Libri di Massimo Giuffredi
Lo stupore del maschero Wouse
Massimo Giuffredi
Libro
editore: Monte Università Parma
anno edizione: 2023
pagine: 218
Una stagione di fuoco. Fascismo guerra Resistenza nel Parmense
Margherita Becchetti, William Gambetta, Massimo Giuffredi, Ilaria La Fata, Guido Pisi
Libro: Copertina morbida
editore: BFS Edizioni
anno edizione: 2021
pagine: 330
La storia della Resistenza nel Parmense è raccontata, in queste pagine, nel più generale quadro della Seconda guerra mondiale, dalla crisi della dittatura fascista all'immediato dopoguerra. Ciò che emerge è dunque una narrazione dell'opposizione al fascismo e al nazismo anche nei suoi aspetti più dissonanti e complessi: dal 25 luglio all'8 settembre, dalle prime bande alle formazioni più strutturate, dal movimento clandestino in città ai tanti atti di lotta non armata, dall'azione dei partiti antifascisti alle spontanee mobilitazioni di piazza, fino ai giorni dell'aprile 1945 e alle elezioni libere di un anno dopo. Un racconto che mostra anche tutte le contraddizioni di un movimento fatto di uomini e donne reali - non di oleografiche figure eroicizzate - con paure e coraggio, errori e virtù, amori e rancori. Una storia, infine, in cui trovano posto - insieme a partigiani e partigiane - i diversi soggetti che animarono quella guerra totale: gli occupanti nazisti, i fascisti di Salò, i deportati nei lager, i soldati della Rsi, gli ufficiali delle missioni alleate e, soprattutto, le popolazioni di città, campagne e valli montane.
Un regime di notabili. Il potere a Parma durante il fascismo
Massimo Giuffredi
Libro: Copertina morbida
editore: BFS Edizioni
anno edizione: 2016
pagine: 133
Ovunque in Italia il fascismo costruì la sua egemonia mediando con le preesistenti forze politiche e soprattutto sociali, quelle naturalmente disponibili al compromesso. Il libro propone un'interpretazione della specifica fisionomia del fascismo parmense, movimento e regime, e della sua integrazione con la società locale. Alla fine di un periodo di zuffe tra "radicali" legati a Farinacci e "moderati" vicini al vecchio notabilato, un fascismo indebolito realizzò, con la completa vittoria dei secondi, un compromesso-integrazione per cui, indossando la camicia nera, il notabilato salvaguardava l'essenza del proprio tradizionale potere. Tale compromesso espresse la massima realizzazione nella stabilità degli anni Trenta, per disgregarsi poi con le crescenti difficoltà legate alla guerra. I ceti popolari, con il loro prestigio insieme sovversivo e patriottico, rimasero anche nel ventennio un elemento non trascurabile del sistema di potere cittadino. Con loro dovette fare i conti il notabilato fascistizzato dominante che, nonostante i molteplici mezzi usati, riuscì per qualche tempo a tenerli sotto controllo ma mai a integrarli. E gli esiti si videro con la Resistenza.