Libri di Piera Ventre
Palazzokimbo
Piera Ventre
Libro: Copertina morbida
editore: BEAT
anno edizione: 2020
pagine: 425
Nella prima metà degli anni Settanta, Stella, detta a scuola stelladamore, col nome attaccato al cognome, ha un palazzo intero per madre. A Napoli, tutti lo chiamano Palazzokimbo per via dell'enorme insegna pubblicitaria che campeggia sul tetto. Chili e chili di ringhiere, porte blindate, chiavistelli... un clangore di ferro risuona per i suoi otto piani, fino alla cima, una distesa asfaltata e ricoperta di antenne, da cui si scorge tutta la città, compresa la striscia di mare dove si erge la Saint-Gobain, la vetreria proprietaria degli appartamenti in cui vive il personale della fabbrica. Settanta famiglie di operai, come il papà di Stella, e impiegati ed elettricisti che hanno a che fare con silice, ossidi, nitrati e amianto, e rientrano a casa coi vestiti che sopra i baveri sembra vi sia uno spolvero di talco. All'ottavo piano abita la famiglia D'Amore. Ci sono i genitori, zia Marina, la sorella signorina di papà, i nonni paterni, Stella e sua sorella Angela. C'è pure un gatto, battezzato Otto, per un semplice calcolo d'aggiunta. Tanti D'Amore, e ciascuno con un passo e una voce, un modo di sbattere le porte, di strascicare i piedi, di richiudere sportelli, di calibrare il volume della televisione. Quattro piani sotto vive la signora Zazzà, che calza sempre le pantofole, indossa una quantità di stracci variopinti e cela un segreto che nessuno conosce. Quando non si aggira per Palazzokimbo, Stella trascorre il tempo incantato della sua infanzia con Consiglia, l'amica del cuore.
Sette opere di misericordia
Piera Ventre
Libro: Copertina morbida
editore: Neri Pozza
anno edizione: 2020
pagine: 352
Napoli, giugno 1981. La casa è nel cimitero della città. Una città che è a stento in piedi, piena di puntelli, intelaiata di tubi Innocenti aggrappati al tufo, di palazzi vacillanti e inabitati dove l'oscurità e l'umido la fanno da padroni. Cristoforo Imparato fa il custode del cimitero. Il vetro al posto dell'occhio che una scheggia di granata si è portato via, non è stato sempre un camposantiere. Impiegato in una tipografia, era riuscito ad avere persino un paio di stanzucce a Materdei, un quartiere al centro della città. Ma poi, fallita la tipografia, l'esistenza sua, e di Luisa, Rita e Nicola, la moglie e i figli, si è arrevutata, come dice lui. Così, Cristoforo ha scavato un fosso nel dispiacere tumulandoci qualsiasi sconforto subíto e inflitto. A casa Imparato trovano un giorno asilo Rosaria, una ragazza amica di Rita che, rimasta incinta, non sa se ammantare di menzogna il suo sbaglio, e Nino, il giovane dal nome corto, il figlio del compare di nozze di Cristoforo e Luisa, ospite a Napoli prima di trasferirsi in Germania. Nino fa amicizia con Nicola, il bambino di casa, gli chiede le cose sulla luna, vuole guardare col suo telescopio, poi un giorno scompare, lasciando un cardillo e una caiòla per donna Luisa, «per le sue cortesie, e per il disturbo». Che misericordia e castigo siano così intrecciati da confondersi è la cruda verità che travolge casa Imparato in quell'estate del 1981, l'estate in cui Alfredino Rampi cade nel pozzo a Vermicino e la salvezza del bambino è invano attesa «come la nascita di un Cristo Redentore».
Palazzokimbo
Piera Ventre
Libro: Libro in brossura
editore: Neri Pozza
anno edizione: 2016
pagine: 320
Nella prima metà degli anni Settanta, Stella, detta a scuola stelladamore, col nome attaccato al cognome, ha un palazzo intero per madre. A Napoli, tutti lo chiamano Palazzokimbo per via dell'enorme insegna pubblicitaria che campeggia sul tetto. Chili e chili di ringhiere, porte blindate, chiavistelli... un clangore di ferro risuona per i suoi otto piani, fino alla cima, una distesa asfaltata e ricoperta di antenne, da cui si scorge tutta la città, compresa la striscia di mare dove si erge la Saint-Gobain, la vetreria proprietaria degli appartamenti in cui vive il personale della fabbrica. Settanta famiglie di operai, come il papà di Stella, e impiegati ed elettricisti che hanno a che fare con silice, ossidi, nitrati e amianto, e rientrano a casa coi vestiti che sopra i baveri sembra vi sia uno spolvero di talco. All'ottavo piano abita la famiglia D'Amore. Ci sono i genitori, zia Marina, la sorella signorina di papà, i nonni paterni, Stella e sua sorella Angela. C'è pure un gatto, battezzato Otto, per un semplice calcolo d'aggiunta. Tanti D'Amore, e ciascuno con un passo e una voce, un modo di sbattere le porte, di strascicare i piedi, di richiudere sportelli, di calibrare il volume della televisione. Quattro piani sotto vive la signora Zazzà, che calza sempre le pantofole, indossa una quantità di stracci variopinti e cela un segreto che nessuno conosce. Quando non si aggira per Palazzokimbo, Stella trascorre il tempo incantato della sua infanzia con Consiglia, l'amica del cuore.
La persistenza del filare
Franco Faggiani, Alessandro Barbaglia, Piera Ventre, Gian Marco Griffi
Libro: Libro in brossura
editore: Edizioni Epoké
anno edizione: 2025
pagine: 138
Cosa rende un luogo più di un semplice punto sulla mappa? Quali storie si intrecciano tra le radici delle sue vigne, nei borghi che resistono allo scorrere del tempo? La persistenza del filare è un viaggio letterario che esplora il legame tra territorio e memoria, tra appartenenza e cambiamento, ponendo domande che riguardano tutti noi: possiamo davvero lasciare un posto senza portarne con noi il segno? La geografia di un luogo può trasformarsi in identità, o è lo sguardo di chi la abita a darle significato? Il filo conduttore dei racconti è la “persistenza”: la resilienza del paesaggio, con i suoi filari di viti che testimoniano il lavoro e la dedizione dell’uomo; la memoria collettiva che permea borghi e colline; le storie di vita che, nonostante il trascorrere del tempo, continuano a riecheggiare. Ogni autore offre una prospettiva unica, creando un mosaico narrativo che invita il lettore a riflettere sul rapporto tra radici e cambiamento, appartenenza e libertà. Questa antologia nasce dalla quinta edizione di Sconfinamenti, una rassegna culturale organizzata dall’Enoteca Regionale di Ovada e del Monferrato. Nel 2024, in occasione del riconoscimento di Ovada come Città Europea del Vino, quattro scrittori, Alessandro Barbaglia, Franco Faggiani, Gian Marco Griffi e Piera Ventre, sono stati invitati a una residenza artistica nel Monferrato ovadese. Durante il loro soggiorno, hanno esplorato il territorio attraverso visite guidate, degustazioni e incontri con la comunità locale, immergendosi nelle storie e nelle tradizioni di questa terra ricca di fascino.
Zucchero
Piera Ventre
Libro: Libro in brossura
editore: Marotta e Cafiero
anno edizione: 2023
pagine: 96
Anni Cinquanta. Estate. Lora ed Enni si trasferiscono con la madre in una piccola casa in affitto, nei pressi di uno zuccherificio. Il padre le ha abbandonate, ma non si deve sapere. Per tutti, è morto. Da questo affresco familiare, Piera Ventre comincia il racconto di due gemelle, due bambine che giocano a specchiarsi l’una con l’altra, che fuggono dall’odore dello zucchero per rifugiarsi in uno stagno, fra le rane. La storia che porta a una sparizione, un terribile dramma sul finire dell’estate. Questo romanzo è un gioco di contrasti, dove l’odore dello zucchero diventa nauseabondo e il legame fra due gemelle inquieto. Un mondo disvelato agli occhi innocenti dell’infanzia.
Le stanze del tempo
Piera Ventre
Libro: Libro in brossura
editore: BEAT
anno edizione: 2023
pagine: 256
Cosa significa raccontare delle stanze? Entrare in luoghi privati, nascosti, discreti e cercare tra pareti e corridoi, camere e luci che passano dalle finestre i fili di tante storie? È Piera Ventre a dircelo, con la sua scrittura densa e precisa. E allora cosa accade se in una casa si accende un fuoco? E se in una casa si smarriscono gli oggetti, saremmo capaci di ritrovarli o dovremmo rassegnarci alla loro misteriosa sparizione? La vita che abita le stanze è quasi sempre segreta e inviolabile giacché le case, in fondo, altro non sono che tane nelle quali ciascuno rivela sé stesso. La donna che dice «io» in queste pagine in realtà dice «noi» e il suo sguardo, che setaccia le abitazioni in cui ha vissuto e le case degli altri, non si posa unicamente sugli oggetti, sulle pareti, ma sul quotidiano che talora emerge dalle cose che ci appaiono più innocue e familiari. Nel raccontare questi interni, i dettagli sono specchio di qualcosa di profondo, sedimento del tempo, delle innumerevoli ore che ciascuno di noi trascorre nel luogo che ci ostiniamo a chiamare «casa». In queste trame coerenti di storie che si aprono una sull’altra come stanze sconosciute, Piera Ventre conferma il suo grande talento. Ci fa immergere in quel battito del tempo che le case portano con sé.
Gli spettri della sera
Piera Ventre
Libro: Libro in brossura
editore: Neri Pozza
anno edizione: 2023
pagine: 272
In un giorno di agosto degli anni Ottanta, Stella, sedici anni e il «sogno americano» in testa, coltivato sulle pagine di On the Road, e suo cugino Michele, dieci anni scarsi e il naso ficcato sempre in qualche libro, arrivano in un piccolo borgo del Monferrato. Partiti dalla stazione centrale di Napoli, si ritrovano in un paesaggio di vigneti arrampicati sulle colline, dove, a ridosso di una strada provinciale cinta da pali della luce su cui si appollaiano spesso falchetti, nibbi e poiane, si erge il cascinale di Rensín. Con i calzoni macchiati dalle gore di grasso del trattore, un rigo nero di terra sotto le unghie, Rensín vive in quella casa da quando è nato. Quando assomigliava a Mastroianni, ha fatto breccia nel cuore di Marina, la zia di Stella che lavorava in una clinica a Napoli come inserviente prima di trasferirsi nel Munfrà, il nomignolo fraterno con cui Rensín chiama il Monferrato. In quel cascinale del Munfrà, Stella, Michele e poi Angela, la sorella di Stella, assisteranno, nel corso degli anni, allo svolgersi delle vite racchiuse tra quelle mura. Alla vita della zia Marina, innanzi tutto, che sarchierà la terra, legherà le viti, raccoglierà le uova dal pollaio, ma resterà sempre prigioniera di un amore impigliato, incapace di sciogliersi dalla trama del destino. A quella di Rensín, che, attaccato alle leggi della terra, tratterà le bestie da bestie finché non si ammalerà. Alla vita, infine, di Lodovina, la nonna piccola, bassina, con la bocca grande e gli occhi enormi e distanziati, che narrerà degli spettri celati in ogni casa, in ogni famiglia, in ogni paese, spettri che non l’aiuteranno, però, ad alleviare la spietata durezza della vecchiaia. Vite appartate, lontane dai clamori della Storia, vite tuttavia che hanno il proprio posto nel mondo e, sapendo che l’amore si nutre soltanto della creatura che lo genera, sono capaci di cogliere gli istanti di felicità che l’esistenza riesce a elargire. Omaggiando la terra che ha dato i natali a Pavese, a Fenoglio, a Revelli, con "Gli spettri della sera" Piera Ventre celebra ciò che alimenta da sempre la civiltà del vivere: l’incontro tra generazioni diverse in un luogo in cui nulla risulta estraneo a chi vi dimora, nemmeno gli spettri.
Sette opere di misericordia
Piera Ventre
Libro: Copertina morbida
editore: BEAT
anno edizione: 2022
pagine: 416
Napoli, giugno 1981. La casa è nel cimitero della città. Una città che è a stento in piedi, piena di puntelli, intelaiata di tubi Innocenti aggrappati al tufo, di palazzi vacillanti e inabitati dove l'oscurità e l'umido la fanno da padroni. Cristoforo Imparato fa il custode del cimitero. Il vetro al posto dell'occhio che una scheggia di granata si è portato via, non è stato sempre un camposantiere. Impiegato in una tipografia, era riuscito ad avere persino un paio di stanzucce a Materdei, un quartiere al centro della città. Ma poi, fallita la tipografia, l'esistenza sua, e di Luisa, Rita e Nicola, la moglie e i figli, si è arrevutata, come dice lui. Così, Cristoforo ha scavato un fosso nel dispiacere tumulandoci qualsiasi sconforto subíto e inflitto. A casa Imparato trovano un giorno asilo Rosaria, una ragazza amica di Rita che, rimasta incinta, non sa se ammantare di menzogna il suo sbaglio, e Nino, il giovane dal nome corto, il figlio del compare di nozze di Cristoforo e Luisa, ospite a Napoli prima di trasferirsi in Germania. Nino fa amicizia con Nicola, il bambino di casa, gli chiede le cose sulla luna, vuole guardare col suo telescopio, poi un giorno scompare, lasciando un cardillo e una caiòla per donna Luisa, «per le sue cortesie, e per il disturbo». Che misericordia e castigo siano così intrecciati da confondersi è la cruda verità che travolge casa Imparato in quell'estate del 1981, l'estate in cui Alfredino Rampi cade nel pozzo a Vermicino e la salvezza del bambino è invano attesa «come la nascita di un Cristo Redentore».
Le stanze del tempo
Piera Ventre
Libro: Copertina morbida
editore: Neri Pozza
anno edizione: 2021
pagine: 256
Cosa significa raccontare delle stanze? Entrare in luoghi privati, nascosti, discreti e cercare tra pareti e corridoi, camere e luci che passano dalle finestre i fili di tante storie? È Piera Ventre a dircelo, nel suo modo, con la sua scrittura densa e precisa. E allora cosa accade se in una casa si accende un fuoco? Oppure se va via la luce, ed entrano insetti e briganti? E se in una casa si smarriscono gli oggetti, saremmo capaci di ritrovarli o dovremmo rassegnarci alla loro misteriosa sparizione? La vita che abita le stanze è quasi sempre segreta e inviolabile giacché le case, in fondo, altro non sono che tane nelle quali ciascuno rivela sé stesso. La donna che dice «io» in queste pagine in realtà dice «noi» e il suo sguardo, che setaccia le abitazioni in cui ha vissuto e le case degli altri, non si posa unicamente sugli oggetti, sulle pareti - e sui corpi che tra quelle pareti si muovono - ma sul quotidiano che talora emerge dalle cose che ci appaiono più innocue e familiari. Nel raccontare questi interni, come nei tableaux vivants, le inesattezze trovano corrispondenze esistenziali. E i dettagli sono specchio di qualcosa di profondo, sedimento del tempo, delle innumerevoli ore che ciascuno di noi trascorre nel luogo che ci ostiniamo a chiamare «casa». In queste trame coerenti di storie che si aprono una sull'altra come fossero stanze sconosciute, Piera Ventre conferma il suo grande talento di scrittrice. Ci fa immergere in quel battito del tempo che le case portano con sé. Dentro memorie e vite distanti che rinunciamo a conoscere del tutto, per lasciare alla nostra coscienza un intervallo, un'attesa, una lieve imprecisione in cui poter liberamente inciampare.
Come il primo bene
Piera Ventre
Libro: Libro in brossura
editore: Edizioni Erasmo
anno edizione: 2012
pagine: 230
Il romanzo è articolato in tre parti nelle quali si presentano le vicissitudini dei personaggi, in una alternanza tra presente e passato. Con un linguaggio ricco e asciutto e uno stile narrativo da grande scrittrice, Piera Ventre racconta le vite di persone fragili, del male che fanno e che subiscono. Candida va ogni giorno a trovare Pietro, suo padre, in un reparto di rianimazione, e nel frattempo porta avanti il suo lavoro presso una Fondazione, dove si occupa di ragazzi disabili e ha Angelo al suo fianco, un uomo innamorato e paziente. Nel recarsi al capezzale del padre, Candida cerca di fare chiarezza sul proprio passato nel quale albergano il ricordo della madre Lucia - scomparsa quando lei era ancora una bambina - e il dubbio di un abuso subito. La sua vita è sospesa in un territorio irrisolto. Forse la salvezza può trovarsi nella radice del primo bene ed essere l'origine da cui partire per trovare ciò che sua madre le indicava con l'ausilio di un occhio supplementare disegnato, con biro, sul palmo di una mano. Candida capirà; che per cominciare a vivere davvero, è necessario concedere perdono innanzitutto a sé stessa per il male di cui ha dovuto farsi carico nell'infanzia, e che spesso, orrore e incanto camminano per mano, e si assomigliano.
Alisei
Piera Ventre
Libro: Libro in brossura
editore: Edizioni Erasmo
anno edizione: 2011
pagine: 229
Alisei non è semplicemente una raccolta di racconti. È qualcosa di più. È la narrazione avvincente e spietata di un quotidiano che da ordinario si fa straordinario, di un gesto semplice che perde, d'un tratto, il suo assetto naturale e deraglia, tanto da mutare la collocazione apparente delle cose e degli eventi per situarli altrove. La struttura linguistica e narrativa dell'autrice è quella di chi partecipa empaticamente alle storie comuni e tragiche della vita. La ricerca del particolare nella descrizione degli ambienti e nella psicologia dei personaggi immergono il lettore in atmosfere tangibili, che richiamano alla memoria l'autenticità dell'odore del mare o della ginestra, il sapore ferroso della paura o la vertigine dell'amore. I ritmi e i registri risultano armonici, precisi, naturali. Attraverso Alisei siamo catapultati davanti all'occhio di una telecamera guidata in modo magistrale, che non svela mai la direzione della storia, ma la sottende fin dalle prime battute. Usando strumenti affilatissimi quali la potenza della scrittura, la ricerca interiore, l'attenzione per il dettaglio, - quello che Roth definisce la macchia umana - , Piera Ventre, con questo libro d'esordio, si presenta ai lettori con una competenza narrativa da grande scrittrice.
I sette colori dell'arcobaleno
Piera Ventre
Libro: Libro in brossura
editore: Edizioni Associate
anno edizione: 2006
pagine: 62
È proprio vero che la diversità è un limite? O invece conferisce una maggiore sensibilità? Può un topolino sordo "sentire" il mondo allo stesso modo o addirittura più profondamente degli altri topolini? Seguiamo i piccoli passi di Arturo tra le pagine di questo libro e scopriamolo assieme. Età di lettura: da 6 anni.