Libri di Sergio Bianchi
Le sonate e partite per violino solo di J.S. Bach (BWV 1001-1006). Storia, analisi, prassi esecutiva
Giuliano Bellorini, Sergio Bianchi, Carlo De Martini
Libro: Libro rilegato
editore: Armelin Musica
anno edizione: 2018
pagine: 400
Le sonate e partite per violino solo di Bach costituiscono una pietra miliare nel percorso della storia della musica europea. Un monumento che sembra a un primo sguardo ergersi solitario e maestoso, ma che rivela a un'indagine accurata tutta una trama di debiti nei confronti dei modelli storici e geografici contemporanei e precedenti. I soli per violino rappresentano inoltre una straordinaria palestra per la didattica dello strumento, aprono continui interrogativi sui problemi di prassi esecutiva e infine suscitano estremo interesse per la costellazione di strutture formali e soluzioni armoniche e contrappuntistiche sulle quali sono plasmate. Questo libro, nato dall'intreccio di competenze dei tre autori, si propone il compito di offrire a studiosi, musicisti e semplici cultori uno strumento aggiornato e completo, colmando uno spazio vuoto nel panorama editoriale italiano.
Raccolta di bassi ed esercizi. Per le Scuole superiori
Sergio Bianchi
Libro
editore: CreateSpace
anno edizione: 2015
Le Kinderszenen di Robert Schumann
Sergio Bianchi
Libro
editore: Diastema
anno edizione: 1995
pagine: 112
La gamba del Felice
Sergio Bianchi
Libro: Copertina morbida
editore: Sellerio Editore Palermo
anno edizione: 2005
pagine: 148
Attraverso il fiume del ricordo di un bambino che cresce, la storia corale di "un paesino che non si capiva bene se era nord della Lombardia o sud della Svizzera". È la seconda ondata dell'industrializzazione, quello che si definisce "boom economico". In quindici anni si passa dal villaggio contadino, all'età industriale e all'età postindustriale, cambiando tutto quanto in un modo privo di logica e di bellezza, di sacro e di poesia. Una mutazione genetica le cui tappe sociali e storiche sono segnate: il rione della vecchia classe operaia, la differenza antropologica coi vecchi contadini, e con i proprietari del paese, i ghetti dei primi emigrati, l'edilizia selvaggia, la musica ribelle giovanile, per finire con l'esplosione del Sessantotto.
Lineamenti di analisi musicale
Sergio Bianchi
Libro: Libro in brossura
editore: EurArte
anno edizione: 2012
pagine: 272
La gamba del Felice
Sergio Bianchi
Libro: Libro in brossura
editore: DeriveApprodi
anno edizione: 2014
pagine: 125
"L'affastellarsi veloce di capitoli, il ritmo serrato, la sintassi precipitosa rendono con un'efficacia retorica straordinaria l'incalzare degli eventi. Trent'anni d'Italia in tre ore di lettura. Il lessico (ma anche la sintassi, i suoi deragliamenti, la sua irresistibile velocità da montagne russe del periodare) è quello degli umili (penso alla scoperta dell'alfabeto di Malerba) ma con una virulenza che già denota una tensione nuova, quella dell'italiano televisivo e dell'italiano che arriva da altre, popolari fonti di linguaggio, di letteratura." (Aldo Nove)
Le sept sonates progressives op. 92 di Francois-Joseph Naderman. Per le Scuole superiori
Sergio Bianchi, Maria Ester Gattoni
Libro
editore: Narcissus.me
anno edizione: 2015
Figli di nessuno. Storia di un movimento autonomo
Sergio Bianchi
Libro: Copertina morbida
editore: Milieu
anno edizione: 2016
pagine: 334
Figli di nessuno è lo storia di una straordinaria esperienza collettiva vissuta per due decenni. All'inizio degli anni Settanta, in un frammento di territorio dell'alta Lombardia caratterizzato da uno dei più elevati assi di sviluppo economico europeo, piccoli gruppi di giovanissimi operai e studenti si incontrano e si aggregano dando vita a un movimento culturale e politico autorganizzato e autonomo da qualsiasi ambito della politica istituzionale e tradizionale.
Esercizi ritmici a due mani: ritmi simultanei. Per le Scuole superiori
Sergio Bianchi
Libro
editore: Narcissus.me
anno edizione: 2017
Il '68 sociale, politico, culturale
Libro: Libro in brossura
editore: DeriveApprodi
anno edizione: 2018
pagine: 200
"Ecco un altro anniversario. Dopo il 2017 che ci ha ricordato la rivoluzione d'ottobre e il movimento del '77 nelle università italiane, è la volta di ricordare i cinquant'anni dal fatidico 1968. C'eravamo? Sì, c'eravamo, mezzi partecipanti e mezzi spettatori, perché la nostra generazione aveva iniziato prima, sei-sette anni prima o anche dieci, quando la rivolta di Ungheria aveva cominciato a spargere qualche dubbio sul rapporto tra classe operaia e comunismo."
Gli autonomi. Le storie, le lotte, le teorie. Volume Vol. 1
Libro: Libro in brossura
editore: DeriveApprodi
anno edizione: 2020
pagine: 459
«Negli anni Sessanta e Settanta l'Italia è stata attraversata da un conflitto sociale di durata e intensità che non hanno uguali nella storia più recente. Tutto l'immaginario della rivoluzione è precipitato qui: non v'è stata parola che non sia stata detta, non v'è stato gesto che non sia stato compiuto. Non v'è stata teoria che non sia stata teorizzata. Non v'è stata lotta nel mondo di cui non ci si sia fatti carico e non si sia stati fratelli almeno per un giorno. Tutti i sogni e tutti gli incubi delle rivoluzioni si sono fatti carne qui. Questa è l'anomalia italiana. Che tutto questo abbia prodotto una profonda trasformazione di questo paese è davvero difficile negarlo adesso. Che tutto questo abbia davvero prodotto una profonda trasformazione di questo paese è difficile riconoscerlo adesso. La coscienza enorme del lavoro, l'autonomia di classe, è il fattore determinante dell'anomalia italiana degli anni Sessanta e Settanta; la presenza del "più grande Partito comunista d'Occidente" è un fattore relativo. E da un certo punto in poi (la "crisi" degli anni Settanta) diventa un fattore opposto e contrario. Gli anni Sessanta e Settanta possono leggersi sostanzialmente come un conflitto aperto tra l'autonomia di classe e i comunisti italiani. Un conflitto tutto "dentro" il lavoro. Gli autonomi "impersonificano" questo conflitto. La chiave forse sta qui: gli autonomi sono più pertinenti all'anomalia italiana che all'autonomia operaia. Quando il grande ciclo delle lotte di fabbrica è finito, quando la spinta di massa va esaurendosi, quando la rivoluzione è perduta, ecco, rispunta l'anomalia italiana: gli autonomi. Quando esperienze, individui, gruppi e partiti della sinistra rivoluzionaria si sono sciolti, fusi, sparpagliati, ecco gli autonomi. Il vero scandalo, la vera anomalia dell'autonomia operaia è la violenza. Gli autonomi furono violenti. Gli autonomi "furono" la piazza. La piazza è il luogo proprio della politica di quel tempo. Gli autonomi giocano la loro politica in piazza. Dall'altra parte, dalla parte opposta, ci sono le autoblindo. Le autoblindo presidiano le piazze».