Libri di Michele Occhioni
Museo Nazionale di Castel Sant'Angelo. Il castello racconta la sua storia. Armerie inferiori
Michele Occhioni, Laura Salerno, Mariastella Margozzi
Libro: Libro in brossura
editore: De Luca Editori d'Arte
anno edizione: 2023
pagine: 80
Raccontare la storia di Castel Sant’Angelo attraverso le opere d’arte conservate al suo interno è stato il tema del riallestimento di questa parte del complesso Monumento, le cosiddette Armerie inferiori, corpo di fabbrica costruito nel XVI secolo per ricoverare le armi, numerose, conservate a Castello. Dopo la seconda guerra mondiale, con il progressivo allontanamento dal Castello dei militari del Genio, l’intero edificio delle Armerie è stato convertito a spazio espositivo per divise, armi e cimeli di guerra. È attualmente in corso la progettazione delle sale delle Armi storiche, che troveranno posto come tema non eludibile del Museo di Castel Sant’Angelo in ambienti più idonei alla loro esposizione, mentre le Armerie superiori e inferiori sono state ristrutturate per accogliere le prime le mostre temporanee e le seconde la Storia di Castel Sant’Angelo. Dipinti, sculture, incisioni, stampe e fotografie d’epoca raccontano la complessità delle trasformazioni e degli usi che, dal Mausoleo di Adriano del II secolo d.C. alla roccaforte difensiva e prigione ancora in uso nell’800, si sono succeduti incidendo profondamente nella struttura del Monumento, mai allontanandolo tuttavia dal suo essere un evidente simbolo romano, ora del potere pontificio ora di quello laico. Si è voluto anche dar conto della fortuna dell’immagine di Castel Sant’Angelo, diffusa prima attraverso stampe, incisioni e dipinti, poi con l’avvento della fotografia divenuta facilmente riproducibile e vendibile. La famosa “Girandola di Castello” è stata tra gli eventi più riprodotti dagli artisti, sia italiani che stranieri del Grand tour. Si può senza dubbio affermare che Castel Sant’Angelo, con il suo ponte e lo sfondo della basilica di San Pietro, è stata tra le immagini di Roma più riprodotte nei secoli; le sue collezioni ancora conservano una parte cospicua di queste immagini. Nella Guida gli storici dell’arte Michele Occhioni, Laura Salerno e la direttrice Mariastella Margozzi, presentano l’iter espositivo che il pubblico può seguire per comprendere i tanti aspetti del Monumento e anche diversi aneddoti ad esso legati. Dopo la Guida sulle Sale Farnesiane e la Quadreria, questa è la seconda, ma non ultima tappa di un racconto, quello di e su Castel Sant’Angelo, che ha ancora molto da illustrare. Contiamo di continuare a farlo.
Le sale Farnesiane e la Quadreria. Museo nazionale di Castel Sant’Angelo
Libro: Libro in brossura
editore: De Luca Editori d'Arte
anno edizione: 2022
pagine: 128
Un nuovo e completo volume sulle decorazioni ad affresco cinquecentesche di Castel Sant’Angelo e sulla Quadreria che occupa alcune delle sale farnesiane. Il visitatore potrà così informarsi in modo approfondito sulle emergenze artistiche del Museo Nazionale di Castel Sant’Angelo, monumento tra i più visitati della città, che conserva testimonianze importantissime dell’arte a Roma nel Cinquecento e dove si sono fatte confluire nei primi decenni del XX secolo donazioni private con pezzi di grande valore, come i due Crivelli, il Lorenzo Lotto, il Signorelli, il polittico Zavattari e altri ancora. Primo di una serie che porterà il visitatore a scoprire tutte le particolarità che Castel Sant’Angelo racchiude, questo volume redatto dallo storico dell’arte Michele Occhioni, è molto più di una guida, piuttosto un piccolo ma completo compendio di quanto il luogo conserva storicamente e di quanto nel corso della sua apertura al pubblico, all’inizio del XX secolo, vi si è voluto trasportare per immaginarlo come museo.
Bartolomeo Pinelli. Visioni dantesche
Libro: Libro in brossura
editore: De Luca Editori d'Arte
anno edizione: 2022
pagine: 128
Il Museo Nazionale di Castel Sant’Angelo conserva la serie di stampe incise da Bartolomeo Pinelli (1781 – 1835) per illustrare la Divina Commedia di Dante tra il 1824 e il 1826, edite in Roma da Giovanni Scudellari. Le 145 acqueforti colgono gli episodi più significativi dell’Inferno, del Purgatorio e del Paradiso, con l’accompagnamento delle terzine dantesche, rivelando “franchezza di disegno”, “felicità d’invenzione” e “verità di mosse e affetti”, come riporta una recensione all’opera sulla Biblioteca Italiana del 1828. Interpretando con intelligenza le parole del Sommo Poeta, l’opera di Pinelli si inserisce in un ricco filone di riscoperta del poema di Dante che percorre l’Europa romantica tra la fine del Settecento e l’inizio dell’Ottocento, quando una nuova sensibilità riconosce nella Commedia l’espressione autentica di un potente sentimento individuale, il “sublime”. Da queste tavole traspare la capacità dell’artista di affrontare temi colti e letterari, superando i consueti soggetti popolareschi e vernacolari che lo hanno reso famoso. Tra gli entusiasti ammiratori dell’opera c’è stata anche Costanza Monti Perticari, figlia di Vincenzo Monti e moglie di Giulio Perticari, poetessa e studiosa di Dante, che ne lodava la “semplicità sublime”, intravedendo nel Pinelli la capacità di sentire il bello con il cuore “prima anche di averlo studiato con la mente”.