Libri di Giuseppe Filippetta
L'estate che imparammo a sparare. Storia partigiana della Costituzione
Giuseppe Filippetta
Libro: Copertina morbida
editore: Feltrinelli
anno edizione: 2020
pagine: 304
"Alla svolta dell'8 settembre, gli italiani vedono abbandonata in strada una divisa che è unica, anche se ha gli stessi colori e la stessa foggia di quella dei militari che se ne disfano per tornare a casa nel caos della mancanza di ordini. È una divisa che ripete e incorpora tutte le divise dell'esercito italiano e che conferisce loro il senso e la forza della sovranità statale. È la divisa del 're-soldato', che viene simbolicamente gettata sulla via Tiburtina dal finestrino della Fiat 2800 in precipitosa fuga verso l'Adriatico. Simbolicamente perché il re continua a indossarla anche a Brindisi, ma a quel punto, malgrado l'identità di fattura, non è più la stessa divisa: la divisa del re che fugge ha preso per sempre il posto di quella del re che combatte." La Resistenza, sin dai suoi inizi, è anche una guerra per la sovranità. Una guerra combattuta singolarmente da ciascun partigiano per evitare che il vuoto di potere lasciato dall'8 settembre sia occupato dalla Germania nazista. Se si guarda all'eredità della Resistenza nella Costituzione solo attraverso le lenti dei grandi partiti, il rischio è quello di dimenticare l'esperienza costituente delle bande partigiane come costellazioni di singoli sovrani. Perché la Costituzione repubblicana è il risultato di singoli processi storici e giuridici che investono un arco di tempo più vasto di quello dell'Assemblea costituente e gli ordinamenti creati nel territorio dalle bande partigiane, le zone libere e le repubbliche sono tutte esperienze dirette a creare un nuovo ordine costituzionale. Con l'aiuto di un archivio di memorie e testimonianze, Giuseppe Filippetta racconta le scelte e le avventure di chi, dopo l'8 settembre 1943, intraprende, per dirla con Calvino, la "rifondazione di sé che si attua a partire da uno stato primitivo, fuori dalla società" e costruisce con coraggio, sofferenza e magari anche un po' di ingenuità le fondamenta di uno stato non più fascista.
L'estate che imparammo a sparare. Storia partigiana della Costituzione
Giuseppe Filippetta
Libro: Copertina morbida
editore: Feltrinelli
anno edizione: 2018
pagine: 300
"Alla svolta dell'8 settembre, gli italiani vedono abbandonata in strada una divisa che è unica, anche se ha gli stessi colori e la stessa foggia di quella dei militari che se ne disfano per tornare a casa nel caos della mancanza di ordini. È una divisa che ripete e incorpora tutte le divise dell'esercito italiano e che conferisce loro il senso e la forza della sovranità statale. È la divisa del 're-soldato', che viene simbolicamente gettata sulla via Tiburtina dal finestrino della Fiat 2800 in precipitosa fuga verso l'Adriatico. Simbolicamente perché il re continua a indossarla anche a Brindisi, ma a quel punto, malgrado l'identità di fattura, non è più la stessa divisa: la divisa del re che fugge ha preso per sempre il posto di quella del re che combatte." La Resistenza, sin dai suoi inizi, è anche una guerra per la sovranità. Una guerra combattuta singolarmente da ciascun partigiano per evitare che il vuoto di potere lasciato dall'8 settembre sia occupato dalla Germania nazista. Se si guarda all'eredità della Resistenza nella Costituzione solo attraverso le lenti dei grandi partiti, il rischio è quello di dimenticare l'esperienza costituente delle bande partigiane come costellazioni di singoli sovrani. Perché la Costituzione repubblicana è il risultato di singoli processi storici e giuridici che investono un arco di tempo più vasto di quello dell'Assemblea costituente e gli ordinamenti creati nel territorio dalle bande partigiane, le zone libere e le repubbliche sono tutte esperienze dirette a creare un nuovo ordine costituzionale. Con l'aiuto di un archivio di memorie e testimonianze, Giuseppe Filippetta racconta le scelte e le avventure di chi, dopo l'8 settembre 1943, intraprende, per dirla con Calvino, la "rifondazione di sé che si attua a partire da uno stato primitivo, fuori dalla società" e costruisce con coraggio, sofferenza e magari anche un po' di ingenuità le fondamenta di uno stato non più fascista.
Romain Gary. La vita come romanzo
Luigi Fenizi
Libro: Libro in brossura
editore: Scienze e Lettere
anno edizione: 2025
pagine: 352
"Negli ultimi anni con Luigi ci siamo incontrati spesso per parlare della biografia di Romain Gary, il libro che è riuscito a terminare prima di lasciarci, prima di vivere, con il coraggio e la dignità di sempre, l’ultimo getto di dadi del dio fanciullo. Di Gary lo affascinava tutto, ma a colpirlo erano soprattutto il gioco condotto da Gary con la propria identità e il turbinio di vite che quel gioco ha messo in moto, come un vento che trascina, unisce, separa uomini, donne, destini, speranze. Per Luigi scrivere quella biografia è stata una sfida perché raccontare la vita di un altro è difficile quasi quanto vivere la propria e se l’altro è Gary il difficile si avvicina all’impossibile. Eppure Luigi ci è riuscito, e ci è riuscito proprio perché per lui Gary era una fascinazione. Con la sua inquieta intransigenza, la sua debolezza sovrana, la sua affollata solitudine, Gary incarna e fa vivere l’universalità di un umanesimo dei diritti e della libertà che non si fa mai catturare dalla palude del conformismo e che, in nome della dignità dell’uomo, accetta la sfida dello scandalo e mette continuamente in discussione ogni ‘ordine delle cose’ prodotto da istituzioni, politiche di partito, mode culturali e intruppamenti ideologici.[...]" (dalla prefazione di Giuseppe Filippetta)
Disobbedire, combattere, sognare. Tre lezioni sulla Resistenza italiana
Giuseppe Filippetta, Isabella Insolvibile, Chiara Colombini
Libro: Libro in brossura
editore: Edizioni ETS
anno edizione: 2025
pagine: 88
In queste pagine sono raccolte le tre lectio magistralis che l'Istituto piemontese per la storia della Resistenza e della società contemporanea "Giorgio Agosti", nel triennio 2023-2025, in collaborazione con il Polo del '900 e con i suoi enti partner, ha voluto dedicare all'ottantesimo anniversario della Liberazione. Ciascuna lectio è caratterizzata da una parola-chiave che, cogliendo gli elementi essenziali del contesto degli anni 1943, 1944 e 1945, permette di definire una cornice di senso utile a collegare il passato al presente, di tenere insieme la riflessione storiografica e il dibattito culturale e civile. Per il 2023, pensando sia alla data dell'8 settembre 1943, che segna l'inizio della Resistenza, sia agli scioperi del marzo, la parola-chiave è "disobbedire", su cui riflette Giuseppe Filippetta. Per il 2024, anno in cui la Resistenza si radica e si sviluppa, la parola-chiave scelta per Isabella Insolvibile è "combattere", con cui si allude sia alla Resistenza armata, sia a quella senza le armi, con azioni di Resistenza civile. Per il 2025 e l'anniversario della Liberazione, la parola-chiave, affidata alla riflessione di Chiara Colombini, è "sognare", un termine che ricomprende le attese e le speranze di futuro, ma anche i disincanti e le delusioni.
La Repubblica senza Stato. L'esilio della Costituzione e le origini della strategia della tensione
Giuseppe Filippetta
Libro: Libro in brossura
editore: Feltrinelli
anno edizione: 2024
pagine: 400
Lo Stato postfascista, invece che farsi repubblicano attuando la Costituzione del 1947, la manda in esilio. Dalla costante disapplicazione delle principali disposizioni costituzionali – e dalla simmetrica e sostitutiva applicazione di norme ereditate dal fascismo e comunque contrastanti con la Carta repubblicana – deriva la forma dello Stato centrista, che è Stato forte (dotato di assoluta supremazia sui diritti individuali e collettivi), Stato cattolico (che ai valori repubblicani sovrappone quelli della Chiesa) e Stato segreto (che condiziona le dinamiche politiche e sociali attraverso apparati occulti che operano nell’illegalità). Giuseppe Filippetta ricostruisce in tutti i loro aspetti – utilizzando documenti giudiziari e di archivio, testimonianze, film, opere letterarie e di arte figurativa, epistolari, monografie e fonti giornalistiche – le norme e le prassi attraverso le quali lo Stato, violando la Costituzione, ha represso il dissenso politico, negato i diritti sindacali e contrastato il libero esercizio dei culti acattolici e, simmetricamente, le mobilitazioni e le pratiche con le quali i movimenti collettivi hanno provato a far vivere la Repubblica e a realizzare i valori fondamentali della Costituzione. La strategia della tensione e le stragi sono state il punto di arrivo del contrasto tra Stato e Repubblica e lo strumento con il quale si è tenuto fermo l’esilio della Costituzione e si sono salvaguardati la supremazia dell’apparato statale sui diritti individuali e collettivi e l’assetto sociale ed economico garantito da tale supremazia. La Repubblica senza Stato offre una nuova interpretazione sia della nascita della Costituzione repubblicana che della sua inattuazione e mostra come proprio l’inattuazione costituzionale sia all’origine della strategia della tensione. Un’interpretazione nuova della nascita della Costituzione repubblicana. E di come la sua inattuazione sia all’origine della strategia della tensione.