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Libri di Alberto Folin

Governance. Il management totalitario

Alain Deneault

Libro: Libro in brossura

editore: Neri Pozza

anno edizione: 2018

pagine: 187

Nell'ultimo quarto del XX secolo per descrivere e regolamentare il funzionamento delle organizzazioni e delle strutture aziendali i teorici delle imprese ricorrono a un termine che, sin dal lontano XVI secolo, era un semplice sinonimo di governo: «governance». All'inizio degli anni Ottanta il termine viene introdotto nella vita pubblica col pretesto di affermare la necessità di una sana gestione delle istituzioni dello Stato e diventa il «grazioso nome» di una gestione neoliberale dello Stato, caratterizzata da deregulation e privatizzazione dei servizi pubblici. Negli anni successivi attraverso questo sintagma si fa strada quello che qualcuno ha definito un vero e proprio «colpo di stato concettuale». La governance infatti non è soltanto un termine che indica la necessità di adattare le istituzioni alle necessità e ai desiderata dell'impresa, ma qualcosa di molto più rilevante. È un'espressione volutamente indeterminata che esprime la nuova arte della politica «senza governo», senza quella pratica, cioè, che presuppone una politica dibattuta pubblicamente. Strappato il vecchio contratto sociale alla base di ogni «governo», la governance inaugura «l'età felice» - per tecnocrati, finanzieri e imprese - della contrattazione plurale, una mutazione che promuove «il management d'impresa e la teoria della tecnica aziendale al rango di pensiero politico». Nelle pagine di questo libro Alain Deneault mostra le conseguenze di questa radicale trasformazione della gestione governativa: la politica muore e si muta in «un'arte della gestione» in quanto tale, priva di ogni registro discorsivo. «Nessuna agorà è richiesta per discutere del bene comune». E questo fenomeno è «tristemente corroborato dalla monotonia del discorso politico e dalla mediocrità dei partiti politici di governo». La «mediocrazia» diventa l'orizzonte stesso del ceto politico.
16,00 15,20

Gli antimoderni. Da Joseph De Maistre a Roland Barthes

Gli antimoderni. Da Joseph De Maistre a Roland Barthes

Antoine Compagnon

Libro: Libro in brossura

editore: Neri Pozza

anno edizione: 2017

pagine: 720

Non vi è forse epoca che non sia stata attraversata dal rifiuto del cambiamento e dal rimpianto della tradizione perduta. Tuttavia, ed è la tesi che alimenta queste pagine, se i tradizionalisti ci sono sempre stati, lo stesso non si può dire degli antimoderni. Gli antimoderni non sono figure semplicemente mosse dall'eterno pregiudizio contro il cambiamento, e dunque fantasmi del passato che si aggirano in ogni tempo. Gli antimoderni, nel senso proprio, moderno, della parola, hanno una data di nascita precisa: il 1798, l'anno in cui la Rivoluzione francese segna una rottura decisiva e una svolta fatale; hanno una casa: la letteratura; e posseggono un'attitudine tutta loro: una relazione particolare con la morte, con la malinconia, con il dandismo, con il disincanto che li fa sembrare più moderni dei moderni, come eroi ultramoderni dell'antimodernità. Da Joseph de Maistre a Roland Barthes, passando per Francois-René de Chateaubriand, Charles Baudelaire, Leon Bloy, Marcel Proust, Pierre Drieu la Rochelle, André Gide, Jacques Rivière, Jean Paulhan,Julien Gracq, André Breton, Maurice Blanchot e tanti altri, il genio antimoderno si è rifugiato, per Antoine Compagnon, nella letteratura, ma non nella letteratura genericamente intesa, bensì in quella «che noi qualifichiamo moderna, nella letteratura che è diventata canone della posterità», e «la cui resistenza ideologica è inseparabile dalla sua audacia letteraria». Così, diversamente dalla vita politica, in cui, dalla Rivoluzione francese in poi, trionfa una candida apologia del moderno del tutto priva di modernità, la vita letteraria degli antimoderni, di coloro che hanno perso l'innocenza del moderno, appare, in questa importante opera dedicata alle figure più rilevanti della letteratura francese, segnata da una «reale e duratura modernità».
28,00

Il celeste confine. Leopardi e il mito moderno dell’infinito

Alberto Folin

Libro: Libro in brossura

editore: Marsilio

anno edizione: 2019

pagine: 192

Per tutta la sua breve ma intensissima vita, Leopardi non smise mai di pensare al mito, concependolo non soltanto come un modo di manifestarsi della sapienza antica, appartenente all'infanzia del mondo e innervante il procedere epocale della storia umana (come pensava ad esempio Gian Battista Vico), né solo come una semplice espressione della soggettività volta a esorcizzare il terribile della natura, ma piuttosto come una modalità ontologica di darsi delle cose stesse, potendo sopravvivere solo in un paesaggio in penombra, non abbagliato da alcuna illuminazione diretta. Dopo aver tracciato per linee essenziali il dibattito su mito e mitologia nell'Europa del XVIII secolo, l'autore avanza una nuova lettura dell'"Infinito", collocando questo capolavoro assoluto della letteratura universale all'interno di un duplice contesto: quello della formazione poetica e filosofica di Leopardi e quello dell'epoca romantica italiana ed europea in cui il poeta visse. Se nella modernità i fenomeni sono diventati oggetto di studio delle scienze della natura, perdendo così la loro vitalità irriducibile al concetto, il sentire persuaso degli antichi non potrà più essere riproposto per evocare l'apparire delle cose nella forma di figure mitologiche non più credibili, come i fauni o le ninfe, Dafne o Procne ecc. Mentre nel corso del XIX secolo sta avviandosi al tramonto la grande stagione del sublime riesumata dalla tarda antichità, Leopardi – attingendo alle radici più profonde dell'Umanesimo italiano – pensa la sopravvivenza del mito nella rappresentazione di quella sottile linea impalpabile, ma intensamente viva – «il celeste confine» divenuto poi «l'ultimo orizzonte» – che separa e unisce il visibile e l'invisibile, per evocare l'irrappresentabile proprio dell'arte e del pensiero moderni.
19,00 18,05

Uno straniero con, sotto il braccio, un libro di piccolo formato

Edmond Jabès

Libro: Libro in brossura

editore: SE

anno edizione: 2019

pagine: 145

"Che cos'è uno Straniero? Ecco la domanda posta in questo libro. Quale responsabilità abbiamo verso di lui? Ecco la seconda domanda posta in questo libro. Ma questo libro non è un saggio. Questo libro è invece la storia di una vita, di cui non si può dire, con certezza, dove incominci e dove finisca. A lungo sono stato abitato da questo libro, prima di abitarlo a mia volta e di condurlo, così, a leggermi là dove io stesso lo leggo. Libro di un incontro essenziale che mi ha segnato nel profondo. Ma, soltanto, ha avuto luogo? Ritratto, in un certo modo, di uno Straniero di cui un giorno ho perso le tracce, ma che, sebbene immaginario, potrebbe anche essere, senza che io lo sappia, il mio." (Edmond Jabès)
20,00 19,00

La notte delle beghine

Aline Kiner

Libro: Libro in brossura

editore: BEAT

anno edizione: 2020

pagine: 299

Parigi, 1310. Nel quartiere chiamato il Marais, sorge un'istituzione unica in Francia: il grande beghinaggio. Fondato da Luigi IX, l'edificio ospita una comunità di donne inclassificabili, sfuggenti a qualunque definizione: sono le beghine che hanno scelto la vita monastica ma senza i voti. Il claustro dove lavorano, studiano e vivono affrancate dall'autorità degli uomini, è un'oasi all'interno della città, un'isola ben protetta dal mondo esterno. In un freddo mattino di gennaio la vecchia Ysabel, che da anni veglia sulla pace del luogo, sta svolgendo i consueti preparativi per l'Officio quando ode un grido proveniente dalla strada. Addossata contro il vano dell'entrata all'esterno, appare una figura coperta da una mantellina sudicia, il volto nascosto sotto un cappuccio. Maheut, questo il nome della ragazza, è in fuga da un matrimonio impostole con la violenza. Sfinita, malata e inseguita da un sinistro frate francescano, ha bussato alle porte del beghinaggio in cerca di protezione. Ysabel non esita ad accoglierla, benché l'inquietudine serpeggi tra le beghine nell'istante in cui il laccio che lega i capelli di Maheut si scioglie e, davanti ai loro occhi sgomenti, srotola una gran massa di capelli rossi. Rossi come i capelli di Giuda e Caino. Rossi come le fiamme dell'inferno che bruciano senza far luce. L'ombra di tempi bui sta, del resto, per abbattersi sul cielo di Parigi. Il processo ai Templari, accusati dei crimini più nefandi, accende l'animo di molti in città, e lo spettro dell'eresia e della stregoneria si aggira nel Regno a seguito dell'arresto di una beghina proveniente da Valenciennes, Marguerite Porete, colpevole di aver scritto un libro, "Lo specchio delle anime semplici", in cui si prende la libertà di criticare chierici e teologi. Abbandonare al suo destino Maheut, quella giovane dallo sguardo aspro come smeraldo grezzo, o combattere e difenderla per difendere, insieme, la propria indipendenza e libertà? Questo è il dilemma che agita le coscienze e turba la pace nel grande beghinaggio del Marais. Intrecciando i momenti salienti del regno di Filippo il Bello e il destino di personaggi reali e immaginari, Aline Kiner ci conduce in un momento cruciale della Storia, in cui eroine solidali e sovversive non esitano a fare propria la battaglia contro l'oscurantismo e per la libertà delle donne.
11,00 10,45

Daphne

Daphne

Tatiana de Rosnay

Libro: Libro in brossura

editore: BEAT

anno edizione: 2018

pagine: 432

Il 13 maggio 1907 a Mayfair, in una imponente dimora dal frontespizio neoclassico, nasce Daphne du Maurier, figlia di Gerald e Muriel Beaumont. Sua madre, Muriel, è un'ex attrice di teatro, che ha esordito sulle scene nel 1898, anno in cui era quasi un'adolescente. Nel 1902 ha incontrato Gerald; recitavano nella stessa commedia, scritta da quello che sarà poi un amico di famiglia: James Matthew Barrie, detto zio Jim, l'autore di Peter Pan. Muriel Beaumont ama dire che ha smesso di calcare i palcoscenici quando, diventata una du Maurier, ha dovuto far fronte ai suoi doveri di moglie e di madre, ma, crescendo, Daphne capisce subito la ragione vera della sua scelta. Nella tribù dei du Maurier c'è posto per un solo attore, un solo istrione capace di brillare e fare il bello e il cattivo tempo: suo padre Gerald. Abile, creativo, affascinante sulle scene, Gerald du Maurier è da tempo oggetto di venerazione delle spettatrici che accorrono numerosissime alle sue rappresentazioni, e non tarda a esserlo anche di sua figlia Daphne, suscitando, tra le mura domestiche, una malcelata gelosia da parte di Muriel... Con una prosa impeccabile, Tatiana de Rosnay ci restituisce il romanzo della vita di una delle più complesse e tormentate figure di donna del Novecento, la scrittrice inglese Daphne du Maurier, autrice di romanzi come Rebecca, La prima moglie, Gli uccelli, Jamaica Inn.
11,00

Il mito moderno del progresso. Filosoficamente considerato a partire dalla critica di Karl Kraus, Robert Musil, George Orwell, Ludwig Wittgestein e Georg Henrik von Wright

Il mito moderno del progresso. Filosoficamente considerato a partire dalla critica di Karl Kraus, Robert Musil, George Orwell, Ludwig Wittgestein e Georg Henrik von Wright

Jacques Bouveresse

Libro: Libro in brossura

editore: Neri Pozza

anno edizione: 2018

pagine: 110

Intrisa di pensiero postmoderno, la nostra epoca potrebbe essere caratterizzata dal più completo scetticismo nei confronti delle grandi narrazioni della modernità, se una nozione non continuasse a dominare imperterrita la scena: la nozione di progresso. Non vi è discorso pubblico di uomini politici, tecnocrati, economisti, imprenditori e finanzieri in cui la parola «progresso» non ricorra come una speranza, un compito, un obbligo cui attenersi. Il dovere di servire il progresso è, insomma, la vera e propria parola d'ordine del nostro tempo, la fede da fare propria per non incorrere nell'esclusione da ogni agire pubblico. Già nel 1909, nel suo articolo intitolato "Der Fortschritt (Il progresso)", Karl Kraus denunciava il carattere vuoto e formale dell'idea di progresso: più che un reale movimento, essa indica l'«impressione del movimento», una sorta di punto di vista fatale per il quale, qualsiasi cosa facciamo, agiamo sempre sotto il riguardo del progresso e mai del regresso. Da Kraus a Musil, a Orwell, a Wittgenstein e a Georg Henrik von Wright si è sviluppato un ampio pensiero critico di tale idea che Jacques Bouveresse riprende e commenta in queste pagine per mostrare la totale insensatezza di una nozione per la quale «tutto ciò che si fa oggi di nuovo nelle nostre società, e anche tutto ciò che semplicemente si fa, è situato sotto il segno del progresso».
12,50

La notte delle beghine

Aline Kiner

Libro: Libro in brossura

editore: Neri Pozza

anno edizione: 2018

pagine: 324

Parigi, 1310. Nel quartiere chiamato il Marais, sorge un'istituzione unica in Francia: il grande beghinaggio. Fondato da Luigi IX, l'edificio ospita una comunità di donne inclassificabili, sfuggenti a qualunque definizione: sono le beghine che hanno scelto la vita monastica ma senza i voti. Il claustro dove lavorano, studiano e vivono affrancate dall'autorità degli uomini, è un'oasi all'interno della città, un'isola ben protetta dal mondo esterno. In un freddo mattino di gennaio la vecchia Ysabel, che da anni veglia sulla pace del luogo, sta svolgendo i consueti preparativi per l'Officio quando ode un grido proveniente dalla strada. Addossata contro il vano dell'entrata all'esterno, appare una figura coperta da una mantellina sudicia, il volto nascosto sotto un cappuccio. Maheut, questo il nome della ragazza, è in fuga da un matrimonio impostole con la violenza. Sfinita, malata e inseguita da un sinistro frate francescano, ha bussato alle porte del beghinaggio in cerca di protezione. Ysabel non esita ad accoglierla, benché l'inquietudine serpeggi tra le beghine nell'istante in cui il laccio che lega i capelli di Maheut si scioglie e, davanti ai loro occhi sgomenti, srotola una gran massa di capelli rossi. Rossi come i capelli di Giuda e Caino. Rossi come le fiamme dell'inferno che bruciano senza far luce. L'ombra di tempi bui sta, del resto, per abbattersi sul cielo di Parigi. Il processo ai Templari, accusati dei crimini più nefandi, accende l'animo di molti in città, e lo spettro dell'eresia e della stregoneria si aggira nel Regno a seguito dell'arresto di una beghina proveniente da Valenciennes, Marguerite Porete, colpevole di aver scritto un libro, "Lo specchio delle anime semplici", in cui si prende la libertà di criticare chierici e teologi. Abbandonare al suo destino Maheut, quella giovane dallo sguardo aspro come smeraldo grezzo, o combattere e difenderla per difendere, insieme, la propria indipendenza e libertà? Questo è il dilemma che agita le coscienze e turba la pace nel grande beghinaggio del Marais. Intrecciando i momenti salienti del regno di Filippo il Bello e il destino di personaggi reali e immaginari, Aline Kiner ci conduce in un momento cruciale della Storia, in cui eroine solidali e sovversive non esitano a fare propria la battaglia contro l'oscurantismo e per la libertà delle donne.
17,00 16,15

La sinfonia del vivente. Come l'epigenetica cambierà la vostra vita

La sinfonia del vivente. Come l'epigenetica cambierà la vostra vita

Joël de Rosnay

Libro: Libro in brossura

editore: Neri Pozza

anno edizione: 2019

pagine: 240

A quanto sembra, il concetto che il nostro DNA rappresenti un codice fisso e immutabile viene ora considerato scientificamente antiquato. Quello che siamo arrivati a comprendere è che il nostro codice genetico è in realtà molto dinamico. È questa la scienza dell’epigenetica, che rivela non solo un nuovo modo di concettualizzare il comportamento dei nostri geni ma, cosa più importante, fornisce anche una nuova prospettiva sulla comprensione delle dilaganti problematiche di salute che caratterizzano il moderno mondo occidentale. La ricerca epigenetica svela che le nostre scelte relative al modo di vivere (il cibo che mangiamo, gli integratori che prendiamo, l’esercizio fisico che facciamo e perfino il contenuto emotivo delle nostre esperienze quotidiane) sono elementi coinvolti nell’orchestrazione delle reazioni chimiche che attivano o disattivano parti del nostro genoma, che codificheranno esiti pericolosi per la salute spianando la strada a una patologia, o creeranno un ambiente interno favorevole alla longevità e alla resistenza alle malattie. Siamo dunque conduttori di una sinfonia, co-autori della nostra vita, della nostra salute, del nostro equilibrio. La presente opera si propone perciò di spiegare come mettere in pratica le regole della «bionomia», che altro non è che l’economia del corpo, in tutti gli ambiti della vita per prevenire meglio le malattie, per «invecchiare giovani» e in buona salute piuttosto che limitarsi a vivere invecchiando. L’innovazione di questo libro, tuttavia, sta nel fatto che l’autore amplia il concetto di epigenetica, basato sull’interdipendenza tra l’individuo e l’ambiente, sulla società nel suo complesso.
17,00

Pensare per affetti. Leopardi: la natura, l'immagine

Alberto Folin

Libro

editore: Marsilio

anno edizione: 1996

pagine: 176

A lungo si è sostenuto che la natura secondo Leopardi si configuri come qualcosa di contraddittorio: madre benefica e matrigna crudele. Negli ultimi decenni la critica ha messo in luce il carattere semplificatorio di tale opposizione. Dietro le immagini di folgorante bellezza della natura, sta una meditazione frammentaria, ma non priva di una sua logica profonda. E' necessario infatti intravedere la natura di Leopardi cercando quale nesso intercorra tra il "pensiero" e gli "affetti" e facendone emergere i sensi impliciti nell'immagine evocata.
16,53 15,70

Leopardi e il canto dell'addio

Alberto Folin

Libro: Libro in brossura

editore: Marsilio

anno edizione: 2008

pagine: 215

L'uomo contemporaneo è abituato a considerare il saluto come un gesto di cortesia puramente convenzionale. Basta tuttavia soffermarsi sul senso incastonato nella parola stessa "saluto", per accorgersi che esso nasconde e custodisce un'antica tradizione cristiana la quale - innestatasi nella cultura biblico-greca - ha poi trovato la sua consacrazione letteraria nel mondo medievale della poesia romanza. Salutare significa, essenzialmente, augurare all'amico (e all'amore) la salvezza dal nulla. E per questo che l'addio ha il senso di un arrivederci di fronte all'ultima soglia: a-dio (ad-deum). Ma quando, con l'illuminismo, si inaugura quel particolare processo che condurrà alla "morte di Dio" che ne è del saluto? Che ne è dell'addio? Questo libro scandaglia i numerosi sostrati di senso che tale gesto, rivolto al viandante o recepito nella voce viva del canto, acquista in uno scrittore come Leopardi, la cui opera, così cruciale nella modernità, attraversa tutti i temi che più intimamente ci riguardano.
22,00 20,90

Costellazioni del pensiero. Scritture poetiche dell'Occidente

Alberto Folin

Libro: Copertina morbida

editore: Moretti & Vitali

anno edizione: 2009

pagine: 157

Una "costellazione" è figura perché l'uomo gliela assegna. È, in realtà, qualche manciata di stelle gettate lì come per una scommessa. Allo stesso modo, i temi dell'ospitalità, dell'eresia e della poesia pensante, trattati in questo libro - se di libro si può parlare e non di pagine strappate al tempo -, si configurano secondo un disegno non progettato, ma che ha acquistato senso solo nel frattempo. La prima parte - quella dedicata all'ospitalità nasce in occasione di un corso universitario. Vi si parla di amicizia, di estraneità e di identità. Il mondo antico e quello moderno vengono qui messi a raffronto sulla base di una lettura di testi antichi e antichissimi e di testi poetici moderni: i poemi omerici, la Bibbia, i Vangeli canonici e gnostici costituiscono l'intelaiatura di un percorso che giunge fino a Leopardi e a Edmond Jabès. La seconda parte è divisa in due sezioni, entrambi ruotanti in qualche modo attorno alla questione della "poesia pensante": centrale vi appare la figura di Martin Heidegger, non per quanto questo filosofo - tra i maggiori del Novecento - sia stato come uomo (come ormai è di moda discorrere), ma per i problemi radicali che la sua meditazione ha sollevato nella modernità. Il libro si congeda con un viaggio che percorre, nei secoli, le trasformazioni della nozione di eresia, per giungere al nostro presente ove essa sembra del tutto oscurata da un'irreversibile eclissi.
14,00 13,30

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