Libri di Leopold von Sacher Masoch
Venere in pelliccia
Leopold von Sacher Masoch
Libro
editore: SE
anno edizione: 2017
pagine: 172
"Sia principessa o contadina, sia che indossi l'ermellino o il mantello foderato di pelo d'agnello, sempre questa donna con la pelliccia e la frusta, che rende l'uomo suo schiavo, è una mia creatura". Con queste parole lo scrittore galiziano Leopold von Sacher-Masoch (1836-1895) ha tratteggiato l'ossessivo fantasma della propria esistenza e della propria fantasia artistica, quell'immagine di donna - preludio alle dispotiche e crudeli figure femminili della letteratura fin de siècle - che ha possentemente ispirato la più nota delle sue opere, la "Venere in Pelliccia", qui presentata nella seconda e definitiva edizione del 1878. Con uno scritto di Gilles Deluze.
Venere in pelliccia
Leopold von Sacher Masoch
Libro: Copertina morbida
editore: Mondadori
anno edizione: 2013
pagine: 196
Arte, letteratura, sensualità si intrecciano nelle pagine di "Venere in pelliccia", dove si racconta la relazione del giovane aristocratico galiziano Severin con Wanda Dunajew, una nobildonna vedova, ricca e bella. Con lei, antesignana di tanti personaggi femminili della letteratura decadente, il protagonista sottoscrive un vero e proprio contratto: sarà il suo schiavo, con il nome di Gregor, e lei la sua dea, con potere di vita e di morte purché, ispirandosi alla "Venere allo specchio" di Tiziano, indossi una pelliccia. Pubblicato nel 1870, e in una nuova versione ampiamente rivista (che qui si pubblica) nel 1878, "Venere in pelliccia" è un romanzo pervaso da forti toni autobiografici che non va però letto come un "diario", perché assai accentuato è l'aspetto di letterarietà: Sacher-Masoch fonde infatti gli elementi più tipici della cultura germanica, dal mito romantico dell'innamoramento per un'opera d'arte al tema faustiano del patto con una forza infernale, fino alla contrapposizione tra civilizzazione decadente (l'uomo, il Nord, il castello in Galizia di Wanda) e natura primigenia (la donna, il Sud, l'Italia dove i due compiono un viaggio). È in questo che risiede il fascino dell'opera, e la sua estetizzante, colta, ma non per questo meno potente, carica sensuale.
Diderot a Pietroburgo
Leopold von Sacher Masoch
Libro
editore: Sellerio Editore Palermo
anno edizione: 1998
pagine: 104
L'Haydamak
Leopold von Sacher Masoch
Libro: Libro in brossura
editore: Archivio Cattaneo
anno edizione: 2014
pagine: 80
"Il sole inondava con la sua calda luce creatrice i due mondi dell'Oriente e dell'Occidente. Qui c'è l'Europa morente, decomposta, come le pietre che si sbriciolano sotto i nostri piedi, con i suoi popoli, fiaccati da tutti i mali, che producono ricchezza e caducità; non c'è nulla ch'essa non abbia scrutato, classificato, definito; ciononostante l'immortale Iside la guarda con la pietà delle sue migliaia d'occhi impenetrabili. Là al contrario c'è questo giovane Oriente che raccoglie con orecchio infantile i misteri che la creazione rivela, che li spinge amorosamente nel suo cuore, penetrato dalla potenza della natura e da una fede profonda in un destino immutabile, fisso per l'eternità; non è oppresso da nessun passato, non è tormentato da nessun ricordo, attende il futuro senza speranze folli, ma anche senza timore..."
La madre di Dio
Leopold von Sacher Masoch
Libro: Libro in brossura
editore: ES
anno edizione: 2013
pagine: 192
"In Sade sono le società razionaliste e atee, massoniche e anarchiche a essere l'elemento decisivo. In Masoch, lo sono le sette mistiche agricole, quali esistevano nell'impero austriaco. Uno dei suoi romanzi più belli, La madre di Dio, verte su tale argomento. In un'atmosfera rarefatta e soffocante, l'eroina Mardona, la madre di Dio, dirige la propria setta, la propria comune, in un modo al tempo stesso tenero, severo e glaciale. È severa, implacabile, fa frustare e lapidare; e tuttavia è dolce. Tutta la setta è del resto dolce e gaia, e però severa verso il peccato, ostile al disordine. Mardona ha una serva, Nimfodora, fanciulla graziosa e cupa, che dona il proprio sangue alla madre di Dio, affinché possa bagnarsi in esso, berne e non invecchiare mai. E ha un servo, Sabadil, che ama Mardona, ma in modo diverso ama anche Nimfodora. Mardona non lo tollera, e pronuncia la condanna: 'È l'amore per la madre di Dio che porta alla redenzione, che costituisce per l'uomo una nuova nascita... Non sono riuscita a trasformare il tuo amore carnale in sentimento divino... Per te non sono che un giudice'. Richiede e ottiene il consenso di Sabadil al supplizio della crocefissione: Nimfodora inchioda le mani, lei stessa i piedi. Entra in un'estasi dolorosa, mentre, caduta la notte, Sabadil morente recita la Passione, e invoca 'Perché mi hai abbandonato?'; e a Nimfodora: 'Perché mi hai tradito?'. (Gilles Deleuze). Con uno scritto di Bernhard Doppler.
Frinko Balaban
Leopold von Sacher Masoch
Libro: Libro rilegato
editore: Archivio Cattaneo
anno edizione: 2015
pagine: 70
Frinko Balaban è l'uomo retto e fedele che vive il tradimento della sua donna, Kassya, rifugiandosi nell'adempimento del proprio dovere; è stimato da tutti perché è forte e giusto, lui però non è felice, è un nomade in cammino senza una sua vera dimora, perché "… i giusti non hanno casa, perché la fuga dal mondo è la loro professione ed è l'unico mezzo per salvare le loro anime …" Al pari della Carmen di Mérimée, della Lulu di Wedekind fino alla Lolita di Nabokov, Kassya è una presenza intrigante e seducente, la donna tentatrice la cui sessualità predestina a essere un devastante oggetto di piacere, la figlia crudele di Caino, la puttana.
Venere in pelliccia
Leopold von Sacher Masoch
Libro: Libro in brossura
editore: SE
anno edizione: 2025
pagine: 176
«Sia principessa o contadina, sia che indossi l’ermellino o il mantello foderato di pelo d’agnello, sempre questa donna con la pelliccia e la frusta, che rende l’uomo suo schiavo, è una mia creatura». Con queste parole lo scrittore galiziano Leopold von Sacher-Masoch (1836-1895) ha tratteggiato l’ossessivo fantasma della propria esistenza e della propria fantasia artistica, quell’immagine di donna – preludio alle dispotiche e crudeli figure femminili della letteratura fin de siècle – che ha possentemente ispirato la più nota delle sue opere, “Venere in pelliccia”, qui presentata nella seconda e definitiva edizione del 1878. Lungi dal risolversi nella descrizione di una patologia psichica, questo romanzo – entrato ormai tra i «classici» della letteratura – condensa e radicalizza in un complesso eclettismo la critica romantica della civilizzazione europea. Come ha scritto Gilles Deleuze, Masoch è stato un grande antropologo, «nello stile di coloro che sanno investire la loro opera di una completa concezione dell’uomo, della cultura e della natura». Con uno scritto di Gilles Deluze.
Venere in pelliccia
Leopold von Sacher Masoch
Libro: Libro in brossura
editore: SE
anno edizione: 2021
pagine: 176
«Sia principessa o contadina, sia che indossi l’ermellino o il mantello foderato di pelo d’agnello, sempre questa donna con la pelliccia e la frusta, che rende l’uomo suo schiavo, è una mia creatura». Con queste parole lo scrittore galiziano Leopold von Sacher-Masoch (1836-1895) ha tratteggiato l’ossessivo fantasma della propria esistenza e della propria fantasia artistica, quell’immagine di donna – preludio alle dispotiche e crudeli figure femminili della letteratura fin de siècle – che ha possentemente ispirato la più nota delle sue opere, “Venere in pelliccia”, qui presentata nella seconda e definitiva edizione del 1878. Lungi dal risolversi nella descrizione di una patologia psichica, questo romanzo – entrato ormai tra i «classici» della letteratura – condensa e radicalizza in un complesso eclettismo la critica romantica della civilizzazione europea. Come ha scritto Gilles Deleuze, Masoch è stato un grande antropologo, «nello stile di coloro che sanno investire la loro opera di una completa concezione dell’uomo, della cultura e della natura». Con uno scritto di Gilles Deluze.

