Libri di Claudia Cieri Via
Gestualità leonardesca. Tra teologia cristiana e virtus pagana: la Vergine delle rocce e la Lucrezia romana di Marco D'Oggiono
Alessandro Rossi
Libro: Libro in brossura
editore: Mimesis
anno edizione: 2020
pagine: 344
Esiste una relazione sotterranea che l'attiguità storica e stilistica fra due o più opere dissimula e veicola. Per coglierla è necessario pensare che ciò che nasconde svela e che ciò che svela nasconde, ovvero che l'aspetto storico della ricerca nasconde e svela quanto di archetipico la storia stessa racchiude. Lo nasconde perché alla storia in quanto disciplina non è metodologicamente concesso di andare oltre i propri confini epistemologici e di conseguenza essa ignora tutto ciò che le è (apparentemente) estraneo. Al tempo stesso, non potendo nulla essere estraneo alla storia, essa non può che veicolare e svelare ciò che già comprende in sé. Tale svelamento può compiersi attraverso un “montaggio” che permette un relazionarsi di dati storici e stilistici in grado di fare dialogare le opere su un piano più profondo, strutturale, antropologico. Due dipinti di Marco d'Oggiono, la "Vergine delle rocce" e la "Lucrezia romana", firmati in greco sul verso, costituiscono un significativo caso studio rinascimentale su cui esercitare un tipo di storia dell'arte antropologicamente orientata. Prefazione di Claudia Cieri Via.
L'arte delle metamorfosi. Decorazioni mitologiche nel Cinquecento
Claudia Cieri Via
Libro
editore: Lithos
anno edizione: 2003
pagine: XVI-442
Leo Steinberg now. Il pensiero attraverso gli occhi
Libro: Libro in brossura
editore: Campisano Editore
anno edizione: 2022
pagine: 432
Pochi storici dell’arte hanno scosso il corso tranquillo della nostra disciplina accademica quanto Leo Steinberg (1920-2011). Dagli affreschi del Rinascimento (Leonardo, Michelangelo), fino all’arte americana del dopoguerra (De Kooning, Rauschenberg), passando per l’architettura barocca (Borromini), per la scultura di Rodin e per l’arte di Picasso, non c’è stato artista noto, o movimento artistico, che non sia stato posto sotto una nuova luce dalle ricerche di Steinberg. Che lo si associ a Other Criteria, a Leonardo’s Incessant Last Supper, oppure a La sessualita di Cristo nell’arte rinascimentale e il suo oblio nell’epoca moderna, ogni suo libro colpisce per la sua originalità, per l’erudizione, per il modo in cui le opere sono restituite in tutta la loro complessità storica, plastica, formale e spaziale, e per un certo modo, alquanto singolare, inatteso e ironico, di esporre le sue osservazioni e interpretazioni. Se Steinberg gode oggigiorno di un’innegabile reputazione, i suoi scritti e la sua concezione della storia dell’arte, al contrario, sono stati poco indagati dal punto di vista della storia della Storia dell’arte. Nonostante il suo ruolo nella storia artistica, culturale e intellettuale del XX secolo, la sua vita, la sua formazione, il suo percorso accademico, la sua posizione storica, la sua scrittura e la sua pratica storico-artistica sono ancora scarsamente considerati. È questo l’obiettivo del presente libro che tenta di riattivare l’eredità intellettuale di Leo Steinberg per smuovere una pratica storico-artistica solitamente monotona, troppo poco audace e poco irriverente. Leo Steinberg Now! Un invito che ci auspichiamo possa condurre a pensare, leggere e osservare le opere d’arte in un modo diverso grazie a Leo Steinberg.
Il mito di Venere a Palazzo Te
Claudia Cieri Via
Libro: Libro in brossura
editore: Tre Lune
anno edizione: 2021
pagine: 120
Palazzo Te è un luogo-scrigno che racconta miti e metamorfosi in ogni suo angolo, un labirinto visivo che chiede di essere non solo ammirato, ma anche decifrato, letto, ascoltato, vissuto. Nella cultura e nell’immaginario di Giulio Romano e della nobiltà rinascimentale che ha abitato e vissuto il palazzo nei momenti di festa, il mito greco, filtrato dalla letteratura latina, era vivo e capace di emozionare. Era una presenza che si animava di rimandi, di letture, di immagini e di sogni. Il mito parlava e cantava. Il mito di Venere, dea della bellezza che nasce dall’armonia, pacificatrice del cielo e della terra, per ben ventisei volte è riprodotta nelle sale del palazzo. La dea più rappresentata, più vista, più pensata. La dea di una bellezza che ci attende.
Sidival Fila. Ediz. italiana e inglese
Libro: Libro in brossura
editore: Silvana
anno edizione: 2018
pagine: 175
Dai materiali umili agli oggetti di scarto, fino ai tessuti liberi e introflessi, l'elemento costante nel percorso estetico di Sidival Fila, artista e frate minore francescano, è la ricerca del contatto con la materia, cui l'opera d'arte mira a restituire la voce, della quale tenta di raccontare la storia e far percepire la vibrazione. "Basso, alto, alto, basso. L'artista scende nella realtà per prelevare materie gettate, dimenticate, e sale nel momento in cui eleva quelle stesse materie alla bellezza della luce, alla verticalità del telaio, alla dignità dello sguardo. Tutto nell'arte di Fila racconta un'ascesi che include il contatto con il reale, tutto conduce in un immanente che include e per questo svela il trascendente".
Unità e frammenti di modernità. Arte e scienza nella Roma di Gregorio XIII Boncompagni (1572-1585)
Libro: Libro in brossura
editore: Fabrizio Serra Editore
anno edizione: 2012
pagine: 316
Il presente volume raccoglie i saggi in lingua italiana presentati in occasione del convegno internazionale di studi dedicato al patronato artistico e culturale di Gregorio XIII, svoltosi a Roma nel 2004. I saggi in inglese sono usciti nei "Memoirs of the American Academy in Rome" nel 2010. Il convegno ha offerto per la prima volta la possibilità di un confronto fra studiosi di formazione diversa impegnati su molteplici fronti della storia artistica e letteraria del pontificato. Fulcro del convegno, evidenziato dai saggi che presentiamo (inclusi anche quelli già pubblicati nei "Memoirs") dedicati alle decorazioni vaticane, al rapporto fra arte e scienza, al collezionismo, al ruolo del cerimoniale e del rituale e alla storiografia coeva, è il rapporto fra la straordinaria unità del patronato culturale e artistico gregoriano univocamente dedicato al programma di Riforma cattolica e la molteplicità dei mezzi e delle esperienze utilizzate a tale scopo. Gregorio XIII considerava l'arte uno strumento di propaganda politica e religiosa e l'arte gregoriana, seppur accompagnata da collezionismo privato e mercato d'arte, per il pubblico colto, era innanzitutto esaltazione corale della Chiesa e affermazione della centralità cultuale e culturale di Roma nel mondo cristiano. Così come dimostra tale centralità l'interesse per la scienza: la riforma del calendario e la Galleria delle Carte geografiche.
Nei dettagli nascosto. Per una storia del pensiero iconologico
Claudia Cieri Via
Libro: Libro in brossura
editore: Carocci
anno edizione: 2009
pagine: 383
Il pensiero iconologico attraversa tutto il XX secolo, trovando in Germania e poi in Inghilterra e negli Stati Uniti i luoghi di affermazione e di diffusione. Il percorso di questa tradizione di studi segue le vicende accademiche, scientifiche e personali dei protagonisti: Aby Warburg, Fritz Saxl, Erwin Panofsky, Edgar Wind, Rudolf Wittkower e il viennese Ernst Gombrich. In questo libro, nuova edizione di un testo ormai "classico" del settore, l'autrice esamina con sguardo critico lo sviluppo dell'iconologia che trova, dopo la metà del Novecento, esiti e connessioni con altre discipline, dalla semiotica alla psicanalisi, alla psicologia della percezione, alla storia sociale, all'antropologia. Alla luce degli attuali interessi per l'immagine e per la cultura visiva l'iconologia è al centro del dibattito sul rapporto fra immagine e opera d'arte, fra capolavoro e immagine documentaria, fra visività e espressione significante e patetica, fra tradizione e anacronismo, fra immagine e testi, fra linguaggi visivi e linguaggi verbali, poetici e musicali, introducendo, nel superamento dei confini disciplinari e geografici, un'accezione antropologica dell'immagine, all'interno del dibattito attuale sull'"iconic turn", e aprendo al multiculturalismo, alla multimedialità e alle neuroscienze.
Introduzione a Aby Warburg
Claudia Cieri Via
Libro: Copertina morbida
editore: Laterza
anno edizione: 2011
pagine: 199
Studioso di Botticelli, Ghirlandaio, Leonardo, Dürer e Rembrandt, ma anche di mitologia e astrologia, Aby Warburg ha legato la sua fama all'Istituto da lui fondato ad Amburgo, alla straordinaria Biblioteca e al suo eccentrico progetto Mnemosyne, l'Atlante della Memoria. Claudia Cleri Via mette a fuoco gli aspetti più significativi del suo percorso intellettuale. Nel panorama storico-artistico fra fine Ottocento e inizio Novecento, Warburg si è imposto all'attenzione internazionale per l'originalità delle sue ricerche fondate sull'osservazione degli elementi antichi nell'arte del Quattrocento fiorentino, nella rivisitazione della tradizione estetica settecentesca e nell'adesione alla concezione della storia di Jacob Burckhardt. La critica contro un'arte estetizzante, l'interesse per il carattere psicologico, espressivo e simbolico delle immagini, così come per il rapporto delle opere d'arte con la storia della cultura hanno fondato un metodo di studio della storia dell'arte, che pochi anni dopo sarebbe stato codificato dall'iconologia di Erwin Panofsky. Le ricerche sulle immagini in movimento di Botticelli e Ghirlandaio, sui rilievi di Donatello, sui disegni e le incisioni di Dürer e sui dipinti di Rembrandt, come sui fogli di propaganda dell'età di Lutero, hanno configurato una storia delle immagini, definita una 'scienza senza nomi', che rompe con l'impostazione evolutiva della tradizione storiografica, per imporsi come sistema di pensiero depositato nella costruzione della sua Biblioteca.
Aby Warburg e la cultura italiana. Fra sopravvivenze e prospettive di ricerca
Claudia Cieri Via, Micol Forti
Libro
editore: Mondadori Università
anno edizione: 2009
pagine: X-310
Il libro, che raccoglie una serie di saggi di studiosi italiani e tedeschi, vuole dare un contributo al rapporto di Aby Warburg con l'Italia, in particolare nella ricezione del suo pensiero e della sua eredità da parte della cultura italiana nella prima metà del Novecento. Esso è strutturato in due parti. La prima si concentra sui rapporti con gli storici dell'arte e della cultura italiani e all'impatto con la situazione politica e ideologica della fine degli anni Venti. La seconda è dedicata al Nachleben, vale a dire alla "sopravvivenza" del pensiero di Aby Warburg e dell'Istituto da lui fondato nella cultura italiana fino alla metà del Novecento, quando fu piuttosto il Warburg Institute a entrare in contatto con le Istituzioni e gli studiosi italiani: da Ranuccio Bianchi Bandinelli a Giulio Carlo Argan, da Augusto Campana ad Arnaldo Momigliano ad Arturo Farinelli. Gli esiti di tale sopravvivenza si rintracciano anche negli studi di autori, come Ernesto de Martino e Enrico Castelli, che in Italia sembrano aver colto e interpretato quell'impostazione interdisciplinare che si pone in modo del tutto innovativo nella cultura italiana del secondo dopoguerra.
Lo sguardo di Giano. Aby Warburg fra tempo e memoria
Claudia Cieri Via, Pietro Montani
Libro
editore: Aragno
anno edizione: 2005
pagine: 631
Nei dettagli nascosto. Per una storia del pensiero iconologico
Claudia Cieri Via
Libro
editore: Carocci
anno edizione: 2000
pagine: 276
Quando nel 1912 Aby Warburg utilizzò per la prima volta l'espressione 'analisi iconologia' per indicare un nuovo metodo critico basato sull'interpretazione del significato intrinseco degli elementi figurativi, lo studio dei fenomeni storico-artistici subì un profondo mutamento. Nasceva infatti l'iconologia, ovvero un sistema interpretativo che intendeva illuminare i rapporti esistenti tra la rappresentazione artistica e i suoi apporti culturali (filosofici, estetici, religiosi) chiarendone le connessioni e la reciproca influenza. Warburg prima e dopo di lui Panofsky aprirono così la strada ad una scuola di pensiero dalla lunga e complessa evoluzione che avrebbe in seguito avuto esiti notevolissimi oltreoceano, collegando la grande tradizione europea degli studi storico-artistici alla cultura americana del primo Novecento. L'autrice sviluppa un approfondimento critico ad ampio raggio, analizzando attraverso le vicende - accademiche e private - di personaggi come Fritz Saxl, Gertrud Bing, Rudolf Wittkower ed Ernst Gombrich la nascita, l'evoluzione e la successiva crisi della scuola, con una particolare attenzione agli ambienti culturali che a queste fecero da sfondo. Viene stabilito infine come le recenti contaminazioni, poi, dell'iconologia con la semiotica, la psicoanalisi, la psicologia della Gestalt o l'antropologia hanno prodotto interessanti spunti di ricerca sia in Inghilterra e in Germania - da sempre attente a questo tipo di impostazione - che in Italia, tradizionalmente considerata la patria dell'attribuzionismo e dei conoscitori.
Mantegna
Claudia Cieri Via
Libro
editore: Giunti Editore
anno edizione: 1998
pagine: 48
La presente pubblicazione è dedicata ad Andrea Mantegna (1431-1506), protagonista colto e ricercato dell'arte veneta con il gusto per la rappresentazione mitologica in chiave allegorica e moralistica. Allievo a Padova di Francesco Squarcione, fu un appassionato cultore dell'antico, delle riscoperte archeologiche e letterarie, ma anche attento alle innovazioni prospettiche dell'arte fiorentina contemporanea, che approdava a Padova con il lavoro di Donatello. Pittore prediletto dei Gonzaga a Mantova, realizzò tra l'altro per spazi della corte i noti affreschi della "camera picta" e il ciclo del Trionfo di Cesare.