Libri di Antonio Pedicini
Famiglie, donne, patafisica. Raccontini brevi da usare
Antonio Pedicini
Libro
editore: La valle del tempo
anno edizione: 2023
pagine: 108
Numerose sono le vicende a volte comiche, grottesche, surreali, ma sempre in stile patafisica, che si dipanano nel mosaico, spesso un "continuum" dei "raccontini brevi da usare", tra famiglie, donne e l'enigmatica "patafisica", che esiste non esistendo…
Due baci e piccole ferite
Antonio Pedicini
Libro: Libro in brossura
editore: Kairòs
anno edizione: 2019
pagine: 220
Il titolo di questa raccolta di racconti "Due baci e piccole ferite" è desunto da una citazione di Stephen King. Il numero uno della narrativa mondiale ha scritto che un racconto è come un bacio. Un racconto ti sfiora e ti prende come una donna che ti ama. E in questo lavoro troverete accomunati spesso l'amore e la paura, sentimenti apparentemente opposti, ma collegati da un legame molto profondo. Sì, perché amare vuol dire rischiare continuamente, scommettere, osare, e poi magari conquistare, e combattere allo stesso tempo con la paura di perdere quello stesso amore. Ecco che amore e morte, Eros e Thanatos combaciano come due facce della stessa medaglia. I "Baci" del titolo sono i racconti lunghi che aprono la raccolta... e le "piccole ferite" sono ciò che resta dopo i "Grandi baci...".
Pink Floyd. Musica per immagini
Antonio Pedicini
Libro: Libro in brossura
editore: Arcana
anno edizione: 2017
pagine: 191
È una proprietà specifica della musica dei Pink Floyd quella di evocare immagini interiori nella mente dell’ascoltatore. Secondo Roger Waters, è proprio questo il motivo profondo del loro successo: la creazione di immagini in grado a loro volta di generarne altre. Ma l’immagine suonata non può non avere un concreto supporto visivo, in primo luogo dal vivo: ed ecco allora gli spettacolari e mastodontici impianti scenografici utilizzati nei concerti più famosi dei Pink Floyd, il trionfo della spettacolarizzazione della musica rock per un gruppo per tanti versi lontano dall’incarnazione degli stereotipi del music business. Importante anche l’evoluzione delle copertine dei loro album, che a partire da atom heart mother si distaccano dal convenzionale prototipo degli inizi psichedelici, incentrato sulle fisionomie dei musicisti, per approdare, anche grazie all’apporto creativo di Storm Thorgerson, all’utilizzo sistematico di immagini emblematiche, volutamente surreali e di difficile decodificazione. Ma è nel rapporto con la settima arte, che attraversa tutta la parabola artistica della band, che l’interazione pinkfloydiana fra musica e immagine trova la sua massima espressione: dai primi esperimenti con Peter Whitehead nella Swinging London delle origini alla doppia collaborazione con Barbet Schroeder per More e La Vallée, dal rapporto con l’Antonioni di Zabriskie Point alla produzione del mitico Live at Pompeii, per culminare nell’epopea watersiana di The Wall (album, show e film, per la regia di Alan Parker): questo libro compie per la prima volta una lunga carrellata sull’universo immaginifico del gruppo, senza trascurare di indagare il tema anche nelle produzioni soliste di Waters e in quelle dei “nuovi Floyd” di Gilmour.

