Libri di Nicolò Angileri
Destini che nessuno sa
Nicolò Angileri
Libro: Copertina rigida
editore: La Zisa
anno edizione: 2012
pagine: 160
Romanzando un'agghiacciante vicenda di cronaca realmente accaduta a Palermo alcuni anni fa - una sordida storia di sfruttamento di minori e di film pedopornografici - Nicolò Angileri tratteggia il ritratto di un quartiere e delle figure che vi si muovono, alcune con ferocia, altre con rassegnazione, i bambini spesso con l'innocenza violata da adulti insensibili a tutto tranne che al richiamo del denaro. Per tutti, nel quartiere, i buoni come i cattivi, vige un tabù: non si fanno denunce alla polizia, non si è spioni. Il ricordo delle passate sofferenze e la consapevolezza che solo parlandone le potrà superare riusciranno a convincere uno dei piccoli abusati a raccontare tutto. Sullo sfondo, nel romanzo, si muovono personaggi indimenticabili delle battaglie civili di quegli anni contro la mafia, la delinquenza, l'ignoranza, come don Pino, padre Puglisi, che fu sempre al fianco degli oppressi e alla ribellione alle regole dell'omertà dedicò la vita.
Angeli e orchi
Nicolò Angileri, Raffaella Catalano
Libro: Libro rilegato
editore: Flaccovio Dario
anno edizione: 2009
pagine: 180
Un poliziotto della Sezione specializzata minori di Palermo racconta come, da anni, combatte la pedofilia. È un compito delicato, che richiede molta caparbietà per superare l'orrore dei tantissimi casi di bambini segnati dalle violenze sessuali e infinita sensibilità per accostarsi alle piccole vittime e indurle a liberarsi dall'incubo. Senza indulgere mai nella morbosità, questo libro - con prefazione di Ficarra & Picone - racconta con delicatezza storie vere di abuso e di recupero dell'innocenza. Per contribuire a cancellare tabù e silenzi.
Il fiore dei gitani
Nicolò Angileri
Libro: Libro in brossura
editore: Città del Sole Edizioni
anno edizione: 2014
pagine: 176
Solo chi ha sofferto veramente riconosce il dolore della sofferenza. Rachel ha conosciuto la solitudine, l'abbandono, la violenza, l'odio, l'emarginazione, la povertà, la fame, il senso di nullità. Il più delle volte questa sofferenza diventa il suo linguaggio, la sola espressione per comunicare con il prossimo. Senza usare le parole la protagonista racconta questo disagio in un altro modo, con i suoi gesti quotidiani verso il prossimo. Rachel aveva conosciuto l'amore, sapeva che cosa era l'amore, glielo aveva insegnato la sua famiglia, con tenerezza, la dolcezza, il rispetto per la vita, per il prossimo e per la natura. Non ci pensa due volte a sacrificare la sua esistenza per donarla al fratello più sfortunato. Lei viveva nell'amore, ogni suo gesto era colmo d'amore. Una volta qualcuno disse che l'odio genera odio. Ma sicuramente l'amore genera amore.