Libri di Stefano De Matteis
Le false libertà. Verso la postglobalizzazione
Stefano De Matteis
Libro: Libro in brossura
editore: Meltemi
anno edizione: 2017
pagine: 302
“Le false libertà” è un’antropologia del presente; analizza la realtà attuale, approfondisce e indaga la ricaduta che la cosiddetta globalizzazione, con le sue credenze illusorie, ha sulla vita delle persone. Sì, perché è soprattutto di persone che si parla qui, anzi di storie: i bengalesi a New York, i pachistani a Londra, fino alla straordinaria storia di un emigrato o alla folle dichiarazione d’amore a una città mai vista. Ma c’è anche chi mangia cani morti e chi utilizza la cucina etnica per sedare i conflitti, e poi padri senza figli e figli senza padre... Storie vere, nate dalla ricerca sul campo. Per lo scienziato sociale la bellezza delle storie sta anche nel fatto che raccontano pezzi di vita e, proprio perché soggettive e parziali, ciascuna offre un punto di vista “esclusivo”. E sono tutte queste prospettive a fornire sguardi inediti che si intrecciano alle interpretazioni per disegnare il panorama di una realtà che viaggia verso la postglobalizzazione.
Oltre Eboli. Tre saggi
Ernesto De Martino
Libro: Libro in brossura
editore: E/O
anno edizione: 2021
pagine: 97
Nonostante sia considerato, a livello internazionale, uno dei maggiori innovatori dell'etnologia e della storia delle religioni, Ernesto de Martino appare oggi poco letto e studiato, quasi dimenticato dagli studiosi di antropologia, di post-colonialismo e di cultura popolare. Questi tre saggi rappresentano un invito alla riscoperta di uno degli intellettuali più originali che ha prodotto il nostro Novecento: da "Intorno a una storia del mondo popolare subalterno", dove le riflessioni marxiste ci spingono "oltre Eboli", passando per le epifanie e i canti popolari di "Note lucane", fino a "Il problema della fine del mondo", che indaga sul rapporto tra l'uomo, il mondo e il domani.
Il teatro delle varietà. Lo spettacolo popolare in Italia dal cafè chantant a Totò
Stefano De Matteis
Libro: Libro in brossura
editore: La Casa Usher
anno edizione: 2008
pagine: 111
La storia del teatro di varietà si consuma in meno di un secolo, dalla fine dell'Ottocento agli anni Sessanta del Novecento. È la storia di un genere multiforme, ingiustamente considerato "minore", che non ha saputo resistere all'urto di altre forme di spettacolo, come il cinema e la televisione. I suoi protagonisti sono cantanti, attori e attrici, macchiettisti, comici, tutti diventati artisti per vocazione e per necessità. "Il teatro delle varietà" si sofferma sulle vicende artistiche di Rodolfo De Angelis, Raffaele Viviani, Ettore Petrolini, i fratelli De Rege, Beniamino Maggio, Totò e su tanti altri volti ormai dimenticati. Per loro il café chantant, il varietà, la rivista e l'avanspettacolo diventano spazi di libertà: le macchiette e i personaggi che interpretano assumono i connotati di una corrosiva critica sociale, a volte bonaria, più spesso amara e beffarda. La comicità che l'autore ci presenta non ha infatti nulla di rassicurante perché "annulla ogni distanza gerarchica o burocratica, avvicina l'oggetto in esame e lo trasporta nel proprio territorio mettendolo a contatto, brusco e violento, con se stesso per poterlo familiarmente tastare, capovolgere, rivoltare e guardare dall'alto in basso, per spezzarne l'involucro esteriore e gettare lo sguardo al suo interno, per scomporlo, smembrarlo, denudarlo e smascherarlo".
Napoli in scena. Antropologia della città del teatro
Stefano De Matteis
Libro: Copertina morbida
editore: Donzelli
anno edizione: 2012
pagine: 218
Napoli, nell'immaginario comune, è la città-teatro per eccellenza e per raccontarla si è sempre fatto ricorso - fino ad abusarne - alla metafora della scena, tanto che gli stessi abitanti sono convinti di vivere su un palcoscenico, dal quale recitano ogni giorno la loro vita quotidiana. Per vedere se c'è del vero nello stereotipo della Napoli-teatro, il lettore viene guidato nei vicoli della città antica, come in un caleidoscopio, attraversando storie di vita, scorrendo giornali e testi letterari, seguendo tracciati familiari o rituali di interazione, fino ad affrontare alcuni aspetti della produzione e dei consumi culturali. Strumenti utili a ricostruire le pratiche di un'identità che traeva forza da quel tessuto di vita popolare fatto di marginali e di popolo "basso". Per mettere poi il tutto alla prova nel confronto con le storie raccontate dal teatro: da Raffaele Viviani al magistero di Eduardo De Filippo, passando per quella folla anonima di autori, attori, cantanti che hanno costruito la storia e rafforzato l'identità della città. Alla fine del percorso, vedremo se qualcosa, di tutto questo, è giunto fino a noi e come sopravvive. E troveremo risposta alla domanda conclusiva: ma i napoletani recitano ancora?
Gli sciamani non ci salveranno
Stefano De Matteis
Libro: Libro in brossura
editore: Elèuthera
anno edizione: 2023
pagine: 176
Gli atei di oggi sono molto credenti: più l’Occidente tramonta, più il materialismo dei consumi e della tecnologia diventa irrinunciabile e più si cerca riparo in spiritualità alternative con cocktail autoprodotti di alchimia e tarocchi, metempsicosi, ufo ed esperienze extracorporee... Ma tra lo yoga e la meditazione uno spazio consistente lo ritaglia un nugolo di sedicenti sciamani che invadono la scena sotterranea del misticismo e guidano una vasta clientela alla ricerca di sé. Alle loro spalle si agitano fantasmi molto reali: dal falso sciamano di Capitol Hill a Davi Kopenawa, vero sciamano yanomami divenuto nuova stella dell’ecologia, da Black Elk, Lakota in odore di santità, fino a un misconosciuto saggio maori, Tamati Ranapiri, che ha lasciato una lezione inascoltata dall’Occidente. A partire da qui e al di là dello sciamanesimo «new age», il pensiero nativo, per lo più ignorato quando non dileggiato, andrebbe preso sul serio per le indicazioni importanti che ci offre per il nostro futuro, a cominciare dalla responsabilità di prenderci cura della natura di cui facciamo parte, dopo averla per secoli solo sfruttata.
Elogio del disordine
Louis Jouvet
Libro: Libro in brossura
editore: Cue Press
anno edizione: 2016
pagine: 300
Louis Jouvet (1887-1951), il collaboratore di Jacques Copeau, il regista che dà vita al Cartel con Baty, Dullin e Pitoeff, l’attore di Carné e Renoir, l’ispiratore di Giraudoux: troppo frettolosamente etichettato come l’interprete della borghesia francese, tanto che la sua mancanza di retorica recitativa è stata persino scambiata per ‘introspezione’. Al di là di questi volti sedimentati e inattendibili, che per fortuna il tempo ha smussato se non cancellato, oggi ce ne appare un altro, finora più nascosto e, purtroppo, meno osservato e celebrato, sebbene sia quello che conta. Nella sua ricerca, Jouvet si volge alla tradizione, soprattutto quella del mélo, ma sa anche far proprio il magistero di Copeau e, collocatosi tra questi due estremi, combatte il teatro, quello facile, di consumo, quello privo di senso, che non pone questioni sostanziali né a chi lo fa né a chi ne è spettatore. A poco a poco Jouvet si individua in una sua peculiare fisionomia, diventando un maestro esigente, prima di tutto di se stesso, che controlla ogni azione e ogni reazione: da qui svolge uno studio del comportamento dell’attore che lo condurrà a definire una sorta di ‘antropologia’ del teatro.
Café-chantant. Personaggi e interpreti
Rodolfo De Angelis
Libro: Libro in brossura
editore: Cue Press
anno edizione: 2019
pagine: 268
Nell’ultimo ventennio dell’Ottocento numerosi caffè ospitano, su una piccola pedana e accompagnati al pianoforte, cantanti e attori. Ben presto caffè grandi e piccoli, ricchi e poveri, adottano quest’uso: si trasformano in caffè-concerto. Seguendo l’esempio francese, a partire dal 1890, nascono i primi cafè-chantant: si tratta di ampi e lussuosi locali con tavolini da caffè dove, senza alcun biglietto d’ingresso ma con consumazione obbligatoria dei migliori liquori internazionali, la sera si tiene spettacolo. Sono luoghi esotici con attrazioni, vedette e chanteuses. Se il teatro è sempre più la forma di spettacolo privilegiata dalla borghesia, vige il silenzio e le luci si spengono a inizio spettacolo per riaccendersi alla fine, il cafè-chantant ospita una folla chiassosa e rumorosa di spettatori e una varietà di artisti. Cantanti, attori, imitatori, numeri d’arte varia sono un richiamo per il pubblico, provengono da altri generi e si affermano qui, nei cafè-chantant. È il luogo dove tutto è spettacolo, gli artisti sul palco alla pari degli spettatori in sala. La scena del cafè-chantant sente e subisce, più di qualsiasi altro teatro, comportamenti, abitudini e mode del tempo, tanto da diventarne fedele specchio.
La vita è una partita doppia. Storia di Angelo e del Teatro Nuovo di Napoli
Angelo Montella
Libro: Libro in brossura
editore: Liguori
anno edizione: 2021
pagine: 188
Con un racconto tra il realistico e il visionario, Angelo esce dalle quinte ed entra in scena mescolando ricordi di un’infanzia difficile come tante altre, i primi lavori, l’iniziazione al sesso, gli anni come dirigente aziendale, il lavoro in Arabia Saudita e la scelta di tornare a Napoli con un progetto coraggioso: un teatro d’avanguardia. Novello Fitzcarraldo in un territorio segnato da innumerevoli criticità, intraprende la sua personale battaglia, salvando dal degrado un teatro storico e contribuendo con un presidio culturale contro la criminalità organizzata, al rilancio dei Quartieri Spagnoli. Un percorso personale che si intreccia con la storia di un teatro di ricerca, il Teatro Nuovo/Sala Assoli, condiviso con Igina Di Napoli nella direzione e costruito con coloro che sarebbero poi diventati i protagonisti della scena napoletana e nazionale – Mario Martone, Toni Servillo, Antonio Latella, Pippo Delbono – e di maestri come Annibale Ruccello, Carlo Cecchi, Leo de Berardinis, Antonio Neiwiller. Un libro popolato anche da personaggi meno noti, una polifonia di soggetti, di macchiette e di comparse che rendono questo memoir una storia plurale, divertente e triste, ironica e crudele, che costruisce un capitolo significativo della storia della Napoli contemporanea. Introduzione di Stefano de Matteis. Postfazione di Goffredo Fofi.
Il dilemma dell'aragosta. La forza della vulnerabilità
Stefano De Matteis
Libro: Libro in brossura
editore: Meltemi
anno edizione: 2021
pagine: 232
Non tutti sanno che l'aragosta nasce nuda e solo successivamente la natura le fornisce un abito su misura. Ma questo non cresce con lei: col tempo si trasforma in una gabbia e poi in una tortura. Così, quando la corazza diventa opprimente, l'aragosta la getta via e resta nuda: senza protezione, sola, in attesa di crearsene una nuova. È questo il dilemma dell'aragosta, ripreso da Stefano De Matteis in chiave metaforica per una lettura antropologica dell'attualità: lasciare le proprie corazze, identità di ferro o monolitiche, smettere di trincerarsi in certezze che si trasformano in gabbie e procurano sofferenze, per esporsi invece al rischio, mettendosi a nudo, creando uno spazio di riflessione e di elaborazione, di dialogo e di confronto. La vulnerabilità si trasforma così in un punto di forza: produce il cambiamento e prelude alla ricostruzione di una nuova vita, tanto sul piano individuale quanto su quello collettivo.
Teatro della miniera. Dieci anni di amore e rivolta a Ravi
Alfonso Santagata
Libro: Libro in brossura
editore: Cue Press
anno edizione: 2022
pagine: 102
Il volume delinea, attraverso gli spettacoli, il racconto dell'attività decennale della Compagnia Katzenmacher guidata da Alfonso Santagata a Gavorrano, un piccolo paese del grossetano e in particolare nella miniera di Ravi: una terra montuosa ma accogliente, ferita nel corpo e nella storia da un passato di estrazioni metallifere. Un paese di ex-minatori, teatro di scioperi titanici, che da una parte ha seppellito nel proprio ventre decine e decine di lavoratori, e dall'altra ha accolto, come una madre, emigranti da tutta Italia. La Compagnia Katzenmacher vi arriva nel 2010 e si inserisce immediatamente in quel tessuto sociale: avvia laboratori per coinvolgere gli appassionati del posto e seminari su tematiche locali. Vengono inoltre prodotti numerosi spettacoli dove la poetica e i temi portanti del lavoro di Alfonso Santagata (la tragedia e i sentimenti, il silenzio e il mistero) si sposano con il presente e il passato, la realtà e la memoria della miniera.