Libri di P. Gibellini
Il meglio del teatro. Drammi scelti
Luigi Pirandello
Libro: Copertina morbida
editore: Rizzoli
anno edizione: 2016
pagine: 1033
"Sei personaggi in cerca d'autore" e "Così è (se vi pare)", "La giara" e "Ciascuno a suo modo", ma anche "Enrico IV" e "Il berretto a sonagli", fino a "Questa sera si recita a soggetto" e "I giganti della montagna": questo volume raccoglie i più importanti - e amati - drammi di Pirandello annotati e commentati da un'équipe accademica multidisciplinare composta da Beniamino Mirisola, Elena Sbrojavacca, Veronica Tabaglio. Dirige l'edizione il professor Pietro Gibellini, tra i massimi conoscitori dell'autore siciliano. I testi qui riuniti non solo documentano lo sviluppo della produzione drammaturgica pirandelliana dagli esordi alla maturità, ma ne restituiscono anche la varietà dei temi e dei modi teatrali e le svolte decisive impresse al teatro novecentesco.
I promessi sposi-Storia della colonna infame-Inni sacri-Odi civili
Alessandro Manzoni
Libro: Copertina rigida
editore: Newton Compton Editori
anno edizione: 2018
pagine: 754
La storia di Renzo e Lucia, don Abbondio e padre Cristoforo, don Rodrigo e l'Innominato ha appassionato generazioni dì lettori e occupa ancora oggi un posto del tutto speciale nelle biblioteche degli italiani. "Storia milanese del XVII secolo scoperta e rifatta da Alessandro Manzoni" era il sottotitolo con cui l'autore presentava "I promessi sposi", uno dei capolavori della nostra letteratura, affresco storico e romanzo in cui si fondono mirabilmente immagini forti e poetiche, pietas per un'umanità ingenua e dolente, ironia. Questa edizione si avvale di utili strumenti, come il rigoroso corredo di note, che permettono la piena comprensione dei molteplici livelli e aspetti della narrazione. Storia della colonna infame fu concepita inizialmente come capitolo dei "Promessi sposi," ma ne fu poi avulsa e pubblicata come appendice al romanzo nell'edizione del 1840. Queste pagine scarne e terribili offrono la ricostruzione giuridico-narrativa del processo svoltosi durante la peste del 1630 contro due malcapitati accusati di "unzione". La produzione poetica di Manzoni comprende un ciclo di "Inni sacri", progettati per celebrare le festività che scandiscono lo scorrere del tempo cristiano. Ne compose alla fine cinque, in cui si cimenta nell'impresa ardua di coniugare poesia e preghiera. Chiudono il volume le "Odi civili", riflessione, che a volte assume una dimensione corale, su particolari momenti e personaggi significativi per la storia italiana. Introduzione generale di Arnaldo Colasanti.
L'Inferno di Dante riscritto in milanese
Carlo Porta
Libro: Copertina morbida
editore: Interlinea
anno edizione: 2021
pagine: 136
La prima traduzione del poema di Dante in un dialetto italiano si deve a Carlo Porta. L'Inferno in versi milanesi, seppur frammentario, rappresenta il vero inizio della poesia portiana. Sospesa com'è tra emulazione e parodia, tra slancio verso il sublime e controcanto comico-realistico, la ricreazione dialettale produce un testo originale e assai godibile. Dispersi qua e là nelle edizioni delle poesie portiane, i frammenti dell'Inferno milanese sono qui riuniti, ordinati e riprodotti a fronte dell'originale dantesco. Il libro è introdotto da un ampio saggio di Pietro Gibellini e reca le retroversioni in italiano approntate da Massimo Migliorati.
Pagine sull'arte
Gabriele D'Annunzio
Libro
editore: Abscondita
anno edizione: 2019
pagine: 152
«Il ponte di travi di tavole e di ruote, dove Michelangelo saliva per dipingere la volta della Sistina, mi s'è ricomposto nel sogno. Ho sfiorato il prodigio con le ciglia, ho toccato il prodigio con la mano. "Questa è una bella materia" fece Francesco Francia palpando la statua di Papa Giulio. E il Buonarroti si sdegnò. L'opera titanica è bella come un'ala di farfalla. Veduta da vicino, in ogni parte e nel tutto ha la perfezione compatta d'un guscio d'ovo, una continuità simile alla politezza d'un dente d'elefante. È una tra le più belle materie del mondo, nata intiera da un cervello maschio come certe gemme virtuose che gli antichi lapidarii credevano generate nel capo di certi animali solinghi. O chiome delle potenti sibille! Sembra che la lentezza dei secoli non basti a formare il pregio d'un sol frammento di questo intonaco; e questo intonaco Michelangelo lo preparava da sé ed era costretto a dipingerlo in un paio d'ore, dopo aver macinato da sé i colori, dopo aver fatto ogni mestiere da sé. Le spatolate sono visibili. Mi commuovono a dentro come se fossero le tracce lasciate da un combattimento vinto a furia di lampi mentali. La volta era scarsamente rischiarata. In qual penosa attitudine il pittore dipingesse si sa dal suo crudo sonetto a Giovanni da Pistoia. Non aveva egli la guida dei cartoni. E con che s'aiutava egli dunque? Ecco questa mano di Domineddio, gigantesca. E come faceva egli a proporzionare con questa il resto della grandezza, mentre il pennello gli gocciolava sopra il viso e il ventre gli s'appiccava sotto il mento? Quando dipingeva questa testa di Adamo, i piedi della figura erano laggiù, lontani come i miei se nel travaglio dei tossici smarrisco il senso del corpo e mi difformo a dismisura. Non credo che ci sia nel numero dei drammi mentali un fuoco di cervello da paragonare a questo. L'istinto di divinazione accompagnava continuo l'opera. Se è vero che nella Sistina egli non fosse in buon luogo, è pur vero ch'egli non faceva il pittore, come confessò egli stesso in rima al suo Giovanni. Aveva nel suo "petto d'arpìa" l'afflato dei suoi profeti e delle sue sibille, e nella fronte rugosa il balenìo continuo del Monte Tabor, questo manovale disperato, questo macinatore e intonacatore ansante. Non lavorava se non d'ispirazione e di miracolo. E il manico del suo pennello non era se non una verga divinatoria. Ho rapito con le unghie un frammento della materia preziosa, un pezzetto del guscio; e ora lo voglio incastonare in un anello di ferro per farne un dono eroico al mio spirito che non dorme. Dov'è la gemma tagliata che l'eguagli?».
Alcione
Gabriele D'Annunzio
Libro: Copertina morbida
editore: Einaudi
anno edizione: 2010
pagine: 445
Il fascino di "Alcione" (riproposto qui nell'edizione originale del 1904) aumenta paradossalmente man mano che se ne scoprono le fonti culturali e i risvolti formali: sistemando il quadro dei fitti echi letterari emerge un florilegio di riferimenti ai classici greci e latini e ai moderni scrittori europei. Con abilità da alchimista D'Annunzio sa ricavare dalla materia verbale delle fonti combinazioni originali e personalissime, come nella "Sera fiesolana" e nella "Pioggia nel pineto". Ma "Alcione" è anche un poema organico che, mentre descrive un'estate marina, racconta ben altro: il viaggio del poeta in una patria dell'anima, dove la Versilia si trasforma in un'Eliade popolata di fauni e di ninfe, un Eden perduto di cui resta solo la struggente nostalgia. Come viene analiticamente evidenziato nel saggio introduttivo di Pietro Gibellini, "Alcione" è il libro con cui ha fatto i conti tutta la poesia italiana del Novecento: dalle imitazioni alle parodie, dalle citazioni esplicite ai riferimenti sotterranei, è una specie di totem intorno al quale tutti hanno trovato quello che cercavano, per liberarsi dalla tradizione o per colloquiare con essa. Spesso si parla, perlopiù a sproposito, di libri "imprescindibili": "Alcione" lo è stato quant'altri mai, e forse lo è ancora.
Melodia. Congedo e le altre poesie in dialetto bresciano
Angelo Canossi
Libro: Copertina morbida
editore: Sardini
anno edizione: 2012
pagine: 736
Sentieri di carta. Omaggio a Renato Martinoni
Libro: Copertina rigida
editore: Salvioni
anno edizione: 2018
pagine: 270
Una "miscellanea" dove gli scritti rispecchiano la personalità poliedrica di un uomo in cui coabitano rigore di indagine, eleganti passioni, ricca umanità.
Tutte le poesie
Giosuè Carducci
Libro: Copertina morbida
editore: Newton Compton Editori
anno edizione: 2011
pagine: 875
Sono qui raccolte in edizione completa tutte le poesie di Carducci, comprese le giovanili e le disperse. Esaltato a suo tempo e poi dimenticato, Carducci si presenta con i suoi versi ricchi di contenuti, caldi di passione e classicamente limpidi nella forma. La battaglia politica, la rievocazione della storia, i trasporti amorosi, i dolori familiari, l'attrazione per la bellezza, il senso del paesaggio e della natura animano una poesia che ha il colore del suo tempo, ma ripropone anche valori attuali di cui si torna a sentire il peso: la chiarezza del linguaggio, la forza delle idee. A cura di Pietro Gibellini, con note di Marina Salvini.
Adelchi
Alessandro Manzoni
Libro
editore: Garzanti
anno edizione: 1995
pagine: 150
Carlo, re dei Franchi, ha ripudiato Ermengarda, figlia di Desiderio, re dei Longobardi. Ermengarda torna dal padre e chiede di potersi chiudere in convento per trovare conforto nella preghiera. Un messo di Carlo intima a Desiderio di restituire le terre tolte al pontefice. Il re risponde sdegnosamente e la guerra è dichiarata. Alcuni duchi longobardi sono pronti a tradire. Nel campo dei Franchi giunge il diacono Martino a rivelare l'esistenza di un valico che permette a Carlo di prendere di sorpresa i Longobardi. Adelchi si difende strenuamente; intanto Ermengarda, muore in convento a Brescia. Un traditore apre ai Franchi le porte di Pavia, ultimo rifugio dei Longobardi. Giunge, morente, Adelchi che ha deciso di combattere fino all'ultimo.
Alcyone
Gabriele D'Annunzio
Libro
editore: Garzanti
anno edizione: 1995
pagine: 444
Al centro della stagione creativa di D'Annunzio si colloca la poesia delle Laudi: i cinque libri del ciclo di Laudi del cielo, del mare, della terra e degli eroi compongono una sorta di laudatio del creato (ma di un creato senza creatore) sul modello del Cantico francescano. Ad Alcyone (1903), terzo libro e vertice poetico del ciclo, sono affidate le lodi della terra e del cielo. In vario metro, dalle terzine ai sonetti, dalle ballate alle strofe libere, le 88 liriche del libro cantano la parabola di un'estate in Versilia, lo splendore della stagione piena e trionfale e il suo lento trascolorare nell'incalzante autunno, i fremiti misteriosi della natura, sentita paganamente, fino alla metamorfosi panteistica dell'uomo nel paesaggio e nel mito.