Libri di Dino Campana
L'opera in versi e in prosa
Dino Campana
Libro: Libro rilegato
editore: Mondadori
anno edizione: 2024
pagine: 1740
Da Il più lungo giorno – primo manoscritto inviato a Papini e Soffici in vista di una possibile pubblicazione e poi a lungo disperso – ai taccuini, fino ai testi contenuti in fondi divenuti col tempo irreperibili, il Meridiano, a cura di Gianni Turchetta, offre per la prima volta a lettori, studiosi e appassionati la possibilità di leggere per intero, con un ampio apparato di commento, l’opera in versi e in prosa dell’autore dei Canti Orfici. Intorno a questo libro – ricorda Turchetta – si concentra infatti l'«ossessione variantistica» di Campana, non solo attribuibile alla vicenda biografica, ma specchio di quella «tensione verso la verità e la perfezione dello stile […] per definizione irraggiungibile». Il volume raccoglie inoltre, in ordine cronologico, tutte le lettere, comprese quelle indirizzate a Sibilla Aleramo, con la quale il poeta intrattenne una tormentata e ormai celeberrima storia d’amore.
Dolce illusorio Sud. Autografi sparsi
Dino Campana
Libro
editore: Postcart Edizioni
anno edizione: 1997
pagine: 104
Canti orfici e altre poesie
Dino Campana
Libro: Libro in brossura
editore: Garzanti
anno edizione: 2004
pagine: 224
Introduzione e note di Neuro Bonifazi. «Poesia in fuga» è stata definita l'opera di Dino Campana, per l'urgenza di contenuti, l'impasto verbale furioso e straziante, la tensione alla costruzione sempre delusa, l'intrinseca componente trasfiguratrice e visionaria, la dimensione simbolico-metafisica. I versi e le prose liriche di questo volume sono riconosciuti come uno degli esiti più originali della poesia italiana del Novecento: apertamente sperimentali nella forma, sono una folgorante evocazione dei grandi temi del decadentismo e del simbolismo, rivissuti con eccezionale impeto lirico. Ma sono anche la testimonianza più pura di un poeta unico e straordinario, anzi l'immagine stessa della passione poetica, di una vocazione lirica autentica perseguita fino alla follia.
Un po' del mio sangue. Canti Orfici, Poesie sparse, Canto proletario italo-francese, Lettere (1910-1931)
Dino Campana
Libro: Copertina morbida
editore: Rizzoli
anno edizione: 2005
pagine: 298
"Dino Campana morì in manicomio, ma non fu afflitto da una romantica follia connessa con il suo essere poeta. Andò in Argentina e ci rimase un mese, ma non fu il poeta italo-argentino. Conobbe Sibilla Aleramo e a suo modo l'amò, ma "un viaggio chiamato amore" è la versione storpiata di un suo verso, in una poesia dove si parla di sangue e di lacrime. Pubblicò a sue spese un solo libro e cercò di venderlo nei caffè di Firenze e di Bologna, ma non minacciò i compratori e non stracciò le pagine che loro non avrebbero capito. Amò l'Italia degli emigranti e dei poveri, e scrisse un Canto proletario italo-francese che è la più bella poesia patriottica della Grande Guerra." (Sebastiano Vassalli)
Le più belle poesie di Dino Campana
Dino Campana
Libro: Libro in brossura
editore: Crocetti
anno edizione: 2024
pagine: 96
Nell’erranza e nel tormento, nella solitudine e nella follia che segnano tutta la sua vita, Dino Campana compone versi tra i più alti e disperati della letteratura italiana. È irta di ostacoli anche la strada che porta alla pubblicazione della sua raccolta, Canti Orfici, nata da una prima versione, Il più lungo giorno, che Campana consegna a Giovanni Papini nel dicembre 1913. Papini la passa per un parere ad Ardengo Soffici, che la smarrisce nel corso di un trasloco. Campana chiede più volte la restituzione del manoscritto, poi si rassegna: nel 1914 fugge sui monti vicino a Marradi e in qualche mese scrive i Canti Orfici. Grazie a una colletta, nell’agosto 1914 stampa il libro, che non è “una semplice ricostruzione, ma il ripensamento più intenso e originale del poeta di Marradi” (G. Cacho Millet), destinato a diventare un testo capitale della lirica del Novecento. Molti anni dopo, nel 1971, il manoscritto de Il più lungo giorno sarà ritrovato in un baule dalla figlia di Soffici, Valeria, e venduto all’asta nel 2004 per 213.000 euro.
Canti Orfici. Die Tragödie des letzten Germanen in Italien
Dino Campana
Libro: Libro in brossura
editore: Lampi di Stampa
anno edizione: 2017
pagine: 93
"O il tuo corpo! il tuo profumo mi velava gli occhi: io non vedevo il tuo corpo (un dolce e acuto profumo): là nel grande specchio ignudo, nel grande specchio ignudo velato dai fumi di viola, in alto baciato di una stella di luce era il bello, il bello e dolce dono di un dio: e le timide mammelle erano gonfie di luce, e le stelle erano assenti, e non un Dio era nella sera d'amore di viola: ma tu leggera tu sulle mie ginocchia sedevi, cariatide notturna di un incantevole cielo. Il tuo corpo un aereo dono sulle mie ginocchia, e le stelle assenti, e non un Dio nella sera d'amore di viola: ma tu nella sera d'amore di viola: ma tu chinati gli occhi di viola, tu ad un ignoto cielo notturno che avevi rapito una melodia di carezze."
Inediti
Dino Campana
Libro: Libro in brossura
editore: AttraVerso
anno edizione: 2022
pagine: 124
La raccolta Inediti – pubblicata postuma nel 1942 dopo il ritrovamento dei familiari nella casa natale del poeta di un quaderno scolastico inaspettatamente pieno di scritti – mette in luce la poliedrica poetica di Campana, tanto radicata nella tradizione letteraria quanto innovativa. A comporre istantanee ricche di suggestioni sono il rapporto viscerale con il paese d’origine Marradi, la quotidianità della vita fiorentina, l’adorata Genova, l’esperienza a Buenos Aires, e ancora i temi cari all’autore: la notte, la natura coi suoi colori, l’amore, l’arte, il viaggio, la follia. Poesie e pensieri in cui, tra versi ermetici e versi di altrettanta immediata espressività, emergono i sentimenti e le idee che ne accompagnarono la travagliata esistenza.
Canti orfici
Dino Campana
Libro: Libro in brossura
editore: Newton Compton Editori
anno edizione: 2021
pagine: 144
I "Canti Orfici" sono, soprattutto, un incalzante susseguirsi di paesaggi interiori, inquieti, tesi e spaventati. La descrizione di un pomeriggio qualsiasi, o di un remoto borgo toscano, diventano così il pretesto per una confessione intima e carica di disperazione, in cui il poeta mostra - quasi senza pudore - tutti i suoi nervi scoperti. Dotato di una sensibilità straordinaria, Dino Campana si distacca dai suoi contemporanei, forse più quieti di lui, per dare espressione a una poesia fatta di ricordi, sogno e solitudine, a tratti violenta, e densa di una capacità di visione profonda e delicata. "Ma per il vergine capo Reclino, io poeta notturno Vegliai le stelle vivide nei pelaghi del cielo, Io per il tuo dolce mistero Io per il tuo divenir taciturno".