Libri di Giuseppe Sabella
L'altra storia del sindacato. Dal secondo dopoguerra agli anni di Industry 4.0
Giuliano Cazzola, Giuseppe Sabella
Libro: Copertina morbida
editore: Rubbettino
anno edizione: 2018
pagine: 202
«Un libro anticonformista, un contributo serio per una discussione aperta sul movimento sindacale in cui non prevale la retorica e non domina il patriottismo di organizzazione. La globalizzazione, la finanziarizzazione dell'economia e il mercato hanno messo fuori gioco il sindacato. È un declino inarrestabile? Non ci sarà futuro? Giuliano Cazzola e Giuseppe Sabella non ne sono convinti, vedono delle opportunità. Sono molto interessanti gli stimoli, a volte le provocazioni, le proposte, i cambiamenti che propongono». Così scrive nella sua introduzione Giorgio Benvenuto, tra i più importanti protagonisti dell'Italia repubblicana, nel presentare "L'altra storia del sindacato", una storia mai raccontata prima, lontana dai teoremi della "vecchia sinistra" e utile a capire presente e futuro. Ciò soprattutto in una fase di grande sconvolgimento economico e politico, sia a livello nazionale che internazionale. L'industria e il lavoro sono oggi al centro della grande trasformazione: laddove c'è innovazione ci sono accordi sindacali. La contrattazione di secondo livello, il welfare aziendale, la conciliazione vita-lavoro e, più in generale, il piano industria 4.0 sono sempre più al centro della vita delle imprese: ecco perché il sindacato ha davanti a sé una strada aperta e non scomparirà. Se cambierà pelle. Introduzione di Giorgio Benvenuto e postfazione di Alberto Brambilla.
Società aperta e lavoro. La rappresentanza tra ecocrisi e intelligenza artificiale
Giuseppe Sabella, Giulio Giorello
Libro: Copertina morbida
editore: Cantagalli
anno edizione: 2019
pagine: 96
La seconda globalizzazione sta attraversando un momento di cambiamento profondo: l'impatto dell'intelligenza artificiale, i fenomeni migratori, le nuove leadership politiche, la crisi non solo economica ma anche ambientale. Nella confusione che attraversa la politica - tentata dal fascino sovranista e dalle sue chiusure - il ruolo della rappresentanza sociale è fondamentale proprio per la centralità del lavoro nei processi di trasformazione che caratterizzano la società aperta. Così Karl Popper chiamava quell'orizzonte che nella storia d'Europa vive di valori che oggi hanno bisogno di essere riaffermati quali, per esempio, la competenza, l'innovazione, la giustizia sociale, il pluralismo, la pratica del dissenso, il ruolo della ricerca scientifica, la laicità e, naturalmente, la libertà delle donne e degli uomini. La rappresentanza del lavoro sembra più in grado della politica di non cedere alla riduzione della complessità: imprese e lavoratori sono i soggetti che direttamente vivono da anni le sfide della globalizzazione e la trasformazione della produzione. Sarà il sindacato a stimolare l'innovazione sociale?
Ripartenza verde. Industria e globalizzazione ai tempi del covid
Giuseppe Sabella
Libro: Copertina morbida
editore: Rubbettino
anno edizione: 2020
pagine: 164
Ripartenza verde è l'immagine della ricostruzione post covid e della politica di rilancio della produzione sempre più proiettata verso l'intelligenza artificiale e la transizione ecologica ed energetica. Verde è anche il motore digitale che rende l'industria più produttiva e sostenibile. E più giovane. Ancora una volta il driver del cambiamento non è l'ideologia ma l'imprevedibile evoluzione di scienza e tecnica: l'ambientalismo ha infatti spesso prestato il fianco a derive antindustriali e della decrescita. E, contrariamente alla narrazione dominante, sostenibilità e velocità della trasformazione ci inducono a pensare che - superata la turbolenza planetaria - l'era digitale sarà migliore dell'era industriale. L'industria è il principale responsabile della crisi ambientale ma è, allo stesso tempo, il principale attore che può ripristinare un equilibrio nel pianeta. Ed è oggi del tutto evidente che ciò che ha reso la Cina il più importante baricentro, e non soltanto la fabbrica del mondo, ha avuto inizio con la delocalizzazione di attività manifatturiere. Anche per questo le produzioni stanno rientrando e la pandemia sta accelerando la riorganizzazione delle catene del valore. L'industria è il soggetto della globalizzazione e all'inizio di questo nuovo corso - più orientato alla regionalizzazione dell'economia - si è finalmente compreso, anche in Europa, che non c'è futuro senza innovazione e senza una nuova centralità della produzione. È la sfida del Green New Deal, occasione decisiva per l'Italia.
Da Ulisse all'ambulanza: le sirene tra mito e storia
Giuseppe Sabella
Libro: Copertina morbida
editore: Pragmata
anno edizione: 2019
pagine: 148
"Da sempre svelare e spiegare il valore storico di eventi racchiuso in un mito, è per lo studioso un'appetibile sfida non solo professionale, ma soprattutto personale. L'esperienza consolidata nella ricerca storiografica ha ormai riconosciuto che in ogni mito persista questa verità nucleare. Così, sulla falsa riga del mito delle Sirene, si cercherà di sbrogliare la matassa di eventi trasfigurati in quella narrazione, solo in parte leggendaria, per restituire un'attendibile ricomposizione di ciò che accadde lungo le nostre coste tra il secondo e il primo millennio avanti Cristo". Dall'introduzione dell'autore.
Da Torino a Roma: attacco al sindacato. La crisi dei corpi intermedi e il futuro della rappresentanza
Giuseppe Sabella
Libro: Libro in brossura
editore: Guerini e Associati
anno edizione: 2015
pagine: 154
Da Torino a Roma, Renzi come Marchionne. È caso Fiat 2.0: la vicenda ha soltanto cambiato attore protagonista. Mentre il manager italo-canadese offre al Jobs Act e alle riforme di Renzi uno spot che ha risonanza mondiale, il giovane premier tiene sotto scacco i sindacati ancora fermi all'intesa sulla rappresentanza del gennaio 2014. Ma l'accordo generale è rimasto alle firme, non ha avuto alcun seguito attuativo. Ecco perché il governo minaccia oggi una legge sulla rappresentanza, più volte invocata proprio dall'AD di Fiat-Chrysler. L'Italia ha bisogno di un sindacato moderno, non solo per iniziare un nuovo ciclo economico ma anche per controllare i rischi di deriva statalista del nuovo corso renziano. Ma o il sindacato cambia o rischia una lenta estinzione naturale, visto che sia sul versante del lavoro sia su quello dell'impresa prosegue un consistente e silenzioso esodo degli iscritti. Ecco perché l'attacco di Matteo Renzi può coincidere con l'inizio di una nuova stagione della rappresentanza. Nessun governo ha osato tanto negli ultimi 30 anni. Introduzione di Giorgio Squinzi.
«L'Operazione Valanga» settant'anni dopo
Giuseppe Sabella
Libro: Copertina morbida
editore: Europa Edizioni
anno edizione: 2015
pagine: 124
"Ricostruire, dunque, l'attendibile concorso causale di taluni eventi, derivati e catalizzati pure dall'occupazione alleata, serve a spiegare perché in Italia le classi dirigenti, dall'Unità in poi, avrebbero continuato ad esprimere individui troppo sovente immeritevoli dei più alti onori e gradi sociali cui furono preposti. Lo Stato liberale non va confuso con lo Stato democratico. Nel primo, il principio d'uguaglianza è flatus vocis. Solo minoranze altolocate, infatti, si riconoscono nella sua attività istituzionale tesa a confondere il privilegio col diritto, tanto più se si tratta dei diritti fondamentali, perché limitato a coloro che hanno i mezzi per esercitarli. Il contesto istituzionale liberal massonico, incline all'autoritarismo, al trasformismo di convenienza e sostenuto dal doloso clientelismo d'una burocrazia farraginosa ed arrogante, ha così solo saputo legittimare una pletora crescente di provetti conformisti di stato, i 'servi regiminis', adusi ad ossequiare il forte ed a schiacciare il debole. La democrazia, invece, è fondata sul consenso, è pluralista e la divergenza nelle opinioni è tutelata ed apprezzata, tanto più se costruttiva (...)" (dalla Premessa dell'autore)
Il Vangelo del lavoro. Etica e persona nel magistero sociale di San Giovanni Paolo II
Giuseppe Sabella
Libro: Libro in brossura
editore: Cantagalli
anno edizione: 2016
pagine: 64
L'autore mette in risalto l'importanza del lavoro nel magistero di Giovanni Paolo II, sottolineandone l'importanza quale esperienza necessaria per un pieno sviluppo umano. L'autore si sofferma poi sui principi cardini dell'etica del lavoro, frutto di un'attenta analisi del pensiero di Giovanni Paolo II, che dovrebbero essere a fondamento del rapporto di lavoro e dell'impresa.
Digitale e potere collettivo. Da Marco Biagi a Industry 4.0
Raffaele Bonanni, Giuseppe Sabella
Libro: Libro in brossura
editore: Cantagalli
anno edizione: 2016
pagine: 159
Digitale è l'economia globale. E collettivo è il potere di sindacati e partiti messo sotto pressione dalla crisi del 2008 e da un nuovo ordine mondiale in fase di assestamento che rischia, proprio per la difficoltà e le incertezze della rappresentanza organizzata, di vedere alterati i principi fondamentali che si sono affermati nelle democrazie avanzate negli ultimi due secoli. Raffaele Bonanni — insieme a Giuseppe Sabella — descrive in queste pagine "con una sorprendente capacità di farsi leggere" (dalla prefazione di Vittorio Feltri) il momento critico che l'Occidente e in particolare il nostro Paese stanno attraversando, anche alla luce dell'affermazione di Matteo Renzi e dell'ultimo ventennio che ha visto protagonista l'ex segretario generale della Cisl. La situazione italiana, come del resto quella europea e globale, vede il potere collettivo di partiti e forze sociali arrancare nei confronti del capitale. Ma è solo la loro riorganizzazione che può generare un equilibrio nuovo per la nostra democrazia. Come diceva, infatti, il grande Alexis de Tocqueville “nulla vi è che la natura umana disperi di raggiungere con l'azione libera del potere collettivo degli individui”.
Rivoluzione metalmeccanica. Dal caso Fiat al rinnovo unitario del contratto nazionale
Giuseppe Sabella
Libro: Libro in brossura
editore: Guerini e Associati
anno edizione: 2017
pagine: 149
Il settore della metalmeccanica è quello più importante della nostra industria e, anche, il più vivace, come del resto in tutta Europa. Negli ultimi dieci anni è stato teatro di eventi che stanno profondamente cambiando il sistema del lavoro e delle relazioni industriali: prima il caso Fiat, ora il rinnovo unitario del contratto nazionale. Quest'ultimo evento non solo ricompone una grande frattura, ma segna l'inizio di un processo condiviso che accompagna imprese e lavoratori verso Industry 4.0. Il sistema della rappresentanza del lavoro sta dando così una grande lezione alla politica di cosa significa mediare e fare sintesi per guidare e non subire le grandi trasformazioni dell'era globale. «Non siamo mica metalmeccanici» ha affermato in tempi recenti un deputato della Repubblica nell'aula del Parlamento. I meccanici, invece, scrivono un'importante pagina di storia che sancisce l'inizio di una nuova filosofia dell'industria - basata sulla partecipazione - e la fine del salario come variabile indipendente. E chi lavora per il bene comune di questo paese sa che questa è una pagina importante.
La Grande Transizione del capitalismo
Giuseppe Sabella
Libro: Libro in brossura
editore: Rubbettino
anno edizione: 2025
pagine: 216
Sin dai tempi di Joseph Schumpeter, sappiamo che il capitalismo funziona per cicli economici. Quando la sua potenza espansiva viene meno, il sistema si riorganizza. È quello che succede dopo la crisi del 2008, nel momento in cui le spinte dell’off-shoring e dell’economia globale si affievoliscono. In questo frangente, i grandi magnati del capitale avviano una profonda trasformazione economica, politica e culturale: il digitale, i social media, l’intelligenza artificiale e l’energia pulita sono i driver di questa metamorfosi, che incide anche sulle relazioni tra gli Stati sovrani. È su questi presupposti che le élite economiche internazionali rivedono la narrazione con cui si presentano a consumatori e mercati. Non più la fine della storia – che, nel corso degli anni, ha sospinto il mercato globale – bensì la sostenibilità: la Transizione ecologica, direbbe Jacques Lacan, è il nuovo discorso della legittimazione capitalistica. Ai giorni nostri, mentre Stati Uniti e Cina si sfidano per i commerci e per la supremazia cognitiva, gli scenari energetici previsti dalle istituzioni più autorevoli delineano la contrazione della domanda di combustibili fossili e la progressiva crescita di fonti alternative. In Gran Bretagna è stata spenta l’ultima centrale a carbone. Contrariamente a quanto afferma Donald Trump, il Green Deal – che spesso viene confuso con cultura e capitalismo woke – non è finito e non finirà: il grande capitale (europeo, cinese e, anche, americano) ha adottato questa proiezione e questo codice linguistico. Non si tratta soltanto di una Transizione digitale ed energetica: è, in fondo, la Grande Transizione del capitalismo.
Le consuetudini marittime: dalle origini a Giustiniano
Giuseppe Sabella
Libro: Copertina morbida
editore: Pragmata
anno edizione: 2021
pagine: 112
Come sono state istituite e si sono affermate le prime consuetudini del trasporto marittimo? Quali erano i soggetti e le regole dei primi contratti commerciali? C'è un legame tra l'evoluzione della scrittura e quella del pensiero astratto nella sintassi normativa? Lo studio descrive, in rapido e gradevole sorvolo, non solo la modernità degli antichi, ma anche alcune conquiste di civiltà del pensiero giuridico, dagli albori sino a Giustiniano.
La guerra delle materie prime e lo scudo ucraino. Ecco perché l'Europa è nel mirino di Putin
Giuseppe Sabella
Libro
editore: Rubbettino
anno edizione: 2022
pagine: 52
Il 24 febbraio 2022 Vladimir Putin ordina all’esercito russo di invadere l’Ucraina. Nel discorso alla nazione con cui annuncia l’operazione speciale, Putin dice che vuole fermare il processo di accerchiamento della Nato e che intende liberare l’Ucraina dai nazisti. “Le ragioni di Putin” – così le ha chiamate qualche fantasioso commentatore – sono davvero queste o ciò che sta dietro a questa ingiustificata invasione è qualcos’altro? La prevalente narrazione della crisi ucraina, in linea peraltro con la propaganda russa, si avvale di categorie interpretative della guerra fredda. Al di là del fatto che non vi è nessun accerchiamento della Russia da parte della Nato, la storia presente ci dice che l’ordine multilaterale è crollato – un bel problema per un Paese esportatore come la Russia – e che Putin vuole avvicinare Mosca a Pechino perché ha capito che, in particolare con l’Europa, gli affari si ridurranno. Obiettivo del capo del Cremlino è fare della Russia il più importante fornitore di materie prime della “fabbrica del mondo”, la Cina. Per questo, Putin vuole lo “scudo ucraino”, territorio compreso tra i fiumi Nistro e Bug che si estende fino alle rive del Mar d’Azov, nel sud del Donbas. È tra le aree più ricche del mondo in termini di potenziale di risorse minerarie. E, per quanto concerne le riserve di litio, già è al centro di un caso internazionale che coinvolge Europa e Cina, vicenda che precede di pochi mesi la guerra in Ucraina. Ma a Putin non basta, vuole colpire ancora l’UE: lo fa, soprattutto, con la guerra del gas; e scaricando sull’Europa la più grande emergenza umanitaria dalla Seconda guerra mondiale ai nostri giorni. La guerra di Putin sta marcando la fine della globalizzazione e l’inizio del mondo nuovo. È quello del decoupling, ovvero del disaccoppiamento delle catene del valore: quella occidentale e quella asiatica. È anche il mondo in cui democrazie liberali e autocrazie hanno iniziato a contrapporsi.