Libri di John M. Synge
Teatro irlandese. I grandi autori dell'Abbey Theatre di Dublino tradotti da Carlo Linati
William Butler Yeats, Augusta Gregory, John M. Synge
Libro: Copertina morbida
editore: Agorà & Co. (Lugano)
anno edizione: 2018
pagine: 450
Tra il 1914 e il 1917 lo scrittore Carlo Linati portò a compimento l'impresa "eroica" di rendere nella nostra lingua una ricca e significativa scelta di testi di quello che è oggi definito "teatro irlandese classico". Abile scout letterario e critico di vaglia, egli fu il primo a lanciare sui palcoscenici italiani le tragedie e le commedie della Holy Trinity dell'Abbey Theatre di Dublino, William Butler Yeats, Augusta Gregory e John Millington Synge, creatori della moderna drammaturgia ibernica. Questo volume propone oggi, riunite e annotate, tutte le dodici pièces allora tradotte da Linati: testi di grande impatto, capaci ancora di scaldare il cuore di chi ama l'Irlanda, la sua gente e le sue storie straordinarie.
Vagabondo in Irlanda
John M. Synge
Libro: Libro in brossura
editore: Mattioli 1885
anno edizione: 2009
pagine: 193
In questa sorta di diario di viaggio, inizialmente pubblicato su riviste periodiche e riunito in un unico tomo nel 1912, Synge descrive l'Irlanda rurale, quella dei "tinkers" (i famosi "zingari" irlandesi), delle donne orgogliose della loro autonomia, dei lavoratori morti congelati nella torba, dei molti artisti senza tetto che si danno a una vita nomade. Un tentativo di raccontale il paese attraverso i suoi miti ma anche i suoi pregiudizi e tutta la sua fantasiosa libertà. "Vagabondo in Irlanda" ci svela un Synge degno erede della tradizione di un Thoreau e precursore dei viaggi "on the road" di Kerouac.
Riders to the sea-La cavalcata al mare
John M. Synge
Libro: Copertina morbida
editore: Compiano
anno edizione: 2012
pagine: 128
"Riders to the Sea", di J.M. Synge, è un breve capolavoro che si inserisce nel revival teatrale irlandese, e la cui scrittura ha per nume tutelare W.B. Yeats. Ambientato nelle isole Aran, a ovest dell'Irlanda, svela la realtà crudele di quei luoghi e di quella vita. Un dramma in cui realismo d'ambiente e di carattere si mescolano al soprannaturale della cultura e delle credenze locali e che, malgrado il suo colore locale, rivela un moderno sentimento pre-beckettiano di inutilità e insignificanza dell'esistenza. Nel 1908 James Joyce, che abita a Trieste, evidentemente colpito dalla sapiente miscela di realismo e simbolismo del testo, lo traduce in italiano assieme all'amico Vidacovich.