Libri di Silvia Burini
Maria Cristina Finucci. HELP
Libro: Libro rilegato
editore: Mondadori Electa
anno edizione: 2021
pagine: 237
«L'emergenza legata al Covid-19 ha segnato quello che probabilmente nel prossimo futuro sarà ricordato come uno spartiacque nel percorso verso la presa di coscienza collettiva sull'importanza della sostenibilità nelle attività umane, creando una convergenza ancora più forte verso obiettivi condivisi ed evidenziando i limiti e i rischi di modelli di sviluppo ormai superati. La crisi ha fatto emergere in modo molto chiaro quanto sia forte l'integrazione tra i Paesi e come ciò che succede in una parte del mondo abbia conseguenze globali. Una vera e propria lezione di sostenibilità planetaria da cui nessuno può più sentirsi esonerato. Il cambiamento che era già in atto non solo non deve arrestarsi, ma può e deve accelerare ulteriormente, per una prosperità economica e sociale e per l'enorme potenziale di investimenti e creazione di posti di lavoro che la transizione verso un modello economico più sostenibile e inclusivo può generare. Nel settore elettrico il percorso per la decarbonizzazione ha già superato il punto di non ritorno: le rinnovabili sono oggi le fonti energetiche più competitive. Il trend è iniziato alcuni anni fa quando eravamo in pochi a crederci, ma oggi la maggior parte delle utility si stanno muovendo verso questa direzione. L'Europa si è data lo sfidante obiettivo di diventare "carbon neutral" entro il 2050 e questo sarà raggiungibile solo attraverso uno sviluppo sempre maggiore delle fonti rinnovabili, la digitalizzazione, l'elettrificazione dei consumi finali e l'utilizzo di soluzioni innovative all'interno di processi industriali, come l'introduzione dell'idrogeno verde, prodotto da elettrolisi dell'acqua alimentata da energia elettrica rinnovabile. La sostenibilità è in grado di orientare positivamente le scelte che riguardano il presente e il futuro, non solo nel settore energetico. L'opera di Maria Cristina Finucci racconta in maniera efficace e di grande impatto il risultato di modelli economici ormai superati, un'emergenza che può essere affrontata solo adottando una visione diversa. Il Garbage Patch State è la rappresentazione di un'emergenza su cui è urgente intervenire, non solo per contenere il problema, ma anche per far sì che, attraverso un nuovo approccio ai materiali e al loro riutilizzo, questo non sia destinato a riproporsi o aggravarsi nel tempo. In questo momento storico di grande consapevolezza nei confronti dell'ambiente, volontà politica, evoluzione tecnologica, attenzione della comunità finanziaria e società civile convergono verso obiettivi di sostenibilità. Il messaggio diffuso attraverso l'arte è un potente mezzo per la presa di coscienza del problema, un passo necessario per accelerare il cambiamento e agire concretamente per il benessere delle società e del pianeta.» (Francesco Starace)
Grisha Bruskin. Lessico fondamentale
Silvia Burini
Libro: Libro in brossura
editore: Mimesis
anno edizione: 2019
pagine: 239
Dalla leggendaria asta organizzata da Sotheby’s a Mosca il 7 luglio 1988, una tela di Grisha Bruskin, Fundamental’nyj leksikon, cambiò per sempre la valutazione dell’arte contemporanea russa. Al di là della quotazione allora ottenuta – che meritò la prima pagina del “New York Times” – quell’occasione consacrò agli occhi del mondo la fisionomia lucida, analitica, visionaria di un artista capace di rivelarci le profonde analogie tra mondo ebraico e impero sovietico, di progettare affascinanti prospettive di archeologia del futuro, di dare forma all’inquietante terrore che pervade la nostra epoca, costantemente alla ricerca di un nemico. La monografia di Silvia Burini rilegge per intero il percorso dell’artista ma riempie più di un vuoto nel panorama della storia e della critica dell’arte contemporanea europea: chiarisce “perché dobbiamo occuparci dell’arte russa” anche in Italia (in Germania e nei paesi anglofoni lo si fa da tempo, senza che questo costituisca una sorta di stravagante devianza). Il volume è un’originale riconsiderazione dell’arte russa e sovietica che connette organicamente per la prima volta l’attualità e la storia senza i superflui ideologismi della critica, grazie all’attento impiego di uno strumento di analisi efficace e appropriato, quello della semiotica della Scuola di Tartu, che Silvia Burini, la maggior specialista in Italia della riflessione di Jurij Lotman, gestisce con grande consapevolezza.
Conversazioni sulla cultura russa
Jurij Mihajlovic Lotman
Libro: Libro in brossura
editore: Bompiani
anno edizione: 2017
pagine: 448
"La cultura è memoria" ha ripetuto tante volte Jurij M. Lotman, uno dei più grandi studiosi del Novecento, fondatore della semiotica della cultura, ed "è sempre legata all'esperienza passata, sottintende per forza di cose una continuità etico-intellettuale e spirituale, insita nella vita dell'individuo, della società e dell'umanità. (...) Quando parliamo della nostra cultura contemporanea - pur non rendendocene conto - magari parliamo anche della via lunghissima che questa cultura ha percorso". Nate in Estonia come sceneggiatura di una serie televisiva trasmessa tra il 1986 e il 1991, le "Conversazioni sulla cultura russa" ci offrono il volto sorprendente e 'incarnato' dello studioso presentandoci, su un registro consapevolmente antiaccademico, un vivido spaccato della cultura russa dal XVIII al XX secolo. Rendono disponibile al curioso e all'amatore, ma anche al docente e allo studioso, un materiale vastissimo, veicolato con taglio totalmente inedito, che arricchisce sensibilmente il già immenso contributo di Lotman all'esplorazione del 'continente cultura russa'.
Uzbekistan: l'avanguardia nel deserto
Libro: Libro rilegato
editore: Electa
anno edizione: 2024
pagine: 264
Due sedi, un progetto unitario, un catalogo unico. Attraverso i due appuntamenti "La luce e il colore" (Firenze, Palazzo Pitti, Andito degli Angiolini, 16 aprile - 30 giugno 2024) e "La forma e il simbolo" (Venezia, Ca' Foscari Esposizioni, 17 aprile - 29 settembre 2024), promossi e sostenuti dalla Fondazione per lo Sviluppo dell'Arte e della Cultura dell'Uzbekistan (ACDF), per la prima volta in Europa si presenta l'affascinante sviluppo della pittura in Uzbekistan dalla fine del XIX secolo, quando si avvia in Centro-Asia un'esperienza di pittura da cavalletto, a dopo la metà degli anni '30, il momento che segna l'avvento dei dettami del Realismo Socialista. In poco più di vent'anni si compie una straordinaria e feconda interazione tra le tendenze artistiche più aggiornate dell'avanguardia europea, filtrate dal milieu artistico e culturale russo, con la cultura artistica islamica, che da secoli dominava l'Asia centrale, e con la lunga tradizione uzbeka dell'ornamentalismo, che connotava l'arte, l'architettura e le arti applicate di quelle terre. Dopo la Rivoluzione d'Ottobre il Commissariato del Popolo per l'istruzione invia in Uzbekistan una cinquantina di opere dell'Avanguardia storica; dalla fine degli anni '50 Igor' Savickij raccoglierà a Nukus una enorme quantità di reperti archeologici, manufatti di artigianato e arte popolare, opere e fogli di grafica di artisti uzbeki e sovietici, dando vita alle straordinarie raccolte del museo che oggi porta il suo nome. L'esito di questa commistione sono le straordinarie raccolte dei musei di Stato uzbeki di Nukus e Tashkent, di cui viene presentata un'accurata selezione, esposta e pubblicata per la prima volta in Europa. Il catalogo, curato da Giuseppe Barbieri e Silvia Burini, professori dell'Università Ca' Foscari di Venezia e direttori del Centro Studi sull'Arte Russa, affronta, attraverso una serie di saggi, la contestualizzazione storica e culturale di questa fittissima fase, illustrandola con le 175 opere in mostra.
Uzbekistan: Avant-garde in the desert
Libro: Libro rilegato
editore: Electa
anno edizione: 2024
pagine: 264
Due sedi, un progetto unitario, un catalogo unico. Attraverso i due appuntamenti "La luce e il colore" (Firenze, Palazzo Pitti, Andito degli Angiolini, 16 aprile - 30 giugno 2024) e "La forma e il simbolo" (Venezia, Ca' Foscari Esposizioni, 17 aprile - 29 settembre 2024), promossi e sostenuti dalla Fondazione per lo Sviluppo dell'Arte e della Cultura dell'Uzbekistan (ACDF), per la prima volta in Europa si presenta l'affascinante sviluppo della pittura in Uzbekistan dalla fine del XIX secolo, quando si avvia in Centro-Asia un'esperienza di pittura da cavalletto, a dopo la metà degli anni '30, il momento che segna l'avvento dei dettami del Realismo Socialista. In poco più di vent'anni si compie una straordinaria e feconda interazione tra le tendenze artistiche più aggiornate dell'avanguardia europea, filtrate dal milieu artistico e culturale russo, con la cultura artistica islamica, che da secoli dominava l'Asia centrale, e con la lunga tradizione uzbeka dell'ornamentalismo, che connotava l'arte, l'architettura e le arti applicate di quelle terre. Dopo la Rivoluzione d'Ottobre il Commissariato del Popolo per l'istruzione invia in Uzbekistan una cinquantina di opere dell'Avanguardia storica; dalla fine degli anni '50 Igor' Savickij raccoglierà a Nukus una enorme quantità di reperti archeologici, manufatti di artigianato e arte popolare, opere e fogli di grafica di artisti uzbeki e sovietici, dando vita alle straordinarie raccolte del museo che oggi porta il suo nome. L'esito di questa commistione sono le straordinarie raccolte dei musei di stato uzbeki di Nukus e Tashkent, di cui viene presentata un'accurata selezione, esposta e pubblicata per la prima volta in Europa. Il catalogo, curato da Giuseppe Barbieri e Silvia Burini, professori dell'Università Ca' Foscari di Venezia e direttori del Centro Studi sull'Arte Russa, affronta, attraverso una serie di saggi, la contestualizzazione storica e culturale di questa fittissima fase, illustrandola con le 175 opere in mostra. Edizione inglese. Traduzioni di Irene Inserra, Marcella Mancini, Barbara Venturi per Scriptum, Roma.
Lena Herzog
Silvia Burini, Giuseppe Barbieri
Libro: Libro rilegato
editore: Skira
anno edizione: 2024
pagine: 240
Questa prima monografia completa sull'opera di Lena Herzog è una panoramica esaustiva di tre decenni di attività, puntualmente descritta nei saggi di Silvia Burini e Giuseppe Barbieri dell'Università Ca' Foscari di Venezia. Lo sguardo impavido e coinvolgente di Lena Herzog supera confini e abissi tra diversi livelli di vita, tempo e memoria. Il suo lavoro indaga il mistero universale dell'essere umano, dalle Wunderkammer (le camere delle meraviglie e delle curiosità del XVIII e XIX secolo) alle formazioni rocciose scavate in cima ai tepui in Amazzonia, dai profondi rituali dell'Occidente al vuoto delle terre senza nome dell'Estremo Oriente. I vari portfolio, qui disposti trasversalmente, forniscono un'affascinante cartografia del nostro tempo e della nostra storia. Attraverso una sperimentazione innovativa, Lena Herzog fonde le pratiche incisorie del Rinascimento, le prime tecniche di sviluppo e stampa di immagini fotografiche e le più avanzate tecnologie di realtà virtuale e immersiva. Nei suoi ultimi progetti affronta e denuncia l'estinzione di migliaia di lingue e preannuncia il possibile e definitivo collasso del pianeta. Sono immagini tra ombra e luce che, come in Goya, inseguono la verità delle cose, dei gesti e dei volti, e in cui ritroviamo gli echi dei suoi fantasmi infantili ai piedi degli Urali.
Il girotondo delle muse. Semiotica delle arti
Jurij Mihajlovic Lotman
Libro: Libro in brossura
editore: Bompiani
anno edizione: 2022
pagine: 432
Negli ultimi decenni tanti studiosi si sono interrogati sull’identità e la logica delle immagini, sulle modalità dell’atto iconico, sulla complessità delle relazioni tra opere e spettatori. Anche Jurij Lotman, il fondatore della moderna culturologia, si è posto molte domande in merito (e i saggi raccolti in questo volume lo confermano) ma ha saputo fornire a esse molteplici ed efficaci strumenti di soluzione, che si dimostrano adattabili, in un approccio autenticamente strutturale, a svariati contesti, e anticipano, per di più, molte teorie sul fatto artistico apparse in anni più recenti. Il metodo di Lotman è molto interessante e insieme attualissimo nel campo delle arti visive: perché, oltre a mostrarci in modo totalmente interdisciplinare la densità del discorso segnico, ci insegna una sorta di trasversale “grammatica della percezione”.
Gely Korzhev. Back to Venice
Silvia Burini, Giuseppe Barbieri
Libro
editore: Antiga Edizioni
anno edizione: 2019
pagine: 128
Grisha Bruskin. Icone sovietiche. Catalogo della mostra (Vicenza, 18 ottobre 2017-15 aprile 2018)
Giuseppe Barbieri, Silvia Burini
Libro: Copertina morbida
editore: Antiga Edizioni
anno edizione: 2017
pagine: 144
Celebrando in modo del tutto originale il primo centenario della Rivoluzione d'Ottobre, la mostra ha come protagonista il dittico di Grisha Bruskin (1945) intitolato Fundamental'nyj Leksikon (Lessico Fondamentale, 1985-1990), opera del grande artista contemporaneo russo esposta per la prima volta in Italia. Affiancano le due tele una significativa selezione di disegni preparatori, nonché due sequenze di piccole sculture, in porcellana e bronzo, una sorta di maquette ex post, che rappresentano in forma tridimensionale le figure dipinte. La presenza di due icone-menologio appartenenti alla raccolta di icone russe di Intesa Sanpaolo, conservata presso le Gallerie d'Italia - Palazzo Leoni Montanari, museo della Banca a Vicenza, permette di approfondire un aspetto del processo creativo di Bruskin, evidenziando tra i santi cristiani e gli eroi sovietici profonde connessioni, formali e concettuali.