Libri di Giuseppe Rizzo Schettino
Al gran ballo poesia
Giuseppe Rizzo Schettino
Libro: Libro in brossura
editore: Eretica
anno edizione: 2020
pagine: 106
Invitato al gran ballo poesia, Giuseppe Rizzo Schettino si rende conto di un’amara verità. Troppo spesso la poesia ha perso il suo senso originario, la sua necessaria autenticità. Divenendo fine a se stessa, perde soprattutto l’unico suo valore, l’innocenza. La poesia non ha bisogno di orpelli o di fronzoli, ma di una onestà intellettuale che richiede di mettersi in gioco nel profondo: “Fosse per me / sfoggerei il nudo / di mia calligrafia, / nature di penna, così / come i versi mi nascono”.
La vita è ampia giusto un sogno
Giuseppe Rizzo Schettino
Libro: Libro in brossura
editore: Morlacchi
anno edizione: 2019
pagine: 138
Come appare la vita, affacciato dal sesto piano di un palazzo di un quartiere dormitorio di Pioltello, un comune della cintura est milanese? È in questi pochi metri quadri in affitto che vive il protagonista del romanzo, figlio di emigrati salernitani, con un lavoro che non è quello per il quale si è laureato. A interrompere la monotona vita d’ufficio c’è l’incontro con una collega del reparto tecnico che è anche sua rappresentante sindacale. Con autoironia il narratore porta chi legge dentro le sue peripezie quotidiane scandite da stravaganti ossessioni, per i piumini che infestano Milano durante la primavera o per la puntualità sul lavoro, e da vicissitudini strampalate. Così a lui, che considera la poesia la sua anima gemella e giornalmente si diletta nella scrittura o nell’ascolto di David Bowie, questa esistenza appare ampia giusto un sogno.
«Terrorista per sistema, non per cuore». Vita e pensiero di Carlo Bianco
Giuseppe Rizzo Schettino
Libro: Libro in brossura
editore: Carocci
anno edizione: 2008
pagine: 101
L'autore dimostra come Giuseppe Mazzini impedì che la linea politica della neonata Giovine Italia si spostasse pericolosamente verso sinistra. Non volendo precludersi irrimediabilmente l'appoggio morale e materiale della borghesia italiana, il genovese censurò Carlo Bianco. Molto più duramente che nei confronti del nostro socialismo risorgimentale un ventennio dopo, il ligure non volle essere confuso con chi era pronto a piantare alberi della libertà o, peggio, innalzare ghigliottine sulla pubblica piazza contro i nemici della rivoluzione nazionale.