Libri di Giovanni Giudici
Le poesie
Amelia Rosselli
Libro: Libro in brossura
editore: Garzanti
anno edizione: 2019
pagine: 704
Il volume include tutte le maggiori opere della Rosselli: i Primi scritti (1980, ma risalenti agli anni 1952-63); i poemetti La libellula (1959) e Impromptu(1981); le raccolte Variazioni belliche (1963), Serie ospedaliera (1969) e Documento (1976); infine alcuni testi tratti da Appunti sparsi e persi (1987). Queste pagine febbrili restituiscono la voce intima, appassionata e tragica, di una delle personalità poetiche più appartate ma anche più originali del secondo Novecento, che della lingua – intesa come mezzo di esplorazione, sperimentazione e invenzione – ha fatto il fulcro della propria ricerca e lo strumento di un costante esercizio di riconquista e appropriazione di sé. I grandi temi che attraversano l'opera della Rosselli – l'esperienza dolorosa della malattia mentale, la tensione erotico-religiosa, la sensibilità musicale che trasforma la pagina in partitura e rinnova nel profondo la prosodia – affiorano in queste liriche come sofferte declinazioni di un travaglio umano e intellettuale illuminato dalla grazia misteriosa dell'ispirazione. Prefazione di Giovanni Giudici.
La rima del vecchio marinaio. Testo inglese a fronte
Samuel Taylor Coleridge
Libro: Libro in brossura
editore: SE
anno edizione: 2019
pagine: 185
"La rima del vecchio marinaio" vide la luce nel 1798, l’anno della straordinaria simbiosi poetica di Coleridge con Wordsworth. Nella Rima, capolavoro del romanticismo, l’epopea del Marinaio è essenzialmente una variazione del topos del viaggio circolare alla scoperta di se stessi, modellato sull’episodio biblico della Caduta: novello Adamo, il Marinaio contravviene alla legge del Padre uccidendo una delle sue creature – un uccello marino, l’albatros –, sperimenta dunque la condizione di tormento, di isolamento che ne deriva e impara la lezione dell’unità e santità del creato, che diventa il suo messaggio al mondo. Il grande poema, con testo a fronte e un vasto apparato di note, è arricchito dalle trentaquattro tavole di Gustave Doré, che ripercorrono fedelmente e potentemente i passi salienti del testo.
Carteggio 1959-1993
Franco Fortini, Giovanni Giudici
Libro: Libro in brossura
editore: Olschki
anno edizione: 2019
pagine: 220
Un dialogo poetico e intellettuale fondamentale nel panorama letterario del nostro secondo Novecento, quello fra Franco Fortini e Giovanni Giudici, affiora da queste sessantasei lettere e da un'appendice di appunti anch'essi inediti. Riccardo Corcione cura e indaga tali materiali per ricostruire un'amicizia intensa e un legame intellettuale non scevro di dissidi appassionati. Fra ideologia e letteratura, sarà un'eretica "religione per la storia" a tenere vivo per più di trent'anni il sodalizio dei due scrittori e a innervarne i rispettivi versi.
Poesie scelte
Umberto Saba
Libro: Libro in brossura
editore: Mondadori
anno edizione: 2018
pagine: 233
Selezionate da Giovanni Giudici, le poesie di Saba qui proposte offrono l'immagine di un io poetico costantemente diviso tra situazioni temporali e conoscitive opposte ma coesistenti: il presente realistico, con i suoi elementi quotidiani, e il passato immaginato o reinventato in chiave letteraria, mitica o psicologica. È, quella di Saba, una poesia cosciente di sé, che – come afferma Giudici– «fa propri non solo i modi convenzionali dello scrivere versi, ma anche le occasioni e gli argomenti più fondamentalmente convenzionali che ci riportano ai grandi temi di nascita, amore e morte». Una poesia di classica limpidezza, "onesta", per usare la terminologia sabiana, nella quale vedere non tanto la spontanea trasposizione di dettagli biografici, quanto la realizzazione di uno dei valori poetici essenziali: la capacità di elevare a mito la realtà grazie ai filtri e alle risorse della letteratura.
Confessioni di un oppiomane
Thomas De Quincey
Libro: Libro in brossura
editore: Garzanti
anno edizione: 2003
pagine: 240
L'oppio come scorciatoia per raggiungere le vette della creatività letteraria: l'autobiografia di De Quincey, pubblicata nel 1822, è sincera e sconcertante fin negli eccessi e nelle ambiguità apologetiche. Racconta piaceri e delizie di questa droga, che regala una quiete atarassica, un'incredibile lucidità, una sensibilità esaltata al massimo grado. Ma non ne tace le pene: una profonda ansietà, una nera malinconia e soprattutto sogni e incubi, notturni spettacoli ultraterreni simili a una discesa in abissi senza sole, che per lo scrittore diventano subito materia per immaginifiche descrizioni. Perché al di là di tanto discorrere sull'oppio, il vero tema che percorre il profluvio lussureggiante delle Confessioni è l'inesauribile capacità di cogliere le voci segrete delle cose, che anticipa la sensibilità simbolista e fa di De Quincey il capostipite di un'intera dinastia di scrittori, da Poe a Baudelaire, da Huxley a Benn. Il volume comprende anche i racconti Suspiria de Profundis e La diligenza inglese. Introduzione di Giovanni Giudici
Esercizi spirituali
Ignazio di Loyola (sant')
Libro: Libro in brossura
editore: SE
anno edizione: 2016
pagine: 134
Gli "Esercizi spirituali" di sant'Ignazio di Loyola sono uno dei testi più celebri della spiritualità cattolica moderna. Fin dalla sua origine, la Compagnia di Gesù riconosce negli Esercizi, cioè nell'esperienza spirituale del Fondatore e nel testo scritto, il documento della sua spiritualità. Gli Esercizi sono destinati ad ogni genere di persone, di qualsiasi età, condizione, livello spirituale, grado di cultura religiosa. "Con questo nome di Esercizi spirituali - dice sant'Ignazio - si intende ogni modo di esaminare la coscienza, di meditare, di contemplare [...]. Perché così come il passeggiare, il camminare e il correre sono esercizi corporali, analogamente si chiamano esercizi spirituali i vari modi di preparare e disporre l'anima [...] a cercare e trovare la volontà di Dio".
Lady Lazarus e altre poesie
Sylvia Plath
Libro: Libro in brossura
editore: Mondadori
anno edizione: 2023
pagine: 184
A sessant'anni dalla tragica scomparsa, le poesie di Sylvia Plath, nella loro febbrile intensità, appaiono sempre più come un documento in cui il dolore trova nella forza della parola la più coinvolgente espressione. Nella versione italiana di Giovanni Giudici i versi della poetessa conservano intera la sua impronta, il tono, l'emozione interna. Come scrive Teresa Franco nella Postfazione, sottolineando il valore dell'incontro di due grandi poeti, questo lavoro di Giudici segna una svolta nella ricezione italiana di Sylvia Plath. Lo stesso traduttore, nel suo testo introduttivo, accanto all'«evidente immediatezza autobiografica» rileva come in questa poetessa agisca con sintonia impeccabile «una ferrea disciplina della parola»: doti che hanno garantito una perdurante attenzione a quella che è ormai divenuta una figura mitica e una voce inconfondibile nel panorama molteplice e internazionale della letteratura tra secondo Novecento e contemporaneità. Nell'articolarsi dell'opera della Plath, pur realizzata in tempi brevissimi (e del resto brevissima ne è stata l'esistenza, poiché si diede la morte a soli trent'anni), incontriamo l'apparire, come scrisse Robert Lowell (di cui Plath aveva seguito un corso universitario nel '59), di una voce «ora freddamente divertita, ironica, ora acida, ora sognante, fanciullesca, aggraziata», per poi divenire «aspra e stridente come il grido del vampiro». Ci troviamo di fronte a una poesia confessionale, certo, ma che di molto oltrepassa i limiti di un genere per divenire l'emblema di un disagio esistenziale, di una condizione femminile profondamente turbata, fino al risalto drammatico che ne portò l'autrice sull'orlo dell'abisso e poi all'annientamento. Una vicenda mossa da una persistente angoscia, ma che pure arriva intatta sulla pagina in virtù di un'impeccabile pronuncia, di una mirabile sensibilità nel dettaglio della scrittura, che nell'intreccio con la profondità complessa dell'esperienza vissuta fanno della poesia di Sylvia Plath un testo molto amato e un imprescindibile classico.
Giuseppe Gioachino Belli
Giovanni Giudici, Marcello Teodonio
Libro: Copertina rigida
editore: Ist. Poligrafico dello Stato
anno edizione: 1998
pagine: 1284
Poesie scelte
Umberto Saba
Libro: Libro in brossura
editore: Mondadori
anno edizione: 2025
pagine: 288
Selezionate da Giovanni Giudici, le poesie di Umberto Saba qui proposte offrono l’immagine di un io poetico costantemente diviso tra situazioni temporali e conoscitive opposte ma coesistenti: il presente realistico, con i suoi elementi quotidiani, e il passato immaginato o reinventato in chiave letteraria, mitica o psicologica. È, quella di Saba, una poesia cosciente di sé, che – come afferma Giudici – «fa propri non solo i modi convenzionali dello scrivere versi, ma anche le occasioni e gli argomenti più fondamentalmente convenzionali che ci riportano ai grandi temi di nascita, amore e morte». Una poesia di classica limpidezza, «onesta», per usare la stessa terminologia sabiana, nella quale si ritrova non tanto la spontanea trasposizione di dettagli biografici, quanto la realizzazione di uno dei valori poetici essenziali: la capacità di elevare a mito la realtà grazie ai filtri e alle risorse della letteratura.
La letteratura verso Hiroshima e altri scritti 1959-1975
Giovanni Giudici
Libro: Libro in brossura
editore: Ledizioni
anno edizione: 2022
pagine: 439
Verso quale Hiroshima o distruzione totale sarebbe oggi avviata la letteratura e in che modo potrebbe evitarla? La risposta, implicita nei saggi centrali di questo libro, è che la letteratura, come ogni altra forma di espressione scritta o audiovisiva, subisce oggi gli effetti di quell’«inquinamento da informazione» che deriva dalla gestione industriale e ideologico-burocratica della cultura e dall’uso indiscriminato delle nuove tecniche di riproduzione, trasmissione, diffusione e manipolazione dei prodotti del lavoro intellettuale; e il solo modo in cui i diretti interessati (gli scrittori, ma anche tutti coloro che operano nei vari campi dell’informazione) possono opporsi a questa tendenza negativa deve ricercarsi al livello del comportamento pratico-politico. In una prospettiva di cultura tradizionale potrebbe sembrare quanto meno inconsueto che ad affrontare simile temi sia proprio un poeta come Giovanni Giudici e che, raccogliendo per la prima volta in volume una scelta di scritti datati nell’arco di quasi un ventennio, egli si comprometta su una varietà di argomenti che potrebbe scandalizzare gli zelatori dello specialismo a tutti i costi: da Frantz Fanon a don Lorenzo Milani, da alcuni aspetti della sociologia neocapitalistica ai problemi della cultura popolare, dalle polemiche culturali degli anni Sessanta ai rapporti fra intellettuali e potere. Ma è proprio in ciò uno dei più forti punti d’attrazione del libro, che è in parte anche il documento di un continuo esame di coscienza, l’appassionata reazione che, interrogandosi a volte sulla plausibilità stessa della propria scrittura, il poeta Giudici oppone alle sollecitazioni culturale del suo e nostro tempo. Completa il volume una serie di occasionali ritratti critici di poeti e scrittori: da Noventa a Saba, da Palazzeschi a Montale, da Jahier a Marin, da Solženicyn a Volponi; per finire con una singolare «intervista» a Francesco Petrarca.
Esercizi spirituali
Ignazio di Loyola (sant')
Libro: Libro in brossura
editore: SE
anno edizione: 2022
pagine: 144
“Chi volesse indugiare brevemente in una ricerca di frequenze lessicali si accorgerebbe con facilità […] di quante volte ricorrano i due verbi «fare» (hacer) e «vedere» (ver) sui quali sembra imperniarsi l’intero sistema degli Esercizi: fare orazione, fare scelta, fare colloquio, fare tutto ciò che, secondo la via tracciata da Ignacio, colui che dà gli esercizi indica a colui che li riceve; e vedere, con gli occhi di un’immaginazione spinta ai limiti dello stravolgimento, tutto ciò che si esorta a vedere, a sentire, in una continua osmosi tra parole di preghiera, pensieri, consolazioni, desolazioni e finalmente proposte di immagini, sempre e comunque fortemente materializzate, localizzate, rese attingibili ai sensi. Un po’ come il prodotto, non prevedibile e però scarsamente governabile, dell’immaginazione poetica o ispirazione, che nasce anch’esso (come l’«illuminazione» a cui puntano gli Esercizi) da un’ékstasis ossia, letteralmente, da una dislocazione, da uno spostamento della sensibilità, da una distrazione della coscienza soggettiva, da un suo non esserci alle cose usuali, da un suo dimenticarsi nel silenzio in cui una voce «altra» parlerà, in uno spazio non dissimile da quello dell’autentico pregare (e questo è, più che un chiedere, un darsi).” (Dalla Postfazione di Giovanni Giudici)