Libri di Diana Thermes
Per un liberalismo integrale
Bruno Leoni
Libro
editore: Rubbettino
anno edizione: 2018
pagine: 436
A cinquant’anni dalla scomparsa di Bruno Leoni (1913-1967), il volume ne ricorda il pensiero e l’attività, ripercorrendo le diverse fasi del suo iter intellettuale all’insegna del rinnovamento della cultura liberale italiana. Dopo aver denunciato il contributo pionieristico di Leoni alla filosofia del diritto, alla scienza politica e alla storia delle dottrine politiche, sottolineandone l’opera di sprovincializzazione e svecchiamento della cultura politica dell’Italia del dopoguerra, prende in esame il “modello Leoni” da una duplice ottica: nel campo giuridico, mette in evidenza, attraverso un’ampia discussione critica, le interconnessioni basilari con il metodo della Scuola Austriaca di Economia, con specifica attenzione all’individualismo metodologico e alla catallassi; nel campo politico, mette in luce il radicalismo dell’apporto leoniano alla riflessione sul potere, sulle istituzioni rappresentative e sulla democrazia, rimarcandone la stretta vicinanza con il libertarianism statunitense. Così che tutta la speculazione di Leoni su diritto, economia, politica e democrazia rivela un pensatore non solo affatto innovativo ma anche profondamente radicale, che si è voluto votare alla difesa più estrema e coerente della libertà individuale mirando a un “liberalismo integrale”.
Rivoluzione & rivoluzioni. Volume Vol. 2
Libro: Libro in brossura
editore: Carabba
anno edizione: 2024
pagine: 800
Ayn Rand e il fascismo eterno. Una narrazione distopica
Diana Thermes
Libro: Libro in brossura
editore: IBL Libri
anno edizione: 2021
I comunisti volevano realizzare il paradiso terrestre. Un mondo di uguaglianza, senza sfruttati e sfruttatori, che ben presto però ha mostrato il suo vero volto: miseria diffusa e privazione della libertà individuale. Nelle opere di Ayn Rand la critica del comunismo e del socialismo prende la forma della narrazione distopica, prima in "Antifona" (1938) e poi in "La rivolta di Atlante" (1957). All’utopia comunista, Rand contrappone l’utopia universale di una Nuova Atlantide che promette benessere e felicità grazie alla possibilità per ogni individuo di sfruttare appieno i suoi talenti. Filosofa e romanziera di successo, Rand è stata fra i pochissimi intellettuali contemporanei a difendere apertamente il capitalismo, che per lei era ben più di un sistema economico, rappresentando infatti una vera e propria filosofia di vita. Nonostante sia scomparsa nel 1982, nelle sue pagine si trovano anticipazioni e risposte che calzano perfettamente ai populismi e ai sovranismi di oggi.
Il potere e la parola. Scritti su propaganda, politica e censura
George Orwell
Libro: Libro in brossura
editore: Piano B
anno edizione: 2021
pagine: 240
"Il potere e la parola" raccoglie quindici scritti di George Orwell - di cui cinque inediti in lingua italiana - che ruotano attorno ai temi della propaganda, della censura e dell'uso distorto del linguaggio politico, giornalistico e letterario. Composti prevalentemente tra gli anni Trenta e Quaranta, i saggi presenti in questa antologia sono ancora in grado di illustrare con sconcertante accuratezza, oltre settant’anni più tardi, la nostra stessa attualità: le “narrazioni” che divengono surrogati dei resoconti fattuali, la scomparsa della realtà oggettiva e la sua sostituzione con l’interpretazione di comodo, il potere esercitato dalle notizie false nelle società moderne, i concetti di post-verità e la distorsione del linguaggio stesso ad uso di determinate ideologie. Come sempre la scrittura di Orwell si rivela profetica e acutissima: in Orson Welles e l’invasione da Marte lo scrittore prevede con impressionante chiarezza l'ascesa e le cause di quelle che oggi chiamiamo “fake news”; in La libertà di stampa denuncia i subdoli meccanismi censori generati da una certa intellighenzia, e il tentativo perverso di ergersi a difensori della democrazia ricorrendo a metodi intrinsecamente totalitari; in Svelare il segreto spagnolo scrive di come la propaganda riesca a far “scomparire” i fatti oggettivi a favore di “narrazioni” di parte; in Sotto il naso racconta della tendenza umana ad "aggiustare" la realtà per creare "narrazioni" più consone all’ideologia del momento; in Che cos'è il fascismo? della confusione generata dal linguaggio giornalistico su concetti chiave e fondamentali per il progresso della società democratica. Cinque sono i saggi presenti e mai pubblicati prima in Italia: Che cos'è il fascismo?; Parole nuove; Sotto il naso; Svelare il segreto spagnolo; Libertà del parco. Tutti furono composti in un periodo cruciale per lo scrittore e giornalista, in cui produsse alcune delle sue opere più celebri come 1984 e La fattoria degli animali. Apre il libro un saggio introduttivo di Diana Thermes, docente di storia del pensiero politico europeo presso il Dipartimento di Scienze politiche dell'Università Roma TRE.
Rivoluzione & rivoluzioni. Volume Vol. 1
Libro: Libro in brossura
editore: Carabba
anno edizione: 2019
pagine: 788
Il volume si propone come un’agorà di confronto a più voci sul tema della Rivoluzione, considerata da una prospettiva sia teorica che storica. Cosa s’intende per “rivoluzione”? Quali sono i suoi criteri interpretativi? È possibile darne una definizione? È rivoluzione solo quella moderna, legata al tempo lineare e progressivo, e non anche quella anticamedievale, legata al tempo circolare e ciclico della revolutio orbium coelestium? È sempre pura la rivoluzione o è affetta, talvolta/sempre, da uno spirito di rigenerazione? È una “rottura” oppure implica una continuità? E nel tempo lungo, qual è il rapporto trarivoluzione ed evoluzione? Infine: è da intendersi per rivoluzione solo la rivoluzione politica e istituzionale o anche la révolution des esprits?
Anna Maria Battista e la modernità politica
Diana Thermes
Libro: Libro in brossura
editore: Nuova Cultura
anno edizione: 2012
pagine: 180
La modernità politica non nasce con Machiavelli, come vuole la storiografia più tradizionale, ma con Montaigne e i libertins politiques di cui egli è mentore intellettuale. Perché la cifra della modernità, secondo la Battista, non sta nella separazione politica-morale praticata dal Principe all'ombra della Giustizia in nome della salus populi, ma nella negazione della giustizia stessa come oggettività etica e nella sua riduzione a giustizia tutta politica, relativa e mutevole. Scomparsa ogni eticità dall'orizzonte politico che circoscrive lo Stato, il sovrano, la legge, la politica e la comunità, revocata in dubbio l'autenticità delle leggi naturali di guida all'agire morale, la lacerazione della coscienza che ne deriva induce al ripiegamento su se stessi, al distacco dall'etica comunitaria e al rifiuto di ogni dimensione politica. L'individuo dissociato e apolitico di Montaigne proietta la sua lunga ombra fino a Tocqueville, e con lui fino ai giorni nostri, traversando il disperato tentativo di ricomposizione pubblico-privato di Rousseau-Robespierre.