Libri di Geoff Dyer
Sabbie bianche
Geoff Dyer
Libro: Copertina morbida
editore: Il Saggiatore
anno edizione: 2017
pagine: 211
Ci sono, nel mondo, città, fiumi, vulcani, deserti che pulsano di un'energia arcana, di un magnetismo misterioso che attrae gli sguardi e i passi, i sogni e i desideri. Ci sono regge, strade, foreste che risuonano di parole: le parole di Goethe quando scorge per la prima volta il mare a Venezia, le parole di Kerouac mentre disegna il profilo dell'America con le ruote di una Cadillac, le parole di Joyce per smarrirsi e ritrovarsi a Dublino, le parole di Hemingway per inseguire il sole da Parigi a Pamplona. Parole che guidano, parole cicerone, calamite, fari: parole che ci fanno vedere il mondo come altrimenti non potremmo mai fare. A queste parole si aggiungono oggi quelle di Geoff Dyer, stralunato viaggiatore, favoleggiatore babelico, flàneur della letteratura, incantatore della sabbia, che sa animare per plasmarla in forme sempre nuove, un ammaliamento che non conosce fine: sabbia bianca dei deserti americani, sabbia bianca fra le strade della Città Proibita, sabbia bianca di neve sotto il cielo di una notte alle Svalbard, sabbia bianca in riva al mare di Tahiti, sabbia sospesa nel vento, sabbia che scorre dalle dita chiuse a pugno, sabbia in perpetuo, inarrestabile movimento. Come Geoff Dyer, come noi. "Sabbie bianche" non è un romanzo, né un reportage, non è una raccolta di racconti e nemmeno un diario di viaggio: è tutte queste cose e si ostina a non esserne nessuna; è lo «spazio vuoto sulla cartina» del suo autore. È, soprattutto, la conferma dell'incredibile dono di Geoff Dyer di mescere arte e vita, immagini del reale e fantasmi dell'immaginazione: geodeta della parola, Dyer deposita nel deserto abbacinante della pagina i semi di un'affabulazione inesauribile, come inesauribile è la sua e nostra tensione, umana troppo umana, a trovare un posto nel mondo, un senso, un amore. Alla perenne ricerca di "qualcosa", ci smarriamo allora fra dune di sabbia, destinati a non giungere mai all'oasi cui aneliamo. Ma non importa, suggerisce Geoff Dyer, la vita è questo, quello che succede quando non troviamo ciò che cerchiamo.
Capire una fotografia
John Berger
Libro: Libro rilegato
editore: Contrasto
anno edizione: 2014
pagine: 263
Perché complicare a tal punto un'esperienza che facciamo più volte ogni giorno: l'esperienza di guardare una foto? Perché l'ingenuità con cui di solito la affrontiamo è dispendiosa e disorientante. Pensiamo alle fotografie come a opere d'arte, come prova di una particolare verità, come simulacri, come nuovi oggetti. Di fatto ogni fotografia è un mezzo per verificare, confermare e costruire una visione totale della realtà.
Zona. Un libro su un film su un viaggio verso una stanza
Geoff Dyer
Libro: Copertina rigida
editore: Il Saggiatore
anno edizione: 2018
pagine: 188
Nebbia, vecchi tubi, edifici abbandonati. Un uomo fissa i tre personaggi sullo schermo mentre attraversano un paesaggio indecifrabile a bordo di un carrello ferroviario; musica elettronica; sulle loro facce perplessità e inquietudine. Attraversano una zona anonima, innominata, innominabile: la Zona, il luogo dei desideri rimossi. Ma questo l'uomo che fissa i tre personaggi sullo schermo lo sa già, perché negli ultimi trent'anni ha guardato e riguardato quel film decine di volte. Lo spettatore si chiama Geoff Dyer e il film, "Stalker" di Andrej Tarkovskij, è l'ossessione estetica della sua vita. "Zona" è il libro con cui Dyer fa i conti con i conti in sospeso. Dyer guarda dentro il film e il film guarda dentro di lui. Gli capita a vent'anni, a trenta, a quaranta. Il volto dell'attore Solonicyn si trasmuta in quello di suo padre, il volto dell'ansia e di un affetto silenzioso. Gli scenari estoni del setting si riverberano nella Cheltenham dell'infanzia, in tutti i luoghi perduti della vita. Quella colonna sonora dal ritmo acido evoca i viaggi lisergici della giovinezza. I dialoghi dei personaggi esplodono le parole degli amori sprecati troppe volte troppi anni fa. Dyer subisce le immagini di Tarkovskij e poi se ne impossessa immergendole con sguardo beffardo e autoironico nel proprio vissuto. La sua scrittura divora i fotogrammi altrui e dice, in un linguaggio vergine, che cosa sono la speranza e il fallimento, l'amore e la perversione, il sogno e la caduta. Annulla il confine tra realtà e finzione, tra vita e arte. Con "Zona" Geoff Dyer scrive il libro del viaggio di tutti noi che, seduti al cinema in ultima fila, vediamo scorrere il nostro tempo che scena dopo scena si consuma.
Natura morta con custodia di sax. Storie di jazz
Geoff Dyer
Libro: Copertina morbida
editore: Il Saggiatore
anno edizione: 2019
pagine: 238
Ci sono saggi che parlano di jazz, romanzi ambientati nel mondo del jazz, raccolte di articoli, analisi musicologiche, biografie di jazzisti. E poi c'è "Natura morta con custodia di sax" di Geoff Dyer. Libro unico e inafferrabile, oggetto letterario misterioso che sfugge e resiste a ogni tentativo di incasellarlo in un genere, testo mercuriale e metamorfico che muta a ogni nuova lettura, "Natura morta con custodia di sax" è un libro sul jazz, sull'influenza che questa musica ha avuto sulla società e la cultura occidentali, sulle vite di alcuni dei musicisti più importanti della storia - Lester Young, Charles Mingus, Thelonious Monk -, vite evocate con tanta vividezza che, secondo Jonathan Lethem, «si può sentire il whisky sulla lingua, l'odore dei mozziconi di sigaretta, i colpi di tosse fra una registrazione e l'altra». Ma "Natura morta con custodia di sax" è anche un libro sulla poesia, sulla fotografia, sugli sconfinati spazi americani che un Geoff Dyer giovanissimo attraversa in auto con la fidanzata, ascoltando jazz, solo jazz, mentre guidano sotto un cielo illimitatamente blu. È un libro sulla musica, e su come la musica può cambiare la vita. Sull'arte, sulla bellezza, sulla bellezza imprevedibile della vita. È, soprattutto, un libro sulla scrittura, dove la scrittura si piega fino a diventare puro suono; finché la parola si spoglia della sua rigidità per diventare - in queste pagine che il New Yorkerha definito «notturne réverie musicali» - gioco, continua allusione, improvvisazione, sogno. Con una nuova prefazione dell'autore.
Fuga. Su «Dove osano le aquile»
Geoff Dyer
Libro: Copertina rigida
editore: Il Saggiatore
anno edizione: 2020
pagine: 112
Un aereo militare sorvola i picchi innevati delle Alpi bavaresi. Scritte rosse a caratteri teutonici appaiono in sovraimpressione sullo schermo. Il ritmo martellante della colonna sonora si fa sempre più serrato mentre la cinepresa nell'abitacolo ci mostra lo sguardo truce di un Richard Burton visibilmente pensieroso e il volto di ghiaccio di un Clint Eastwood pietrificato nell'espressione facciale che avrà per tutta la pellicola: gli occhi strizzati e ridotti a due fessure. Sono i titoli di testa di "Dove osano le aquile" e lo schermo è quello della casa di Geoff Dyer, su cui queste immagini sono passate decine e decine di volte. Il film di Brian G. Hutton occupa un posto privilegiato nella memoria dell'autore ed è una sonda che penetra a fondo nel suo passato. "Fuga" è il punto esatto in cui lo sguardo puntuto e sardonico di Geoff Dyer incontra l'immaginazione del bambino che è stato; è il tributo arguto e graffiante al rapporto che instauriamo con i miti fondativi della nostra giovinezza.
Ogni giorno è un dio
Annie Dillard
Libro: Libro in brossura
editore: Bompiani
anno edizione: 2018
pagine: 272
Una raccolta di saggi narrativi per entrare nel mondo di una delle più grandi scrittrici americane, ancora sconosciuta in Italia. Annie Dillard ha trascorso la vita intera a esaminare il mondo intorno a lei con gli occhi bene aperti, assorbendo ogni cosa con voracità implacabile. Con uno spirito unico, una curiosità senza confini e una voce fiera e inconfondibile ha illuminato i momenti più ordinari dell'esistenza. Che sia osservando una sublime eclissi di luna o una falena consumata dalla fiamma di una candela, il tremolio delle ninfee sulla superficie di uno stagno o centinaia di merli dalle ali rosse in volo, la sua meraviglia di fronte alla fragilità del mondo naturale ispira gioia e struggimento... Prefazione di Geoff Dyer.
Capire una fotografia
John Berger
Libro: Libro in brossura
editore: Il Saggiatore
anno edizione: 2024
pagine: 168
Nonostante l’invenzione della fotografia risalga ormai a due secoli fa, ancora oggi non abbiamo deciso se sia nella sostanza una riproduzione o una interpretazione: se lo scatto raccolga, cioè, una traccia del reale così come appare o se sia soprattutto l’esercizio di una scelta umana. Nel corso della sua carriera John Berger si è confrontato continuamente con questi e altri enigmi, trovando sempre risposte capaci non tanto di essere un punto di arrivo definitivo, quanto di aprirci ad altre scoperte. Nei ventiquattro saggi qui raccolti e selezionati da Geoff Dyer, suo profondo conoscitore e ammiratore, Berger indaga con la medesima curiosità il lavoro di grandi fotografi come Henri Cartier-Bresson, Margaret Bourke‑White, Sebastião Salgado o Jean Mohr, e le vite dei fotografati, le immagini diventate documento storico e gli scatti privati. Il suo è uno sguardo perennemente alla ricerca di parallelismi e contraddizioni che rivelino il dialogo sotterraneo della fotografia con la pittura e il cinema – quanto è distante il ritratto del cadavere di Che Guevara dal Cristo morto di Mantegna? –, ma anche le ambiguità di uno strumento comunque «politico», che possiamo usare o che può essere usato contro di noi – si pensi ai fotomontaggi di John Heartfield in cui le immagini di propaganda nazista diventano opere satiriche. “Capire una fotografia” è un libro composto da oltre mezzo secolo di analisi, commenti, intuizioni, riflessioni: un punto di vista tra i più originali e acuti, capace di descrivere e immortalare quello spazio che esiste tra l’obiettivo e il mondo esterno.
Un'altra formidabile giornata per mare. Cronaca da una portaerei
Geoff Dyer
Libro: Libro in brossura
editore: Einaudi
anno edizione: 2017
pagine: 218
Nel novembre del 2011, Geoff Dyer ha la possibilità di esaudire un sogno d'infanzia: viaggiare a bordo di una portaerei. Il suo soggiorno sulla USS George Bush comewriter in residence si rivelerà più intenso e memorabile di quanto avesse mai potuto sperare: Dyer è un intellettuale in mezzo a migliaia di militari, è goffo, pieno di fobie e più vecchio di ogni altro passeggero, oltre a essere l'unico cittadino britannico. Raccontando di una nave, del suo equipaggio e di sé, Dyer finisce per parlare di religione, droga, sesso, fanatismo, preghiere, lutti, ma anche di cibo in scatola e "scorregge". Soprattutto, però, riflette su di noi, sulle nostre vite e sul mondo che ci circonda, guardandolo da un punto di osservazione così «eccentrico» da diventare privilegiato.
Il colore della memoria
Geoff Dyer
Libro: Copertina morbida
editore: Il Saggiatore
anno edizione: 2017
pagine: 268
La pioggia di Londra è diversa da quella delle altre città. È una pioggia grigia, è una pioggia corrosiva. Preme incessante sull'asfalto fino a perforarlo. È agosto, ma piove ininterrottamente, e la pioggia di Londra annacqua i pomeriggi d'estate fino a farli marcire. Nei ghetti di Brixton l'odio segregazionista riversa per le strade il sangue degli scontri razziali. Sul piccolo schermo la società applaude la vittoria del capitalismo bianco edonistico. In attesa del sussidio di disoccupazione, Freddie, Carlton e Steranko se ne stanno in disparte con Foomie, Monica e Fran a fumare erba e ubriacarsi di birra, arte, poesia e jazz, brindando al coraggio della rassegnazione e alla hybris della sconfitta. Sospesa sull'abisso degli anni ottanta, la vita dei ragazzi di Brixton somiglia a quella degli abitanti di Ottavia, la città-ragnatela, la città «meno incerta» fra quelle invisibili di Calvino. Geoff Dyer tesse la rapsodia della loro generazione, estinta nelle note hard bop di Coltrane e fra le pagine di Roland Barthes, perdente dalla nascita per sentenza storica. Dyer usa gli strumenti affilati della sua scrittura inconfondibile per contrapporre all'evasione dei beat il microcosmo narrativo di un'epoca in impasse, in cui il lirico vagabondaggio di Kerouac si frantuma nella composizione episodica dell'immagine bohémiennee la vertigine dell'allucinazione onirica si staglia sulla carta come un album di istantanee. A trent'anni di distanza, Geoff Dyer rilegge "Il colore della memoria", suo romanzo d'esordio. Dopo tanto tempo quel colore non sembra sbiadire: restano il bagliore della lampada rimasta accesa, l'azzurro vuoto del ricordo; in un angolo, il vestito di Foomie che «con minuscole gocce bianche come tante stelline» conserva il blu di quel cielo buio di tanti anni fa.
Amore a Venezia, morte a Varanasi
Geoff Dyer
Libro: Libro in brossura
editore: Il Saggiatore
anno edizione: 2024
pagine: 312
“Amore a Venezia, morte a Varanasi” è il romanzo di due città agli antipodi: due volti del cosmo e dell'umano che si trasformano nello scenario delle peripezie di esistenze determinate a catturare il senso del proprio passaggio terreno, barcamenandosi tra performance di arte contemporanea e riti funebri indù. A Venezia si celebra il culto della vita. Bellini sorseggiati pigramente, chiacchiere futili, cocaina consumata con indolenza nelle camere d’albergo: il tutto mentre la città ribolle, la Biennale è a pieno regime e Jeff dovrebbe trovare il tempo per scrivere l'articolo per cui è stato inviato lì. Ma la coda mondana della sua permanenza viene travolta da Laura, una gallerista americana che lo trascina in una frastornante storia di sesso, droghe e alcol che in pochi giorni sembra contenere tutta la felicità che Jeff possa aver mai desiderato. A Varanasi si celebra il culto della morte. Sulle rive del Gange un giornalista vaga tra la folla accorsa per le abluzioni rituali o per far cremare i propri defunti e spargerne le ceneri nel fiume sacro. Anche qui il compito è trarre un senso, metterlo magari per iscritto. Ma pochi giorni di permanenza diventano mesi, in un viaggio introspettivo all'interno della fatica e del fango del vivere in cui sperare di trovare qualcosa di autentico a cui aggrapparsi. Due città millenarie, due città acquatiche, diventano così l’una il riflesso distorto dell’altra. Se a Venezia sono le illusioni a dominare, con la laguna che diventa metafora dell'evanescenza della realtà, a Varanasi i piaceri del corpo perdono ogni valore, e nel fiume dove si va a morire ci si prepara a una più profonda trasformazione.
Keith Jarrett. A portrait. Ediz. italiana e inglese
Roberto Masotti, Geoff Dyer, Franco Fabbri
Libro: Libro rilegato
editore: Seipersei
anno edizione: 2021
pagine: 112
"In questa lunga serie di fotografie che osservo retrospettivamente, si gioca decisamente sulla presenza, quella del corpo e dello strumento, che compaiono nell’immagine. Le foto sono il risultato di una intima e oggettiva attenzione nei confronti di un artista a lungo seguito e ammirato, ma anche di una sua risposta che è consapevole accettazione, e soprattutto, partecipazione. Suo, solo suo, è il suono di una musica inconfondibile che la serie di fotografie ambisce di evocare e far risuonare." R. Masotti
Per pura rabbia. Fare a pugni con D.H. Lawrence
Geoff Dyer
Libro: Copertina morbida
editore: Il Saggiatore
anno edizione: 2021
pagine: 256
Questo non è un libro di critica letteraria. Non è una biografia. Non è un romanzo. Non un reportage di viaggio e nemmeno un omaggio a D.H. Lawrence. O meglio: non è niente di tutto questo ed è tutto questo contemporaneamente. È il risultato di anni di preparazione e impegno, anni che Geoff Dyer ha passato a studiare, prendere appunti e girare il mondo in pellegrinaggio nei luoghi di Lawrence, cercando di dar corpo al ritratto di uno dei suoi autori di culto. L'esito è un elogio e insieme un lamento sulla procrastinazione, il male oscuro che quotidianamente fagocita i nostri progetti, e che Dyer qui eleva a forma d'arte. A Roma lo vediamo barcamenarsi tra il caldo torrido che opprime la città e la difficoltà a trovare il giusto cornetto integrale. In Grecia è vittima di un incidente mentre sfreccia in motorino sui tornanti di Alonissos. In Sicilia, cercando la villa di Lawrence a Taormina, non riesce a capire il motivo per cui i frutti di mare sono così apprezzati. Ogni minimo passo in avanti nella ricerca su Lawrence diventa l'occasione per una digressione - letteraria e biografica - che lo allontana dall'obiettivo e regala a noi questo oggetto non identificabile e non incasellabile che è "Per pura rabbia". "Per pura rabbia" è dunque un fallimento - il fallimento nel portare a termine un «sobrio saggio accademico» -; ma il frutto dell'insuccesso si rivela, come in un fortunato esperimento alchemico, qualcosa che supera ogni aspettativa: un'opera straripante che racconta il cortocircuito prodotto dallo scontro tra ambizione e realizzazione; la fusione perfetta di arte e vita; la manifestazione del più esemplare ossimoro letterario: un libro sull'impossibilità di scrivere un libro.