Libri di Rosa Maria Ponte

Una telefonata notturna, per comunicare all'amica di sempre un'inquietante scoperta, dà inizio al percorso che si svolge attraverso l'intera vita da cui Flavia, da un po' di tempo, ha cominciato a prendere le distanze. Questo stato d'animo rinunciatario, dovuto forse alle fasi alterne della malattia o alla rivelazione che nessuna storia d'amore sopravvive al passare del tempo e all'avanzare dell'età che sfoca le immagini e dissangua i ricordi, sembra, all'improvviso, trasformarsi in speranza di salvezza, in fede in una vita rinnovata per merito di un racconto che Flavia sta traducendo e che pare contenga la promessa di un'esistenza che continua in altri luoghi e in altre dimensioni. L'amica è sorpresa di questa scoperta, ma incoraggia Flavia ad approfondire l'indagine che la conforterà con la certezza che non tutto si concluderà su questa terra. Flavia dice all'amica, prima di salutarla, che vuole finire in nottata la traduzione, perché pensa che non le resti molto tempo. Lei le promette di richiamarla il giorno dopo, ma questo avverrà? Le due amiche, compagne di giochi durante un'infanzia felice, avranno occasione di risentirsi?

"Per una stupida sfida, per puro orgoglio, andammo quel pomeriggio al cimitero. Sì, litigammo un po’ e io ti accusai di essere un vigliacco e con questo ti persuasi ad entrare non sapendo che, una volta conclusa l’avventura, ci saremmo ritrovati due persone diverse. Non più grandi, non più mature, intendo dire, ma, semplicemente, diverse."

Tra realtà e fantasia, ribellione e speranza, seguendo un percorso psicologico intricato e sotterraneo come quello di mitologici labirinti, si svolge la storia di Sal e del suo amore adolescenziale per un'attrice intravista sullo schermo improvvisato nella mansarda dove suo padre, famoso psicologo, si divertiva a proiettare vecchi film muti di famiglia racchiusi in tonde scatole di ferro chiamate pizze. Ma era la donna dagli occhi bistrati e asimmetrici a stregare Sal o il cinema in sè? La conclusione della vicenda darà la risposta o, forse, non sarà sufficiente a svelare l'enigma. Di certo c'è soltanto che questa storia impossibile, tra realtà e fantasmi, segue le tappe di un duro viaggio verso le origini.

Lucio, a Londra per la tesi di laurea, alloggia a Whitechapel, celebre per le imprese di Jack lo Squartatore. Una mattina il bibliotecario gli consegna un romanzo di Conan Doyle con in copertina l'orrido profilo dell'assassino, del quale narra una storia surreale. Ciò sbalordisce il giovane, ignaro del fatto che Doyle abbia mai scritto una cosa del genere. Lo legge e di notte è sopraffatto dagli incubi. L'indomani, l'incontro con un tale che ricorda paurosamente il protagonista del libro finirà per catapultarlo in un macabro inganno. Tra scenari lontanissimi, la solare Mondello di un ricco antiquario e la Londra di squallidi personaggi che rievocano intrighi passati, lo sprovveduto studente vaga tra un amore siciliano e una vicenda oscura che lo travolge.

Michele, architetto sessantenne di Palermo e grande appassionato d'arte, una mattina nota un inusuale andirivieni di pesanti casse nella chiesa antistante la sua abitazione, famosa per custodire le reliquie di un santo Crociato che da secoli, pare, si rifiuta di fare miracoli per un voto non osservato. Le casse provengono dalla dimora di un candelaio da poco deceduto. Lo stesso giorno l'amico fraterno Mimmo chiede l'aiuto di Michele per la valutazione di un quadro, nel quale verrà riconosciuto lo stile del pittore futurista Pippo Rizzo. Da quel momento si apre una serie di quesiti che va a lambire il passato di Michele, scoperchiando un dolore mai superato. Misteri, avvenimenti inspiegabili, indagini: per Michele dipanare la nebbia che avvolge la cereria di don Caiazzo, la sua vita e il suo lascito alla parrocchia, diventa un richiamo irrefrenabile...

Il rapporto unico e indissolubile che lega una zia e sua nipote, due vite che si intrecciano con ricordi familiari, sogni, premonizioni. Palermo diventa così specchio di una vita che si sviluppa attraverso le generazioni, luogo di leggende e incontri, ma soprattutto teatro di un intenso racconto corale. A fare da leitmotiv a questo racconto, che diventa una metafora spesso oscura, ma sempre evocativa, il racconto di Oscar Wilde "Il principe Felice".

Lo zar Nicola II e la sua famiglia vengono imprigionati e uccisi in una residenza in Siberia e, caricati su una camionetta, vengono portati in un luogo dove i loro corpi vengono bruciati solo dopo aver tolto alla zarina e alle granduchesse i bustini che contengono il tesoro reale. Ma il gioiello più bello non c'è. La storia della ricerca del gioiello solca gli anni e arriva fino ai nostri giorni. In questo percorso del tempo si incontrano personaggi famosi come il poeta Esenin con la moglie Isadora Duncan, famosa per la danza senza scarpette e senza tutù. Troviamo un deludente Puskin che passeggia nella Prospettiva Nevskij e il grande Majacovskij che regge la borsetta della sua dama. Si conoscono le notti bianche, i samovar e una enigmatica cameriera attorno alla quale ruota la storia della tragedia della protagonista. È una ragazza italiana, trasferitasi per studiare il russo, si innamora di un collega di studio. Nel luogo dove gli studenti sono alloggiati, una residenza sul mar Baltico dal nome esotico "Diunj", scoppia la tragedia. E il gioiello sparito? Esiste davvero o è soltanto una fiaba? Esiste, ma sembra essere animato di vita propria con la capacità di sfuggire con un "marameo" piuttosto che finire nelle mani di qualcuno.