Libri di Marina Calculli
Terrore sovrano. Stato e jihad nell'era postliberale
Marina Calculli, Francesco Strazzari
Libro: Copertina morbida
editore: Il Mulino
anno edizione: 2017
pagine: 204
La war on terror avanza e gli spazi di terrore sono ovunque: a guerra succede guerra senza che si delinei una fine. Il libro ricostruisce l'emergere di reti jihadiste in Medio Oriente e in Europa, gettando luce sui nessi intimi che sostengono le narrazioni di sovranità e terrorismo proprie della contemporaneità. Plasmato fra guerre e regimi repressivi, e amplificato da media e social media, il terrore controlla territori e al tempo stesso si propaga molecolarmente attraverso l'emulazione. Nel contempo, sfidata dalla violenza jihadista e da altri fenomeni transnazionali, la sovranità nazionale adotta risposte autoritarie, in Medio Oriente come in Europa. Ne emerge un paradosso: le premesse liberali dell'ordine internazionale si scardinano, prefigurando l'avvento di una fase postliberale a discapito di multilateralismo e global governance.
Come uno Stato. Hizbullah e la mimesi strategica
Marina Calculli
Libro: Libro in brossura
editore: Vita e Pensiero
anno edizione: 2018
pagine: 200
Questo libro esplora la competizione per il potere e l’autorità tra Stati e gruppi armati irregolari nel sistema internazionale contemporaneo. Le politiche di sicurezza degli Stati sono generalmente tarate sull’imperativo di combattere e smantellare i gruppi armati irregolari. Tuttavia, mentre alcuni di essi si indeboliscono, o addirittura scompaiono, altri si rafforzano. Quest’ultimo è un fenomeno particolarmente interessante, data l’asimmetria tra le due parti in competizione. Il caso del gruppo armato e partito politico libanese Hizbullah illustra in modo significativo questa dinamica. Il ‘Partito di Dio’, infatti, si è eccezionalmente consolidato dalla sua nascita fino a oggi, nonostante i suoi rivali libanesi e internazionali, a partire da Stati Uniti e Israele, abbiano sistematicamente cercato di smantellare la muqaˉwama (‘resistenza’), la sua ala militare. Che cosa spiega la resilienza di Hizbullah? Marina Calculli cerca di rispondere a questa domanda teorizzando l’azione di Hizbullah in termini di ‘mimesi strategica’, mostrando cioè come il ‘Partito di Dio’ sia stato in grado non solo di evitare l’estinzione, ma addirittura di rafforzarsi, mimetizzandosi con il suo rivale per eccellenza: lo Stato. Agendo come uno Stato, Hizbullah ha intavolato all’occorrenza una competizione con lo Stato del Libano e/o con gli Stati rivali sul terreno delle responsabilità della sovranità, aggirando così il suo limite supremo, ovvero la possibilità di reclamare i diritti della sovranità, nella forma in cui questi sono codificati nel sistema internazionale contemporaneo. Spingendo la competizione nella sfera pubblica, Hizbullah ha costruito una legittimità morale per il suo uso della violenza, impedendo ai suoi rivali interni e internazionali di eliminare la ‘resistenza’. Focalizzandosi su tre congiunture critiche – la fine della guerra civile libanese nel 1990, la ‘guerra al terrore’ dopo l’11 settembre 2001 e l’inizio della guerra in Siria nel 2011 – il libro dimostra come Hizbullah non solo abbia sistematicamente aggirato le misure normative volte a sciogliere la sua ala militare, ma ne abbia addirittura tratto beneficio, rafforzandosi come attore militare e politico, sia all’interno sia all’esterno dello Stato libanese.
Esilio siriano. Migrazioni e responsabilità politiche
Libro: Libro in brossura
editore: Guerini e Associati
anno edizione: 2016
pagine: 190
Il dramma del popolo siriano non è soltanto racchiuso nella guerra devastante che dal 2011 ha ucciso migliaia di persone e distrutto gran parte delle infrastrutture del paese, ma si risolve soprattutto nell'esilio. L'esilio è al contempo una condizione materiale e mentale: è il trauma sentimentale della privazione e del distacco forzato dalla propria terra ma si realizza anche nell'impossibilità di essere libero in patria. L'esule si accomiata dall'esercizio della cittadinanza, perché privato del suo spazio pubblico. In questa prospettiva, Esilio siriano esalta il carattere squisitamente ed essenzialmente «politico» della condizione dell'esule - cominciato ben prima del 2011 e articolatosi attraverso vie di fuga, sopravvivenza e resistenza al regime degli Asad. Tuttavia, attraverso la rivoluzione del 2011 e la guerra che ne segue, la Siria si dissolve nei fragili equilibri geopolitici che uniscono tra loro la crisi dei confini mediorientali, la creazione del sedicente «Stato Islamico», fino a un'Europa che ha già in parte sacrificato le sue premesse liberali di fronte all'emergenza umanitaria dei rifugiati. Attraverso l'unione di competenze diverse, mutuate da un'esperienza diretta della Siria, comune a tutti gli autori di questo libro, Esilio siriano ha l'ambizione di proporre una sintesi dell'intreccio delle varie crisi politiche - nazionali, regionali e internazionali - oggi rappresentate dal dramma del popolo siriano.
Contro il conflitto di civiltà. Sul «ritorno del religioso» nei conflitti contemporanei del Medio Oriente
Georges Corm
Libro: Libro in brossura
editore: Guerini e Associati
anno edizione: 2016
pagine: 234
È davvero un "ritorno del religioso" ad aver inaugurato il XXI secolo? Sono le identità confessionali che generano la violenza nel sistema internazionale contemporaneo? Se questa è la narrazione che il discorso politico e la vulgata mediatica tendono a diffondere dei conflitti che hanno origine in Medio Oriente, Georges Corm ne capovolge i presupposti, smascherando letture "facili" e "utili" di fenomeni che hanno una ben più profonda complessità storica, economica, politica e strategica. L'intellettuale libanese propone una tesi assai provocatoria e stridente con la visione dominante. Unendo il rigore del saggio alla veemenza del pamphlet, Corm lancia un monito contro le analisi mono-causali delle guerre contemporanee, smonta la tesi del "conflitto di civiltà" e mette in guardia dalle strumentalizzazioni politiche del discorso religioso e identitario. È il modello politico della laicità che in questo libro viene esaltato: un invito ragionato e lucido rivolto tanto al Medio Oriente quanto a un'Europa che si interroga sulle derive settarie e i modelli di integrazione.