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Libri di Silvano Messina

L'ultimo canto del cigno. L'agonia della civiltà occidentale

L'ultimo canto del cigno. L'agonia della civiltà occidentale

Silvano Messina

Libro: Libro in brossura

editore: Aletti editore

anno edizione: 2017

pagine: 220

12,00

Cronache della deriva

Silvano Messina

Libro

editore: Armando Siciliano Editore

anno edizione: 2015

pagine: 212

16,00 15,20

Il partigiano Gigi. La Resistenza siciliana in Piemonte
15,00

La difficile convivenza sociale. Odio, rabbia e paura nella modernità radicale

La difficile convivenza sociale. Odio, rabbia e paura nella modernità radicale

Silvano Messina

Libro: Libro in brossura

editore: Sciascia

anno edizione: 2024

pagine: 150

18,00

Affinità negate

Affinità negate

Silvano Messina

Libro: Libro in brossura

editore: Medinova Onlus

anno edizione: 2020

pagine: 252

Questo romanzo racconta la storia tra il diciottenne Andrea con evidenti problemi di identità sessuale e la quarantaduenne infermiera Gabriella in un contesto ricco di pregiudizi, rigori morali dove l'amore trova inevitabili difficoltà e negatività.
12,00

Antichi mestieri nella Sicilia del Novecento
18,00

Accadde all'alba. Nella Sicilia feudale del Seicento primi cenni di modernità

Silvano Messina

Libro: Copertina morbida

editore: La Zisa

anno edizione: 2017

pagine: 336

16,00 15,20

Dica trentatré. Il disagio del medico nella società della conoscenza

Dica trentatré. Il disagio del medico nella società della conoscenza

Silvano Messina

Libro: Libro in brossura

editore: Medinova Onlus

anno edizione: 2016

pagine: 140

L'autore riesce a mettere in evidenza in questo saggio scientifico/letterario il disagio che sia il medico che il paziente stanno attraversando per la crisi dell'antico rapporto medico-paziente. Nel libro viene, in maniera sintetica, ma semplice e chiara, percorsa la storia e l'evoluzione della medicina e della stessa malattia.
15,00

Il passaggio del testimone

Silvano Messina

Libro: Libro in brossura

editore: BooksprintEdizioni

anno edizione: 2023

pagine: 204

La fine del Feudalesimo nel 1812, preceduta dalle riforme del Caracciolo contro i privilegi della nobiltà e del clero, sancì la floridezza della borghesia agraria in Sicilia. Lo spezzettamento dei feudi, prima e dopo quella data, e la vendita delle proprietà allodiali avevano permesso lo smisurato arricchimento degli amministratori dei baroni, dei dipendenti delle Universitas (Comuni) e dei campieri nei tanti borghi feudali, spesso nei panni di gabelloti. L'antica nobiltà, benché desautorata, con quel decreto aveva mantenuto i propri latifondi e la possibilità di lasciarli in eredità ai discendenti. Il vuoto di potere accentuava la concorrenza tra vecchi e nuovi latifondisti, gli uni e gli altri fissati ancora alla mentalità feudale, la quale spesso generava aperti conflitti tra le due categorie. Comune nemico era poi il brigantaggio. Per questo, nobili e borghesi si circondavano di campieri, militi a cavallo e altra servitù fidata, provenienti dalla gendarmeria dell'ex signore feudale, tutti uomini pratici di armi, i quali garantivano la sicurezza dei loro padroni, guerreggiavano le loro faide, e in cambio usufruivano della loro protezione. Questa la premessa del romanzo, dove si snodano gli avvenimenti di tutto l'800. Nel loro seno si inseriscono le vicende conflittuali nel comune di Regalpetra (Racalmuto, in provincia di Agrigento) tra i Matrona e i Tulumello e loro solidali, le stesse che, tra la fine del '700 e tutto l'800, interessarono la Sicilia occidentale, Palermo in testa. Sullo sfondo i principali fatti storici nazionali e sovranazionali che si sono avvicendati nel “secolo lungo″, fino al 1910, con le loro ripercussioni sui centri isolani, tra i quali Regalpetra, dove stentavano ad assumere la fisionomia risorgimentale, cristallizzati nel riscatto delle masse umili da una parte, e nella perseverante sete di potere e di Indipendentismo delle classi dominanti dall'altra. Tali avvenimenti alimentavano l'odio tra le due famiglie e radicalizzavano le loro posizioni politiche: i Tulumello fedeli al re Borbone, da cui avevano ricevuto l'investitura a barone; i Matrona liberali della prima ora, simpatizzanti di Mazzini e poi convertiti alla monarchia sabauda. Mentre le due famiglie rivali lottavano per lavare l'onta di antichi torti e per arrivare, senza esclusione di colpi, a occupare il primo scranno del Comune, la Sicilia e l'Italia tutta subivano un radicale cambiamento. L'unità d'Italia spianò del tutto la strada alla borghesia e offrì opportunità di realizzazione a tanti ceti emergenti. Tra questi, coloro che avevano garantito la sicurezza del latifondo acquisirono a poco a poco sempre più autonomia, già aggregati nella prima metà dell'800 in associazioni segrete malavitose. All'inizio del '900 i Matrona e i Tulumello e tante altre famiglie abbienti di Regalpetra, sotto l'incalzare degli eventi, avevano chiuso la parabola discendente. Con loro finiva l'età dell'oro di Regalpetra e di tutta l'isola. Una nuova classe di faccendieri ormai teneva le leve del potere; ma questa è tutta un'altra storia.
18,90

La simmetria dello specchio

Silvano Messina

Libro: Libro in brossura

editore: BooksprintEdizioni

anno edizione: 2023

Amalia è cresciuta senza il padre, della cui morte non ha mai saputo la causa, e con una madre per niente affettuosa e bigotta che la metteva sempre in guardia dai pericoli del mondo. Incapace di allacciare rapporti amicali e, ancor più, amorosi, per lei il sesso era il male assoluto al punto da stare male solo a parlarne, fino a plateali convulsioni. La sua generazione Z la considerava una diversa e quindi da emarginare e bullizzare. Non riusciva ad affrontare la vita, Amalia, con un fardello di strane percezioni e malesseri, seppure sognasse davanti a una vetrina di abbigliamento e alla armonia della natura. Inevitabilmente, alla morte della madre, rimasta completamente sola, tenta il suicidio. Per sfuggire ai fantasmi del suo quotidiano si trasferisce in città per studiare. Quivi coabita con una ragazza, Sabrina Nardini, contrariamente a lei, tutta dedita ai piaceri. Conosce poi Marco, del quale accetta la corte a patto di non avere scambi amorosi. E quando Marco viene trovato morto nella sua auto, Amalia, inchiodata dal ritrovamento del suo Dna, viene incolpata di omicidio. Viene colta da un attacco psicotico. Riavutasi, tenta di scagionarsi confessando alla vice-ispettrice Laura di essere la sorella gemella di Sabrina, con la quale certamente condivide lo stesso Dna. Ma Sabrina è sparita e nessuno risponde a quel nome in tutto il territorio nazionale. Amalia dice la verità o tenta solo di salvarsi dal carcere? Al tentativo della vice-ispettrice Laura di metterla alle corde, Amalia ritenta il suicidio. Affidata allo psicanalista Biondi, Amalia rievoca una grande ferita della sua prima infanzia. Individuato il trauma, Amalia sembra avviata ad acquistare autostima, specie dopo avere sviluppato un rapporto d'amore con Valerio. Ma quell'omicidio non ha ancora un colpevole. Eventi negativi fanno riaffiorare i malesseri di prima. Poi improvvisamente ricompare Sabrina. A quel punto gli avvenimenti precipitano verso un finale imprevedibile.
18,90

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