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Libri di Liliana Eugenia Garuti delli Ponti

L'anarchia della foresta. Una vicenda di emigrati russi

Liliana Eugenia Garuti delli Ponti

Libro: Copertina morbida

editore: Fondazione Mario Luzi

anno edizione: 2017

pagine: 224

L'anarchia vive in chi esige libertà e in ogni fenomeno naturale dell'universo retto da leggi rigorosamente matematiche ma contraddetto talvolta da eventi imprevedibili. La foresta, dove i ritmi naturali sono combattuti e viziati da casualità, ne è un esempio. Due famiglie di Vecchi Credenti russi che vivono nel sud presso il mar Nero emigrano nella tajga siberiana per sfuggire alle persecuzioni dello Zar Nicola II e in seguito a quelle del bolscevico Lenin.Questo non è un libro "religioso". Ma un racconto di azioni verso un percorso di libertà. Nelle sue righe i Vecchi Credenti sono un simbolo delle minoranze perseguitate.Essi, consapevoli della loro posizione contro la generale tendenza, ne accettano con entusiasmo le conseguenze: privazioni, sacrificio, emarginazione, solitudine estrema. In questo contesto alcuni fatti sono descritti con modi spietati e brutali e si svolgono attraverso manifestazioni così violente da sembrare paradossali. Ciò avviene per evidenziare il potere del male vinto dalla forza dei personaggi e dal loro rigore etico.
18,90 17,96

Musica maledetta. Il trionfo della non musica

Ponti Mario Delli

Libro

editore: Zecchini

anno edizione: 2012

pagine: VIII-120

"Musica maledetta" non è solo quella imposta banalmente dalla liturgia corrente, ma anche quella impressa dall'avidità del guadagno nel codice genetico dei suoni. Quanto sia ignobile e diseducativo che nelle scuole e nelle chiese insegnino ad apprezzare le schitarrate di infimi cantautori più o meno media-diffusi non appare evidente nelle società dei consumi. I ragazzi crescono imparando a usare la musica, nel miglior dei casi, come "ansiolitico ecologico". Sarebbe lecito aspettarsi dalla chiesa l'attaccamento al suo irrinunciabile ruolo storico di promotrice delle arti, ma questo negli anni va scomparendo. I sacerdoti non sono più i colti amanti di una cultura universale, insieme agli imperatori, ai Gregorio Magno. I gran signori di Toscana, i papi quali Leone X o Urbano VIII non proteggono più Michelangelo o Monteverdi. Durante le celebrazioni in chiesa si è immersi in uno sciatto e profano livello di ascolti musicali e ciò crea una decadenza della convivialità sacrale. Si offre anche a Dio il peggio, solo perché è più noto, più facile e propagandato e magari perché "piace ai giovani". Tutto questo è un invito alla superficialità. La gioia intima si muta in condivisione primitiva e dissennata. La dimensione del ricordo musicale nel silenzio è uccisa. Il pattume sonoro ha vinto." Presentazione di Lorenzo Arruga.
19,00 18,05

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