Libri di Ilaria Floreano
Shakespeare e il cinema. Vita e opere del Bardo sul grande schermo
Ilaria Floreano
Libro: Libro in brossura
editore: Gremese Editore
anno edizione: 2016
pagine: 192
William Shakespeare è morto 400 anni fa, ma il suo genio, sul grande schermo, non conosce tramonto: dal cinema muto alla golden age hollywoodiana, dagli allestimenti rigorosi di Laurence Olivier alle sperimentazioni geniali di Welles e Kurosawa, dalle proposte patinate di Zeffirelli alle rivisitazioni moderne di Kenneth Branagh, passando per autori come Godard e Polanski, le sue opere (da Amleto a Macbeth, da Romeo e Giulietta al Sogno di una notte di mezza estate) continuano a ispirare adattamenti, citazioni e omaggi, anche nei generi e nei luoghi più disparati (dal western all'horror, da Chinatown al carcere di Rebibbia). Shakespeare e il cinema si propone di raccontare al lettore in modo piacevole e scorrevole - frutto però di una ricerca approfondita e scrupolosa - il variegato percorso delle trasposizioni cine-shakespeariane nel corso dei decenni, inclusi i film che hanno cercato di raccontare la vita misteriosa del Bardo. Il tutto arricchito dalla più vasta filmografia shakespeariana mai pubblicata in Italia, da aneddoti e scene cult, da battute memorabili e curiosità dal set, nonché da un ricchissimo repertorio di foto di scena e fotogrammi dai film: oltre a quelli presenti nel testo, il lettore potrà trovarne migliaia online semplicemente inquadrando con lo smartphone il codice QR presente nell'indice del libro o digitando il link corrispondente. Per ricostruire un mondo variegato e intrecciato, fatto di teatro e cinema, ossia "della stessa sostanza di cui sono fatti i sogni".
L'ultimo sguardo. Vita e morte di Gian Maria Volonté
Stefano Loparco
Libro: Libro rilegato
editore: Bietti
anno edizione: 2025
pagine: 175
Presso la Bibliomediateca di Torino è conservata la trascrizione di uno stralcio del copione di Lo sguardo di Ulisse, film del 1995 di Theo Angelopoulos con Erland Josephson e Harvey Keitel. La pagina è vergata a mano da Gian Maria Volonté, che il 6 dicembre 1994 morì di infarto nella stanza di un albergo di Florina, dove riposava dopo una giornata di riprese sul set dello stesso film. Perché era Volonté l'attore scelto dal regista greco per interpretare Ivo Levi, il responsabile della cinemateca di Sarajevo che corre e cade per le strade della città martoriata dalla guerra, tentando di salvare preziosi reperti cinematografici. Sul suo quaderno Gian Maria poco prima di morire scrive: «Poi è scoppiata la guerra... mi sono dedicato alla protezione della cinemateca... che ne resti... la memoria. Era tutta la mia vita... ormai che senso potrebbe avere qualsiasi cosa? Che senso potrebbe avere adesso? Nel mezzo di questo massacro». Assieme alla sceneggiatura, al contratto e a pochi metri di girato con tre sue pose, questi appunti su Lo sguardo di Ulisse sono quanto rimane dell'ultima interpretazione di Gian Maria, che Loparco trasforma in spunto di partenza per un racconto dell'attore; del cittadino per cui tutto era politica, che richiamava sé stesso e gli altri a tenere l'anima e il pensiero all'erta; dell'uomo inquieto sempre alla ricerca, che amava far da mangiare insieme alle donne della sua vita. Tra loro Giovanna, l'unica figlia, che ha aperto a Loparco le porte della sua casa sulla Maddalena e raccontato ricordi con il padre e del padre. Secondo il piano di lavorazione del film, "Ivo Levi" sarebbe dovuto morire negli ultimi giorni di dicembre 1994. Invece è stato Gian Maria a morire, privando il pubblico di questo suo ultimo personaggio intenso e disperato. Per quella corsa tragica, con taniche riempite all'inverosimile, che gli ha spezzato il cuore.
Gudrun Ensslin
Ilaria Floreano
Libro: Libro in brossura
editore: Bietti
anno edizione: 2024
pagine: 250
Gudrun Ensslin fu, con Andreas Baader, la vera fondatrice della “banda Baader-Meinhof”. Fu lei a battezzarla RAF, Rote Armee Fraktion. Attrice in erba, dottoranda, redattrice editoriale, moglie, madre e militante politica con un rigoroso senso di giustizia e di assoluto, a un certo punto decise di fare tabula rasa di radici, educazione, studi, marito, figlio per darsi alla lotta armata nella Germania degli anni Settanta. Questo libro – il primo a lei dedicato in Italia, con la preziosa prefazione di Barbara Sukowa, che la interpretò nel capolavoro di Margarethe von Trotta Anni di piombo, vincitore del Leone d'Oro a Venezia 1981 – ne racconta la biografia e tenta di capire cosa può averla spinta a una scelta simile, a partire dai film che l'hanno come protagonista o ispiratrice (e da alcuni film e personaggi cinematografici che la sfiorano per affinità o ne mostrano, per contrasto, i limiti). Parlare di Gudrun Ensslin è una sfida del e al pensiero, soprattutto per chi non riesce a immaginare di poter rinunciare in toto alla comodità di una vita “normale” per sacrificarla sull'altare di una velleitaria battaglia contro “Il Sistema”. Gudrun Ensslin è morta suicida a trentasette anni, dopo averne trascorso gli ultimi cinque a difendersi in tribunale, a fumare in cella, a discutere di massimi sistemi con con i suoi compagni, Baader e Ulrike Meinhof su tutti. Parlare di lei, riflettere sui film che la mettono in scena – mai giunti in Italia, come Die Reise (“Il viaggio”) e Wer wenn nicht wir (“Chi se non noi”), o capolavori come Germania in autunno, o ancora frammenti inediti in cui è Gudrun stessa a recitare – significa cercare di conoscere una donna dimenticata, aprire un dialogo con lei sul materno e sul femminile, ragionare su come e se sia possibile conciliare vita pubblica e privata.
Béla Tarr. Il tempo del dopo
Jacques Rancière
Libro: Libro in brossura
editore: Bietti
anno edizione: 2022
pagine: 100
Da "Nido familiare" (1979) a "Il cavallo di Torino" (2011) - dichiarato dal regista il suo ultimo film - Béla Tarr ha forgiato un universo cinematografico innervato da un'inesausta tensione esplorativa. Dopo il fallimento dell'Ungheria socialista, analizzata attraverso lunghi primi piani e riprese febbrili, la riflessione si fa metafisica, abbraccia la dimensione umana della storia e trova nel piano sequenza la sua rappresentazione ideale. Nella prima monografia francese dedicata al cineasta ungherese Rancière indaga con una prosa immediata e vitale, dal punto di vista formale oltre che drammaturgico, le sequenze più esaustive di film come Le armonie di Werckmeister, e compone il ritratto poetico di uno dei maggiori registi contemporanei.
Volevo dipingere la luce del sole. Vita di Edward Hopper tra pittura e cinema
Ilaria Floreano
Libro: Libro in brossura
editore: Bietti
anno edizione: 2016
pagine: 200
Nighthawks, Morning Sun, Gas: sono tre dei quadri più conosciuti di Edward Hopper, considerato con Pollock il fondatore dell’arte americana. Le immagini di Hopper, apparentemente “semplici”, hanno contribuito a cesellare una precisa idea di America: infinita, solitaria e perturbante. «Volevo dipingere la luce del sole» è una biografia umana e artistica, arricchita da una ricognizione dei film che la evocano e da un inserto che mostra la vicinanza formale tra quadri e fotogrammi: per descrivere vita e opere di Hopper e come i registi più diversi – da Hitchcock a Wenders, da Cronenberg a Lynch – l’abbiano reinterpretato.
Ciak, mi sposo! I film più belli per prepararsi alle nozze
Ilaria Floreano
Libro: Libro in brossura
editore: Giv
anno edizione: 2014
Il libro perfetto per trovare nei grandi film - italiani e stranieri l'ispirazione e mille idee per il matrimonio, dall'abito ideale al bouquet da favola, per cominciare subito a sognare l'organizzazione perfetta per il vostro grande giorno!
Concerto per macchina da presa. Musica e suono nel cinema di Krzysztof Kieslowski
Ilaria Floreano
Libro: Libro in brossura
editore: Bietti
anno edizione: 2011
pagine: 344
Amori fatali. Grandi passioni fra cinema e realtà
Massimo Zanichelli, Ilaria Floreano
Libro
editore: Le Mani-Microart'S
anno edizione: 2016
pagine: 360
Béla Tarr. Il tempo del dopo
Jacques Rancière
Libro: Libro in brossura
editore: Bietti
anno edizione: 2015
pagine: 130
Da "Nido familiare" (1979) a "Il cavallo di Torino" (2011) - dichiarato dal regista il suo ultimo film - Béla Tarr ha forgiato un universo cinematografico innervato da un'inesausta tensione esplorativa. Dopo il fallimento dell'Ungheria socialista, analizzata attraverso lunghi primi piani e riprese febbrili, la riflessione si fa metafisica, abbraccia la dimensione umana della storia e trova nel piano sequenza la sua rappresentazione ideale. Nella prima monografia francese dedicata al cineasta ungherese Rancière indaga con una prosa immediata e vitale, dal punto di vista formale oltre che drammaturgico, le sequenze più esaustive di film come Le armonie di Werckmeister, e compone il ritratto poetico di uno dei maggiori registi contemporanei