Libri di Loris Pellegrini
Commedie dialettali riminesi del Seicento. La giardiniera (1615). La finta schiavetta (1626)
Francesco Moderati
Libro: Libro in brossura
editore: Pazzini
anno edizione: 2025
pagine: 248
Una scoperta! O, meglio, una riscoperta. Quella di un commediografo romagnolo dalla biografia misteriosa, che pubblicò due opere a Venezia agli inizi del Seicento e le mise in scena a Rimini con successo di pubblico. Poi, un silenzio lungo quasi quattrocento anni, fino ad oggi. Questo volume riconsegna al lettore la metà superstite della produzione di Francesco Moderati, medico con la passione per il teatro. Le due commedie sono la chiave di accesso a una società periferica ma non “provinciale”, capace di apprezzare tutte le gradazioni e i registri del linguaggio, colta, curiosa, sobria ma al contempo desiderosa di svaghi e di socialità, e percorsa da una latente vena autoironica, che si riflette nella fisionomia e nelle dinamiche dialettiche che animano i personaggi sul palcoscenico. In filigrana si intravedono Terenzio e Plauto, con l’amore giovanile contrastato, il dissidio padre-figlio, la farsa, la guerra. Due testi ancora godibilissimi e meritevoli di una messa in scena.
Il centenario di Ugo Guidi
Libro: Libro in brossura
editore: Persiani
anno edizione: 2023
pagine: 148
Questo catalogo a colori di grande formato ripercorre l’attività dell’artista Ugo Guidi (Comacchio 1923 – Bologna 2007) attraverso una selezione di 100 opere tra le più significative della sua prolifica carriera. Grazie al lavoro dei curatori Barbara Buldrini e Loris Pellegrini (sorto in occasione del Centenario dalla nascita di Guidi, e della mostra Il Centenario di Ugo Guidi, Comacchio aprile 2023-giugno 2023) potremo ripercorrere l’arco di un’intera vita artistica: dai paesaggi alle sculture, passando per le nature morte e i ritratti e approdando ai famosi nudi. Il volume esplora la poliedricità di Guidi, artista completo, e la molteplicità delle sue tecniche; ne seguiamo la formazione, da Comacchio all’incontro-adozione con Bologna e il fertile terreno dell’Accademia di Belle Arti. In bilico tra la classicità delle prime pitture e la modernità dell’attività grafica, dipingere fu per Guidi un’irrinunciabile via di fuga, un mestiere e una seconda “natura” che per tempo fu restio a condividere se non con pochi eletti e amici di famiglia. «[…] per lui la pittura è vita. La foga, l’entusiasmo, l’ansia con cui ne parla rivelano tutta la passione che nutre per il suo lavoro», scrive Anna Baldi. All’interno del catalogo, insieme alle concordanti opinioni di personalità e critici, si trovano i racconti di coloro che ebbero l’onore di gettare uno sguardo più “intimo” nei suoi atelier. Accompagna le immagini un’indagine bibliografica alla ricerca dei grandi nomi che, in un modo o nell’altro, hanno plasmato e ispirato la sua copiosa produzione: dagli insegnanti che lo aiutarono ad affinare le sue tecniche, quali Giovanni Romagnoli per la pittura e Cleto Tomba per la scultura, alle influenze delle pennellate pungenti del maestro ferrarese Giovanni Boldini, fino agli artisti post impressionisti, del cui testamento figurativo si fece erede, ultimi portavoce di una pittura che «è solo pittura».