Libri di Alberto Magnaghi
Il principio territoriale
Alberto Magnaghi
Libro: Copertina morbida
editore: Bollati Boringhieri
anno edizione: 2020
pagine: 336
Il territorio è il «bene comune» per eccellenza. Formato da città - piccole, medie e grandi - borghi e paesi, sistemi agroforestali e ambientali, infrastrutture urbane e rurali, costituisce un vero e proprio essere vivente, i cui geni, personalità e bellezza, sono frutto di processi coevolutivi fra insediamento umano e ambiente sedimentati nel corso della storia. Questi caratteri identitari e il loro drammatico sfarinamento nella corsa di Megacity all'urbanizzazione globale del pianeta sono analizzati in "Il principio territoriale", dialogando con la cultura multidisciplinare praticata dai territorialisti e con i molti soggetti della cittadinanza attiva che vanno creativamente rinnovandoli per il benessere collettivo. Da questo punto di vista, ri-abitare il territorio diviene per Alberto Magnaghi atto politico e la sua progettazione, alimentata e indirizzata da nuove forme di democrazia comunitaria, una possibile via d'uscita da quel divorzio fra natura e cultura che ci ha condotti all'alienazione della crescita senza limiti. «Tornare al territorio» - alla terra, alla montagna, all'urbanità, ai sistemi socioeconomici locali - significa ritrovare le regole che ci consentono di affrontare la produzione dello spazio in quanto «ambiente dell'uomo» secondo modalità capaci di affrontare strategicamente anche la profonda crisi ecologica globale che stiamo vivendo. Tracciando un percorso che, attraverso la crescita della «coscienza di luogo», va dal riconoscimento collettivo dei valori patrimoniali alla integrazione delle culture idrauliche, ambientali, urbane, agroforestali energetiche e produttive in un progetto bio-regionale, Magnaghi condensa le sue esperienze e la sua visione complessiva definendo in forma organica e compiuta quel «principio territoriale» che potrà orientare la rotta di una futura civilizzazione eco-territorialista.
Il progetto locale. Verso la coscienza di luogo
Alberto Magnaghi
Libro: Libro in brossura
editore: Bollati Boringhieri
anno edizione: 2010
pagine: 352
La condizione di «doposviluppo» in cui ci ha fatti precipitare la crisi economica mondiale impone nuove visioni strategiche, a partire proprio da ciò che ci è più prossimo: il luogo in cui viviamo e da cui, paradossalmente, siamo sempre più sradicati. La nostra esistenza si delocalizza, perdiamo la sovranità sulle sue forme materiali e simboliche, mentre quell'autentica opera d'arte corale che è il territorio, costruito nel dialogo vivo tra uomo e natura, subisce una spoliazione sistematica, riducendosi a supporto amorfo di opere e funzioni, quando non a collettore di veleni. Secondo Alberto Magnaghi, uno dei massimi teorici del localismo consapevole, è ormai improrogabile riprogettare il territorio su basi di autosostenibilità e decrescita. Negli anni trascorsi dalla prima edizione del Progetto locale – tradotto in francese, inglese e spagnolo –, i guasti si sono aggravati, ma si è anche acuita la cognizione della catastrofe. In questa nuova edizione accresciuta si dà conto dei tentativi di rimettere in valore lo spazio pubblico attraverso nuove alleanze di comunità. Essenziale è il sorgere di una «coscienza di luogo» (di quartiere, di città, di valle, di bioregione) che miri a tutelare i beni patrimoniali comuni, ossia culture, paesaggi urbani e rurali, produzioni locali, saperi. Non nella prospettiva difensiva del «sangue e suolo», che spesso ha cooperato alla rapina delle risorse, bensì all'interno di un orizzonte solidale e partecipativo, dove siano portatori di diritti coloro che si prendono cura dei luoghi.
Il territorio bene comune
Libro
editore: Firenze University Press
anno edizione: 2012
pagine: 160
La conversione ecologica e territorialista come risposta strategica alla crisi è il tema di fondo di questo libro. "Il ritorno al territorio" come valorizzazione dei beni comuni patrimoniali (ambientali, insediativi, paesaggistici, socioculturali) che fondano l'identità e gli stili di vita di ogni luogo della terra, richiede: di riconnettere saperi frammentati in una scienza del territorio che affronti in modo integrato i problemi del degrado socio-territoriale e ambientale; di elaborare nuovi indicatori e politiche del benessere e della felicità pubblica, fra cui il paesaggio come misura della qualità dei mondi di vita delle popolazioni; di accrescere gli strumenti di democrazia locale e di federalismo solidale; di restituire centralità al mondo rurale nel produrre cibo sano, salvaguardia idrogeologica, risanamento ecologico, qualità urbana e paesaggistica, economie integrate.
Ecoterritorialismo
Libro: Libro in brossura
editore: Firenze University Press
anno edizione: 2023
pagine: 230
Ecoterritorialismo è la definizione matura del lungo percorso scientifico di ricerca/azione che la scuola territorialista italiana ha iniziato negli anni '90, mettendo il territorio e la sua patrimonializzazione al centro delle alternative ai processi di deterritorializzazione e di urbanizzazione omologante del pianeta messi in atto dalla globalizzazione economico-finanziaria. La fondazione nel 2011 della Società dei Territorialisti e delle Territorialiste ha rafforzato la multidisciplinarietà dell'approccio e la sua componente operativa con lo strumento della bioregione urbana. Il prefisso 'eco' denota la priorità attribuita alla questione ecologica, alle relazioni fra umani e non umani, vivente e non vivente, nei processi di rigenerazione dei luoghi del mondo che cerchiamo di attivare.
«Quaderni del Territorio». Dalla città fabbrica alla città digitale. Saggi e ricerche (1976-1981)
Libro: Libro in brossura
editore: DeriveApprodi
anno edizione: 2021
pagine: 144
La rivista «Quaderni del Territorio» è stata promossa negli anni Settanta da collettivi di architetti, urbanisti e ricercatori di diverse discipline operanti in molte università italiane, impegnati nelle mobilitazioni sociali di quegli anni, che hanno declinato con rigore scientifico il pensiero operaista nell'interpretazione delle trasformazioni urbane e socio-territoriali come esito del conflitto di classe. Ne è emerso un vasto e approfondito affresco dei processi di ristrutturazione capitalistica del territorio a livello sia regionale (decentramento produttivo, fabbrica diffusa, terziarizzazione delle aree centrali) sia planetario (sistemi globali di produzione, metropoli del comando e della tecno-finanza), della nuova composizione sociale del lavoro con lo sviluppo del lavoro autonomo e precario, dei grandi processi migratori nel Sud-est del mondo, delle crescenti povertà e delle nuove forme e obiettivi assunti dai conflitti, sempre più articolati al livello sociale e territoriale. Per discutere dell'eredità culturale dei «Quaderni», nel passaggio dalla «città fabbrica» alla «città digitale», all'introduzione del curatore e agli scritti di autori interni alle redazioni (Silvia Belforte, Giancarlo Capitani, Achille Flora, Pietro Laureano, Ottavio Marzocca) si sono aggiunti i contributi di autori «esterni» (Sergio Bologna, Aldo Bonomi, Giuseppe Dematteis, Claudio Greppi), testimoni importanti, con diversi approcci disciplinari, delle vicende politico-culturali di allora.
Il vento di Adriano. La comunità concreta di Olivetti tra non più e non ancora
Aldo Bonomi, Alberto Magnaghi, Marco Revelli
Libro: Libro in brossura
editore: DeriveApprodi
anno edizione: 2015
pagine: 140
Un sociologo, un urbanista e uno storico rileggono la straordinaria figura di imprenditore "illuminato" che fu Adriano Olivetti e la politica da lui immaginata. Cosa significa oggi, attualizzando il pensiero e l'agire di Adriano Olivetti, proporre il paradigma della "comunità concreta" a fronte della scomposizione del lavoro e dei radicali mutamenti del paradigma produttivo? Per Aldo Bonomi, oggi "comunità concreta" significa frapporsi tra flussi e luoghi, fare comunità ai tempi della simultaneità. Per Alberto Magnaghi, significa ripartire dalla terra che si fa territorio, con la radicalità della rete dei territorialisti che disegnano e progettano bioregioni. Per Marco Revelli, significa ripensare i percorsi della fabbrica olivettiana, disegnando comunità che ripartono dal "mondo dei nuovi vinti". Gli autori disegnano percorsi ai margini di quel centro del potere che in tanti vorrebbero cambiare, indicando speranza e futuro nella vitalità delle nuove comunità in gestazione, quindi della società che viene.
Un'idea di libertà. San Vittore '79-Rebibbia '82
Alberto Magnaghi
Libro: Libro in brossura
editore: DeriveApprodi
anno edizione: 2014
pagine: 204
"Paura dell'ignoto? Paura dell'autorità? Della violenza potente dello Stato? Mostruosità del deterrente di violenza della divisa sulla persona nuda? Non so. Forse tutto ciò investe il concetto di sicurezza: ciò che all'esterno del carcere è introiettato nelle regole e nei rapporti sociali che rendono 'sicura' la vita quotidiana. Il carcere è sottrazione totale del concetto di 'sicurezza'. Non si dà contratto. Non si danno punti di fuga. Forma di dominio allo stato puro, non mediato da finalità produttive, né culturali, né di consumo. La reazione emotiva si attenua solo quando, dopo lungo tempo, lo stimolo esterno viene introiettato nella quotidianità. Come un evento 'normale', come la battitura delle sbarre quando inizia a far parte di un paesaggio conosciuto, a suo modo rassicurante. Così mi appresto a desiderare l'introiezione del paesaggio umano, sonoro e dello spazio coatto come normalità. Si desidera - perversione totale dell'istinto di sopravvivenza! -l'annullamento di sé, il non provare emozioni; poiché le emozioni sono comunque dominate dal panico, dalle necessità di difesa, dallo stato di allarme. Forse qui si verifica allo stato puro, entro un rapporto sociale non mediato dalle istituzioni e dal lavoro, ciò che in altre istituzioni avvolge il rapporto di dominio e di annientamento in forme più complesse e accattivanti..." Prefazione di Alberto Asor Rosa. Postfazione di Rossana Rossanda.
Patto città-campagna. Un progetto di bioregione urbana per la Toscana
Alberto Magnaghi, David Fanfani
Libro
editore: Alinea
anno edizione: 2010
pagine: 256
In Toscana, il parco agricolo è figura chiave per un progetto di territorio multiattoriale e multiscalare che - promuovendo l'integrazione dialogica fra progetto territoriale, piani di settore, politiche e pratiche di "cura" e "produzione" sociale di territorio - inneschi dinamiche virtuose di riequilibrio fra spazi aperti e costruiti come icona di un nuovo "patto" fra città e campagna. Questo patto viene qui sperimentato - tanto negli approfondimenti metodologici quanto nelle proposte progettuali - nel territorio del bacino idrografico della media e bassa valle dell'Arno. Superati gli approcci puramente vincolistici alla progettazione dei parchi, l'agricoltura multifunzionale che li sostanzia diviene così elemento ordinatore del (ri)disegno territoriale che (ri)converte i frammenti degradati e pervasivi della conurbazione metropolitana (che in Toscana si va proprio ora saldando fra Firenze e Pisa) in una bioregione urbana policentrica e reticolare.
Un fiume per il territorio. Indirizzi progettuali per il parco fluviale del Valdarno empolese
Libro
editore: Firenze University Press
anno edizione: 2009
pagine: 224
Il volume presenta i risultati di una ricerca svolta dal Dipartimento di Urbanistica e Pianificazione del Territorio (Corsi di laurea in Pianificazione di Empoli) in collaborazione con il Circondario Empolese Valdelsa, finalizzata alla definizione delle linee progettuali (Master Plan) per il parco fluviale dell'Arno e dei suoi affluenti Pesa ed Elsa nel territorio empolese. L'adozione di un'analisi integrata delle risorse locali ha posto le basi per l'individuazione delle criticità del sistema territoriale e per la rappresentazione consapevole e fortemente interpretativa dei beni patrimoniali ambientali, territoriali e paesaggistici. In fase di progetto l'uso di scenari evolutivi dell'intero territorio ha consentito di verificare la coerenza dei singoli progetti in cui si articola il Master Plan e delle specifiche politiche settoriali. Proprio la rappresentazione di scenari, considerati come fissazione di uno step di definizione e condivisione progettuale, caratterizza in modo innovativo il «Contratto di fiume», che è proposto come strumento di gestione e attuazione del piano.
Il progetto locale. Verso la coscienza di luogo
Alberto Magnaghi
Libro
editore: Bollati Boringhieri
anno edizione: 2000
pagine: 256
La condizione di "doposviluppo" in cui ci ha fatti precipitare la crisi economica mondiale impone nuove visioni strategiche, a partire proprio da ciò che ci è più prossimo: il luogo in cui viviamo e da cui, paradossalmente, siamo sempre più sradicati. La nostra esistenza si delocalizza, perdiamo la sovranità sulle sue forme materiali e simboliche, mentre quell'autentica opera d'arte corale che è il territorio, costruito nel dialogo vivo tra uomo e natura, subisce una spoliazione sistematica, riducendosi a supporto amorfo di opere e funzioni, quando non a collettore di veleni. Secondo Alberto Magnaghi, uno dei massimi teorici del localismo consapevole, è ormai improrogabile riprogettare il territorio su basi di autosostenibilità e decrescita. Dieci anni dopo la prima edizione del "Progetto locale" - tradotto in francese, inglese e spagnolo -, i guasti si sono aggravati, ma si è anche acuita la cognizione della catastrofe. In questa nuova edizione accresciuta e aggiornatissima si dà conto dei tentativi di rimettere in valore lo spazio pubblico attraverso nuove alleanze di comunità. Essenziale è il sorgere di una "coscienza di luogo" (di quartiere, di città, di valle, di bioregione) che miri a tutelare i beni patrimoniali comuni, ossia culture, paesaggi urbani e rurali, produzioni locali, saperi.

