei film, visti insieme con me e Aladino il venerdì notte, lui li conoscesse da anni. E la platea di amatori di pellicole d'essai lo ascoltava rapita".