Libri di Tito Forcellese
Le elezioni del 1920-1921. La nazione e i territori nella crisi del Primo dopoguerra
Libro: Libro in brossura
editore: Viella
anno edizione: 2024
pagine: 264
Nella storia del Novecento l’osservazione dei cicli e dei comportamenti elettorali permette di coniugare in modo fecondo gli aspetti politico-istituzionali con quelli socio-culturali. Oggetto di questo volume è la crisi del primo dopoguerra; dopo aver guardato alle elezioni spartiacque del 1919, qui si indaga il biennio elettorale 1919-1921, quando nel giro di pochi mesi la successione di un voto prima amministrativo e quindi politico segnò in modo profondo l’assetto delle istituzioni liberali. Il quadro generale viene accompagnato da alcuni esemplari casi di studio, con attenzione ai diversi sistemi elettorali e alle organizzazioni politiche di massa, alle culture politiche territoriali e ai linguaggi della comunicazione nella società post bellica. Declinare i temi di indagine attraverso la diade nazione e territori offre un peculiare angolo visuale grazie a cui guardare alla prefigurazione di “blocchi” sociali e linee di frattura, tra centro e periferia, che avrebbero distinto il collasso delle istituzioni rappresentative nel successivo biennio elettorale 1923-1924.
2 giugno. Nascita, storia e memorie della Repubblica. Volume Vol. 3
Libro
editore: Viella
anno edizione: 2021
pagine: 332
Il volume presenta un quadro analitico del voto referendario del 2-3 giugno 1946, muovendosi nella cornice della storia politico-istituzionale e della geografia elettorale, in proficuo dialogo con la politologia storica. L’approccio metodologico privilegia il punto di osservazione delle istituzioni da Sud a Nord e muove dalla raccolta dei dati nei singoli comuni della penisola, quali basi naturali di tutte le circoscrizioni elettorali. Comparando il voto istituzionale con quello amministrativo e politico nel 1946, si individuano le linee di continuità con i flussi elettorali del primo dopoguerra e le più marcate faglie politico-sociali, sia nelle aree a prevalenza repubblicana che in quelle a maggioranza monarchica. La ricca varietà geografica delle due opzioni istituzionali mostra le peculiarità politico-amministrative nel processo di costruzione della democrazia repubblicana.
La rivoluzione bolscevica. Tra storiografia, interpretazioni e narrazioni 1917-1924
Libro
editore: Nuova Cultura
anno edizione: 2021
pagine: 326
La Rivoluzione di Ottobre è il logico sviluppo di quella di Febbraio o il suo tradimento? I bolscevichi, con Lenin, hanno realizzato le aspirazioni politiche ed economiche di Marx oppure no? Com'è stata fin da subito raccontata e interpretata la Rivoluzione? Va considerata come il risultato di un movimento di popolo o il colpo di mano di una piccola minoranza organizzata? La sua trasformazione in una rivoluzione nazionale è dipesa dalla sconfitta dell'Armata rossa alle porte di Varsavia, o invece era insita nel destino russo? Che tipo di uomo, di mentalità, che concezione della società e del potere sono sorti con il nuovo Stato sovietico? A queste e ad altre cruciali domande, riguardanti uno degli eventi più importanti del secolo passato, hanno cercato di rispondere, storici, politologi, scienziati sociali e filosofi, facendo il punto sulle interpretazioni della Rivoluzione fino ad ora più accreditate e confrontandole con le teorie degli studiosi che da subito hanno ragionato sui fenomeni in corso; ma anche con le testimonianze dirette di chi è stato protagonista degli eventi, li ha vissuti in prima persona o ha potuto visitare la nuova Russia sovietica. Tutto ciò attraverso un metodo interdisciplinare, all'altezza, cioè, della complessità propria dell'oggetto di studio.
Il senso dei nostri limiti. Andreotti e i rapporti italo-sovietici negli anni della distensione
Tito Forcellese
Libro: Libro in brossura
editore: Franco Angeli
anno edizione: 2020
pagine: 236
Il volume analizza il denso percorso politico-istituzionale di Giulio Andreotti nel tornante storico internazionale degli anni Settanta, ricostruendo le relazioni del politico democristiano con le autorità dell’Unione Sovietica. Ricorrendo a fonti archivistiche inedite, l’autore ha delineato i caratteri salienti dei rapporti italo-sovietici tra la VI e la VII legislatura repubblicana. Nell’ottobre del 1972 venne firmato il protocollo di consultazioni tra Italia e Urss che permise di intensificare i rapporti economici e commerciali, già avviati negli anni Sessanta. Andreotti, al pari di Moro, pur continuando a imperniare la politica estera italiana sui due capisaldi dell’Alleanza atlantica e della Cee, ritenne gli accordi di Helsinki un passo avanti decisivo nel processo della distensione internazionale e verso il graduale superamento dei blocchi. Durante il difficile triennio della solidarietà nazionale, Andreotti accompagnò con cauta fiducia i cambiamenti intrapresi da Berlinguer. In questo delicato frangente, mentre gli ambasciatori italiani a Mosca già andavano dipingendo un quadro preoccupante sull’aggressività ideologica e militare dei sovietici e sulla crescente dipendenza energetica dell’Italia dall’Urss, sorsero dei contrasti tra i due paesi sulla questione dei diritti umani e sulle forniture di gas. I dissidi si acuirono agli inizi del 1978, durante la travagliata formazione del IV governo Andreotti che venne costituito l’11 marzo 1978.
Il comunismo nella storia europea del XX secolo
Libro: Libro in brossura
editore: Nuova Cultura
anno edizione: 2017
pagine: 342
Il volume intende prendere di nuovo in considerazione il comunismo, non solo dal punto di vista della storia politica, ma, più in generale, come fenomeno culturale e spirituale della civiltà europea del XX secolo. Per fare, come è necessario, pienamente i conti con il comunismo, non si può prescindere da un riesame approfondito di ciò che i curatori chiamano nell'Introduzione il "pregiudizio positivo" di cui esso ha goduto e continua a godere nel mondo della politica e della cultura del Vecchio Continente. Diventa quindi sempre più impellente rispondere alla questione: perché il comunismo ha sedotto l'intelligenza e l'immaginario di milioni di persone, nonostante gli esiti tragici ai quali il più delle volte ha condotto e il continuo fallimento di ogni progetto sociale ed economico che si era posto? A questa domanda hanno cercato di rispondere alcuni docenti dell'Università di Teramo e di altre sedi accademiche, provenienti da settori scientifici differenti, secondo un approccio interdisciplinare.
L'Italia e i giochi olimpici. Un secolo di candidature: politica, istituzioni e diplomazia sportiva
Tito Forcellese
Libro: Libro in brossura
editore: Franco Angeli
anno edizione: 2013
pagine: 272
Roma 2020 ha messo in luce le complesse dinamiche politiche e diplomatiche che ruotano attorno alle istituzioni sportive internazionali. Per la prima volta il volume ricostruisce la storia delle candidature italiane alle Olimpiadi, utilizzando molteplici fonti, tra cui i documenti inediti dell'Ioc a Losanna. Le candidature abbracciano un arco di tempo di oltre un secolo (1908-2012), toccando momenti della storia nazionale tra loro diversi, talora cruciali. L'età liberale registrò tentativi maldestri e infruttuosi, tanto che il progetto del barone de Coubertin, quello di tenere a Roma i Giochi del 1908, non si realizzò. Nel primo dopoguerra, a fronte di un elevato impegno del fascismo a favore dello sport nella prospettiva dell'adesione di massa degli italiani al regime, Mussolini preferì cedere a Tokio l'ospitalità dei Giochi del 1940, poi cancellati a causa della seconda guerra mondiale. Gli anni della democrazia repubblicana, infine, furono caratterizzati dall'opera ricostruttiva della dirigenza politica e sportiva, che culminò con l'assegnazione dei Giochi invernali a Cortina d'Ampezzo (1956) e di quelli estivi a Roma (1960). Da questo originale angolo prospettico, in cui la città di Roma costituisce sempre il punto catalizzatore delle dinamiche politiche nazionali, si possono osservare alcune figure rappresentative della dirigenza sportiva italiana, capaci di intessere fruttuose reti diplomatiche e di ottenere credibilità nel contesto olimpico internazionale.
Pietro De Dominicis. Amministrazione e politica nell'Abruzzo democristiamo. 1944-1990
Tito Forcellese
Libro: Libro in brossura
editore: Rubbettino
anno edizione: 2008
pagine: 300
La vicenda personale di Pietro De Dominicis ci consente uno sguardo approfondito e significativo sulle dinamiche di formazione e consolidamento della classe dirigente democristiana nel secondo dopoguerra e sulle ragioni e le modalità del vasto consenso che essa riuscì a produrre dal piano locale a quello nazionale. Emblemalica di questa rete di relazioni è l'opera di De Dominicis. Sindaco, segretario provinciale del partito, senatore della Repubblica e presidente della Camera di commercio sul lungo periodo che va dalla ricostruzione alla conclusione del centrosinistra, arco di tempo in cui il Paese ed alcune regioni cerniera come l'Abruzzo si misurano con la modernizzazione a diversi livelli.