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Libri di Carlo Pistolesi

L'età delle miniere

Carlo Pistolesi

Libro

editore: C&P Adver Effigi

anno edizione: 2024

pagine: 520

22,00 20,90

L'età delle miniere. L'industria mineraria italiana dall'Unità alla seconda guerra mondiale

L'età delle miniere. L'industria mineraria italiana dall'Unità alla seconda guerra mondiale

Carlo Pistolesi

Libro: Libro in brossura

editore: Archivinform

anno edizione: 2011

pagine: 496

L'industria mineraria ha dato un contributo significativo all'economia dell'Italia, ma al tempo stesso ha messo in evidenza i limiti strutturali del suo processo di industrializzazione. Un processo pensato senza tener conto, nella giusta misura, dell'assenza dei combustibili fossili all'interno dei confini nazionali. Così la mancanza del carbone prima e quella del petrolio poi hanno segnato profondamente i destini del Paese. L'autore, nel descrivere la storia dei comparti minerari tra l'Unità e la fine della seconda guerra mondiale, concentra la sua attenzione sull'evoluzione dei commerci e dell'uso dei minerali, cercando di correlare le vicende dell'industria mineraria con quelle più ampie della storia generale, senza trascurare il contesto internazionale. Alla fine ne esce un quadro sorprendente che se da una parte restituisce una lettura quantomeno inusuale della storia mineraria, dall'altra ci permette di cogliere i problemi del presente e di intuire le prospettive future. Il libro però fornisce anche gli strumenti per decifrare l'inascoltato messaggio dei resti delle miniere e per procedere ad una valorizzazione ragionata di quello che rimane del patrimonio minerario italiano.
25,00

La miniera di Baratti. Lo sfruttamenteo delle scorie etrusche dal 1915 al 1969
18,00

Dagli altiforni a carbone di legna a quelli al coke di portoferraio (1902) e piombino (1905)

Carlo Pistolesi

Libro: Libro in brossura

editore: La Bancarella (Piombino)

anno edizione: 2023

pagine: 48

La storia della siderurgia è stata oggetto di numerosi studi e contributi e, tuttavia, mi è parsa suscettibile di precisazioni la ricostruzione del percorso che ha portato alla sostituzione dei superati altiforni a carbone di legna con i più efficienti altiforni al coke. Lo stesso Angelo Nesti, riferendosi all'Ottocento, riconobbe che "alcuni periodi e alcune realtà non hanno avuto la giusta attenzione". Senza avere la pretesa di cambiare quel giudizio, ho cercato di raccontare quel percorso da un punto di vista inusuale e cioè quello delle materie prime nazionali, del loro uso e dei loro limiti. Il periodo studiato è quello compreso tra l'Unità e il 1905, ma che affonda le sue radici nel Congresso di Vienna e nella Restaurazione e che prosegue con lo scopo di trovare il miglior uso, nell'interesse nazionale, dei minerali di ferro dell'Isola d'Elba, appartenenti al demanio minerario, ma indisponibili fino al 1881. Tra le materie prime della siderurgia vi erano anche i minerali di manganese e il litantrace, ovvero l'indiscussa fonte energetica dell'Ottocento e della prima metà del Novecento, ma di cui non vi era traccia all'interno dei confini nazionali. Il Regno d'Italia poteva, invece, contare sulla pessima torba dell'Italia settentrionale e sulla scadente lignite xiloide del Valdarno, Spoleto e Terni. L'impossibilità di poter usare la lignite per fondere i minerali di ferro e il minor costo della ghisa di importazione, rispetto a quella che si poteva fabbricare in Italia con il carbone estero, complicò la sostituzione degli obsoleti altiforni a carbone di legna. L'apparente paradosso della contemporanea esportazione dei minerali elbani e importazione di ghisa, ferro, acciaio, materiale ferroviario e delle navi di ferro, fu oggetto di discussioni, ripensamenti e di fallimentari progetti per aumentare la produzione nazionale di ghisa. Solo nei primi anni del Novecento, tra i protagonisti di quella vicenda, si inserì Piombino e la famiglia Bondi, con l'abbandono dell'altoforno a carbone di legna e la creazione di un complesso siderurgico all'avanguardia rispetto a quello realizzato, pochi anni prima, a Portoferraio. In Italia si affermò così la siderurgia dal minerale, ma era un'industria senza solide basi, non avendo risolto la questione energetica e l'esclusiva dipendenza italiana dal carbone inglese.
10,00 9,50

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