Libri di Maurizio Serra
L'imaginifico. Vita di Gabriele D'Annunzio
Maurizio Serra
Libro: Copertina morbida
editore: Neri Pozza
anno edizione: 2019
pagine: 719
Era bianco come la neve, impomatato, immacolato nell'abito e nella persona, con un guardaroba che uguagliava quello del principe di Galles, e una calvizie precoce che ne fece, con l'età, un «piccolo idolo d'ebano dalla testa d'avorio» (Marinetti). Di statura modesta, aveva la fronte alta, volitiva, il naso dritto, ma «lo sguardo e la bocca così deboli, completamente abbandonati alle fatalità e alle passioni». Nell'aspetto, non tradiva alcunché del poeta o dell'artista, ma, stando alle parole di Romain Rolland che lo detestava, «sembrava un addetto d'ambasciata molto snob». Scandali, duelli, separazioni accompagnate da tentativi di suicidio e da soggiorni all'ospedale psichiatrico suggellavano puntualmente i suoi numerosi amori. Lettore onnivoro, era un cesellatore del plagio capace di prendere tanto dai classici quanto dalle tendenze e dagli stili alla moda. Un avventuriero, dunque? Un fatuo Narciso che le bizzarre circostanze dell'epoca elevarono a «scrittore più celebre al mondo», oggetto di ammirazione di Thomas Mann, D.H. Lawrence, Pound, Hemingway, Brecht e Borges? Cercando l'uomo al di là del personaggio che lo occulta, Maurizio Serra mostra, in questa imponente biografia, come Gabriele D'Annunzio non sia stato affatto un frivolo esteta che indossava di volta in volta i panni del poeta, del seduttore, dell'uomo d'azione, del condottiero. «È stato, dall'inizio alla fine, un poeta dell'azione, un aedo epico portato alle stelle dal movimento esistenziale, paralizzato dal decadimento, ucciso dall'inerzia», un cultore dell'opera d'arte totale wagneriana il cui coerente, intimo scopo era «riproporre il vate dantesco, guida lirica e sacerdotale della nazione». Non un avventuriero, dunque, ma un principe dell'avventura, «precursore e fratello maggiore dei Lawrence d'Arabia, Saint-Exupéry, Malraux e Romain Gary».
Antivita di Italo Svevo
Maurizio Serra
Libro
editore: Aragno
anno edizione: 2017
Protagonista indiscusso della modernità, Italo Svevo (1861-1928) continua a rappresentare un enigma, sfuggito finora anche alle più attente indagini biografiche. Uomo dalle molteplici identità, ebraica, triestina, italiana, racchiuse per due terzi della sua vita nell’uniforme impeccabile del figlio di una Mitteleuropa al tramonto, Svevo è in realtà un sovversivo che non accetta alcun dogma: dalla religione alla scienza, dalla psicanalisi al patriottismo. Sempre in lotta come Charlot contro ‘ordigni’ e ‘rane’ che lo assediano ogni giorno, è un nemico giurato della retorica e dei buoni sentimenti. La metafisica lo annoia, il lirismo lo lascia freddo, l’epica lo irrita, il sacrificio non fa per lui. Eppure, questo apolitico professo ha affidato al finale de La coscienza di Zeno una delle più alte e profetiche allegorie della guerra civile europea. L’antivita di Svevo si cela nella sua opera sfuggente, sinuosa, breve se misurata sul metro delle principali odissee letterarie del Novecento, che tuttavia non si finisce mai di esaminare nei suoi mille anfratti e interstizi. Come Borges, a lui affine per tanti versi, Svevo non sopporta l’esposizione in piena luce. Ma, a differenza di Borges, vede benissimo anche al buio. Non lascia impronte digitali ma semina oculatamente indizi. All’atto in cui sembra darci l’illusione di averlo stanato, riesce a nasconderci qualcosa, forse l’essenziale, che non è finzione. Quando rispose a un giovane amico inglese che il primo dovere di uno scrittore è la sincerità, Svevo era sincero. Questo libro, frutto di una lunga e minuziosa indagine documentaria sullo scrittore, il suo ambiente e la sua epoca, si propone di raccogliere la sfida, capovolgendone le premesse. Serra ci invita ad accompagnarlo alla scoperta di quell’antivita, che per il commerciante e industriale Ettore Schmitz non fu soltanto la prigione, ma la condizione per rigenerare Italo Svevo e condurlo all’ultima straordinaria stagione creativa. Se il notabile ha frenato a lungo l’artista con il quale coabita, esiste nondimeno fra loro una ben rodata complicità. Entrambi sono intelligenti e astuti, amano l’ordine e diffidano del pathos. Spetta a noi capire questa intesa e rivelarla nella misura del possibile. Allusivo, felpato, Ettore-Italo manterrà intatta, fino alla proverbiale “ultima sigaretta” rifiutatagli dai medici sul letto di morte, la sua fede ironica ma autentica nell’uomo, convinto che la salvezza non sia garantita dalla volontà che vacilla, bensì dall’intelligenza che scruta.
L'inquilino del Quai d'Orsay
Maurizio Serra
Libro
editore: Sellerio Editore Palermo
anno edizione: 2002
pagine: 160
Fratelli separati. Drieu-Aragon-Malraux. Il fascista, il comunista, l'avventuriero
Maurizio Serra
Libro: Libro in brossura
editore: Edizioni Settecolori
anno edizione: 2007
pagine: 320
Terra madre. Uomini, donne e ambiente sotto il peso della globalizzazione. Volume Vol. 11
Libro: Libro in brossura
editore: EMI
anno edizione: 1999
pagine: 128
Dopo aver scandagliato, discusso e dedicato tanta attenzione critica circa gli aspetti più appariscenti della politica internazionale e delle relazioni Nord/Sud alla ricerca/denuncia dei meccanismi politici, economici e finanziari che caratterizzano il nostro tempo, e che costituiscono la base dello squilibrio internazionale e dell'aumentato divario tra gli emisferi del pianeta, "Terre del Fuoco" dedica la sua attenzione a un altro aspetto della nostra attualità, cercando di raccontarla avendo come riferimento ciò che accade alla Terra ed a chi vive con/di essa. Terra intesa come agricoltura, come alimentazione, come dimensione rurale, come ambiente di vita. Terra intesa come risorse naturali, come clima, come riferimento universale per tutti gli esseri viventi. Ma non solo: Terra intesa come luogo dell'anima, come dimensione estetica, come divinità. Quel luogo ove, alla fin fine, tutto converge nel mostrare i suoi effetti. E i cui effetti ricadono inevitabilmente su ognuno di noi.
La gabbia infranta. Gli Alleati e l'Italia dal 1943 al 1945
Ennio Di Nolfo, Maurizio Serra
Libro: Copertina morbida
editore: Laterza
anno edizione: 2010
pagine: 306
Perché ancora un libro sull'Italia e la Seconda guerra mondiale? Perché l'utilizzo di nuovi strumenti interpretativi ha permesso di dare un senso diverso alla trama degli eventi. Gli autori muovono da tre elementi fondamentali. In primo luogo, il tema della continuità strutturale della società italiana, basata anche sulle solide relazioni esistenti con gli Stati Uniti almeno dalla Prima guerra mondiale e sulla ripresa delle relazioni con l'Unione Sovietica. In secondo luogo, il ruolo che il nostro paese ebbe come incubatore della guerra fredda: campo di un duro scontro fra gli Stati Uniti e la Gran Bretagna per il dominio del Mediterraneo, ma soprattutto terreno di contrasto per la definizione delle aree di influenza nel dopoguerra fra le potenze occidentali e l'Urss. Infine, terzo elemento, il ruolo di Palmiro Togliatti come protagonista del processo di normalizzazione della vita italiana. La leggenda della svolta di Salerno viene di solito presentata come il momento che segnò la svolta della politica italiana verso la nascita di un sistema politico pluralistico e democratico. In realtà, come rivela il libro, le intenzioni di Togliatti erano diverse: l'Unione Sovietica già nel dicembre 1944 aveva stabilito con il governo italiano un contatto nel quale erano state poste le basi non solo per la fine dell'isolamento internazionale dell'Italia ma anche per predisporre la forma e i contenuti del ritorno di Togliatti.
Anglofilia
Ignacio Peyró
Libro: Libro in brossura
editore: Graphe.it
anno edizione: 2025
pagine: 414
Secondo l’autore, la generazione cresciuta negli anni Ottanta è l’ultima ad aver dato per scontato un concetto: se è inglese, è meglio. Il tè, la scuola, i trasporti, i tessuti ruvidi ma durevoli, la politica… “Per noi qualunque cosa – dice – sembrava nobilitarsi mostrando il suo passaporto british”. A smentirlo saranno i lettori e le lettrici di questo libro: fra loro ci sono di sicuro anche persone ben più giovani, eppure preda – complice forse qualche recente period drama – della fiamma, vistosa e universale, dell’anglofilia. Rispetto alla scintillante novità delle “cose americane”, gli oggetti, gli atteggiamenti e le consuetudini del Regno Unito hanno silenziosamente affascinato gli europei per secoli: discuterne, scoprire chi ne ha parlato, apprendere aneddoti e curiosità sul popolo britannico è stato e rimane un passatempo graditissimo a molti cultori. Questo libro ne dà ampia e soddisfacente occasione: attraverso un glossario tematico (da “Alcol” a “Young Fogeys”) ci permette di attraversare la cultura d’Oltremanica in tutte le sue sfaccettature, alcune note solo ai veri fan. Per esempio, sapevate che c’è una pillar box, l’inconfondibile buca delle lettere di memoria vittoriana, sull’isola di Cipro? Per non parlare di chi è stato a inventarla… Insomma, ogni pagina di questo volume divertirà e conforterà l’anglofilo che è in voi, avvolgendolo come una mantella di tweed. Anglofilia è un viaggio affascinante tra parole e simboli della cultura inglese, condensato in un glossario di 50 voci. Dalla libertà alla tradizione, dall’umorismo alle contraddizioni, questo libro esplora miti, storie e curiosità di un’Inghilterra che continua a ispirare e sorprendere. Con un approccio raffinato e personale, offre uno sguardo critico e affettuoso sull’eredità culturale britannica, invitando il lettore a riflettere e sorridere attraverso una celebrazione della “britannicità” in tutte le sue sfaccettature.
La Francia di Vichy. Una cultura dell'autorità
Maurizio Serra
Libro: Copertina morbida
editore: Le Lettere
anno edizione: 2011
pagine: 300
Ormai da alcuni anni i contributi più validi e stimolanti per la conoscenza della realtà di Vichy vengono da studiosi non francesi. Col presente lavoro, Maurizio Serra affronta uno degli aspetti fondamentali e più controversi di tale realtà. Quello della cultura, non limitandosi però agli anni di Vichy, ma risalendo agli anni Trenta e anche più indietro, così da tracciare un convincente profilo della tradizione antirepubblicana e poter poi vedere come le diverse componenti di questa tradizione abbiamo giocato e si siano atteggiate nel 1940-44. Ne è uscito un libro che farà a lungo testo e che al tempo stesso si inserisce autorevolmente nel dibattito in corso sul "fenomeno fascista" e sui caratteri del "fascismo" francese.
L'esteta armato. Il poeta-condottiero nell'Europa degli anni Trenta
Maurizio Serra
Libro: Copertina morbida
editore: La Finestra Editrice
anno edizione: 2015
pagine: 404
Amori diplomatici
Maurizio Serra
Libro: Copertina morbida
editore: Marsilio
anno edizione: 2021
pagine: 256
Un ambasciatore in esilio dal Michoumistan, immaginario paese in preda alla guerra civile, rivive le speranze e le illusioni di un'esistenza sconvolta dalla Storia, come il suo grande amore di gioventù. Un addetto culturale giapponese insegue la donna dei suoi sogni da Roma alla vigilia della guerra fino a Salò, poi a Tokio vent'anni dopo e a Denver ai giorni nostri. Una bella donna alcolizzata guida senza sosta la sua Alfa Romeo intorno al lago di Ginevra in cerca dell'uomo della sua vita che è appena morto, cosa che lei non vuole accettare. Un romanzo scomposto e ricomposto in tre movimenti di classica compostezza, in cui malinconia rima con parodia e il lettore diventa complice del labirinto esistenziale dell'autore e dei suoi personaggi.
Malaparte. Vite e leggende
Maurizio Serra
Libro: Libro in brossura
editore: Marsilio
anno edizione: 2021
pagine: 592
Nazionalista e cosmopolita. Pacifista e bellicista. Elitista e populista. Scrittore politico dalla prosa essenziale e romanziere dall’immaginazione barocca. Mitomane, esibizionista, gelido dandy che flirta con fascismo, marxismo e anarchia, attratto di volta in volta dall’Italia di Mussolini, dall’Urss di Stalin, dalla Cina di Mao e dall’imperialismo americano. Seduttore inveterato, esibizionista, “camaleonte” pronto a servire (e a servirsi di) ogni potere. Tutto e il contrario di tutto, in apparenza, Curzio Suckert detto Malaparte (1898-1957) sfidò solitario le convenzioni della sua epoca. Questa poderosa biografia di Maurizio Serra – basata su un’ampia documentazione, su corrispondenze e testimonianze anche inedite – ci restituisce le sfaccettature di una vicenda umana e letteraria che non può ridursi ai luoghi comuni che ne hanno imprigionato la memoria. Emerge così la modernità di un Malaparte visionario interprete della decadenza europea, che non smette di stupire perché aveva, potente e inconfessato, il gusto dello scacco: «Malaparte o le disavventure di Narciso».
Il caso Mussolini
Maurizio Serra
Libro: Libro in brossura
editore: Neri Pozza
anno edizione: 2021
pagine: 512
Questo libro non è una biografia di Mussolini, né una ricostruzione della società italiana dal ventennio fascista fino alla Liberazione del 25 aprile 1945. È il tentativo di mettere in luce un caso che continua a pesare sulla coscienza degli italiani a più di settant'anni dalla caduta del fascismo: il caso di un uomo che fece di tutto per restare indecifrabile e divenne, in tal modo, un simbolo delle peggiori passioni collettive. Attraverso un'ampia e rigorosa documentazione, Maurizio Serra esamina tutti gli aspetti della vicenda politica e umana di Mussolini: ne indaga le pulsioni profonde, le scelte (e non scelte), le affermazioni e i comportamenti che si sono riverberati sul destino dell'Italia. Ne emerge il ritratto di un uomo in cui la dissimulazione è una costante dall'inizio alla fine. Un uomo mosso da un perenne risentimento, da un permanente istinto di difesa e offesa, e la cui natura di commediante – la parola alata, la mascella (o mandibola) protesa e il petto in fuori –cela il disagio nei contatti riavvicinati e nei bagni di folla. Un uomo che vuole incarnare l'antica figura del condottiero e crede, ad un tempo, nell'Uomo nuovo che l'epoca della tecnica annuncia. Un adepto della modernità e dei suoi miti che si rivela tragicamente in ritardo di fronte alle sfide che l'epoca moderna comporta: l'avvento degli Stati Uniti quale superpotenza mondiale, la marginalizzazione dell'Europa, le prime crepe del colonialismo, la vera natura della tecnica, la scoperta dell'energia nucleare ecc. Un capo militare che in guerra parla di «otto milioni di baionette», pronti a conquistare il terreno palmo a palmo, e ignora così la lezione dei disastri del 1914-1918, come pure le nuove concezioni militari degli inglesi e della "guerra lampo" tedesca. Un uomo, infine, che nel momento del naufragio delle sue illusioni, incapace di riconoscere la propria responsabilità, attribuisce il disastro al popolo italiano che, sue parole, «nella sua profonda e manifesta ingratitudine, si è dimostrato plebe». Di quest'uomo esiste una versione riduzionistica che vede in lui una sorta di «tumore benigno», rispetto a quello, «maligno», dei vari Hitler e Stalin. Diffusa, anche all'estero, è l'idea che il totalitarismo fascista sia stato un totalitarismo "all'italiana", meno letale del suo equivalente nazista. Nella vasta letteratura esistente sul duce e sul fascismo, il ritratto di Mussolini che emerge in queste pagine costituisce una radicale smentita di queste tesi. Razza, rito e guerra – la triade costitutiva della fenomenologia fascista – hanno, per Serra, da sempre guidato l'azione di Mussolini, un uomo, «indifferente, nutrito di un'impassibilità rara nel nostro carattere e nella nostra storia». Comprendere chi realmente fosse – lo scopo proprio di queste pagine – è perciò il compito indispensabile per chiudere definitivamente i conti con «il fascismo che non passa».