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Libri di Angelo Ventura

La questione agraria nell'Italia moderna e contemporanea

Angelo Ventura

Libro: Copertina morbida

editore: Donzelli

anno edizione: 2018

pagine: 200

Lungo tutto il Novecento la «questione agraria» ha rappresentato uno dei temi cruciali, non solo nella pratica degli studi di storia, ma anche nel dibattito politico e culturale su scala più generale. L'impatto della modernità sulle società rurali tradizionali, a qualunque latitudine, è stato cuore e motore delle grandi rivoluzioni contadine in Asia come in Europa o in America Latina. È dalla trasformazione delle campagne che ha preso vigore la creazione di nuove élites sociali e imprenditoriali; di epocali trapassi di regime; di imponenti innovazioni produttive, commerciali, organizzative; per non parlare delle culture e delle mentalità. Non stupisce dunque che la storia agraria abbia rappresentato un terreno necessario di indagine anche per la storia d'Italia, e che Angelo Ventura abbia dedicato una costante attenzione a questo nodo essenziale della «grande trasformazione». Introduzione di Carlo Fiuman.
27,00 25,65

Intellettuali. Cultura e politica tra fascismo e antifascismo

Angelo Ventura

Libro: Copertina morbida

editore: Donzelli

anno edizione: 2017

pagine: 218

«L'atteggiamento degli intellettuali di fronte al fascismo è tema complesso e delicato, che tocca i nervi scoperti più sensibili della coscienza nazionale, riluttante a fare i conti fino in fondo con questo inquietante periodo della sua storia». Così scriveva Angelo Ventura - uno tra i più autorevoli storici del secondo dopoguerra italiano - suggerendo, implicitamente, il filo che collega i saggi raccolti in questo volume postumo. Il fascismo infatti ha coinvolto «la responsabilità collettiva di tutto un popolo, ma in primo luogo delle élites intellettuali alle quali i privilegi della cultura e del rango sociale negavano quei margini di innocenza che spettano alla gente comune». Si trattava, per Ventura, di entrare nelle pieghe di quel complesso - e nuovo - rapporto tra cultura e politica di cui il fascismo volle farsi banditore: «Dobbiamo calarci nel clima di un'epoca, comprendere e superare i silenzi, le rimozioni e gli inganni della memoria infelice, con cui due generazioni di intellettuali - la generazione della Grande guerra e del dopoguerra, e quella cresciuta sotto il regime - hanno ripensato la propria esperienza del ventennio fascista». Parole che racchiudono un tema di ricerca, un'indicazione di metodo, un invito ai lettori. Il tema è quello del confine (talvolta mobile) tra fascismo e antifascismo: che si posi su Anna Kuliscioff o Carlo Anti, su Gaetano Salvemini o Silvio Trentin, su Vincenzo Crescini, Eugenio Colorni o Norberto Bobbio, lo sguardo di Ventura è sempre teso a misurare la distanza - o la vicinanza - tra ideologia e azione. L'indicazione di metodo è l'immersione nei contesti attraverso una rigorosa lettura dei testi. Tra il saggio sulla Kuliscioff (1978) e quello su Colorni (2010) passano trentadue anni: ma la passione storica e civile, lo stile limpido ed elegante, l'originalità interpretativa restano immutati. L'invito ai lettori è quello di diffidare della retorica e andare sempre all'origine del problema storico.
27,00 25,65

Risorgimento veneziano. Daniele Manin e la rivoluzione del 1848

Angelo Ventura

Libro: Copertina morbida

editore: Donzelli

anno edizione: 2017

pagine: 203

L'Italia fu uno degli epicentri dell'ondata rivoluzionaria che attraversò l'Europa del 1848, quella «primavera dei popoli» che segnò l'inizio della fine del sistema della Santa Alleanza sancito dal Congresso di Vienna e che rappresentò una tappa fondamentale del nostro Risorgimento. Venezia, con la sua eroica resistenza, fu l'ultimo baluardo ad ammainare la bandiera della libertà, nell'agosto del 1849. Il prologo della rivoluzione fu il moto dell'8 febbraio a Padova, il segnale dell'irreversibile fine dell'«agitazione legale». Il 24 febbraio in tutto il Lombardo-Veneto un decreto imperiale istituiva la pena di morte con esecuzione immediata contro i colpevoli di istigazione, sollevazione, ribellione al governo asburgico. Ma alle prime notizie della rivoluzione liberale di Vienna e del licenziamento di Metternich, a Venezia la folla invase il palazzo del governatore imponendo la liberazione di Daniele Manin e Niccolò Tommaseo. Come ha scritto lo storico inglese Trevelyan, Manin fu «il più grande e il più nobile degli statisti italiani», portato alla ribalta dagli eventi del 1848. A metà degli anni cinquanta, quando ancora Cavour giudicava «una corbelleria» l'unificazione politica del paese, sarebbe stato proprio Manin a indicare con decisione la via maestra per cui si sarebbe compiuta l'Unità d'Italia. «La Repubblica veneta proclamata il 22 marzo non aveva nulla a che vedere con l'antica Repubblica aristocratica, ma si fondava sull'imprescrivibile diritto della sovranità nazionale proclamato da Manin, vale a dire sul principio democratico dell'eguaglianza dei diritti politici e civili di tutti i cittadini». Con la coerenza, la limpidezza e la potenza interpretativa che lo hanno reso uno dei grandi maestri della storiografia italiana novecentesca, nei saggi che compongono questo volume Angelo Ventura fa giustizia delle letture più miopi e localistiche fiorite attorno a Manin e alla Repubblica di San Marco. Introduzione di Adriano Viarengo.
27,00 25,65

L'Università dalle leggi razziali alla Resistenza

L'Università dalle leggi razziali alla Resistenza

Libro: Libro in brossura

editore: Padova University Press

anno edizione: 2014

"Le leggi razziali gettarono lo sconcerto nella comunità universitaria e certo furono accolte con un diffuso quanto tacito sentimento di disapprovazione. Ma nulla lascia intendere che scavassero un solco morale irriducibile nei confronti del fascismo. Da nessuna parte si leva la protesta di una coscienza offesa. Tace anche chi aveva autorità e rango sociale per poter esprimere senza troppo rischio una sia pur cauta voce di dissenso. Del resto, che le leggi razziali segnino l'inizio di un distacco del Paese dal fascismo, è soltanto una tradizione storiografica costruita a posteriori, un feedback della memoria indotto da un processo di rimozione della coscienza collettiva, a sua volta indotto e legittimato dal riconoscimento dell'opera generosa e talvolta eroica dispiegata coralmente dal popolo italiano dopo l'8 settembre per sottrarre gli ebrei all'arresto da parte dei tedeschi e dei fascisti di Salò e, quindi, alla deportazione nei campi di sterminio".
18,00

Il fascismo e gli ebrei. Il razzismo antisemita nell'ideologia e nella politica del regime

Angelo Ventura

Libro

editore: Donzelli

anno edizione: 2013

pagine: 180

Una vera comprensione dell'Italia repubblicana si può avere solo se si parte da uno studio approfondito del fascismo, e in particolare del ruolo delle élites intellettuali e del grave e delicato nodo del razzismo italiano e della persecuzione antiebraica. Da questa radicata consapevolezza storiografica - e prima ancora etico-civile - prende le mosse Angelo Ventura nei contributi sul fascismo, l'ideologia antisemita e la persecuzione contro gli ebrei che vengono proposti e organizzati in volume. Storico tra i più valenti e rigorosi della sua generazione, Ventura affronta qui una delle questioni più spinose del nostro Novecento: capire se l'ideologia razzista sia stata il frutto di qualche bellicosa intemperanza dell'ala più intransigente del fascismo militante, o se invece non sia penetrata nei gangli più profondi della cultura nazionale, insediandosi fin nel cuore delle più sofisticate "cittadelle" intellettuali e delle più prestigiose università. In questi saggi, Angelo Ventura disegna un profilo profondamente innovativo dell'antisemitismo italiano e offre al contempo il giudizio più equilibrato e completo sull'opera di un altro grande storico del fascismo, Renzo De Felice.
19,00 18,05

Per una storia del terrorismo italiano

Angelo Ventura

Libro: Copertina rigida

editore: Donzelli

anno edizione: 2010

pagine: 179

Tra la fine degli anni sessanta e la prima metà degli anni ottanta l'Italia intera fu scossa dal terrorismo politico. Progressivamente sconfitto fino a ridursi a una dimensione marginale e sempre meno in grado di colpire, il terrorismo italiano rimane però uno dei nodi essenziali della nostra storia recente. Non solo esso ha segnato le vicende delle ali più radicali del nostro schieramento politico, ma ha rappresentato un drammatico problema generale per tutte le forze politiche, per lo Stato e per le sue istituzioni, per i suoi corpi di intelligence, di polizia e di giustizia, per gli interi equilibri che ne sono risultati in termini di coesione della compagine nazionale. I saggi di Angelo Ventura, scritti tutti all'inizio degli anni ottanta - nel fuoco più cruento dello scontro - e qui raccolti per la prima volta, sono insieme una testimonianza drammatica di altissimo valore civile e un presupposto indispensabile da cui partire, per chi voglia tentare di costruire oggi una storia del terrorismo italiano. Ventura, professore di Storia contemporanea all'Università di Padova (il luogo forse più denso di trame e di intrecci in quegli anni) pose la sua lucidità di storico al servizio di un'analisi rigorosa del fenomeno, cercando di individuarne nel modo più preciso cause e responsabilità. E per questo motivo pagò di persona il prezzo di un grave attentato.
26,00 24,70

Nobiltà e popolo nella società veneta del Quattrocento e Cinquecento
22,00

Innovazione e modernizzazione in Italia fra Otto e Novecento

Libro

editore: Franco Angeli

anno edizione: 1995

pagine: 672

64,50 61,28

Padova

Padova

Angelo Ventura

Libro: Copertina rigida

editore: Laterza

anno edizione: 1989

pagine: 454

22,72

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