Libri di Umberto Curi
Straniero
Umberto Curi
Libro: Libro in brossura
editore: Raffaello Cortina Editore
anno edizione: 2010
pagine: 174
Chi è lo "straniero"? Perché ci imbarazza e ci interroga? Perché ci spaventa e ci attrae? Possiamo continuare a illuderci che sia davvero "altro" rispetto a noi? Di fronte all'affascinante straordinarietà di questa figura, stiamo sprecando l'occasione per apprezzare la duplicità irriducibile di una presenza con la quale ognuno di noi sarà chiamato a confrontarsi. La nozione di "straniero" è l'oggetto dell'analisi storica e teorica svolta in questo saggio: dalla sua formulazione nel contesto dell'antichità classica fino agli esiti più rilevanti della ricerca contemporanea, tra Freud e Derrida. Al di là dell'occasionale opzione politica, e dunque della schematica contrapposizione tra rifiuto e accoglienza, si viene ricondotti alle radici di un fenomeno destinato a sollecitare incessantemente l'intelligenza e le passioni dell'uomo contemporaneo.
Via di qua. Imparare a morire
Umberto Curi
Libro: Libro in brossura
editore: Bollati Boringhieri
anno edizione: 2011
pagine: 240
"Via di qua; ecco la mia meta". Nell'annuncio del protagonista del racconto di Kafka La partenza risuona l'universale della condizione umana, quell'andar via a cui non occorre una destinazione, poiché è già meta in sé: la morte, ineluttabile, inconcepibile, inconoscibile, eppure evento-limite che conferisce alla vita il senso più autentico. Nella sua vicenda millenaria, talvolta la filosofia si è incaricata di strappare alla morte l'aculeo velenoso, ossia di liberare l'uomo dal timore della morte, riducendola a puro nulla, quindi espungendola dall'orizzonte dell'esistenza. Una strategia che il filosofo Umberto Curi non condivide affatto. Come il principe di Danimarca, è convinto da tempo che i contenuti di pensiero abitino anche al di fuori della disciplina che ne è ufficialmente titolare, e li va a cercare con mano sapiente nella tragedia e nel mito dell'antica Grecia, nella poesia e nella narrazione contemporanee. Lì incontra ricchissime testimonianze che, da prospettive diverse, recuperano la morte alla pienezza della vita, senza per questo disinnescare in modo consolatorio il potenziale angoscioso della fine. Sfuggono infatti a intenti edificanti, e non potrebbero mai essere rifuse in un eserciziario della buona morte, simile a quelli diffusi in Occidente secoli fa. Ci possono solo suggerire con Rilke - ed è suggerimento prezioso - che "bisogna imparare a morire: ecco in che cosa consiste tutto il vivere".
Che cos'è l'illuminismo
Immanuel Kant, Jürgen Habermas, Michel Foucault
Libro
editore: Mimesis
anno edizione: 2021
pagine: 130
Che cos’è l’illuminismo? È questa la domanda a cui la filosofia tenta di rispondere da sempre. E a tale domanda hanno provato a rispondere tre dei più grandi pensatori di tutti i tempi: Immanuel Kant, Michel Foucault e Jürgen Habermas. Questo volume curato da Umberto Curi ha il pregio di ordinare e far dialogare tra loro tre saggi strettamente connessi: origine di tutto è la riflessione di Kant sul concetto di Aufklärung, cui fanno seguito l’interpretazione data da Foucault e il successivo studio condotto da Habermas sull’analisi del francese. A partire dal testo kantiano, che in un certo senso ha inaugurato il discorso filosofico della modernità, una stimolante interrogazione critica sul presente, sui limiti della conoscenza e sul loro possibile superamento.
I figli di Ares. Guerra infinita e terrorismo
Umberto Curi
Libro: Libro in brossura
editore: Castelvecchi
anno edizione: 2016
pagine: 140
Il presupposto per cancellare o ridurre le tensioni internazionali, le guerre, lo stesso terrorismo è l'eliminazione degli squilibri economici fra aree diverse del pianeta. La lotta contro la povertà non è solo un imperativo "umanitario" ma è il modo più efficace per disinnescare il potenziale distruttivo alimentato dalla disperazione. Se si vuole un mondo più sicuro, è indispensabile adoperarsi perché sia più giusto; se si vuole la pace, ben più incisiva rispetto allo strumento della guerra preventiva è la rimozione delle catene della miseria in cui versano centinaia di milioni di esseri umani. "Il terrorismo è la 'risposta' al processo di trasformazione nella morfologia della guerra. Coincide col tentativo di ristabilire, almeno parzialmente, la simmetria infranta dalla tecnologizzazione della guerra".
Il colore dell'inferno. La pena tra vendetta e giustizia
Umberto Curi
Libro: Libro in brossura
editore: Bollati Boringhieri
anno edizione: 2019
pagine: 222
«Dove mai avrà termine, dove mai placata cesserà la furia di Ate?» L’interrogativo angoscioso di Eschilo non smette di risuonare dopo migliaia di anni. Abbiamo forse dimenticato il nome della funesta divinità greca che prima induceva gli uomini in errore e poi ne esigeva inclemente la punizione, ma della sua vendicatività rimane un’impronta nell’idea di giustizia a cui è ispirata l’attuale civiltà giuridica. La rassicurante contrapposizione tra vendetta e barbarie da un lato – la violenza sommaria del «sangue chiama sangue» – e giustizia e civiltà dall’altro tradisce infatti una infondatezza che sgomenta. Scrutando nel cono d’ombra dell’azione penale con lo sguardo penetrante di chi coglie ambivalenze e fratture nella presunta rotondità dei concetti, Umberto Curi vi rintraccia l’aspetto arcaico e irrisolto che tinge ancora il dispositivo della pena del «colore dell’inferno», secondo l’espressione di Simone Weil. Lungo il tragitto a lui familiare, che dalla grecità dei filosofi e dei tragici arriva a Nietzsche e al pensiero contemporaneo, Curi testa la resistenza, e la fragilità, del principio di giusta «retribuzione» del reato attraverso un castigo adeguato. L’equità che intende garantire era invocata anche dall’ingiunzione biblica «frattura per frattura, occhio per occhio, dente per dente» e dalla legge del taglione fissata dalle XII Tavole romane, ossia dai meccanismi che prevedevano la reciprocità del danno. Infliggere sofferenza al colpevole, sia per ristabilire l’ordine cosmico infranto sia, più modernamente, a scopo rieducativo o preventivo, oscilla tra una concezione sacrale della pena come espiazione e una visione compensativa che rimanda all’antica relazione tra debitore e creditore. Impostazioni che, tuttavia, sortiscono l’effetto-paradosso di assolvere la colpa, una volta estinto il debito con la pena, senza alleviare il dolore della vittima. Proprio alla fuoriuscita dalla logica del paradigma retributivo e di quello pedagogico lavora oggi la giustizia riparativa, che mette invece al centro il rapporto tra offensore e offeso. Perché si possa, infine, sottrarre alla crudele Ate l’insidioso terreno in cui prospera.
Vergogna ed esclusione. L'Europa di fronte alla sfida dell'emigrazione
Libro
editore: Castelvecchi
anno edizione: 2019
pagine: 191
Chiacchiere propagandistiche, balbettii inconcludenti, formule astratte: il dibattito politico sul fenomeno dei flussi migratori sembra incapace di uscire dall'orizzonte angusto della disputa puramente ideologica, oscillando fra l'ipotesi odiosa dei "respingimenti" e una troppo generica proposta di "accoglienza". Analizzare questo fenomeno in termini realistici, studiare i dati oggettivi in cui esso si traduce, inquadrare la questione dell'immigrazione nel contesto della distribuzione delle risorse a livello planetario, descrivere lo scenario economico, demografico e sociologico che ci attende nei prossimi decenni: è questo il "progetto" alla base di questo libro. Studiosi di competenze diverse - dal filosofo al sociologo, dal giurista al demografo, dal magistrato all'esperto di politica internazionale - si confrontano per aprire un terreno di riflessione in larga misura ancora inesplorato. Con l'ambizione di promuovere una discussione che sia all'altezza delle sfide che abbiamo davanti.
L'immagine-pensiero. Tra Fellini, Wilder e Wenders: un viaggio filosofico
Umberto Curi
Libro: Libro in brossura
editore: Mimesis
anno edizione: 2009
pagine: 165
Questo libro è il tentativo di occuparsi non di cinema, ma di film. Senza sentirsi in obbligo di giustificarsi. Senza cautelarsi preventivamente con robuste dosi dell'Estetica di Hegel o del saggio di Heidegger sull'origine dell'opera d'arte. Senza bombardare il malcapitato lettore con il napalm delle citazioni. L'intento è di verificare, nel campo aperto della lettura del testo cinematografico, fino a che punto la filosofia "c'entri" o meno con il cinema, senza preoccuparsi che ciò che si dice, lavorando su un film, abbia la qualità di essere "filosofico". Si vorrebbe insomma considerare una buona volta risolta, o comunque poco interessante, la questione riguardante lo statuto del cinema. E affondare invece - fino a dove si è in grado di farlo, con tutti gli strumenti analitici di cui si dispone - nel vivo dell'opera cinematografica. Per capirla di più, certamente, ma anche e soprattutto per cogliere meglio in essa la presenza di una 'charis' inconfondibile.
Pensare con la propria testa
Umberto Curi
Libro: Prodotto composito per la vendita al dettaglio
editore: Mimesis
anno edizione: 2009
pagine: 114
Sono qui presentate in formato audio Mp3 una serie di lezioni introduttive alla storia della filosofia tenute da Umberto Curi. Da Platone a Heidegger, da Kant a Eraclito, da Hegel a Foucault a Nietzsche, i grandi filosofi di tutti i tempi sono chiamati a prendere parte ad un percorso critico che "si propone non già di insegnare pensieri, ma di aiutare a pensare. Lo studente", e così l'ascoltatore, "imparerà non la filosofia, ma a filosofare". Chi intenda avventurarsi lungo questo sentiero dovrà perciò ingaggiare un vero e proprio combattimento, una guerra senza esclusione di colpi contro i comuni pregiudizi, contro le opinioni indiscusse, contro le rappresentazioni caricaturali di un pensiero - la filosofia -mai riducibile all'univocità, bensì essenzialmente immerso nella contrapposizione plurale. A partire dalle tracce lasciate dalle lezioni, il saggio che accompagna i Cd elabora un itinerario parallelo, esplorando le forme diverse che, nella ricerca filosofica di Umberto Curi, ha assunto la scoperta della duplicità come connotato peculiare della condizione umana.
Meglio non essere nati. La condizione umana tra Eschilo e Nietzsche
Umberto Curi
Libro: Libro in brossura
editore: Bollati Boringhieri
anno edizione: 2008
pagine: 304
A re Mida che gli chiede quale sia la cosa più desiderabile per l'uomo, Sileno risponde: "Non essere nato, non essere, essere niente". Diverse versioni della sentenza, dette da altri personaggi, riecheggiano in fonti diverse, da Erodoto ai grandi tragici a Plutarco, ma nessuna è riducibile alla dichiarazione di pessimismo metafisico. Anzi, per Umberto Curi parlare di pessimismo è fuorviante, se non consolatorio. La densità tutt'altro che univoca dell'apologo e rilevata già da Nietzsche, che lo colloca all'inizio della "Nascita della tragedia" e ne rovescia la valenza corrente in quel dire sì alla vita in ogni sua manifestazione, compreso il dolore, che costituisce il cuore del sentimento tragico. Una densità che si intensifica e si incupisce quando dall'orizzonte senza Dio dei greci si passa alle denunce bibliche della miseria umana, al cospetto della potenza divina: l'imprecazione di Geremia ("maledetto il giorno in cui nacqui; il giorno in cui mia madre mi diede alla luce non sia mai benedetto"), la certezza della nullità dell'esistenza nel Qohelet e la contesa angosciosa di Giobbe con il Signore rimandano alla verità paradossale della fede, alla figura cristologica di Abramo riletto da san Paolo, Kierkegaard e Simone Weil. Nelle sue diramazioni e riformulazioni il motto di Sileno esprime, più che negatività dell'esistere, l'inattingibilità di un sapere positivamente definito sull'esistenza, e continua a interpellare il logos discorsivo della filosofia e le forme del pensiero religioso.
La forza dello sguardo
Umberto Curi
Libro: Libro in brossura
editore: Bollati Boringhieri
anno edizione: 2004
pagine: 248
Consegnato a parole, miti, filosofie, letterature e arti, il primato della vista si identifica da sempre con il possesso del sapere e l'esercizio del potere. Se in greco antico il lessico del vedere e quello del conoscere sono tutt'uno e se per il Platone de "La Repubblica" è filosofo "chi ama lo spettacolo della verità", l'equivalenza di teoria e visione, che fonda e attraversa l'intera metafisica occidentale, non ha nulla del dato acquietante, anzi si configura come una drammaturgia che è urgente interrogare. Un excursus dai grandi personaggi tragici a Freud, dalla mitologia classica alle testimonianze figurative più tarde, dai dialoghi platonici a Orwell, in cui l'autore indaga le ragioni che rendono lo sguardo così potente.
Pólemos. Filosofia come guerra
Umberto Curi
Libro
editore: Bollati Boringhieri
anno edizione: 2000
pagine: 187
Pensare la guerra. L'Europa e il destino della politica
Umberto Curi
Libro
editore: edizioni Dedalo
anno edizione: 1999
pagine: 144
La guerra sembra essere un evento che si sottrae, quasi per definizione, ad ogni possibile definizione logica. Eppure, in tutto l'arco dela storia della cultura occidentale, si è costantemente cercato di "pensare la guerra", di comprenderne la logica, anche là dove essa sembrava oscura o assente. Si può anzi affemare che non vi è autore o filone speculativo nel quale non sia possibile ritrovare il realistico riconoscimento della "dura realtà" della guerra. Nello stesso tempo, in quella stessa tradizione è ricorrente la tensione al superamento di questo vincolo e lo sforzo per individuare le condizioni per l'instaurazione di qualcosa che almeno assomigli alla "pace perpetua".

