Libri di Massimiliano Cappello
Parte lesa
Massimiliano Cappello
Libro: Libro in brossura
editore: Arcipelago Itaca
anno edizione: 2025
pagine: 84
Prefazione di Andrea Inglese.
Poetiche della ragione critica. Zanzotto Giudici Raboni
Massimiliano Cappello
Libro: Libro in brossura
editore: Mimesis
anno edizione: 2025
pagine: 270
Questo libro affronta tre esperienze di scrittura fra le più importanti del secondo Novecento: quelle di Andrea Zanzotto (1921-2011), Giovanni Giudici (1924-2011) e Giovanni Raboni (1932-2004). Non ne interroga, però, l’opera in versi, bensì la «ragione critica» che emerge dalle scritture saggistiche. Ricostruirne le «poetiche» significa mostrare come in esse si riflettano non solo itinerari di lettura, di composizione e di pensiero appassionati o tormentati, ma un’epoca intera: gli sviluppi di un già problematico rapporto con la storia, i tentativi di far fronte alla fine del mandato sociale dello scrittore e alla dirompente specializzazione dei linguaggi, le ragioni di un’ostinazione a occuparsi del mondo soprattutto per tramite della poesia.
La letteratura verso Hiroshima e altri scritti 1959-1975
Giovanni Giudici
Libro: Libro in brossura
editore: Ledizioni
anno edizione: 2022
pagine: 439
Verso quale Hiroshima o distruzione totale sarebbe oggi avviata la letteratura e in che modo potrebbe evitarla? La risposta, implicita nei saggi centrali di questo libro, è che la letteratura, come ogni altra forma di espressione scritta o audiovisiva, subisce oggi gli effetti di quell’«inquinamento da informazione» che deriva dalla gestione industriale e ideologico-burocratica della cultura e dall’uso indiscriminato delle nuove tecniche di riproduzione, trasmissione, diffusione e manipolazione dei prodotti del lavoro intellettuale; e il solo modo in cui i diretti interessati (gli scrittori, ma anche tutti coloro che operano nei vari campi dell’informazione) possono opporsi a questa tendenza negativa deve ricercarsi al livello del comportamento pratico-politico. In una prospettiva di cultura tradizionale potrebbe sembrare quanto meno inconsueto che ad affrontare simile temi sia proprio un poeta come Giovanni Giudici e che, raccogliendo per la prima volta in volume una scelta di scritti datati nell’arco di quasi un ventennio, egli si comprometta su una varietà di argomenti che potrebbe scandalizzare gli zelatori dello specialismo a tutti i costi: da Frantz Fanon a don Lorenzo Milani, da alcuni aspetti della sociologia neocapitalistica ai problemi della cultura popolare, dalle polemiche culturali degli anni Sessanta ai rapporti fra intellettuali e potere. Ma è proprio in ciò uno dei più forti punti d’attrazione del libro, che è in parte anche il documento di un continuo esame di coscienza, l’appassionata reazione che, interrogandosi a volte sulla plausibilità stessa della propria scrittura, il poeta Giudici oppone alle sollecitazioni culturale del suo e nostro tempo. Completa il volume una serie di occasionali ritratti critici di poeti e scrittori: da Noventa a Saba, da Palazzeschi a Montale, da Jahier a Marin, da Solženicyn a Volponi; per finire con una singolare «intervista» a Francesco Petrarca.