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Libri di Fabrizio Denunzio

La morte nera. La teoria del fascismo di Walter Benjamin

Fabrizio Denunzio

Libro: Libro in brossura

editore: Ombre Corte

anno edizione: 2016

pagine: 119

Il rapporto di Walter Benjamin con il fascismo è solitamente ricondotto ad alcuni episodi frammentari: l'intervista al fascista francese Georges Valois, la recensione a un libro curato da Ernst Jünger, alcuni riferimenti contenuti nell'"Opera d'arte" e nelle tesi "Sul concetto di storia". In realtà, dal viaggio in Italia agli ultimi giorni della sua vita, il filosofo tedesco non ha mai smesso di lavorare segretamente a una teoria del fascismo con la quale dare un significato razionale al fenomeno politico più sconvolgente della prima metà del XX secolo. Nel momento stesso in cui si impegna a correggere i fondamenti dogmatici del marxismo volgare e a fornire una propria versione del materialismo storico in funzione dell'avvento di grandi media di massa come cinema e radio, Benjamin elabora una teoria del fascismo nella quale nulla viene trascurato: dai fattori storici (le conseguenze del processo di modernizzazione e il problematico progetto dei Lumi) e strutturali (la crisi economica europea nel Primo dopoguerra), a quelli sovrastrutturali (l'estetica fascista con il suo culto della personalità creatrice e la sua prassi monumentalistica) e intrapsichici (il Duce come padre degenere desideroso di durare in un'eternità di crimini). Alla fine della sua ricostruzione, l'autore dimostra che se c'è un punto in cui questa teoria di Benjamin concorda con alcune riflessioni prodotte dal pensiero della seconda metà del XX secolo (almeno quello più sperimentale) sulle nuove forme di fascismo...
10,00 9,50

Morti senza sepoltura. Tra processi migratori e narrativa neocloniale

Ottavia Salvador, Fabrizio Denunzio

Libro: Libro in brossura

editore: Ombre Corte

anno edizione: 2019

pagine: 107

"Migranti economici" o "migranti politici"? Queste classificazioni ciniche e strumentali, forgiate nei laboratori di tanta sociologia etnocentrica di stampo neopositivista, e adottate acriticamente da leader istituzionali, hanno finito col costruire l'immaginario con il quale si tende a percepire il fenomeno migratorio. In questo loro lavoro, i due autori provano a scardinarlo, introducendo un altro "tipo" di immigrati-emigrati, quelli morti, ritenendo che uno degli indicatori fondamentali e più affidabili con cui misurare la civiltà degli Stati d'accoglienza sia la sepoltura che essi riservano agli stranieri. Alternando il materiale al simbolico, la ricerca etnografica all'analisi socio-culturale del romanzo neocoloniale italiano, il libro analizza le migrazioni e la causa storica che le produce e riproduce, il colonialismo, a partire dal lungo corteo di morti che lasciano al loro passaggio, da Majid E. K., morto a causa di un incidente mentre era trattenuto al Centro di identificazione ed espulsione di Gradisca d'Isonzo all'eritrea Zeb'hí Tanqualít de "Il tempo delle iene" di Carlo Lucarelli, dai defunti nel mar Mediterraneo alla ragazza etiope senza nome de "I fantasmi dell'Impero" di Marco Consentino, Domenico Dodaro e Luigi Panella. Come scrive Abdelmalek Sayad, nel saggio inedito in appendice: "La morte in immigrazione e in esilio è un momento di verità, la morte dello straniero e la morte in terra straniera è un momento di verità per tutti".
10,00 9,50

La divisione del lavoro sociale di Durkheim

Robert K. Merton

Libro: Libro rilegato

editore: Kurumuny

anno edizione: 2019

pagine: 60

“Durkheim’s Division of Labor in Society” esce nel 1934 nell’«American Journal of Sociology» e, assieme a “Recent French Sociology”, apparso in «Social Forces» sempre nello stesso anno, è tra i primissimi scritti di Robert K. Merton. Dietro richiesta di P. Sorokin, all’epoca tra i suoi maestri ad Harvard, il giovane e brillante sociologo si cimenta in un confronto serrato con "La divisione del lavoro sociale" di É. Durkheim. Da questo incontro nasce il saggio qui tradotto per la prima volta in italiano, con il quale Merton inizia a porre le fondamenta di una relazione teorica e pratica con i concetti del sociologo francese che lo accompagnerà per il resto della sua ricerca.
10,00 9,50

Ospitalità e spirito del capitalismo. Teorie, storie, istituzioni

Fabrizio Denunzio

Libro: Libro in brossura

editore: Ombre Corte

anno edizione: 2024

pagine: 120

La globalizzazione ha intensificato i movimenti migratori internazionali negli ultimi cinquant’anni, portando all’attenzione delle coscienze e delle istituzioni il problema dello straniero. Di certo, l’Occidente non si è fatto trovare impreparato di fronte all’evento visto che, almeno dal XVI secolo in poi, aveva già messo a punto una serie di funzioni disciplinari con cui imbrigliare, addomesticare e sottomettere ogni forma di alterità: economica (i poveri), di genere (le donne) e di razza (i primi popoli colonizzati delle Americhe). Il libro parte dal dibattito filosofico contemporaneo sul concetto di “ospitalità” per poi rintracciare negli studi storici e sociologici classici sulla nascita del capitalismo alcuni dei momenti cruciali che hanno segnato l’inconciliabilità essenziale tra il suo spirito e ogni forma di accoglienza dell’altro. Un’accoglienza che non fosse mediata dall’internamento e dal profitto, ma, ancor più profondamente, dalla necessità di ridurre l’altro in modo gerarchico e verticale ai suoi valori, quelli del mercato. La ricerca si chiude con un primo abbozzo d’indagine sulla storia del movimento operaio e sulle forme inedite di accoglienza di cui si è fatto protagonista, non ultima il blocco dei portuali di Genova per non caricare materiali bellici sulla nave saudita “Bahri Yanbu”, e questo per dimostrare quanto sia possibile e indispensabile coniugare un’etica dell’ospitalità con la coscienza di classe.
10,00 9,50

Quando il cinema si fa politica. Saggi su «L'opera d'arte» di Walter Benjamin

Fabrizio Denunzio

Libro: Libro in brossura

editore: Ombre Corte

anno edizione: 2010

pagine: 105

Nel 1936 Walter Benjamin pubblica "L'opera d'arte nell'epoca della sua riproducibilità tecnica". L'entusiasmo dell'autore per le capacità rivoluzionarie del cinema è stato quasi sempre "stigmatizzato" come un'ingenua credenza in un'utopia tecnologica. Il presente volume dimostra che non si trattava di ingenuità, ma di un preciso progetto teorico: la riformulazione di alcune categorie del marxismo classico. L'autore individua un'interazione tra concetti marxiani e alcuni elementi che Benjamin vede al lavoro nella macchina-cinema (montaggio, attore, divertimento). Alienazione, ideologia, dialettica, storia, internazionalismo e valore, osservati attraverso le lenti dell'opera d'arte, offrono nuova linfa alla comprensione del presente. "Quando il cinema si fa politica" legge il saggio benjaminiano come un tentativo di interpretare il mondo per trasformarlo, quindi come un testo di teoria e di prassi politica senza limitarlo alla sola dimensione estetica o sociologica. E per questo motivo che, ben oltre il cinema, nell'opera d'arte troviamo un modello epistemico diretto a tutti i mezzi di comunicazione, vecchi e nuovi: non tanto strumenti di condizionamento e controllo, ma possibilità di trasformazione culturale.
10,00 9,50

Il linguaggio del Dr. House. Sociologia di una fiction televisiva

Il linguaggio del Dr. House. Sociologia di una fiction televisiva

Libro: Libro in brossura

editore: Liguori

anno edizione: 2008

pagine: VIII-137

Perché ha tanto successo la serie televisiva Dr. House M.D.? Perché agli spettatori piace così tanto il protagonista di questa fictìon? Perché, nonostante tutti i difetti che gli attribuiamo, non possiamo non partecipare con emozione alle vicende di questo medico magistralmente interpretato da Hugh Laurie? Queste domande hanno una risposta semplice se viste da una prospettiva socioculturale: attribuendo ad House tanto successo, il pubblico non ha fatto altro che riconoscere in lui il 'linguaggio' delle narrazioni televisive di produzione americana che ormai da tempo ha imparato ad amare. L'eccentricità di House, una volta ricollocata nella sua pura dimensione televisiva, trova tutte le spiegazioni di cui ha bisogno. Come al solito, si tratta di dare fiducia alla 'sapienza' dei telespettatori, allo spazio più attivo e attento del consumo culturale audiovisivo. Il libro nasce dalla consapevolezza che l'immagine di House, come del resto ogni immagine del mondo delle comunicazioni audiovisive, è 'sfilacciata'. I diversi saggi che lo compongo cercano di tessere questo insieme complesso di fili che parte dalla TV e si intreccia con la società, la cultura e la storia.
15,49

Deleuze cinéphile. Storia e teoria di un amore

Deleuze cinéphile. Storia e teoria di un amore

Fabrizio Denunzio

Libro: Libro in brossura

editore: Liguori

anno edizione: 2010

pagine: 112

15,49

Metamorfosi e potere. Il conflitto vitale tra Canetti e Adorno

Fabrizio Denunzio

Libro: Libro in brossura

editore: Ombre Corte

anno edizione: 2013

pagine: 142

Nel marzo del 1962, Theodor W. Adorno, filosofo e sociologo tra i più importanti della Germania del secondo dopoguerra, intervista alla radio Elias Canetti, futuro premio Nobel per la letteratura, sui temi principali del suo trattato socio-antropologico "Massa e potere", pubblicato nel 1960. Quella che in apparenza potrebbe presentarsi come una pacifica trasmissione informativa su di una novità editoriale, in realtà nasconde un vero e proprio conflitto tra i due protagonisti sul significato da attribuire a fenomeni e concetti, così determinanti per il destino del XX secolo, quali "massa" e "potere". A svolgere un ruolo decisivo sulle sorti del confronto sono le performance di Adorno e Canetti. Nei loro comportamenti radiofonici, in effetti, si trovano coinvolti paradigmi sociologici, modelli di lavoro astratto, funzioni e usi dei media. La radio e il suo linguaggio, così, se da un lato diventano l'arena dello scontro, dall'altro finiscono col rappresentarne la reale posta in gioco, a dimostrazione che, nelle società a capitalismo avanzato, le lotte politiche si vincono solo sapendo comandare sui mezzi di comunicazione di massa. Una lotta per il potere che Adorno conosceva molto bene e che Canetti imparerà a sue spese. Di questa intervista, di cui si ripropone la trascrizione integrale, il lavoro di Denunzio intende dunque restituirne la natura comunicativa.
13,00 12,35

Alcune funzioni sociali della violenza

Lewis A. Coser

Libro: Libro rilegato

editore: Kurumuny

anno edizione: 2022

pagine: 60

Lewis A. Coser è molto noto al pubblico accademico per essere il principale teorico del conflitto sociale, lo è di meno come sociologo della violenza. Qui tradotto per la prima volta in italiano, "Alcune funzioni sociali della violenza" vuole rendere conto di questo inedito e altrettanto importante filone di ricerca presente nella sua opera. Uscito nel 1966 negli "Annals of the American Academy of Political & Social Science", il saggio apre delle insospettabili linee di frattura all’interno della visione omeostatica della società a cui anche il funzionalismo conflittualista di Coser era rimasto legato fino agli inizi degli anni '60 del Novecento. Dalle rivendicazioni operaie del movimento Cartista inglese della prima metà del XIX sec., alle lotte anticolonialiste algerine e a quelle dei neri d’America per il riconoscimento dei diritti civili nel XX sec. – paradossalmente favorite dalla medializzazione della brutale violenza dei poliziotti bianchi che purtroppo continua ancora a perpetrarsi fino ai nostri giorni – Coser vede nella violenza tanto una chance di realizzazione personale per quanti sono strutturalmente esclusi dall’accesso a forme di vite dignitose.
10,00 9,50

La sociologia francese

La sociologia francese

Claude Lévi-Strauss

Libro: Libro in brossura

editore: Mimesis

anno edizione: 2014

pagine: 84

Preso nella stretta della Seconda guerra mondiale, vincolato dalla sua condizione di esule a parlare due lingue, angosciato dal destino di morte che segna l'Occidente, Claude Lévi-Strauss, invitato da Georges Gurvitch a partecipare a un volume sulla sociologia nel XX secolo, si chiede quale sia l'origine e quale il futuro riservato a quella francese. Apparso per la prima volta nel 1945 in America, poi nel 1947 in Francia, "La sociologia francese" è qui tradotto per la prima volta in italiano.
6,00

Sul giornalismo. Un percorso attraverso i «Quaderni del carcere»

Antonio Gramsci

Libro: Libro in brossura

editore: Orthotes

anno edizione: 2017

pagine: 134

Rimettere in circolazione la riflessione sul giornalismo sviluppata da Antonio Gramsci nel corso di tutti i Quaderni del carcere non vuol dire tanto tornare a riflettere sulla professione del giornalista, quanto affrontare una teoria dei media all’altezza della nostra contemporaneità. Ciò che il rivoluzionario sardo fa attraverso l’analisi del funzionamento specifico della stampa è, in realtà, definire l’organizzazione generale di una società nella quale la conquista del potere politico si lega a quella di un consenso popolare ottenuto attraverso la costruzione di immagini e di interpretazioni del mondo sociale a cui partecipano attivamente gli apparati dell’informazione. Da qui, una conseguenza fondamentale: il nesso imprescindibile tra partiti e media che determina l’inedita collocazione dell’informazione all’interno degli scenari conflittuali delle lotte per il potere.
16,00 15,20

L'inconscio coloniale delle scienze umane. Rapporto sulle interpretazioni di Jules Verne dal 1949 al 1977

Fabrizio Denunzio

Libro: Libro in brossura

editore: Orthotes

anno edizione: 2018

pagine: 98

A partire dalla fine della Seconda guerra mondiale, il panorama culturale francese assiste a una vera e propria Verne renaissance. Ne sono artefici autori del calibro di Michel Butor, Roland Barthes, Michel Serres, Michel Foucault, Pierre Macherey, Jean Chesnaux e Michel de Certeau. Obiettivo generale è quello di sottrarre l'autore di "Ventimila leghe sotto i mari" al genere letterario infantile. Nel perseguire questo nobile intento, però, gli autori dimenticano puntualmente di confrontarsi con la visione coloniale di Verne, e questo proprio nel periodo in cui la Francia, tra il 1947 e il 1962, incrudelisce la sua presenza in Algeria. La ricerca di Fabrizio Denunzio affronta per la prima volta due aspetti inediti di questa vicenda: mentre ricostruisce il colonialismo di Verne attraverso la disamina di romanzi geo-politici come "Ettore Servadac" e "Clovis Dardentor", dimostra la sua rimozione sistemica in tutte le interpretazioni avanzate dagli scienziati umanisti francesi. È questo rimosso che permette di parlare di un inconscio coloniale e consente di individuare la vecchia alleanza tra scienza e dominazione, cara all'Occidente europeo.
16,00 15,20

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