Libri di Sergej M. Ejzenstejn
Teoria generale del montaggio
Sergej M. Ejzenstejn
Libro: Libro in brossura
editore: Marsilio
anno edizione: 1985
pagine: 488
La "Teoria generale del montaggio" fu scritta nel corso del 1937 ed è rimasta per molto tempo medita. Si tratta della più ampia e audace ricognizione sul montaggio che Ejzenstejn abbia mai concepito: il cinema resta il suo referente esemplare, ma l'indagine si muove con grande libertà nei più diversi campi della produzione artistica, con illuminanti incursioni nell'antropologia e nell'estetica filosofica. Ne risulta un quadro interpretativo capace di gettar luce non solo sui fondamenti teorici e sull'evoluzione storica del montaggio ma anche sulle prospettive, ancor oggi in larga parte inesplorate, di una cultura dell'audiovisivo.
Il montaggio
Sergej M. Ejzenstejn
Libro: Libro in brossura
editore: Marsilio
anno edizione: 2001
pagine: XXXVII-254
Dopo l'ampia ricognizione sistematica sul principio del montaggio presentata nel precedente volume delle Opere scelte (la "Teoria generale del montaggio") questo libro raccoglie ora tutti i contributi tecnici e specifici dedicati da Ejzenstejn al più classico tra i nodi della teoria del cinema, dalla primitiva formulazione del concetto nel famoso manifesto del 1923 sul "Montaggio delle attrazioni", concepito ancora nel contesto dell'avanguardia teatrale, alla sua immediata riformulazione in termini propriamente filmici nel "Montaggio delle attrazioni cinematografiche" (un testo solo oggi ristabilito nella sua integrità), attraverso l'avventura del montaggio "intellettuale" e l'idea di una "drammaturgia della forma", via via fino agli esiti più compiuti e totalizzanti della ricerca raccolti nei tre grandi saggi sul "Montaggio verticale" (1940-41), punto d'arrivo di una complessa teoria del testo audiovisivo nella quale il montaggio funge da principale strumento di organizzazione "polifonica". Al di là dell'incessante proliferare di nuove soluzioni e proposte, un tema costante attraversa tutti i saggi raccolti in questo libro, anche nei loro risvolti più tecnici: il rapporto tra la rappresentazione e il senso (che non è rappresentabile), o, più profondamente, l'analogia tra il discorso del cinema e il processo creativo del pensiero. Per Ejzenstejn, infatti, il montaggio è uno dei procedimenti discorsivi del cinema in cui questo rapporto appare all'opera nella sua più forte produttività.
Memorie. La mia arte nella vita
Sergej M. Ejzenstejn
Libro: Copertina morbida
editore: Marsilio
anno edizione: 2006
pagine: 716
Scritte negli ultimi due anni di vita, le "Memorie" sono una raccolta di informazioni sull'infanzia e l'adolescenza di Ejzenstejn, sui conflitti familiari, sulla formazione e la sua arte, sui rapporti sociali e politici con Stalin, tra tutti - sulla sua idea di cinema e di Hollywood. Il volume è corredato da un apparato di foto appartenute all'autore.
Walt Disney
Sergej M. Ejzenstejn
Libro: Libro in brossura
editore: Abscondita
anno edizione: 2024
pagine: 176
Quando si incontrano due grandi personalità – due grandi geni in questo caso –spesso danno luogo a esiti straordinari. Ejzenštejn (1898-1959), grande rivoluzionario e regista sovietico i cui film costituirono un’emozionante epopea del popolo russo, incontra in questo libro il grande artista, oltre che regista a sua volta, Walt Disney; e di questa personalità geniale ci offre una lettura di straordinaria profondità mettendo in rilievo, tra l’altro, come egli sia riuscito a rompere le barriere tra generazioni, tra razze, tra culture diverse, realizzando così un’opera di fortissima portata rivoluzionaria. E nel tracciare l’appassionante ritratto di Walt Disney, il grande regista sovietico opera anche una sintesi del proprio pensiero teorico.
La regia. L'arte della messa in scena
Sergej M. Ejzenstejn
Libro: Libro rilegato
editore: Marsilio
anno edizione: 1989
pagine: XXVI-630
La natura non indifferente
Sergej M. Ejzenstejn
Libro
editore: Marsilio
anno edizione: 2001
pagine: 449
Il volume è il punto di arrivo - quasi compiuto e quasi sistematico - di una riflessione estetica che accompagna costantemente, a partire dai primi anni trenta, la nota attività di Ejzenstejn regista e teorico del cinema.
Stili di regia. Narrazione e messa in scena: Leskov, Dumas, Zola, Dostoevskij
Sergej M. Ejzenstejn
Libro
editore: Marsilio
anno edizione: 2001
pagine: 408
Nel 1932 Ejzenstejn venne nominato titolare della cattedra di regia all'Istituto statale di cinematografia di Mosca. Questo impegno didattico coincise con la progettazione di un grande trattato sulla regia. Dell'opera Ejzenstejn mise a punto solo la prima sezione. Le lezioni e gli studi sparsi e mai editi, vengono raccolti in questo volume. Accanto alle esercitazioni e agli articoli teorici quattro tragedie al femminile costituiscono il cuore di queste pagine. Le 4 vicende ruotano ossessivamente attorno ai motivi della passione, del tradimento e della morte: Katerina Izmajlova da un racconto di Lestov; Margherita Gautier, secondo una messinscena di Mejerchol'd; Teresa Raquin di Zola e Nastasja Filippovna dell'Idiota.
Sulla biomeccanica. Azione scenica e movimento
Sergej M. Ejzenstejn
Libro: Libro in brossura
editore: Armando Editore
anno edizione: 2009
pagine: 128
Diderot e il demone dell'arte
Roland Barthes, Sergej M. Ejzenstejn, J. François Lyotard
Libro: Libro in brossura
editore: Mimesis
anno edizione: 2015
pagine: 245
L'orizzonte della riflessione estetica di Diderot, con particolare riferimento alle arti della rappresentazione, al teatro e alla pittura, è stato oggetto nella seconda metà del Novecento di una serie di letture critiche che hanno colto nell'opera del grande enciclopedista uno snodo decisivo per la formazione di uno sguardo estetico della modernità, capace di dialogare con le istanze contemporanee che attraversano gli studi di cultura visuale, le svolte metodologiche della storia e della critica d'arte novecentesche (Fried, Marin. Arasse), la riflessione sulla rappresentazione teatrale e sul ruolo dell'attore (Szondi, Barthes, Ejzenstejn) così come l'interrogazione nei confronti del soggetto e del linguaggio rivolta dal pensiero filosofico contemporaneo (Lyotard, Lacoue-Labarthe). Dall'incontro fra il Novecento e Diderot, qui ricostruito attraverso una selezione di saggi per lo più inediti in italiano, emerge l'immagine di un pensatore al tempo stesso a noi prossimo e distante, capace di parlare alla contemporaneità con forza attraverso la polifonia della sua scrittura, l'apertura alle differenze e alla molteplicità dei saperi e dei discorsi che rendono i suoi testi degli organismi ibridi, dei mostri testuali capaci di dare voce alla "parola degli altri" (Starobinski), come di intercettare e catturare nelle maglie della scrittura le immagini del suo tempo, mettendo in opera un esercizio dello sguardo che lavora negli interstizi fra il visibile e il dicibile.
Memorie e appunti di cinema e di vita
Sergej M. Ejzenstejn
Libro: Libro in brossura
editore: Ghibli
anno edizione: 2015
pagine: 147
Dal "montaggio delle attrazioni" alla teoria del "cine-pugno", il cinema di Eisenstein ha sempre avuto un scopo principale: quello di scuotere lo spettatore dal suo torpore e stimolarlo a partecipare attivamente alla comprensione - e talvolta alla ricomposizione - di quanto stesse avvenendo sotto i suoi occhi durante lo svolgimento della pellicola cinematografica. In questa autobiografia Eisenstein, considerato da molti il più grande teorico del cinema, racconta i film che ha diretto e quelli che non ha potuto realizzare e raccoglie le sue osservazioni sulla settima arte e le sue tecniche espressive. Una perla per tutti i veri cinefili, ricca di materiale fotografico e schizzi originali di Eisenstein, il cui autentico protagonista è il cinema quale espressione pura ed efficace strumento socio-politico.
Walt Disney
Sergej M. Ejzenstejn
Libro: Libro in brossura
editore: Castelvecchi
anno edizione: 2017
pagine: 137
Nel 1940, mentre lavorava al Metodo, la sua opera teorica più ambiziosa in cui si sarebbe occupato di quello che definiva il Crundproblem, cioè il rapporto tra il razionale e l'emotivo nell'arte, Ejzenstejn decise di dedicare uno studio all'opera di Walt Disney, che aveva conosciuto personalmente dieci anni prima nel corso del suo sfortunato viaggio in America. Ai suoi occhi, Disney rappresentava il risorgere, nel bel mezzo della più avanzata civiltà industriale, del pensiero prelogico ed emotivo tipico delle prime fasi dello sviluppo della civiltà e dell'individuo: una rivolta contro l'inesorabile razionalità di un sistema, rappresentato dalla catena di montaggio e dalla parcellizzazione del lavoro, che sfociava nell'estasi e nella soppressione di ogni distinzione tra soggetto e realtà oggettiva.